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Autore: sticky2012    10/07/2014    5 recensioni
Questa fanfiction è divisa in 2 parti. La prima ambientata durante il sesto anno di Ginny (settimo libro) mentre la seconda è ambientata l'anno successivo quando tutti, chi per una ragione e chi per un'altra, torneranno ad hogwarts e dovranno fare i conti con le conseguenze dell'anno precedente.
Di cosa parla? Di una Ginny innamorata del suo Harry ma , anche se lei farà molta fatica ad ammetterlo e ad accettarlo, entrerà qualcun'altro nel suo cuore.
Chi? Draco Malfoy. Mentre nella prima parte vedremo un Harry praticamente assente e una Ginny impegnata con un Malfoy molto "presente", nella seconda parte avremo tutti e tre i protagonisti insieme.
Perchè leggerla? Cercherò di far vedere una Ginny molto dolce, razionale e matura col suo Harry e farò emergere una Ginny completamente irrazionale e più spensierata con Draco.
Vedrete un Draco molto combattivo e pronto a tutto per ottenere quel che vuole realmente, una Ginny molto in contrasto con quello che le capiterà e un Harry innamorato nel termine più dolce.
Il finale? già scritto ed è già nella mia testa.
Ci sarà una scelta? Sì.
Chi la spunterà? leggete la storia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 10

Buona Fortuna


 
Sono passate circa due settimane da quell’ultima spiacevole serata.  La mattina successiva a quella sera tornai nella mia torre nel più assoluto silenzio e quando oltrepassai il quadro della signora grassa, nella poltrona a me più vicina, ci trovai seduto Neville, a dir poco irrequieto.
Avrei solo voluto buttarmi dal letto e disperarmi per la mia depravazione ma dovetti far finta di nulla davanti a Neville.
Ad essere sincera, non è stato difficile fingermi sconvolta anche se il motivo non era quello che Neville credeva.
Passò l’intera notte a sgridarmi per la scenata che feci in Sala Grande. Finsi per tutto il tempo di ascoltarlo ma, in realtà, pensavo a tutt’altro.
Vide alcuni lividi sul polso e li scambiò per i segni della tortura che, secondo lui, Malfoy mi avrebbe inflitto nei sotterranei. Stetti al gioco. Non aveva la minima idea di come mi fossi procurata quei segni.
Continuò a rimproverarmi e a imprecare contro Malfoy; mi disse che lui era riuscito ad evitare la punizione grazie al tempestivo intervento della McGranitt e poi il discorso si spostò inevitabilmente su Luna.
Neville è completamente distrutto dall’assenza di Luna; ogni tanto lo scopro a fissare il vuoto oppure fingo di non vederlo quando lo vedo asciugarsi una lacrima silenziosa dalla guancia. Ho cercato di rincuorarlo, di infondergli un po’ di fiducia ma non so quanto sia riuscita ad essere convincente. Io stessa faccio fatica ad essere positiva. Spesso mi domanda se sono sempre convinta che Luna sia ancora viva ed io, puntualmente, rispondo con un Sì, non potendo certo informarlo su chi mi ha dato questa informazione.
In queste due settimane la nostra vita ad Hogwarts è diventata, di gran lunga, ancora più complicata o forse dovrei dire più dolorosa.
Non tanto per i vari dolori fisici che ci portiamo addosso, senza neanche farci più caso, ma piuttosto per tutte le angherie, i pedinamenti, le cattiverie che io e Neville riceviamo quotidianamente.
Io provo a passare tutto il tempo libero nella mia torre, riducendo al minimo le uscite in giro per il castello ma non serve un granché. Arrivo per ultima in aula quando ci sono le lezioni e sono sempre la prima a uscire al suono della campanella, evito qualsiasi tipo di incontro, sono diventata anche brava a mordermi la lingua sentendo le battutacce dei serpeverde nei miei confronti o le provocazioni dei Carrow.
Conto le ore e i giorni perché spero che, prima o poi, tutto questo possa finalmente finire.
Durante la lezione di trasfigurazione molto spesso la McGranitt, involontariamente o forse no, si avvicina per darmi qualche lieve pacca sulle spalle; penso a Luna e mi rendo conto che, da quando non c’è più, un altro pezzo di me è andato via con lei. Cerco di concentrarmi su Neville perché, ora come ora, dando forza a lui riesco a rincuorare, un po’, anche me stessa.
Oltre alla preoccupazione per Luna, mi porto addosso anche il profondo senso di colpa di aver tradito tutti quanti. Cerco di non farmi molte domande perché le risposte che dovrei darmi so che non mi piacerebbero. Cerco di non pensare a quelle maledette sere. Ogni tanto, provo a ricostruire su come io, Ginevra Weasley, sia riuscita ad arrivare a quel punto. Come ho fatto a non fermarmi, per di più con un Malfoy, un mangiamorte?
Se fosse successo con n ragazzo  normale, forse, avrei potuto trovare una giustificazione da dare a me stessa ma, in questo caso, cosa c’è che mi posso raccontare?
Dovrei provare solo disgusto per me stessa.
L’unica nota positiva di questi giorni? Nessun incontro con Malfoy. Nulla di nulla. Ogni tanto lo scorgo in Sala Grande  e  un paio di volte ci siamo anche guardati ma nulla di più. Ho deciso di interpretarlo come un segnale positivo; aveva detto che fin quando non ci fossero state brutte notizie su Luna, non ci sarebbe stato nessun motivo per parlarci.
So che potrebbe essere solo una mia personale interpretazione ma non mi resta altro da fare che credere alle parole che mi ha detto. Se dovessi cominciare ad avere il dubbio su Luna, perderei di nuovo la testa e non so se riuscirei a cavarmela indenne come l’ultima volta.
