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Autore: Iaiasdream    10/07/2014    4 recensioni
Seguito di: A QUEL PUNTO... MI SAREI FERMATO
Rea, ormai venticinquenne, dirige il liceo Dolce Amoris, conducendo una vita lontanissima dal suo passato, infatti ha qualcosa che gliel'ha letteralmente cambiata... ma... come si soleva immaginare, qualcuno risorgerà dagli abissi in un giorno molto importante... cosa succederà?
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A quel punto... mi sarei fermato '
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ATTENZIONE!!

Per i nuovi lettori intraprendenti che si azzarderanno a leggere questo mio "Sfogo di mezzanotte!".
I tuoi occhi come i suoi, non è altro che il secondo "sfogo", il primo si intitola "A quel punto... mi sarei fermato". Quindi se volete compiacermi della vostra curiosità, vi consiglierei di leggere la prima parte, altrimenti, credetemi, vi perderete tutto il divertimento.
Per chi invece ha già letto la prima storia, auguro una buona lettura.
Mi raccomando: LASCIATEVI TRAVOLGERE DAI SOGNI!


Iaiasdream
1° capitolo: LA STORIA NON E’ FINITA LI’
 
4 ANNI DOPO
 
I lampi illuminano a intermittenza quel cielo grigio e minaccioso, donando a quella stanza una luce grigio-bianca. L’aria è umida e quell’umidità è riuscita ad entrare finanche all’interno di queste quattro mura.  “Pioverà. Di sicuro… pioverà” mi dico guardando la vetrata, mentre, seduta sulla sedia non faccio altro che pensare all’incresciosa situazione che si è venuta a creare repentina.
<< Come siamo arrivati a questo punto? >> chiedo alla persona che si trova alle mie spalle.
<< Non lo so >> risponde questo quasi dispiaciuto.
<< Ma come non lo so? >> esclamo girando la sedia, incontrando quegli occhi ambrati che si illuminano ogni volta che un lampo fa la sua entrata in scena << Nathaniel, ma ti rendi conto che a metà mese il fondo-cassa è quasi vuoto? Che cosa abbiamo fatto con i soldi? Un bel niente! >> sbuffo la prima vocale rumorosamente, massaggiandomi la fronte esaurita.
Inizio a pensare di aver fatto un grande sbaglio ad accettare di diventare preside delegata di questo liceo di pazzi. << Ma chi me l’ha fatto fare? >> sibilo chiudendo gli occhi stringendo con le dita la piramide nasale. Con il passare degli anni, ormai è salutare per me arrivare a un certo punto, e maledire la vecchiaccia. Se non fosse stato per le sue idee diabolicamente insensate, a quest’ora, chissà, avrei potuto firmare un contratto con la Disney, e invece… è lei che ha firmato un contratto e l’ha fatto con un mucchio di centri benessere per anziani. Si è ripresa a meraviglia, la gangster, un’altra al posto suo avrebbe già fatto la muffa sottoterra (sempre se un cadavere, sottoterra ammuffisca). Ma che pensieri dementi sto avendo! Mi dico tirandomi un colpetto sulla tempia.
Riapro gli occhi accorgendomi che di fronte a me, Nathaniel è rimasto come uno stoccafisso, aspettando una mia reazione o più appropriatamente un mio ordine.
È spettacolare come, con il passare degli anni, questo cherubino sia diventato ancora di più un galoppino, sempre pronto ad essere sottomesso agli ordini degli altri.
Dall’inizio, da quando mi sono seduta su questa poltrona, gli ho sempre detto che con me è diverso, io non sono la precedente preside, che la dittatura che regnava all’inizio, con me si è dileguata, e invece… certa gente ti istiga proprio a smascherare il lato oscuro che avresti fatto a meno di saperne l’esistenza. In poche parole, questo ragazzo mi irrita, e non poco.
Lo guardo sottecchi: ha detto che non sa per quale motivo il fondo cassa sia già vuoto. Non lo sai, eh? Lo so io! Tutto questo succede da quando mi hai implorato di far lavorare qui anche quell’arpia di tua sorella. Ma questo di sicuro non posso dirglielo. No che avrei timore nel farlo, ma so che alla fine me ne pentirò amaramente, per avermela presa con lui.
