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Autore: psychoE    10/07/2014    3 recensioni
“Curerò tutte queste ferite, te lo prometto.”
“Come farai a curare quelle che ho dentro?”
“Con l'amore.”
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Huntington Beach
June 30th 2007
11:00 am

 
Brian's point of view
“Syn, vacci piano!”
“Non rompere la palle, Zacky.”
Finisco quello che credo sia il 20esimo shot di vodka e sambuca, l'alcol che ho ingerito nell'ultima ora inizia a farsi sentire. Ma non mi importa.
Sono distrutto, mi sento morto dentro. E' stata la prima volta che ho dato tutta la mia fiducia a una donna ed ecco come mi ritrovo.
Ma sì, vaffanculo anche a Sam. Vaffanculo a tutti quanti!
“Un altro giro!” urlo stirando la schiena.
“No, basta così.” fa freddamente James.
Lo guardo di sbieco, mostrandogli il dito medio.
“Voglio bere!”
“Non usare il 'bere per dimenticare'. Non funziona, lo sai bene.”
“Dimenticare? Dimenticare cosa? Voglio solo bere!”
“Ah, quindi non ricordi nulla?” continua il mio migliore amico avvicinandosi a me.
“No, assolutamente.”
“Perché, allora, non vai da Samantha e le chiedi spiegazioni di persona?”
Subito scatto e do un pugno sul tavolo, facendo cadere dei bicchieri.
“Non parlare di quella stronza!” urlo furioso, sentendomi il cuore battere a mille.
Mi alzo goffamente dal tavolo ed esco dal locale con una birra in mano, dirigendomi a Central Park che so di trovare vuoto a quest'ora.
Vado verso una panchina, butto la bottiglia a terra e gli do un calcio, gridando le più brutte parole che esistono.
Perché mi ha fatto questo? Sembrava andare tutto bene. Invece mi ha sempre preso per il culo, era tutta una finzione. Ecco come ci si sente a fidarsi delle persone.
Ciò che mi fa più rabbia è che continuo ad amarla come mai ho fatto in vita mia. Non ho mai incontrato nessuna come lei.
Samantha è perfetta. I capelli neri le ricadono alla perfezione sulle spalle e quelle labbra carnose sono ipnotiche.
In quei fantastici occhi color ghiaccio ho potuto vedere quanto dolore ha provato durante la sua vita. E se mi avesse preso in giro anche sul suo passato? Probabilmente l'avrà fatto. Stronza.
Ma che cazzo mi sta succedendo? No, non può essere.
Mi tocco il viso e cazzo...sto piangendo.
Synyster Gates non può versare lacrime per una donna.
Grido ancora, urlando al buio tutto il mio dolore, come se qualcosa mi stesse stritolando il cuore. E' questo l'amore? Che enorme stronzata.
Sono stanco, stanco di tutto.
Stamattina ho provato a suonare qualcosa...il tutto si è concluso con una chitarra rotta e un jack strappato.
Tutto mi ricorda lei. Quando la notte cerco di dormire, penso a Samantha e a tutto ciò che mi ha detto.
Vorrei andare da lei e urlarle tutto ciò che ho dentro, ma non ne ho la forza. Finirei per sembrare un uomo patetico con un amore non corrisposto. Che schifo.
Il mio polso sta sanguinando. Devo essermi tagliato con la bottiglia, fanculo.
Mi alzo ma dopo pochi secondi cado a terra, gli occhi mi fanno male e li chiudo, ma sento ancora le piccole gocce d'acqua scendere da essi.
Il mio udito è ovattato, la testa mi gira e credo di essermi dimenticato dove mi trovo. A chi importa?
Qualcuno mi sta toccando. Aiha! Brucia! Non ho voglia di reagire, non capisco neanche perché il mio polso stia bruciando così tanto.
Improvvisamente ho una sensazione di sollievo. Questo profumo...non posso crederci. Sono così fuori di testa da sentire il profumo di Samantha.
Apro gli occhi: ho qualcosa al polso. Un cerotto e...un braccialetto di cuoio nero. Mi sembra di averlo già visto.
 
 
 
 







 
 
 
Samantha's point of view
 
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From: Samantha Reed
To: James Sullivan
 
Brian è a Central Park, ha bisogno di te. E' nella terza panchina a destra dell'entrata principale.
 