La mia ultima speranza, volendo o no, è nelle mani di Malfoy. Sarò stupida ma tutte le volte che lo vedo cambiare direzione quando m’incontra, lo prendo come un segnale in codice: Luna sta bene! Bene per modo di dire. Sempre a Malfoy Manor si trova e non penso le stiano facendo un tour rilassante, nei vari giardini della casa.
Altra cosa positiva è che non ci sono più stati tentativi di approcci intimi. Nulla di nulla. Forse, ha trovato un’altra distrazione.
Vorrei raccontare a Neville quello che mi ha detto Malfoy su Luna ma dovrei omettere delle parti e lui comincerebbe a farmi troppe domande a cui, in questo momento, non ho proprio voglia di rispondere. Dovrei omettere troppe cose e troppi particolari.
Non sento mia madre dal giorno di Natale perché la dirigenza di Hogwarts ha stabilito che i messaggi della mia famiglia sono un turbamento per la mia persona e che possono costituire un pericolo ad Hogwarts.
Ormai siamo al paradosso; ora è la mia famiglia che mi turba e che mi fa diventare pericolosa all’interno della scuola.
 Io pericolosa?? Io?? Facevano prima a dire che questo è l’ennesimo dispetto che hanno deciso di farmi.
Su una cosa Malfoy aveva assolutamente ragione: io sono già una prigioniera. Prigioniera ad Hogwarts.
 

 
Sono le 20: 35 e, nonostante sia abbastanza presto, direi che l’ennesima giornata, per me, può dirsi conclusa.
Sono in bagno per infilarmi il pigiama, mi guardo allo specchio e non mi sconvolgo nemmeno più per il mio aspetto malandato.
Finisco di sciacquarmi i denti mentre m’infilo la felpa del pigiama.
CRAC
-AAAHHHHHHH!-.sono quasi certa che mi abbiano sentito in tutto il castello.
Metto a fuoco  l’immagine di fronte a me e, quasi terrificata, vedo una piccola sagoma che non faccio molta fatica a riconoscere. Il suo sguardo risveglia, nella mia mente, una serie d’immagini che ormai pensavo di aver superato.
Irina, la piccola elfa di Malfoy, ci aveva accolti la sera stessa di Natale in quella specie di locanda e gli aveva portato quel pacco che si sarebbe poi scoperto essere un regalo per me.
Vederla lì, quasi nascosta dietro a uno sgabello, con gli occhi sbarrati mi fa aumentare il battito cardiaco. L’ansia si sta impadronendo di me.
Perché si trova qui?
 E’ l’elfa di Malfoy, allora l’ha mandata lui?  Ma se l’ha mandata lui, allora vuol dire che deve parlarmi e se mi vuole parlare vuol dire che… NO! Non può essere così, ci sarà senz’altro un’altra spiegazione! Nessuna di noi due rompe il silenzio, continuiamo a scrutarci spaventate, ognuna a suo modo.
-Irina, che … cosa ci fai qui?-.
La piccola elfa comincia a studiare scrupolosamente l’intero bagno, forse in cerca di una via di fuga; aspettando a braccia incrociate la sua risposta, noto che dall’ultima volta Irina oltre alla solita misera sciarpa legata attorno al collo indossa anche dei guanti, uno blu e uno verde, ma decisamente troppo grandi per le sue minuscole mani.
-Irina, quanto devo aspettare ancora per avere una risposta, più o meno? Per avere un’indicazione … -.
-Irina non è mai entrata nel castello di Hogwarts! E’ bellissimo!-. mi fa sorridere; sembra una bambina che entra, per la prima volta, nel negozio di Mielandia.
-Beh questo è solo un bagno del dormitorio femminile! Ci sono zone del castello molto più belle!-. Non credo sia venuta fin qui solo per vedere il castello.
-Irina, ti ha mandato il tuo padrone?-. Spero con tutta me stessa che la sua risposta sia negativa e che sia venuta qui effettivamente solo per fare un tour del castello. So, da sola, che questa ipotesi non è minimamente probabile ma se Irina dovesse dirmi sì …
-Il signorino Malfoy ha detto a Irina di  portarle questo!-. mi porge una piccola busta, la prendo velocemente e me la rigiro tra le mani. Noto che sull’angolo destro, con filigrana dorata, è stampata una grossa M. Sul davanti, la lettera è chiusa con un sigillo nero in ceralacca.
Ora non ci sono più dubbi sulla provenienza della lettera, non voleva che nessuno leggesse. Non lo ha comunicato verbalmente alla sua elfa; forse, non si fida nemmeno di lei?
Prendo coraggio, butto un’ultima occhiata a Irina che però sembra incantata a studiare lo sgabello vicino a sé.
-Puoi sederti se vuoi!-. Sembra seriamente combattuta se farlo oppure no; da quando un invito a sedersi è considerato un insulto?
Faccia come vuole, in questo momento non m’interessa.
Strappo via la busta, la apro e ne tiro fuori un elegante biglietto su cui ci sono scritte poche righe.
 
Vediamoci alle ore 22 nell’aula di pozioni.
Non farne parola con nessuno, nemmeno con irina.
brucia questo messaggio.
d.m.
 
Rileggo più volte la lettera per poi tornare a posare lo sguardo su Irina.
Ok un passo alla volta. Per ora nessuna cattiva notizia, vuole vedermi stasera nella sua aula preferita e non devo farne parola con nessuno, nemmeno con la sua elfa. Ma perché? Gli elfi hanno l’obbligo di rispettare gli ordini dei loro padroni, non potrebbero mai tradirli;  allora, perché questa precauzione?
La mia mente inizia a metabolizzare tutte le informazioni e una piccola domanda mi nasce spontanea.
-Irina chi è il tuo padrone?-. Vado, lentamente, a inchinarmi di fronte a lei.
Mi guarda ingenuamente.
-La famiglia Malfoy- risponde come se avessi fatto la domanda più stupida del  mondo.
-Lo so questo ma è stato Draco a comprarti?-. Come fa a non capire dove voglio arrivare?
