Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Aryuna    29/08/2008    10 recensioni
“E se le favole fossero realtà? Ti sei mai fermata a pensare che, sotto, ci sia un fondo di vero?”
Un castello, un incantesimo, una ragazza... e un principe da liberare.
Ispirata, in una notte insonne di malattia @.@, alla favola della Disney.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Halo! Rieccomi qui, con un capitolo decisamente corto, scusate ç.ç Il fatto è che per una serie di problemi non riesco a scrivere troppo, anche i compiti delle vacanze si sono messi in mezzo @.@ Comunque, leggete e commentate, non mi abbandonate!!! ç.ç Dato che alla fine i commenti sono diventati 5, ma all’inizio c’era solo Roro, e poi Kyotochan *grazie kyotochan! ç.ç* mi ero buttata giù, vi prego, commentate! ç.ç Ringrazio tutti quelli che hanno commentato lo scorso capitolo comunque, vedere che alla fine i commenti sono cresciuti mi ha tirato su (commentate, o mi arrabbio! ndEmiko al telefono) No, non c’è bisogno Emiko! O.O

P.S: Visto che la Shot The Host ha avuto successo, sto facendo un pensierino sul seguito che mi avete richiesto ^^ Non prometto nulla ma ci provo!

Aryuna

The pursuit of happiness




 

 

 

Inuyasha continuava a camminare avanti e indietro nella grande stanza, tanto che ormai stava consumando il tappeto. Kagura continuava a fissarlo, nervosa e confusa allo stesso tempo. Confusa dalla situazione, decisamente complicata. Avevano imprigionato Naraku, grazie a Sesshomaru, e Inuyasha aveva fatto una chiacchierata… poco amichevole con Mimisenri.

Oltretutto, Inuyasha non aveva pace. Ora si deprimeva sul letto, ora camminava avanti e indietro, ora si sentiva male. ‘Imbarazzante’, pensò Kagura sospirando, e sperando vivamente che Shippo portasse a termine la missione positivamente. E ripensando a Sesshomaru piegato dalla piccola e piangente Rin.

Tutto ciò finché Inuyasha non sobbalzò di colpo.

“Che succede?”, chiese Kagura, preoccupata – incredibilmente – per la salute del suo Padrone. Lui si voltò a fissarla, in uno scatto che la fece sobbalzare. La fissava… illuminato? No, non fissava lei, fissava la porta. A quel punto, un odore familiare le giunse al naso.

“Ma non è…”. Frase interrotta da uno spostamento d’aria. Kagura rimase immobile con gli occhi spalancati, sconvolta per la rapidità con cui era corso via Inuyasha. Il ragazzo si era fiondato nel corridoio, seguendo solo la scia, e inciampando in tre servitori e in una scopa. Nonostante questo, si lanciò praticamente a quattro zampe sulle scale. Riuscì a riprendere l’equilibrio senza neppure sapere come, e scese gli ultimi gradini con il forte desiderio di saltarli.

I suoi occhi ambrati si fissarono su un solo, unico punto. Lei. Lei, che era ancora alla porta, mentre tra le sue gambe si incrociavano Shippo e Souten, mentre litigavano. Urlavano, ma lui era troppo concentrato. Erano solo un eco lontano in un silenzio profondo, interrotto solo dal respiro di lei. I suoi occhi cioccolata che cercavano qualcosa, o qualcuno, nell’enorme atrio. Occhi che si erano fissati su di lui, quando rumoroso si era fiondato giù dalle scale.

Inuyasha”, aveva sussurrato, talmente piano che lesse il suo nome sulle sue labbra. Camminò verso di lui, con una lentezza che sembrava calcolata, troppo, troppo lenta. Aveva bisogno di saperla al sicuro, di sapere che era lì, e non sarebbe andata più via.

Inuyasha”, ripeté, stavolta con l’intenzione di chiamarlo. Si fermò, a un paio di metri di distanza. Troppo, troppo distante.

Inuyasha”, disse nuovamente, Kagome, alzando il volto decisa, “Io…”.

Non finì di parlare. Inuyasha colmò lo spazio tra di loro, abbracciandola e stringendola a lui. Kagome rimase immobile, sorpresa, insicura. Il ragazzo le passò una mano tra i capelli, accarezzandoli, sentendo la loro morbidezza sotto i polpastrelli.

“Temevo di non vederti mai più”, mormorò con voce roca, sofferente. La sua presa si strinse a quelle parole, come a conferma. La ragazza non sapeva cosa pensare. Voleva ricambiare l’abbraccio, ma temeva fosse la cosa sbagliata. Le sue braccia erano a mezz’aria, indecise quanto lei.

Vorrei… vorrei parlare in privato”, sussurrò Kagome, forzandosi di tenere le proprie mani attaccate ai fianchi. Inuyasha annuì, prima di staccarsi da lei, facendosi violenza. La portò nella sua stanza, e Kagura si era dileguata, probabilmente intuendo il loro imminente arrivo. Chiuse la porta dietro la ragazza, e attese. Doveva attendere, anche se voleva stringerla di nuovo, baciarla, dirle che gli dispiaceva e che l’amava. Lei non parlava.

