Una nuova scena
Aveva poggiato la testa tra le sue braccia, appoggiate
sul tavolo, incrociate, tambureggiando annoiato con le dita, sospirando
devastato, mentre i lunghi capelli neri gli ricadevano sul volto. Il suo
sguardo si perdeva nelle pareti poste dinnanzi, totalmente bianche, mentre le
orecchie chiedevano assoluto silenzio, gridando esasperate, causandogli un
leggero mal di testa.
Non avrebbe resistito a lungo se continuava così e da
li a poco sarebbe potuto scoppiare in un urlo.
-Basta! Non c’è la faccio più. Sarà il trentesimo cd
che ascoltiamo!- Disse esasperato, alzando il tono della voce, portando le mani
alle orecchie, premendole con l’intento di far cessare quel frastuono che
ascoltava da ore.
Fece sussultare il ragazzo sedutogli accanto,
anch’esso con il capo appoggiato al tavolo con gli occhi chiusi, coperti da
lunghi capelli castani che li nascondevano dalla luce accecate, che regnava in
quella stanza.
Il ragazzo sedutogli di fronte con la testa appoggiata
alla poltrona, protetta da un cappellino da cui fuoriuscivano i lunghi rasta,
lo guardano indifferente, cercando di trattenere i continui sbuffi che volevano
fuoriuscire dalle sue labbra.
Un ragazzo dai capelli corti, biondi, dai riflessi
castani si avvicinò cautamente al moro, che continuava a tenere la testa sul
tavolo tappandosi le orecchie, spegnendo lo stereo, causando un sospiro di
sollievo dai tre, si sedette nell’unica poltrona libera, fornita di rotelle,
accanto al moro.
-Bill, lo so che ormai non c’è la fai più, però secondo me
dovremmo ascoltare ancora un paio di cd.- Disse calmo
con tono quasi indifferente, poggiando il gomito sul tavolo, sostenendo il capo
sul palmo della mano, guardando i lunghi capelli neri che gli si presentavano
davanti.
Girò il capo di colpo, sgranando gli occhi nocciola,
lanciandogli uno sguardo assassino e guardandolo come se, improvvisamente fosse
diventato un pazzo. –Stai scherzando? Gustav, le mio
orecchie non ne possono davvero più e la mia testa si è andata a farsi
benedire.- Ribatté quasi urlando sull’orlo di una crisi, cercando di trattenere
la voglia di sbattersi la testa sul tavolo per il troppo mal di testa,
appoggiando nuovamente il capo sulle sua braccia incrociate, appoggiate sul
tavolo.
Sospirò amareggiato, portandosi la mano libera sugli
occhi, stropicciandoli. Anche lui, come Bill, era stanco e le orecchie si erano
andate a farsi friggere, ma c’era da dire che il cantante fosse da più tempo li
dentro. Spostò la mano, facendola ricadere al suo fianco, spostando il suo
sguardo sul compagno; i suoi occhi nocciola erano: spenti, vuoti, stanchi,
privi di vita, facendo intravedere piccoli luccichii dovuti a quell’enorme
stanchezza, devastante. L’intensità di quegli occhi così carismatici era
sparita, li aveva salutanti andandosene chissà dove, magari si era presa un
piccola vacanza.
Non c’erano dubbi! Bill, aveva bisogno di dormire. Ma
come avrebbe fatto? Da li a poco avrebbero dovuto dare una risposta.
Avvicinò la mano libera al viso angelico del front-man, spostando accuratamente i lunghi capelli neri
che ricadevano quasi con dispetto, sul volto. –Bill,
facciamo una cosa. Ascoltane un altro paio, poi ti lasceremo dormire per un
giorno intero.- Pronunciò lieve con tono dolce, guardandolo comprensivo,
massaggiandogli affettuosamente la testa.
Due erano le cose: o l’aveva scambiato per un cane che
aveva tanto bisogno di affetto, o lo considerava il suo piccolo bambino con lo
stesso bisogno di affetto. O forse erano entrambe le cose. D’altronde Bill, era
davvero un cucciolo di uomo e aveva bisogno di affetto, molto affetto, di
conseguenza il batterista si sentiva una specie di padre nei suoi confronti. Ma
chi, vedendo le sue perle nocciola dal potere incalcolabile, non si sarebbe
sentito in debito con lui? O provasse un qualunque genere di sentimento
positivo?