-No è stato il signor Lucius Malfoy!-. Ecco lì la verità. L’unico suo vero padrone non è Draco ma il padre.
Ecco che torna tutto! Le precauzioni di Draco non sono più infondate!
-E ti occupi del signorino Malfoy?- cerco di non sembrare troppo curiosa, non voglio si insospettisca.
-Sì-. Non sembra più voler parlare con me, ormai la sua concentrazione è rivolta sui suoi guanti lerci.
Mi rialzo; tanto è inutile stare lì! Non otterrò altre informazioni da lei.
-Occuparti dei Malfoy! Non poteva andarti peggio!- spontaneamente le parole escono dalla mia bocca. Non voglio infierire ma è quello che penso. Già è brutto essere un elfo, se poi ti capitano i Malfoy come padroni, direi che è una creatura molto ma molto sfortunata.
Se penso a quello che ha dovuto passare Dobby con quella serpe di Lucius Malfoy … mi viene una rabbia!
Irina fa una specie d’inchino, faccio mezzo saluto e mi giro per tornare in camera.
-Ciao Irina, puoi andare!-.
Apro la porta, penso che Irina si sia già smaterializzata.
-Sono tutti cattivi ma il signorino Malfoy, a volte, è gentile con me-.
Chissà perché questa parole non mi sorprendono più di tanto; avevo già notato a Natale,  una sorta d’indulgenza  di  Draco nei confronti di Irina.
La vedo scomparire e rimango a fissare il punto dove si è appena smaterializzata sperando di poterla rivedere prima o poi.
Non sono una grande amante degli elfi, anche se ovviamente non approvo questo loro stato di schiavitù, ma questa Irina ha appena conquistato, definitivamente, tutta la mia simpatia.
 

 
Con un anticipo di dieci minuti dall’orario stabilito, raggiungo la porta dell’aula nei sotterranei;  per mia fortuna i corridoi erano deserti  a parte un paio di studenti di corvonero, tra cui Cho Chang, a cui non ho prestato molta attenzione.
Effettivamente nella mia carriera scolastica, io e lei, non ci siamo mai state molto simpatiche, il più delle volte facevamo finta di non vederci quando c’incontravamo da qualche parte. I motivi mi sono sempre apparsi molto ovvi: Harry e il Quidditch. Ho sempre dimostrato sul campo, durante tutte le partite Grifondoro/ Corvonero,  la mia superiorità e questo, unito al fatto di Harry, non ha consentito nemmeno un minimo di cordialità tra di noi.
Spalanco la porta ma di Malfoy  nessuna traccia;  sono in netto anticipo, devo solo aspettare.
Sono nervosa, molto nervosa. Inizio a camminare avanti e indietro per l’aula, mi allento la cravatta più volte per poi toglierla del tutto, mi siedo e mi rialzo di continuo, fisso la porta ma di lui, niente!
Sono le 22:15 quando sento, finalmente, la porta aprirsi.
Entra senza salutarmi, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo; noto che non porta la divisa ma indossa un paio di pantaloni grigi e una camicia bianca.
Si siede tranquillamente al solito posto che occupa durante tutte le lezioni di pozioni, come se fosse venuto veramente ad ascoltare una lezione di Lumacorno.
Più che preoccupato, sembra avvilito.
Non mi muovo di un centimetro, aspetto che lui mi dia la notizia che ho temuto di ricevere da due settimane a questa parte. Probabilmente non c’è nemmeno più bisogno che dica qualcosa, non è necessario. Già la sua chiamata significa tutto.
-Dai, dillo … Luna è …!- devo sentirlo dire dalla sua bocca.
-Sto andando via!-.  Assimilo quelle tre parole e rimango pietrificata. Spalanco gli occhi e lo guardo; non era certo quello che mi aspettavo di sentire.
-Non ho capito-. Faccio due o tre passi verso il banco ma lui continua a non alzare lo sguardo; sembra concentrato a guardare quel suo stupido anello.
-Vado via da Hogwarts-. La sua voce non tradisce alcun tipo di emozione.
-Ve ne andate tutti?-. Dev ’essere talmente palese la mia speranza che Malfoy mi lancia un’occhiataccia indignata.
-No Weasley, vado via solo io-. Questo è di certo un triste modo per tornare alla realtà.
-E il perché si può sapere?- tra tutti quelli che potevano andarsene e allietarci l’esistenza, proprio lui?
-No-. Faccio  fatica a terminare la domanda che la sua risposta arriva senza indugi.
-No? Hai detto No?-.
-Cosa non capisci nella parola no?- il suo tono arrogante inizia già a irritarmi. Inizio ad arrabbiarmi; non mi sono mai piaciuti i misteri.
Vado di fronte a lui, Malfoy non sembra abbia la minima intenzione di alzarsi; mi piego leggermente verso di lui appoggiando le mani sul banco.
-C’entra Luna?-. Prima o poi dovevo pur fare questa domanda.
-No-. Lui rimane impassibile mentre io comincio seriamente a innervosirmi.
-Quindi sta bene?-.Ho come la sensazione di parlare con un bambino.
-Credo di sì. Non tutto quello che capita riguarda la tua amichetta!-provo a far finta di non aver sentito la sua provocazione.
-Allora mi dici perché diavolo vai via da Hogwarts?- cerco di stare calma ma è il tono della mia voce a tradire la mia rabbia.
-No-.
-Sai dire solo no? Perché mi hai fatto venire qui se non vuoi parlare?  Potevi scrivere del tuo viaggio sul biglietto che mi hai mandato!-.
Malfoy, d’istinto, si alza in piedi; mi fronteggia per qualche secondo, fa il giro del banco e viene a mettersi proprio davanti a me.
-Weasley, accendi il cervello! Io non parto né per un viaggio e né  per una missione. Torno a casa mia da … - e capisco.
