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Autore: wilgiappone33    10/07/2014    1 recensioni
E' stata una sereta totalmente normale, l'ultima notte di vacanza prima dell'inizio dell'inizio del liceo, non è successo nulla di strano...ma allora perché quando il giorno dopo ti svegli senti di essere cambiata? Quella riflessa nello specchio sei sempre tu, eppure in te c'é qualcosa di estraneo e anche il comportamento delle altre persone nei tuoi confronti è cambiato. Non capisci cosa possa essere successo, finché ti chiedi se l'incontro con quel ragazzo così misterioso, quella sera, sia stato del tutto casuale, o se invece sia successo qualcosa che ti rifiuti anche solo di immaginare. Ma è inutile, non puoi scappare da quello che sei diventata, né da tutto ciò che sta per accaderti, perché in fondo questo è solo l'inizio...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Eh già, in effetti stava andando fin troppo bene...” Erano le undici circa del suo secondo giorno di permanenza alla villa dei Vandair ed Erika stava seguendo Ren verso lo studio di suo padre. Non era affatto tranquilla: i padroni di casa l'avevano appena fatta chiamare, insieme all'amico, al piano superiore...cosa dovevano aspettarsi? Arrivarono davanti allo studio, una stanza piccola e tetra, con le tende chiuse e quindi illuminata soltanto da due alte piantane poste ai lati della scrivania, alla quale era seduto Bastian. Maryse, invece, era accomodata su una poltrona di velluto rosso e sorseggiava quello che, Erika lo capì dall'odore, doveva essere scotch. Fu lei la prima a parlare:
-Eccovi, ragazzi, che piacere! Mi dispiace avervi disturbati, ma ci sono delle questioni importanti che è meglio risolvere in fretta, in modo da poter trascorrere in pace il resto della vostra vacanza, perciò andrò subito al sodo: Ren, lei è la tua servitrice?
La domanda prese alla sprovvista entrambi: Erika non aveva idea di che cosa Maryse stesse dicendo e si voltò verso Ren, che però aveva gli occhi sgranati fissi sulla madre e non diceva nulla.
-Devo dedurre che sia un no...- riprese la donna -Ma non importa. E' normale voler fare una cosa del genere nel luogo in cui si è nati, questo è un passo molto importante nella vita di un vampiro, ma adesso che sei qui non c'è più niente a fermarti, è giunto il momento e...
-Mamma- la fermò il ragazzo con voce glaciale -Che cosa stai dicendo?
Lei lo guardò con aria innocente, come se avesse appena detto la cosa più normale del mondo.
-Dico solo che il momento in cui si lega a sé il proprio primo servitore è un momento importante, e sono molto felice che tu abbia deciso di venire qui a farlo, considerati anche i nostri vecchi trascorsi sull'argomento, ma adesso, per fortuna, sei cresciuto e hai messo la testa a posto, giusto in tempo per i tuoi diciott'anni. Avevo quasi temuto che ti avremmo dovuto costringere...- La vampira assunse per attimo un'aria afflitta, ma poi parlò con un nuovo sorriso sulle labbra- E invece te la sei sbrigata da solo, hai trovato la persona adatta ed è anche una ragazza carina...proprio degno di te, Ren.
-Starai scherzando, spero. Non farei mai una cosa del genere ad Erika, né intendo farlo in generale! Io...
-Io- si intromise Erika -Credo di meritare delle spiegazioni. Non ho la minima idea di che cosa stiate parlando!
Bastian, rimasto in silenzio fino a quel momento, si rivolse ad Erika, ignorando completamente le parole del figlio.
-Dalla notte dei tempi i vampiri più importanti, quelli appartenenti a famiglie rinomate, prendono con sé dei servitori, ovvero altri vampiri a cui fanno bere il loro sangue, in questo modo si crea un legame indissolubile fra i due soggetti. Quello che ha bevuto il sangue dall'altro comincerà ad obbedire ad ogni suo ordine, a seguirlo e a fare qualunque cosa pur di compiacerlo. Un vampiro può avere quanti più servitori desidera, ma per tradizione il primo deve prenderlo con sé prima di raggiungere la maggiore età, è la regola.
