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Autore: PhoenixAinsel    29/08/2008    4 recensioni
[UN NUOVO CAPITOLO DOPO LUNGA ATTESA] La potenza dell'Imprinting...E quel che ne può scaturire quando ad averlo è Jacob Black. Ma come potrebbe prenderla se il suo imprinting fosse la migliore amica di Bella Swan ai tempi di Phoenix?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Incubo

“No papà, ne sono sicuro Maledizione!”
Un botto quasi assordante fece aprire gli occhi di Liz di soprassalto.
Si trovava stesa su un letto, coperta fino all’addome, cercò di tirarsi a sedere ma una fitta al fianco sinistro la fece ricadere pesantemente sui cuscini con un gemito.
Volse indi il capo alla sua sinistra, respirando con le labbra schiuse, e notò la porta socchiusa. Chiuse la bocca e cercò di ascoltare le voci che le giungevano dalla stanza adiacente.
“Calmati figliolo! non concluderai nulla spaccando il tavolo e sai che non ne abbiamo un altro! è successo e quindi buon per te! Adesso potrai liberarti dall’ossessione.”
“Mai! Hai capito? MAI!”
Liz tornò a sobbalzare all’ultima parola urlata con rabbia. Era la voce del ragazzo che l’aveva aiutata prima. Stava parlando assieme al padre evidentemente. Percepì un ringhiare di cane, sommesso, e subito dopo la voce matura aggiungere:
“Jake cerca di calmarti adesso, controllati. Con tutto il baccano che fai l’avrai svegliata. Vai da lei”
Liz entrò nel panico. Le venne spontaneo chiudere gli occhi e reclinare il capo sulla spalla sinistra. Cercò di respirare profondamente un paio di volte nella speranza di calmarsi e non farsi scoprire.
Tuttavia una sorta di torpore la avvolse e inconsapevolmente scivolò nuovamente nel sonno.
Un sonno pesante tuttavia, che le opprimeva il petto ed il torace come un masso.
Si trovava alla guida della Camaro del fratello, di notte; una strada che costeggiava uno strapiombo sul lato destro ed un bosco su quello sinistro. Continuava a percorrere il percorso che si snodava davanti a lei in curve a gomito sempre più contorte.
Poi qualcosa le si piantò davanti costringendola ad inchiodare secco sul pedale del freno. Una figura era ferma in mezzo alla strada. Un uomo, bello come un angelo, no, forse di più, con la pelle bianca come la luce della luna, avanzava verso il cofano della Camaro. Ogni suo passo era una danza elegante e soave. Quando questi fu abbastanza vicino una cosa colpì lo sguardo di Liz. La figura sorrideva. Aveva la dentatura perfetta, candida ed immacolata. Un brivido la percorse, freddo e gelido a quella vista di perfezione. L’uomo fece un altro passo ed ora anche il resto del suo viso fu visibile alla luce dei fanali.
Edward Cullen.
Un ululato risuonò forte costringendo Liz a voltarsi per guardare attraverso il lunotto posteriore.
Tuttavia fu qualcosa che le sfrecciò rapida alla sinistra fuori dalla macchina che le fece torcere repentina il capo in quella direzione e poi nuovamente dinnanzi a se. Una specie di orso adesso faceva indietreggiare il ragazzo di Bella. Spaventata aprì la portiera e ne uscì restandovi tuttavia vicina.
“Stai attento, scappa!” Urlò lei.
L’enorme orso raggiunse la luce dei fanali rivelandosi per un grosso Lupo dal pelo marrone e rossiccio. Il Lupo la fisso intensamente con i suoi occhi neri e caldi, che le parvero scioglierle l’animo.
Distolse lo sguardo dall’animale e vide Edward sorridere mentre il Lupo attaccava verso di lui con un balzo.
Si tirò a sedere sul letto di scatto, urlando, madida di sudore, con gli occhi spalancati sul nulla nel buio della stanza.
La fitta al costato non si fece attendere; arrivò fulminante e tremenda.
“Ahhh” fu il suo unico lamento, aspirato e rauco, mentre si accasciava sul letto ancora piegata in due per il dolore, cadendo sul fianco destro con le mani serrate dove il dolore le pungeva più forte.
“Ehi!” Jacob fu immediatamente su di lei. La afferrò per le spalle, la sollevò appoggiandosela sul petto che in quel momento era privo della maglietta.
“Che hai, cosa succede” domandò in un sibilo mentre le scostava il crine dal viso con due dita. Liz tornò a sussultare a quel tocco lieve eppure bollente, sentendosi nuovamente languida ed al sicuro tra le braccia di quel perfetto sconosciuto. Cercò di prendere un respiro profondo ma le risultava difficile farlo senza lamentarsi “Ho avuto un incubo” sibilò “e mi sono alzata troppo in fretta” Deglutì a fatica “Fa male…” biascicò inarcando all’indietro la testa sul braccio di Jake, stralunando gli occhi e mordendosi le labbra per sedare un gemito.
Jacob la fissò per lunghi attimi. Ne percorse il corpo minuto che pareva ancora più piccolo tra le sue braccia e poi disse “Ti porto in ospedale, la cosa è più grave di quel che pensavo e devi farti almeno visitare”
“No ti prego, non voglio…” sibilò Liz mentre Jacob la prendeva di peso tra le braccia.