-DA CHI?? TORNI NEL COVO DEI MANGIAMORTE? Ora sei stato promosso in prima linea, non è vero?-.
Malfoy non si lascia minimamente sconvolgere dalle mie urla, si limita solo a chiudere gli occhi ma quando li riapre, non sembra promettere nulla di buono.
-Questi non sono affari tuoi, Weasley!-.
Mi supera e si avvicina alla porta! Lo guardo allibita. Ma perché si comporta così?
Prima mi fa chiamare, mi fa venire qui e ora se ne va?
-Ti chiederanno di fare cose orribili. Ti chiederanno di uccidere!-. Faccio una breve pausa. –Tu puoi ancora salvarti!-.
-NO. NON POSSO FARE ALTRO! IO DEVO!-. Le sue urla mi rimbombano nella testa e ha l’espressione di un pazzo; ora sì che ha le sembianze di un vero mangiamorte.
-SMETTILA DI URLARE!! Hai ragione. Pensavo che dopo tutte le tue parole, le tue mezze risposte o i tuoi silenzi, ci fosse qualcosa da salvare in te. Mi sbagliavo. Diventerai esattamente come tutti gli altri: un mostro. Non ti azzardare a dare la colpa ad altre persone; tutti abbiamo una scelta e tu l’hai appena fatta-.
Ora sono io a incamminarmi verso l’uscita. Cosa mi potevo mai aspettare? Ho commesso lo stesso errore fatto durante il mio secondo anno. Quattro anni fa con Tom Riddle, oggi con Malfoy.
-Io sarò pure un mostro ma tu rimarrai sempre una sporca traditrice del tuo sangue. Tu e quella tua famiglia pezzente!-.  Ecco qui di fronte a me, il caro e vecchio Malfoy! La serpe che è sempre stata. Vorrei reagire ai suoi insulti ma la delusione e’ talmente grande che non mi fa parlare.
Ora sì che provo veramente ribrezzo verso di lui e verso me stessa.
Mi sento come se, da una parte, dovessi fare i conti con un mio fallimento personale e, dall’altra parte, come se mi avesse anche rassicurata; ora non c’è più nessun dubbio, nessun quesito irrisolto su di lui.
Ora dopo tutto ciò, ho la sensazione di essere sporca per quello che ho fatto a Natale ed un paio di settimane fa; se lo avessi fatto con qualcuno minimamente meritevole, sarebbe stato un tradimento o qualcosa di più ma così, con quello che si sta dimostrando di essere, è quasi un crimine.
-Ma sparati Malfoy!-.
Quando sto per uscire, lo sento camminarmi alle spalle.
-Credo che il tuo Potter morirà molto presto ma spero che non lo faccia prima che io possa dirgli quanto la sua cara e dolce fidanzatina sia brava a letto! E ti assicuro che gli racconterò ogni minimo dettaglio su quanto sia eccitante sentirti chiamare il mio nome mentre mi supplichi di non fermarmi!-.
Mi giro e lo schiaffeggio in pieno volto. Malfoy si porta una mano alla guancia appena colpita ma resta lì immobile mentre io esco da quell’aula, sbattendo la porta, senza guardarmi più indietro.
Sento solo un forte fracasso provenire dall’aula di Pozioni, come se si fosse appena spaccato qualcosa di molto grande.
Corro velocissima verso il mio dormitorio; quando entro, la Sala Comune è quasi vuota tranne qualche studente più piccolo impegnato a terminare i compiti.
Entro nella mia Camera senza prestare attenzione a nessuno, mi siedo sul letto ansimante, prendo in mano il grosso libro di incantesimi accanto a me e, con tutta la forza che ho, lo scaravento contro la finestra.
-Al diavolo tutto!-. Sono arrabbiata così tanto che vorrei avere qualcosa davanti da riempire di pugni. Prendo a calci anche le ciabatte posate vicino al mio comodino e, nel farlo, mi faccio male all’indice del piede destro.
Mi accascio dolorante sul letto. Tutta colpa di quel verme di Malfoy, anzi: è tutta colpa mia! Io mi sono sbagliata, io ho interpretato male tutto!
Continuo a risentire nella mia testa le sue parole di disprezzo. Ma come si fa ad essere così cattivi? Non poteva lasciare Hogwarts e basta? Che bisogno c’era di chiamarmi per insultarmi in quel modo?
Forse dovevo evitare di attaccarlo; in tutti questi mesi dovevo aver capito che Malfoy, se lo prendi con le cattive, non puoi ottenere nulla di buono da lui.
E se fosse venuto lì, realmente, con altre intenzioni e io, invece …
Ma cosa sto facendo? Sto cercando un modo per giustificarlo? Dopo quello che ha detto; mi sto dimenticando che sta per riunirsi con quegli assassini che abitano in casa sua!
-Ginny, ti senti bene?-. Non me n’ero nemmeno accorta che Calì, nel frattempo, si era avvicinata a me.
-Sì, tutto ok! Sono solo un po’ nervosa ultimamente!-. Le faccio un timido sorriso.
Si siede accanto a me e allunga un braccio sulle mie spalle.
-Ultimamente lo siamo un po’ tutti ma credo che tu abbia più motivi degli altri per essere arrabbiata. Luna, la tua famiglia …  per non parlare di Harry-.
Annuisco con la testa. –Grazie Calì-. Una parte di me vorrebbe dirle che a quella lista, ora, si è aggiunto un altro nome ma mi proibisco di pensare a una cosa del genere.
Non si merita minimamente di essere accomunato alle mie persone care parchè lo ha detto lui stesso che c’è la probabilità di non rivedere più né la mia famiglia, né Harry; mentre lui spero vivamente di non rivederlo mai più.
Queste sono le persone che meritano la mia preoccupazione, non certo lui!
 

 
Le cose ad Hogwarts non sono cambiate granché, dopo la partenza di Malfoy!