Erika, scioccata da ciò che aveva appena sentito, fece un passo indietro, verso la porta ancora aperta, poi si voltò verso Ren, che sembrava altrettanto scioccato, ma a lei non importava. Con la rabbia mista a delusione che le cresceva dentro, Erika lanciò al ragazzo un ultima occhiata di fuoco, con le iridi diventate di colpo scarlatte, e corse via, mentre le lacrime cominciavano a scendere copiose. Sentì Ren urlare il suo nome, ma non importava. Era possibile che il suo piano fosse sempre stato quello? Voleva renderla sua servitrice? Certo, c'erano mille spiegazioni possibili per quel che era successo e lei non si era data il tempo di ascoltarle, in più Ren aveva detto di non volerlo fare...ma erano pur sempre i suoi genitori, se l'avessero costretto le sarebbe rimasto fedele? E poi come mai non gliene aveva mai parlato? Non era certo una dimenticanza... Avrebbe davvero voluto fermarsi, tornare indietro e sentirsi dire che era tutto un malinteso, voleva crederci, ma non ne aveva la forza. Voleva solamente correre, andare lontano e stare da sola. Sperando che nessuno la seguisse, schizzò lungo i corridoi, scontrando anche un paio di persone, senza curarsi di chi fossero, e in un attimo si ritrovò fuori. Fuori dalla villa e fuori dal cortile, nei boschi, sola. Due sentimenti contrastanti la invasero: c'era tanta rabbia in lei, che prese il sopravvento e la portò a colpire forte il tronco dell'albero vicino al quale si era fermata, lasciandovi un solco. Poi sopraggiunsero amarezza e delusione, che sfociarono in un nuovo pianto. Erika si accasciò lentamente per terra e pensò a quanto le mancavano i suoi amici e la sua famiglia in quel momento. Aveva lasciato il cellulare in stanza, perciò non poteva neppure chiamarli, ma sapeva che comunque non sarebbe bastato...l'unica persona abbastanza vicina, in quel momento, era Ren. Ma poteva ancora fidarsi di lui?
Si accorse che non aveva corso alla cieca, ma era stata abbastanza furba da andare nella zona che aveva visitato il giorno prima con Ren, perciò sapeva come tornare indietro, non che volesse farlo. In realtà non aveva proprio idea di cosa fare: non poteva rimanere lì per sempre, ma una volta tornata indietro cosa sarebbe successo? Ora era sdraiata sull'erba morbida e osservava gli stralci di cielo che trasparivano dalle fronde degli alberi, quella vista stava riuscendo a calmarla, tanto che chiuse gli occhi cercando di scacciare via i pensieri e rimase ad ascoltare i rumori del bosco. Non aveva sonno, eppure sentiva di non avere la minima voglia di aprire gli occhi, alzarsi di lì e affrontare nuovamente la realtà. Il suo ultimo pensiero fu che forse era il momento di tornare alla villa, ma era troppo tardi: cominciarono a svanire anche il canto degli uccelli e il fruscio del vento fra le foglie ed Erika si addormentò.





Per la seconda volta in due giorni, appena svegliata Erika ci impiegò un po' a dividere i sogni dalla realtà e capire dove si trovava e come ci era finita. Era nella sua stanza, ma non era mattina, la luce era troppo forte, e poi...un attimo, ma lei non se n'era andata? Era corsa nel bosco e...si era addormentata? Maledicendosi per aver commesso un simile errore si tirò su e solo in quel momento si accorse con sgomento di non essere sola: su una sedia accanto al letto c'era Ren, che la stava fissando. Erika sfoderò i canini e si spinse il più lontano dal ragazzo, pur rimanendo nel letto, e gli ringhiò contro. Rimasero un attimo a fissarsi, gli occhi tinti di rosso di lei su quelli stranamente calmi di lui. Erika notò che il vampiro aveva un occhio nero e un graffio sulla guancia, ma non era dell'umore adatto a chiedergli come se gli era fatti.
-Calmati, Erika. Va tutto bene.- Dalla voce di Ren traspariva lo sforzo per rimanere anche lui calmo.
-Va tutto bene? Non mi sembra.