“Non temere, resto anche io, non ti lascio da sola”
Liz si volse a guardarlo. In mezzo a quella cascata di capelli lunghi che gli sfioravano il viso, Jacob sorrideva appena, ed era un sorriso così disarmante che ella non poté trattenere un fremito. Si limitò ad annuire appena, chinando il capo per celare il viso che era certa fosse in fiamme.
Jacob si spostò dal letto mentre Liz si avvolgeva nella coperta che lui aveva preso assieme al corpo di lei. In braccio a lui iniziò ad avere caldo in meno di mezzo minuto.
Era notte inoltrata, le due, forse le tre, Jacob uscì di casa dirigendosi verso il garage a fianco la casa entrandovi dopo aver aperto una parte del portone con una spallata. Raggiunse la macchina, una Golf nera, ed armeggiando aprì lo sportello del passeggero adagiando con delicatezza Liz sul sedile. Lei mugolò, dolorante, nel trovarsi piegata ancora una volta e si arrotolò la coperta addosso fino al collo, poiché senza Jake a stringerla aveva sentito immediatamente i brividi derivati dal freddo della notte umida. Il ragazzo aprì il resto del portone e tornò veloce verso la macchina aprendo la portiera e scivolando dentro. Girò la chiave che stava già nel quadro ed accese la macchina inserendo la retro marcia uscendo dal garage con una sgommata.
“Ma non hai freddo?” chiese Liz accorgendosi solo adesso che il ragazzo era a torso nudo. Si guardò il petto, distogliendo lo sguardo dalla strada, e fece spallucce “Non preoccuparti, sto bene cosi, tu invece copriti” le ingiunse con tono roco e basso.
Jake guidava con facilità sorprendente, non lo si sarebbe detto dalla sua mole cosi statuaria, eppure ogni suo movimento era fluido e agile come se non fosse tanto simile a un armadio a quattro stagioni.
Liz lo guardava, seguiva ogni sua mossa nel vano tentativo di non pensare al dolore al fianco sinistro. Ogni tanto deglutiva per mascherare un gemito dolorante, ma anche per placare lo sfarfallio che sentiva allo stomaco nel fissarlo. Tuttavia una buca presa con la ruota posteriore fece sobbalzare l’auto ed ella non poté far a meno di lamentarsi.
“Scusa, siamo quasi arrivati, tra poco ti visiterà qualcuno” disse lui spostando la mano dal cambio per scostarle ancora una ciocca di capelli umida di sudore dal viso. Lei nemmeno si era accorta che in breve erano arrivati all’ospedale, intenta com’era su di lui.
Il ragazzo inchiodò davanti l’ingresso del Pronto Soccorso e con un movimento fulmineo scese aggirando il cofano e raggiungendo Liz che era riuscita a stendo ad aprire la portiera. Lasciò la macchina aperta e non appena lei fu fuori dall’abitacolo, Jake la prese nuovamente in braccio entrando nel nosocomio.
“Jacob Black?” si sentì chiamare.
Il ragazzo si volse di scatto e lei poté sentire chiaramente Jacob serrare la presa sulle sue gambe e che veniva accostata ancora di più al suo petto bollente.
“Dottor Cani…ehm Cullen” Biascicò lui tra i denti digrignati. Liz senti chiaramente nel petto di Jake crescere un ringhio sordo e indefinibile.
Rimase ipnotizzata da quel suono cosi simile a delle fusa, ma che chiaramente era molto più aggressivo, tanto da collegare a fatica di aver già udito quel cognome.
“Cullen?” chiese sollevando appena il capo verso Jake.
“Si, Cullen, perche?”domandò lui abbassando il capo a guardarla.
Lei sposto gli occhi verdi sul viso del medico e restò pietrificata.
Era anche lui di una bellezza disarmante, esattamente come il ragazzo di Bella, tanto incredibile da non poter essere reale.
“E’ il fratello di Edward Cullen? Il ragazzo di Bella Swan?” chiese Liz timidamente, impacciata mentre Jacob stralunava gli occhi nell’udire in sequenza quei nomi.
Carlisle sorrise.
“Sono Carlisle Cullen, sono il padre adottivo di Edward” fece una pausa in cui le dedicò un sorriso “Tu sei Elizabeth scommetto, l’amica di Bella, vero?”
Liz annuì appena.
“Edward ci ha parlato del tuo arrivo e del vostro incontro” spiegò lui, facendo un cenno a Jacob. Il ragazzo che era sulla difensiva parve rilassarsi e Carlisle si fece avanti.
“Cosa ti è successo Elizabeth?”chiese.
“Ha avuto un incidente con la macchina e deve avere le costole rotte perche le fa male il fianco” spiegò lapidario Jake.
Carlisle guardò prima lui intensamente e poi lei. Infine disse:
“Portala nel mio ambulatorio, li in fondo al corridoio terza porta a destra, la visito subito”
Jake rimase fermo sul posto ed osservò il medico dirigersi dalla parte opposta a quella indicata entrando dentro una stanza. Continuava a ringhiare sommessamente ed aveva il naso arricciato quando Liz lo guardò.
“Jacob?” lo chiamò piano.
Senza dire una parola lui sposto subito gli occhi su di lei fissandola con un ardore che la fece ammutolire del tutto. Poi volse il passo in direzione dell’ambulatorio che gli era stato indicato.
  
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