La “cara”, vecchia Ambra. In quattro anni ha lavorato in molte aziende, ma tutte, senza neanche far passare un po’ di tempo, l’hanno licenziata. Alla fine è entrata quasi in depressione, non trovando più neanche un botteguccia da quattro soldi che avrebbe potuto assumerla. Naturalmente, il mio cuore grande come l’universo, ha cancellato tutte le crudeltà che ho dovuto subire, da parte sua, e ho accettato di assumerla come segretaria, anche se, come l’universo possiede i suoi oscuri e paurosi buchi neri, anche il mio cuore conserva nei suoi meandri qualche posto diabolico, infatti, ammetto che all’inizio avrei voluto farla diventare una bidella, ma sfortunatamente, il personale era già al completo, e non ho potuto gustarmi quella che poteva essere la GRANDE VENDETTA.
Ma a chi dare la colpa? Con chi potermela prendere. Guardare suo fratello mi fa passare tutte le voglie del mondo.
<< Va bene, puoi andare Nathaniel >> lo congedo esausta. Non appena ha chiuso la porta, ho poggiato i piedi sulla scrivania, e ho acceso il computer. Qualche giorno fa ho scoperto un nuovo anime, e lo sto seguendo, anche se con i sottotitoli. Mi fa morire dalle risate, e in più rilassa i miei provati nervi. Forse starete pensando: questo non si fa. Sei la preside, dovresti pensare a mantenere in piedi l’istituto che tua zia ti ha donato.
Ma chi se ne frega dell’istituto! Ho venticinque anni, cazzo! Non posso mummificarmi su questa scrivania per sempre ad amministrare il tutto con la fottutissima matematica! Per non parlare poi di quando i professori mi mandano quei quattro bulletti da strapazzo. Ma chi se ne frega se hanno fatto i loro bisogni fuori dal water! O che hanno molestato le loro compagne con palpeggiatine perverse! Sono ragazzi, tutti abbiamo avuto momenti di schizofrenia durante la nostra adolescenza.
Perché devono assillarmi con cose inutili? Vogliono veramente vedermi invecchiare prima del tempo? Se lo possono letteralmente sognare!
Ora non voglio fare altro che gustarmi questa flebo di disegni in movimento e rilassarmi. Naturalmente, e come c’era d’aspettarselo, mi squilla il cellulare, interrompendo questo momento di tranquillità. Abbasso il volume e rispondo senza guardare chi è.
<< Pronto? >>
<< Ehi, preside! >>
<< Kim, serve qualcosa? >>
<< Sì. Rosalya, mi ha chiesto di accompagnarla a scegliere il suo abito da sposa, ma purtroppo non posso. Vuoi andarci tu al posto mio? >>
<< Dipende >> rispondo secca, senza distogliere lo sguardo dal monitor.
<< Da cosa? >>
<< Oggi c’è una riunione a scuola, e poi di lì devo andare dal mio Etienne >>
<< Ho capito, serata romantica? >>
<< Che scema che sei >>
<< Allora cosa le rispondo? >>
<< Non ti preoccupare, la chiamerò io, adesso ho da fare >> rispondo in fretta, vedendo che tra poco si avvicinerà una di quelle scene da scoppiare dalle risate.
<< E sentiamo cos’hai di tanto urgente?... vergognati Rea! Hai venticinque anni, e sei anche la preside di un liceo >>
<< Non per mia scelta >> chiudo la chiamata, irritata. Ho perso la scena, fortunatamente posso rimandare indietro il video, ma non appena mi accingo a farlo, bussano alla porta.
<< Avanti! >> esclamo con voce rude.
<< Amore mio salvami tu! >> urla Rosalya, entrando come una furia e precipitandosi verso di me con le mani giunte in preghiera.
<< Cosa succede? >> chiedo scettica.
<< fra due settimane devo sposarmi e non ho ancora il vestito. Devo fare le prove, e se sono ingrassata e non mi starà bene? >>
<< Rosa calmati >> dico alzandomi e facendo il giro della scrivania, la afferrò docilmente dalle spalle e la tranquillizzo. << Hai un corpo stupendo, sei bellissima e stasera verrò con te all’atelier >> continuo non accorgendomi di ciò che sto per dire.
<< Grazie, grazie mille amica mia >> risponde lei respirando profondamente per riprendere la calma.
In quel momento mi rendo conto di aver promesso una cosa alquanto impossibile da mantenere. Spero solo di finire in tempo gli altri imprevisti, altrimenti chi se la sente.
<< Adesso va, io avrei un lavoro da svolgere >> dico sorridente.
<< A sì? Ti serve una mano? >>
<< No, no, no, no! >> esclamo afferrandola per un braccio e dirigendola verso la porta << posso farcela anche da sola >>
Rosalya fa spallucce, e se ne va. Chiudo la porta, e questa volta a chiave. Sospiro e guardando la scrivania ritorno a sorridere << Ritorniamo a noi >>
 