Appresa la notizia, per i primi due giorni c’è stato molto chiacchiericcio sul motivo della sua uscita di scena da Hogwarts, alcuni grifondoro hanno addirittura brindato in Sala Comune. Non mi sono unita ai festeggiamenti solo perché ero troppo presa da Neville che, più passa il tempo, e più è depresso. Siamo d’accordo su una cosa: la dipartita di Malfoy non è assolutamente un segnale positivo, tutt’altro.
Io e Nevile stiamo continuando a limitare al minimo la nostra vita sociale, al di fuori della sala Comune; sono sempre più le sere in cui ci facciamo portare su la cena dagli elfi della cucina che abbiamo corrotto con qualche semplice gentilezza.
Di solito ceniamo sul tappeto della Sala Comune, di fronte al caminetto; mi sembra di rivivere vecchi tempi quando tutti ci ritrovavamo lì, alla fine della giornata, se non fosse per il fatto che, una volt,a c’erano molte più risate. Ora, non c’è più nessun motivo per ridere.
Stasera però non potrò fare la mia intima cena con Neville a causa di Piton; stamattina mi è arrivata una sua convocazione, per stasera alle ore 20:30 nel suo ufficio.
Su una cosa sono sicura: non può trattarsi di una punizione visto che, ultimamente, è difficile persino sentirmi parlare. A meno che, ovviamente, non decidano di fare l’ennesima cattiveria e abbiano deciso, stasera, di divertirsi con me.
E’ stato difficile convincere Neville a non accompagnarmi; all’inizio non voleva sentire ragioni ma poi sono riuscita a farlo ragionare. La sua presenza sarebbe totalmente inutile e potrebbe essere anche pericoloso.
M’incammino dieci minuti prima dell’orario stabilito, per non rischiare di arrivare in ritardo proprio stasera.
Quando sono di fronte al Gargoyle mi torna in mente che l’ultima volta che sono entrata nell’ufficio del preside, ero lì per rubare la spada di Grifondoro assieme a Neville  e…
E Luna. Pensare a Luna mi fa, tutte le volte, pensare a Malfoy. L’unica persona che poteva darmi notizie su Luna, è andata via sei giorni fa.
In questi ultimi giorni, qualsiasi cosa sia successa, io non ne verrò mai a conoscenza.
Guardo l’ora e mi incammino, avvilita da quest’ultima considerazione, su per le scale verso l’ufficio del Preside.
Sto per bussare ma la voce di Piton m’ intercetta.
-Entri, signorina Weasley!-.
Piton è seduto sulla poltrona, una volta appartenuta a Silente, e sembra molto impegnato a scrivere qualcosa su una pergamena.
Senza farmi invitare a farlo, vado a sedermi di fronte a lui senza dire nemmeno una parola.
-Mi auguro che dall’ultima vota che ci siamo visti, lei abbia cambiato atteggiamento!-. Piton parla senza nemmeno staccare gli occhi dalla pergamena di fronte a lui. Cerco di trattenermi dalla voglia di rispondergli come meriterebbe. Come osa criticare il mio atteggiamento? Hanno rapito Luna! Cosa si aspettavano da me? Che li ringraziassi o che gli regalassi dei fiori?
-Il mio atteggiamento era tutt’altro che ingiustificato, signor preside!-. Uso un tono molto educato ma ho seri dubbi che possa mantenere questo controllo ancora per molto.
Piton posiziona i suoi occhi su di me, per un rapido secondo. Io non ho nessuna intenzione di abbassare lo sguardo. Spero di riuscirgli a trasmettere tutto il disprezzo che provo per lui in questo momento.
-L’ho convocata qui per informarla che lei, da questo momento, verrà esonerata dagli insegnamenti dei professori Carrow. Mi hanno comunicato che non sono più lieti di insegnarle alcunché; la trovano un elemento disturbante per l’intera scuola-.
Vorrei ridere ma mi trattengo: questa dovrebbe essere una brutta notizia?
-Io sarei l’elemento disturbante?- . ormai faccio fatica a trattenere le risate ma, guardando la faccia minacciosa di Piton, mi ricompongo.
-Con molta sofferenza, accetto questa punizione e non seguirò più le loro lezioni! A malincuore-. So perfettamente che le mie parole suonano con un tono di sfida ma è proprio ciò che voglio.
- Non si rallegri troppo. Lei rimane la numero uno dei sorvegliati, qui ad Hogwarts. Non ci sono posti sicuri, qui nel castello, per nascondersi! Soprattutto non ci sono stanze che possano nasconderla. Cerchi di ricordarselo-. Faccio fatica a capire queste frasi.
-Si signore. Non ho intenzione di scappare, se è questo che vuole intendere. Mi risulta che siano più quelli dalla vostra parte ad andarsene via-. Spero vivamente che recepisca il mio riferimento a Malfoy .
-Ora se ne vada. Il nostro incontro è terminato!-. Sono certa di averlo fatto arrabbiare.
Non me lo faccio ripetere due volte, esco dall’ufficio di Piton senza proferire più nessuna parola.
Alla fine è stato un incontro positivo: nessuna punizione, nessuna specifica minaccia ma soprattutto addio alle lezioni di quei due folli assassini.
Finalmente posso dare una bella notizia a Neville.
Mi incammino verso il dormitorio anche se vengo seguita da una strana sensazione, come se non riuscissi ad afferrare bene il vero senso del discorso di Piton.
 

 
La sera successiva, sono su una poltrona della Sala Comune e seduto di fronte a me c’è Neville che è ancora più pensieroso del solito.
Mangiamo quasi in silenzio, ci scambiamo domande futili sulle lezioni ma nessuno dei due, stasera, ha così tanta voglia di chiacchierare.