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Dopo aver inviato questo messaggio, lascio un bacio sulla fronte a Brian e scappo via. E' talmente ubriaco da non essersi accorto che ero stata lì per tutto il tempo.
Non posso credere di avergli fatto così tanto male...ma non avevo altra scelta. L'immagine di lui con le lacrime agli occhi continua ad apparirmi davanti.
Da due settimane gli attacchi di panico sono ricominciati...ma in maniera più forte. Addirittura non riesco ad aprire gli occhi, perché tutti i miei muscoli tremano. Braccia, gambe completamente bloccate.
La mia casa ovviamente è vuota. Rich deve essere da Michelle.
Mi cambio velocemente, indossando una camicia da notte e rinchiudendomi nella stanza degli ospiti.
Durante i miei attacchi di panico mi sembra di avere Brian con me, ma poi se ne va. Scappa via da me, per sempre.
Mi sento tornata ragazzina, quando metto le cuffie nelle orecchie e mi allontano dal mondo. La playlist casuale capita su 'Seize the day' ed io non ho il coraggio di passare alla prossima canzone.
La ascolto, piango e grido. Anche io ho bisogno di farlo, come Brian.
E' vuoto e freddo senza di lui.
 
 
 






 
 
 
Sono le sette del mattino, i capelli mi sono appiccicati alle guance. Quando cerco di alzarmi, le gambe quasi mi cedono.
Sono dimagrita quasi dieci chili da quando ho lasciato Brian. Indosso un paio di leggings neri e una maglietta grigia.
Pettino distrattamente i capelli e li lascio sciolti, controllando allo specchio i miei lividi.
Richard, due giorni fa, mi ha tirato un pugno sull'occhio destro e adesso è viola. Quando ho degli attacchi di panico, il suo modo per farmi stare zitta è picchiarmi.
Infilo un paio di scarpe e un impermeabile nero visto che fuori piove.
Esco dalla stanza e noto che Richard non è rientrato. Prendo un ombrello e mi dirigo dalla ginecologa.
 
 





 
 