 
ALL’OSCURO DI TUTTO...
Rosalya, percorre il corridoio, contenta, e nella mente, un solo pensiero: finalmente mi sposo.
Lysandro dopo lunghi anni di attesa, si era deciso di chiedere alla giovane se voleva sposarlo. Naturalmente, la ragazza aveva accettato senza esitazione, aspettando e sognando quel momento da indefinito tempo.
Ma non è solo questo che le alberga nella mente, c’è un’altra cosa, ma non riesce a capire o a ricordarsi.
Uscita fuori dall’edificio, vede in lontananza giungere Kim, con la sua solita aria da spaccona e la pelle ancora più scura, vittima dell’abbronzatura dell’estate scorsa.
<< Ciao Kim >>
<< Rosalya, che ci fai qui? >>
<< Mi sono assicurata di avere Rea questa sera, tutta per me… non so davvero che abito scegliere >>
<< Scusami ancora se ti ho detto di no >>
<< Non preoccuparti >>
<< Allora >> continua dopo un po’ Kim << come vanno i preparativi per la festa? >>
<< A quelli ci sta pensando Lysandro >> risponde Rosalya volgendo lo sguardo da un’altra parte.
<< E per gli inviti? >>
<< Fatto tutto >> esclama tutto d’un fiato. Le ragazze rimangono in silenzio per qualche ora, poi, come un fulmine a ciel sereno, la bambolina dalla chioma argentata, ricorda cosa le stava passando per la mente minuti fa. Getta fuori un “Ah!” esclamato quasi con foga, e guardando la sua amica dalla pelle cioccolata sbatte le mani, com’è solita fare.
<< Cos’hai? >> chiede allibita Kim.
<< Ora, ricordo! Gli invitati! >>
<< Ti sei dimenticata di mandare gli inviti? >>
<< Macché! Mi sono dimenticata la cosa più importante! >>
<< E cosa? >>
Rosalya, si guarda intorno assicurandosi che nessuno stia ascoltando o spiando, poi avvicinatasi a passo furtivo verso la sua amica, le sussurra in un orecchio.
<< Mi sono dimenticata di avvisare Rea, che Lysandro ha invitato anche Castiel >>. Si distacca dall’orecchio di Kim. Quest’ultima, la guarda, stringendo le labbra in una smorfia pensierosa.
<< Pensi che potrà comportare qualche problema? >> chiede dopo un po’ socchiudendo gli occhi.
<< Non lo so. Anche se sono passati tutti questi anni… >> risponde Rosalya, afferrandosi una ciocca e lisciandola fra le dita.
<< Nah-ha! >> la interrompe Kim, incrociando le braccia al petto << Non penso che cambi qualcosa, anche perché quattro anni fa quei due hanno fatto la loro scelta. E poi Castiel ormai è sposato, e anche Rea ha… >>
<< Sì, ma non lo capisci? >> interviene Rosalya << Non si vedono da ben quattro anni, e poi si sono lasciati che si amavano ancora >>
<< Che cosa vuoi dire? >> chiede la bruna fissandola pensierosa.
<< Io, penso che ne vedremo delle belle >>
<< Mhm, non lo so. In questi anni sono cambiate molte cose Rosa, e alcune di queste sono inevitabili >>
Il discorso finisce lì. Istintivamente, le due ragazze volgono lo sguardo verso la finestra dell’ufficio di Rea, e non possono fare a meno di pensare che la storia non è finita lì.
   
 
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