Neville ha continuato tutto il giorno a chiedermi di ripetergli le parole esatte che ha usato Piton, la sera prima, quando mi ha convocato nel suo ufficio; entrambi siamo convinti che in realtà ci sia qualcosa sotto a questa improvvisa voglia di Piton di comunicarmi personalmente la decisione dei Carrow di non volermi più tra i loro alunni.
Ripeto momento per momento la nostra conversazione ma più la analizzo e più non vedo nulla di sospetto; Piton non ha avuto nessuno strano comportamento, non ha sfoderato la bacchetta nemmeno una volta e avrà detto, sì e no, tre frasi.
-Gin io vado a dormire. Sono esausto-. Neville si alza, mi da una leggera pacca sulla spalla e s’incammina verso il dormitorio maschile.
Dovrei andare a dormire anch’io ma, in questo momento, non credo che riuscirei ad addormentarmi: ho troppi pensieri per la testa.
Fisso incantata il legno bruciare nel camino quando sento la porta della sala comune aprirsi dietro di me.
-Ginevra?- è appena entrata una ragazza del primo anno, non ricordo il suo nome ma mi pare di averla già intravista qualche volta.
-Sì?- a guardarla bene mi sembra terrorizzata.
-Devi andare immediatamente alla torre di Astronomia!-.
- E perché dovrei andare lì, a quest’ora?- mi alzo in piedi per guardarla meglio.
- C’è qualcuno che vuole vederti subito-. Qualcuno che vuole vedermi a quest’ora? Ma chi può essere?
-E chi è?-.
-Non lo so, era incappucciato!-. Mi sembra realmente spaventata; non alza mai lo sguardo e continua a fissarmi impaurita.
Chi è che potrebbe andare in giro per il castello, senza volersi far vedere?
Ma sì, certo! Potrebbe essere qualcuno della mia famiglia! Chi altro può essere? Sorrido, abbraccio addirittura la ragazzina, afferro la bacchetta e corro via.
Sono così contenta che corro per le quindici rampe di scale senza alcuna fatica. Questa torre, una volta, era molto più frequentata ma ora, dopo la morte di Silente, non ci viene più nessuno. Nemmeno io ero salita più quassù.
Salgo gli ultimi scalini e, quando entro, rimango delusa dal non trovare nessuno. La stanza viene illuminata a dovere dal riflesso della luna, mi affaccio un po’ alla sporgenza della torre e guardo il panorama sotto di me: è da togliere il fiato!
-Ciao- . E’ quasi un sussurro ma lo sento chiaro e preciso. La voce è familiare ma non appartiene alle persone che mi aspettavo d’incontrare.
Non può essere! Mi giro lentamente continuando a pregare, tra me e me, di sbagliarmi.
Lui fa un passo ed esce dall’ombra e, a quel punto, non ho più dubbi.
Draco Malfoy è di fronte a me; indossa un lungo mantello nero che gli copre tutta la sua figura alta e snella.
Nel vederlo, d’impulso, impugno la bacchetta e gliela punto contro.
-Cosa vuoi ancora Malfoy?-. Lui alza  le mani in segno di pace ma io non abbasso neanche di un millimetro, la mia bacchetta!
-Abbassa la bacchetta!- . si toglie il mantello e lo posa delicatamente su una ringhiera lì vicino; come al solito è vestito impeccabile. Indossa un completo nero con camicia coordinata. Guardandolo bene in viso, noto che è ancora più pallido del solito.
-Scordatelo! Perché sei di nuovo qui??-. Sono così arrabbiata per il nostro ultimo incontro e delusa dal fatto che pensavo di rivedere uno dei miei fratelli e, invece, mi ritrovo lui che è l’ultima persona al mondo che non avrei voluto vedere.
-Sono tornato perché dovevo … -. Sta già parlando troppo e la mia irritazione aumenta a dismisura.
-NON M’INTERESSA! Cos’altro vuoi da me?-. non sembra affatto sorpreso dalla mia rabbia.
Non sembra volere più parlare; continua a guardarmi ma resta zitto!
-Non ho tempo da perdere Malfoy! Addio-. Non intendo stare un minuto di più qui con lui. Vado verso le scale ma lui, con un semplice movimento, m’intralcia il passaggio.
-Spostati subito o ti schianto-. Lo guardo minacciosa e torno a puntargli addosso la bacchetta.
Non sembra minimamente spaventato; incrocia le braccia e si appoggia allo stipite della porta.
Va bene, lo ha voluto lui!  A mali estremi, estremi rimedi!
Mi avvento contro di lui e inizio a colpirlo con pugni e calci. Non sembra fare alcun tipo di resistenza, io continuo a schiaffeggiarlo, cerco di spingerlo via ma nulla!
Allontana il volto per evitare i miei colpi ma, di sorpresa, con una mano mi prende la bacchetta lanciandola lontano da noi e, con l’altra, mi afferra per  un polso.
-Lasciami subito!-. Cerco di liberarmi ma la sua presa è troppo forte.
-Se ti lascio, stai ferma e zitta per cinque minuti? Poi puoi andartene!-.
Cinque minuti? Se poi mi lascerà andare, posso resistere cinque minuti.
-Va bene! Mollami-. Appena mi lascia andare, indietreggio di qualche passo lontano da lui.
C’è un gran silenzio. Sembra che non sappia da dove cominciare. Cosa ci sarà mai di così urgente?
-Non volevo dire quello che ho detto l’altra volta!-.  Lo dice tutto d’un fiato, talmente veloce che ho paura che sia stata solo una mia allucinazione.
-Mi sono arrabbiato e ho detto quelle cose ma non volevo. Non ti avevo fatta chiamare per insultarti-.
Faccio fatica a credere alle mie orecchie ma sono ancora troppo arrabbiata.
-Qual è esattamente la parte che non volevi dire? Quando hai detto che sono una traditrice del mio sangue, quando hai detto che la mia famiglia verrà sterminata o quando … -. Mi ammutolisco al pensiero di dover ripetergli le sue offese più intime.