Miss Reed?
“Sono io.”
Mi alzo dalla sala d'attesa ed entro nello studio, dove la dottoressa mi fa accomodare alla scrivania nella quale la targhetta dorata con inciso 'D. A. S.' spicca sugli altri oggetti. Dottoressa...A. S. ? Dannazione, non ricordo neanche più il cognome.
E' giovanissima, le darei al massimo trent'anni, bionda con i capelli mossi, occhi verdi e naso all'insù. Mi ricorda qualcuno...
“Allora, Miss Reed, mi dica come mai è qui.”
“Ho un forte mal di stomaco costante e nausea...e vorrei sapere se sono legati all'ansia.”
“Lei è molto ansiosa?”
“Beh, sì. Prendo degli ansiolitici ogni tanto, ma non in grandi quantità.”
“A cos'è dovuta quest'ansia costante?”
“Lei è una psicologa o una ginecologa?”
Okay, ammetto di essere stata decisamente troppo acida. Ma per fortuna la dottoressa sembra prenderla sul ridere.
Non sei cambiata di una virgola, S.
Sbarro gli occhi, c'è solo una persona in questo mondo che può chiamarmi in questo modo.
A-Alexandra?
“In carne ed ossa, tesoro.”
“Ma cosa...”
“Mi sono trasferita da poco ad Huntington Beach, direi un mese al massimo.”
“Oh mio Dio. E' impossibile!”
“Credici, S. Adesso, però, vediamo di chiarire questo dubbio.”
Annuisco ancora incredula, stendendomi sul lettino.
Alex mi spruzza il gel freddo e inizia l'esame poggiando sopra il mio ventre la sonda.
“Divertente. Ti rincontro dopo più di dieci anni e ti ritrovo incinta.
“Che cosa?!”
“Guarda.”
Mi mostra lo schermo. Accidenti, lo vedo. E' piccolissimo!
“Cinque settimane.”
“No, no, cazzo, no!”
“Calmati, Sam, hai ventisei anni. E' l'età giusta per-”
“No, Alex...tu non capisci.”
Non ho rapporti con Richard ormai da più di sei settimane quindi...è di Brian. Mi sento morire al pensiero che, adesso, un'altra vita dipenderà da me.
Non credo di essere pronta per tutto ciò. Se Richard lo scoprirà, esploderà. Ho paura.
Scoppio in lacrime e Alexandra, prontamente, mi abbraccia. Come se fosse il gesto più naturale che esista.
“Ascolta, Samantha, ho ancora pochi pazienti da visitare. Se ti va, più tardi possiamo uscire a prendere un caffè, abbiamo tante cose da dirci.”
“Va...va bene.”
Mi pulisco il ventre e mi risiedo alla scrivania.
“Per prima cosa, quanto pesi? Sembri denutrita.”
“Sui quaranta chili.”
“Porca puttana, Sam! Dovresti pesare almeno dieci chili in più!”
Abbasso lo sguardo, sentendo le lacrime ancora pronte ad uscire.
“Devi mangiare. Siete in due, adesso. In più, non prendere altri ansiolitici o anti-depressivi.”
“Okay.”
“Bene, S, ci vediamo per le undici allo StarBucks qui fuori, ok? Questi sono i risultati degli esami.”
Mi porge una busta che prendo e la saluto. Ha finalmente smesso di piovere.
Chissà come sarebbe un piccolo Brian. Sarebbe sicuramente un chitarrista, immagino già Syn che gli da lezioni. Ma chi voglio prendere in giro? Non succederà mai. Dovrò crescerlo da sola.
Uscendo dall'ambulatorio, sfilo i risultati e li guardo, ritrovando il puntino che ho visto poco fa.
Traccio delle linee con l'indice, come se ne fossi ipnotizzata. Ma vado a sbattere contro qualcuno e la busta mi cade.
“Hey, sta' attent-”
Alzo lo sguardo e incontro quello di Jimmy, che mi guarda scioccato probabilmente per il mio occhio.
“Samantha, che cazzo...”
Mi guarda, per poi spostare lo sguardo verso l'ambulatorio e gli esami che ha appena raccolto.
“Oh merda.”
Glieli strappo di mano e li metto nervosamente in borsa.
“Come sta Brian?” lo interrompo prima che mi possa fare qualche domanda.
“Meglio di ieri sera ma tu-”
“Grazie, Jimmy. Prenditi cura di lui.”
In un attimo corro via da quel posto, senza dargli il tempo di rispondere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alexandra mi racconta tutto quello che mi sono persa in questi anni. Da Jack che ha moglie e figli, al mio professore di matematica che ha fatto outing.
Abbiamo riparlato di quel concorso e ovviamente ha detto che è acqua passata, io gli ho spiegato i motivi per cui ero scappata via ed è rimasta scioccata. Mio padre aveva detto a tutti che mia madre aveva voluto portarmi via da lui e che io ero d'accordo.
Mi è mancata la mia migliore amica, sembriamo tornate quelle di una volta.
“Allora, che ci fai qui ad Huntington Beach?” chiedo ad Alex mentre entrambe sorseggiamo del tè.
“Mi sono laureata in medicina a Portland, fino a pochi anni fa lavoravo a Seattle ed ero sposata. Poi, lo stronzo mi ha tradita ed io ho chiesto il divorzio.”
“Oh...mi dispiace.”
“L'ho superata, ormai. Ho trovato lavoro qui e sto bene, è un bel posto. Sto frequentando un ragazzo di qua!”
“Fantastico!”
“E tu? Come va la tua vita sentimentale? Chi è il padr-”
“Alex! Zitta. Non lo deve sapere nessuno. E'...è tutto complicato.”
“Ti va di raccontarmi qualcosa? Come ai vecchi tempi.”
“La promessa vale ancora, vero? Non dirai niente a nessuno di quello che sto per dirti.”
“Sto iniziando a preoccuparmi. Va bene.”
E' iniziato tutto quando avevo ventidue anni...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
...e adesso, beh, sai come mi ritrovo.
Alex non parla, ha gli occhi lucidi. E' passata un'ora e ho parlato solo io.
“Sam, tu devi denunciarlo.” afferma.
“No, non posso. Farebbe del male a mia madre o alla sorella di Brian. Non posso correre questo rischio!”
“Ho capito, ma se Richard continuerà a picchiarti e se tu continuerai a non mangiare per l'ansia, metterai a rischio la salute del piccolino.”
“Alex, non posso. Non adesso. Troverò una soluzione, ma dammi tempo...”
“La troveremo insieme. Cazzo, non ti lascio in questa situazione!”
Le sorrido felice ed insieme usciamo dal locale.
“E' l'ora di pranzo, andiamo a mangiare qualcosa.”
“Non credo di-”
Alex mi fulmina con lo sguardo ed io mi ammutolisco, accettando la sua proposta.
Entriamo in un ristorante, non mi pare ci sia qualcuno. Chiediamo un tavolo per due e il cameriere ci porta verso la vetrata e ci sistemiamo a sedere.
“Sam, mi dispiace così tanto di non essermi fatta sentire dopo quella sera.”
“Non è colpa tua, non è colpa di nessuna delle due, ormai è andata così!”
“Magari se ti fossi venuta a cercare...tutto questo non sarebbe successo.”
“Probabilmente hai ragione. Ma, se potessi, non tornerei indietro perché ho incontrato Brian.”
“Dev'essere veramente importante per te questo Brian...non avrei mai immaginato che un giorno avresti parlato così di un ragazzo.”
Sorrido imbarazzata e iniziamo entrambe a mangiare il piatto di pasta che c'è appena stato portato.
Proseguiamo con la nostra conversazione e, dopo un dolce, aspettiamo il caffè.
Mentre parliamo, Alex spalanca gli occhi e saluta qualcuno dietro di me.
Tesoro!” esclama, alzandosi di scatto e correndo tra le braccia di un ragazzo.
Oh no, quello è Zacky.
“Ecco, è lui il ragazzo di cui ti ho parlato. Zacky, ti presento S-”
“Samantha. Ci conosciamo già.”
Non riesco ad aprire bocca, ho voglia di scappare via di qui e basta.
“Oh, bene! Vieni, siediti con noi.”
Zacky mi guarda decisamente male ed io vorrei solo sparire.
“Come fate a conoscervi?”
“Suona insieme a...a Brian.”
Alex sbianca e si porta una mano alla bocca, deve aver capito il mio disagio.
“B-Beh, fantastico, direi...” balbetta facendo una strana smorfia.
Samantha, vuoi dirmi perché cazzo hai lasciato Brian?
Un colpo al cuore.
“Zacky, non parlarle così!”
“Alex, tu non hai idea di quanto lui stia male in questo momento. Non viene più neanche alle prove!”
Non riesco a sostenere il suo sguardo, ben presto un conato di vomito si fa sentire ed io mi alzo scappando verso il bagno.
Dopo essermi sciacquata la bocca, mi guardo allo specchio: sono più bianca del solito.
Esco dopo una decina di minuti, i dolori alla pancia sono allucinanti.
“A-Alex, io torno a casa, non credo di sentirmi tanto bene...”
“Cos'hai? Dove ti fa male?” si allarma subito, venendomi in contro.
“Il ventre. E' solo mal di pancia, passerà.”
“Sam...tu sei incinta. Non è mal di pancia.” mi sussurra.
“Stai tranquilla. Se peggiora, ti chiamo.”
Mentre sto per uscire, Zacky mi blocca il polso.
“Samantha, rispondimi.”
“N-Non sono affari che ti riguardano” dico con voce tremante e strappandomi dalla sua presa.
 