Kag…”.

“Tu”, lo interruppe lei, con un tono freddo. Le stavano tremando le mani, e questo lo preoccupò. Quando Kagome si voltò, aveva le lacrime agli occhi, ma nel suo volto si vedeva solo rabbia. “Hai la minima idea di come mi sia… di come mi sento?”. Inuyasha sobbalzò, mordendosi il labbro inferiore. Aprì la bocca per parlare, ma lei urlò:

“Zitto! Non hai la più pallida idea di come ci si senta!”.

“No, infatti”, disse lui, stringendo i pugni, “ma… mi dispiace”.

“Ti dispiace”, ripeté lei, quasi in un sibilo, “e cosa pensi che me ne faccia del tuo dispiacere?”. La sua voce era talmente sprezzante, che Inuyasha ne venne ferito nel profondo. Non c’era proprio modo per rimediare ormai? L’odio di Kagome era cresciuto a tal punto da risultare incurabile?

Allora… perché sei tornata?”, domandò il ragazzo, cercando di nascondere la sua sofferenza. La ragazza sobbalzò, abbassando gli occhi. Non lo sapeva, in realtà. Sapeva solo che quegli occhi, tutto in lui, la faceva sentire al sicuro. Meno vulnerabile. E al contempo così debole. Perché sei tornata. Quelle parole rimbombavano nella sua testa, ripetutamente, tanto da causarle dolore. Non la voleva più?

Io… ti ho ingannato”. La fanciulla spostò gli occhi cioccolato sul ragazzo. “Ti ho ingannato per usarti… perché assomigli alla fata. Ma…”, continuò Inuyasha, mordendosi il labbro, in difficoltà con le parole come non mai, “ma adesso non è più così!”. Kagome prese un respiro profondo. “Perdonami”, mormorò lui, cercando le iridi cioccolato della ragazza. Ma quella le teneva ben piantate sul pavimento, con sguardo afflitto.

“Devi proprio odiarmi tanto per farmi tutto ciò che mi stai facendo”, sussurrò Kagome. Ora capiva perché era tornata. Non si trattava di sicurezza, o di mancanza. Lei aveva bisogno di lui, come se lui fosse aria che le riempiva i polmoni. E lui se ne approfittava. Fingeva di amarla per tenerla vicina, per evitare che lei provasse odio nei suoi confronti. Come era successo quando era scappata.

“È perché ti amo che non voglio più ingannarti”. Kagome spalancò gli occhi, fissandoli su Inuyasha. “Ti amo così tanto che preferisco vederti felice lontano da me, che sofferente come sei qui, a un braccio di distanza”.

“Mi stai dicendo che puoi vivere benissimo senza di me?”, domandò Kagome, confusa. Lui la fissò, uno sguardo pieno di sofferenza. “Come potrei?”, le chiese, quasi in un ringhio, “è ovvio che non sarei felice. Ma sarei molto più infelice vedendoti soffrire per causa mia”.

“Smettila di scappare!”, urlò Kagome, prendendolo alla sprovvista, “Rinunci a tutto allora? Non ti importa nulla del mio perdono? Non ti importa nulla di quello che penso? Credi che sia così semplice per me essere felice? Perché sarei tornata, se non che non ero felice lì dov’ero?”.

“Che cosa dovrei fare, secondo te?”, sbraitò Inuyasha, “Obbligarti a rimanere qui?”.

“Sì, maledizione!”, gridò la ragazza, agitandosi, “Fammi vedere che ci tieni a me! Non rinunciare così facilmente solo perché non ti senti all’altezza! Cerca anche la tua di felicità!”. Inuyasha boccheggiò, senza sapere cosa dire. La sua felicità? Non aveva mai pensato alla felicità di coloro che abitavano il castello. Erano tutti condannati ad un’esistenza infelice, in fondo.

“Dimmi che sbaglio”, singhiozzò Kagome, “dimmi che non mi odi, ripetimelo fino a convincermi”. Inuyasha la osservò, con le guance bagnate dalle lacrime. Colmo la distanza che li separava, e la abbracciò, stringendola al suo petto, protettivo.

“Ti amo”, le sussurrò, “ti amo più della mia stessa vita. E se mi chiedi di cercare la mia felicità, se tu lo vuoi, allora non ti lascerò mai più andare”.

“Non voglio farlo”, sussurrò la ragazza, chiudendo gli occhi, e lasciando scendere le ultime lacrime della sua sofferenza, “non voglio andarmene mai più”.

Da quel momento, Kagome non ricordò cosa successe. Era talmente distrutta, che Inuyasha la mise a riposare sul suo letto, e vegliò su di lei per tutta la notte.

Un cosa, però, la ricordava. Il calore delle labbra di Inuyasha premute sulle sue, dolcemente, che la cullarono nel mondo dei sogni.

 

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Aryuna