-Ascoltami, ti prego. Io...
-No. Prima dimmi come sono arrivata qui, per cominciare!
-Ti ci ho portata io. Stava passando troppo da quando te ne sei andata e sono venuto a cercarti, eri stesa sull'erba, addormentata. Stai bene?
-Sì, sto bene.- Sapeva che lui si riferiva al fatto di non avere ferite, ma quella domanda le sembrava veramente inadatta: come poteva stare bene?
-Senti...per quello che hanno detto i miei genitori...
-Perché non me lo hai mai detto? Perché non mi hai mai spiegato la faccenda sei servitori?
-Perché è una delle cose peggiori del nostro mondo e non volevo che tu ne venissi a conoscenza. Ho sbagliato, lo so...ma credevo che stando lontana dagli altri vampiri questo problema non avrebbe dovuto riguardarti...
-Problema? Mi sembra che sia una cosa molto normale per voi.
-Non per tutti. Non per me. Quella dei servitori è una tradizione che le nuove generazioni stanno cercando di abbattere, ma in una famiglia conservatrice come la mia è difficile. Sono molti anni ormai che ho detto hai miei genitori di non volerlo fare, ma, come vedi, adesso avevano pensato che mi fossi ravveduto...Gli ho spiegato che non avrei mai fatto una cosa del genere a te, perché è vero, non l'avrei mai fatto...- Gli occhi del ragazzo era bassi e cupi, ed Erika, senza volerlo, si era già riavvicinata all'altra sponda del letto.
-Che succede ora?- chiese lei -Immagino che non si siano arresi così facilmente. Sono in pericolo?
-No, a tutte e due. I miei genitori non si sono arresi, anzi, ma non sono i tipi da costringere con la forza, perciò tu puoi stare tranquilla, piuttosto...
-Piuttosto?
-Vogliono che quando succederà sia per mia scelta, volontaria o meno...conoscendoli, mi indurranno a fare ciò che vogliono con pressioni e ricatti.
-E' terribile...- Erika vide Ren tirare su la testa e guardarla sorpreso e si accorse di essere lei stessa sorpresa: non provava più rabbia, ma compassione per il ragazzo. Qualcosa in lui le aveva fatto capire che non stava mentendo e si sentì stupida per aver pensato subito male ed essere scappata via come una bambina. Però ancora si chiedeva una cosa...
-Perché no?
-Perché no cosa?
-Perché non hai fatto di me la tua servitrice? Voglio dire, ti saresti levato da un sacco di problemi con la tua famiglia...
-Non mi importa della mia famiglia. Tu sei l'unica vampira su questa terra di cui possa fidarmi, sei un'amica e spero che rimarrai sempre al mio fianco, ma perché me lo sarò meritato, non per uno stupido legame di sangue.
-Lo farò!- rispose lei, senza insicurezze. Aveva pregato di sentire quelle parole, di sapere che fra loro era ancora tutto uguale, che non l'aveva tradita. -Rimarrò con te, anche ora. Se non vuoi avere un servitore non possono costringerti, né a ricatti, né con la forza.- Fece un cenno verso i segni sul suo viso.
-Si, beh...dopo che sei andata via la situazione si è un po' scaldata...
-Non posso lasciarti da solo un attimo che scoppia una rissa!- Erika sorrise, sentiva il bisogno di sdrammatizzare. Entrambi risero, poi però Ren le prese una mano fra le sue e la ringraziò di cuore, la ragazza allora si lanciò al collo dell'amico e lo strinse forte, un abbraccio che per lei era una liberazione: il suo sesto senso le diceva che quello era solo l'inizio e che i guai sarebbero stati tanti, ma perlomeno loro potevano contare l'uno sull'altra. Dei crolli potevano starci, ma ora era il momento di stare saldi sui propri piedi e guardare avanti.











 

 
Buongiorno a tutti! Rieccomi con un nuovo capitolo, dove finalmente succede qualcosa di inaspettato.
Ma le sorprese non sono finite! Quindi stay tuned e nel frattempo lasciatemi una recensionuccia,
che non vi mangio mica! Ci sentiamo, as usual, fra una settimana, kisses :*
   
 
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