 
 
 







 
 
 
 
 
I dolori sono aumentati e credo di avere la febbre. Sto sudando e mi sto contorcendo dalle fitte alla mio ventre, ma non posso chiamare Alexandra.
Cerco di alzarmi dal letto per andare in cucina. Quando esco, mi trovo Richard davanti che mi blocca la strada.
“Ciao Sammy.”
“Rich, per favore, ho bisogno di un bicchier d'acqua. Fammi passare.”
“Stai male?”
“Sì.”
“Cos'hai?”
“Dannazione Richard, levati di mezzo!” gli grido con le lacrime agli occhi dal dolore lancinante.
Lui per tutta risposta mi spinge con forza verso il muro, facendomici sbattere.
“Non usare questo tono con me, Samantha.”
“Ti prego...” mormoro, per poi gridare a squarciagola.
“Ti ho detto mille volte che devi smetterla con questi tuoi attacchi di panico!” urla tirandomi uno schiaffo.
Urlo ancora, perché questo dolore mi sta lacerando dentro. Richard non capisce. Continua a picchiarmi, finché non cado a terra.
L'ultimo calcio che finisce proprio sul ventre, mi fa sbottare.
“Sono incinta! Sono incinta, cazzo, smettila!”
Inaspettatamente, Richard sbianca ed indietreggia.
Chiama un'ambulanza, ti prego!
Lui non sembra capire e arriva alla porta.
Perdonami...” dice prima di uscire di casa e lasciarmi sola.
Merda.
Mi trascino fino al tavolo, dove prendo il mio cellulare e compongo velocemente il numero di Brian che mi risponde subito.
Samantha, non voglio sentirti mai più. Esci dalla mia vita e non chiamarmi più.
Brian, no!” urlo, ma lui ormai ha riattaccato.
Questa volta provo a chiamare Alexandra, ma non sembra voler rispondere. Richard deve aver esagerato, mi manca il respiro e mi muovo a stenti. Chissà se riuscirò a sopravvivere.
“Sono Zacky, Alex ha lasciato il cellulare da me. Chiamala più tardi.”
No! Aspetta!
“Che vuoi?”
“Ti prego, ho bisogno di andare all'ospedale, aiutami Zacky”
“Cos'hai?”
“Richard mi ha picchiata, ma questa volta credo...credo...”
“Oh cazzo, arrivo subito.”
Cerco ti trascinarmi fino alla porta per lasciarla aperta e poi mi sdraio sul pavimento, iniziando a sentire la testa pesante. La vista mi si offusca, tutto diventa nero...finalmente un po' di pace.
  
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