Mi guarda in attesa che io termini la frase ma non proseguo ulteriormente; mi limito a incrociare le braccia.
-Sei tornato ad Hogwarts per rimanere?-. Ho il presentimento di sapere già la risposta.
-No. Nessuno sa che sono qui e nessuno lo deve sapere!-. Annuisco leggermente; non ho intenzione di fare la spia, non ci guadagnerei niente!
-I cinque minuti sono passati. Non dirò una parola. Posso andare?- Leggo una profonda delusione negli occhi di Malfoy ma, nonostante ciò, si sposta per liberare il passaggio.
E’ lui che ha voluto tutto questo.
-Quella sera ti ho fatto chiamare perché volevo solo salutarti poi tu hai cominciato a dirmi che sono un mostro, un assassino e ho perso la testa. Pensi che sia semplice andare da mio padre e dirgli: sai, non voglio più essere un Mangiamorte! Mio padre mi farebbe uccidere senza esitazioni, per non essere disonorato così davanti a Voldemort. Perché non riesci a capirlo?- sentendo quelle parole, le mie gambe s’immobilizzano.
Torno a guardarlo e lo vedo appoggiato alla ringhiera, con gli occhi chiusi mentre si passa una mano nei capelli.
Bene, ora è riuscito anche a farmi sentire in colpa! Mentre lo guardo, sento la mia rabbia dissolversi misteriosamente.
Mi avvicino e mi appoggio vicino a lui; le nostre braccia si sfiorano appena. Lui non mi guarda e gira la testa verso la parte opposta come se non volesse farsi vedere da me in quello stato.
-Sei suo figlio. Sangue del suo sangue. Non arriverebbe mai a tanto!-. C’è un sorriso, ora, sul suo volto.
Si gira per guardarmi.
-Non lo conosci. Farebbe di tutto per Voldemort. Soprattutto ora che ha perso la sua fiducia. Non dico di essere completamente diverso da lui. Su certe cose la pensiamo nello stesso modo: chiamo la Granger mezzosangue,  m’impegno volentieri a parlare male  di voi Weasley, non mi sono mai piaciuti né Silente né Potter e tante altre cose. Ma una cosa è fare questo, un’altra è uccidere, massacrare la gente ... E’ da un anno che non riesco nemmeno più a dormire. Me li vedo sempre davanti agli occhi … -.
Sento la vocina dentro di me esultare a festa: avevamo ragione noi, non ci siamo sbagliati su di lui!
Non è la persona migliore del mondo ma che non sia pronto a diventare un assassino lo si doveva già capire quando non è stato in grado di uccidere Silente.
Spontaneamente gli prendo una mano e gliela stringo tra le mie: è gelata!
Cerco di riscaldargliela e Malfoy comincia a fissarmi, come se fosse sorpreso dal mio gesto.
-Forse hai ragione tu ma se sei veramente quello che dici di essere troverai il modo per fare quello che veramente vuoi. E tuo padre non si merita un figlio come te. Prima o poi, ognuno ottiene ciò che si merita e io sono sicura che tu avrai molto più di quello che ha avuto lui- mi guarda intensamente.
-Lo pensi davvero?-.
-Sì. C’è qualcosa in te di … buono. Preserva e prenditi cura di quella parte. E’ quella che ti salverà!- sospiro - Mi dispiace per l’altra sera ma ero preoccupata che tu fossi lì per comunicarmi che Luna fosse morta. Ho sentito che tu tornavi da quei … - rabbrividisco al pensiero degli abitanti di Malfoy Manor.  
-Non ho più ragionato. In questi giorni però ho realizzato una cosa. Per fortuna o no, quest’anno, sei stato l’unica cosa positiva in quest’inferno. Se non ci fossi stato tu probabilmente sarei già morta all’inizio dell’anno. Anche se non lo ammetteresti mai, hai fatto del tuo meglio per proteggermi. Questo non lo dimenticherò!-.
-Luna è ancora viva. Ucciderla, per il momento, non è nei loro progetti. E a quanto mi risulta la tua famiglia sta bene e anche i tre fuggitivi-.  Non riesco a credere alle mie orecchie. Dopo mesi e mesi di silenzio, finalmente buone notizie. Sono ancora tutti vivi. Tutti!
Vorrei festeggiare ma semplicemente faccio uno slancio in avanti e abbraccio Malfoy come mai fatto prima con nessuno.
Lo stringo così forte che non credo riesca più a respirare; comincio a ridere, anche se sento i miei occhi umidi. Finalmente una buona notizia e a darmela è stata proprio lui.
-Oh mio Dio, grazie!-Sento anche una leggera risata di Malfoy mentre contraccambia il mio abbraccio posando, leggermente, le sue mani sulla mie schiena.
-Mi stai stritolando Weasley!-.
Dopo un’infinità di tempo, è lui a sciogliersi dalla mia presa; torna alla ringhiera e afferra il suo pesante mantello. Mentre lo indossa, sono lieta di vedere il suo viso illuminarsi un po’.
-Devo andare adesso. E’ tardi-.
Mi avvicino e lo aiuto ad allacciarsi il mantello. Se ne sta per andare ed io, non so perché, ho quasi voglia di chiedergli di rimanere. Ma non sarebbe giusto! Litigheremmo di nuovo e basta.
-Non cacciarti nei guai Weasley, non ci sono più io a coprirti. E se vuoi un po’ di pace, c’è sempre la Stanza delle Necessità-. Mi fa l’occhiolino e lentamente mi posa un casto bacio sulla fronte.
-Prenditi cura di te, Malfoy! Io ho la pelle dura! Pensa a quello che ci siamo detti, prima di fare qualunque cosa-.
Da come mi guarda, sembra lui, ora, a non volersene andare.
-Devo scendere, ora. Buona fortuna-. Non voglio assistere alla scena mentre scompare via nel nulla. Ne ho già viste fin troppe di persone andare via.
-Se anche non dovessimo vederci per un po’, sappi che tornerò e riprenderemo quel discorso!- mi dice maliziosamente.  
So a cosa si riferisce ma per stasera ho già avuto abbastanza emozioni, anche solo per rispondergli a dovere.
-Sarà interessante!-. La mia battuta ha l’effetto sperato; Malfoy fa uno dei suoi sorrisi arroganti.
Prima che possa aggiungere altro, lo afferro dolcemente per le guance e bacio le sue labbra per l’ultima volta.
Il contatto dura pochi secondi ma, quando ci stacchiamo l’uno dall’altra, vedo nei suoi occhi tante cose che nessuno dei due ha mai detto ad alta voce.
-Non dire altro, Malfoy! Lasciamoci così!-. Scoppio a ridere; da com’era partita la serata non avrei mai detto che sarebbe andata a finire in questo modo.
-Ora vado!- faccio un segno di saluto e mi avvicino all’uscita.
- Ci vediamo presto Weasley!-. Sento la sua voce in lontananza ma non aggiungo nient’altro; mi fa una strana sensazione sapere che non lo rivedrò per chissà quanto tempo.
Ciao Malfoy, buona fortuna.
 

 
-Basta! Basta, sono stufo! Sono arrivati a torturare i ragazzini del secondo anno!!! Qui dentro, nella nostra torre! Quei sudici entrano ovunque!-.
Stamattina tutti i grifondoro sono stati svegliati da delle urla che provenivano dalla sala comune; quando siamo scesi ci siamo ritrovati davanti ai Carrow che torturavano due studenti del secondo anno che non si erano più presentati alle loro lezioni di arti oscure.
Non è servito granché il nostro intervento visto che avevano già dato il meglio di loro stessi contro quei due ragazzini che però, a mio parere, sembrano ancora dei bambini.
-Neville dobbiamo resistere e portare pazienza! Finirà tutto prima o poi-.
E’ esausto, persino un occhio meno attento lo noterebbe! Continua a camminare avanti e indietro per tutta la stanza, non sembra nemmeno ascoltare le mie parole.
-Non c’è nulla che possiamo fare. Non c’è un solo posto sicuro in tutto questo maledetto castello -.
-Neville… -. Ho un’illuminazione.
Un’immagine mi passa davanti agli occhi.  Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima!
Un posto sicuro.
Come ho fatto a dimenticarmelo!
Scatto in piedi raggiungo Neville e appoggio le mani sulle sue spalle.
-Avevamo la soluzione davanti agli occhi! Il giorno in cui sei partito per le vacanze di Natale e mi hanno torturato, io ero al settimo piano. C’era Malfoy che voleva entrare ma poi con tutto quello che è successo mi è passato di mente! Che stupida!-.
-Non riesco a capire, Ginny!- mi guarda confuso.
-Vieni con me!-. Senza aspettare risposta comincio a tirarlo fuori dalla Sala Comune, giù per le scale e lungo i corridoi del castello.
-Ginny ma si può sapere dove mi stai … -. Eccoci arrivati! Anche a Neville basta uno sguardo per capire dove ci troviamo. Il muro del settimo piano è inconfondibile.
-La Stanza delle Necessità-.
-La Stanza delle Necessità-. Pronunciamo, sia io che lui, quelle parole nello stesso momento.
Ci guardiamo ed entrambi sembriamo increduli da quanto siamo stati stupidi. L’avevamo sotto il nostro naso, la conosciamo benissimo entrambi ma non ci è mai venuta in mente.
-Anche Piton l’altra sera, quando parlava! Avrei dovuto capirlo-.
Non ci sono posti sicuri qui ad Hogwarts!
Neville non crede ai suoi occhi mentre io ricollego tutto a lui. A Malfoy!
E’ stato lui, ieri sera, a parlarne. Voleva ricordarmi che questo è l’unico posto dove poter essere al sicuro.
Se vuoi un po’ di pace, c’è sempre la Stanza delle necessità!
Quando ci siamo incontrati al settimo piano, anche lui stava cercando di entrare nella stanza. Lui, forse meglio di chiunque altro, conosce bene questa stanza; è riuscito, l’anno scorso, a far entrare i mangiamorte ad Hogwarts e noi riusciremo a far uscire qualcuno da qui od, almeno, a nasconderli.
-Neville, spostati! Ci penso io!- Non se lo fa ripetere due volte.
Inizio a camminare, avanti e indietro, lungo il corridoio. Chiudo gli occhi e mi concentro.
Abbiamo bisogno di un posto sicuro per nasconderci.
Abbiamo bisogno di un posto molto sicuro per nasconderci.
E ancora.
Abbiamo bisogno di un posto molto sicuro per nasconderci.
-Ginny, guarda!- Alle parole di Neville mi giro e dal muro candido ecco comparire la porta della Stanza delle Necessità.
Ci avviciniamo entrambi a guardarla meglio.
-Prego, a te l’onore-. Neville apre la grossa porta nera e mi fa segno di precederlo.
Senza esitazioni, lo oltrepasso ed entro.
-Oh mio Dio! E’ semplicemente … perfetta!-.
 

 
 
 
Ciao a tutti, eccoci qui col nuovo capitolo.
Che ne dite? Vorrei solo dire che per me questo capitolo è fondamentale sia per quanto riguarda Draco/ Ginny sia per lo svolgersi dell’intera storia.
Cosa ne pensate della nostra grifondoro e del nostro serpeverde? Vi aspettavate questo “arrivederci”?
Il prossimo capitolo? Beh leggete e vedrete!
Fatemi sapere che cosa vi aspettate! Ormai la storia è ben formata, anche se come sapete il triangolo non è ancora completo!
Volete delle risposte? Boh, chissà, forse sì, forse no.
Un bacio a tutti e un ringraziamento a chi segue e recensisce.
 
 
 
 
 
  
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