I due ragazzi esclusi dal dialogo, si guardarono
interrogativi, cercando di decifrare la frase appena pronunciata dal compagno.
Sgranarono gli occhi. Se quello che avevano tradotto era giusto, voleva dire
che sarebbero stati un giorno intero senza il front-man.
Per quanto sembrasse allettante, qualcosa gli fuggiva.
I loro occhi si ingrandirono nuovamente a dismisura.
Un giorno senza front-man equivaleva ad uno senza
cantante. Di conseguenza se erano senza il cantante, non ci sarebbe stata
alcuna prova e nessun tentativo di incidere un nuovo pezzo. Ma prima che
potessero protestare o pronunciare una sola sillaba, il batterista li fulmino
con lo sguardo. Perfetto! Erano senza cantante.
Gli occhi del moro si illuminarono; ad un tratto erano
nuovamente pieni di vita e di allegria. Il tempo giusto d’assimilare il vero
significato delle sue parole e il cucciolo di uomo era tornato come una volta.
Una vera Pasqua. –Ok, posso resistere per uno solo.-
Pronunciò conciso con tono leggermente severo e autoritario, alzando il capo,
portando lo sguardo sul biondo.
Sospirò sollevato. Almeno era già qualcosa, doveva
solo convincerlo ad ascoltarne un po’. Alzò lo sguardo per incrociare quello
del cantante, specchiandosi nei suoi occhi. Accidenti! Forse quella battaglia
l’avrebbe persa. –Su dai, Bill! Ho detto un paio.- Disse autoritario, cercando di rendere il tono della
voce severa, guardandolo incessantemente
negli occhi. Forse chi avrebbe sostenuto di più lo sguardo avrebbe
vinto.
Sbuffò annoiato. –Uno, ho
detto.- Ribatté accigliato, mantenendo il tono autoritario, poggiando un gomito
sul tavolo, appoggiando il viso sul palmo della mano. Era così dannatamente
stanco, teneva gli occhi aperti per miracolo e la testa chiedeva solo un letto
caldo e morbido, magari accompagnato da qualche cuscino.
-Tre!- Pronunciò secco il batterista, tambureggiando
aggressivamente con le dita nel tavolo, mantenendo il contatto visivo.
-No, no! Assolutamente no! Uno!- Ringhiò scocciato,
alzando leggermente il tono della voce, mentre nei suoi occhi si infuocavano.
-Tom, io la vedo dura.- Bisbiglio il basista con tono
preoccupato, spostando lo sguardo dalla battaglia al chitarrista.
-Ah, non preoccuparti è goditi la scena.- Disse
beffardo con un ghigno sulle labbra, seduto a braccia conserte con le gambe
distese.
-Allora due!- Pronunciò diplomatico il batterista,
sostenendo un tono autoritario, guardando spezzante il front-man.
-Uno!- Rispose conciso, marcando la parola,
lanciandogli un’occhiata torva.
-Bill, no! Due!- Ribatté secco e innervosito, guardandolo
gelidamente e severamente.
-Uno!- Urlò spazientito, sbuffando scocciato, portando
le braccia in posizione conserta.
-Andranno così a vita!- Pronunciò annoiato il basista,
lasciandosi scivolare sulla poltrona, spostandola avanti e indietro, sbuffando
inorridito.
-Forse.- Disse calmo il chitarrista, guardando la
scena beffardo, godendosela, mentre il ghigno si allargava sempre più tra il
malizioso e il divertito.
Georg voltò il suo sguardo verso l’amico, guardandolo
curioso. –Conosco quello sguardo.- Pronunciò serio.
-Quale sguardo?- Chiese curioso, distogliendo lo
sguardo dalla scena per guardarlo, innalzando un sopracciglio.
-Quello che avevi un attimo prima.- Pronunciò lieve,
sbuffando sonoramente. – Vuol dire che vedremo presto il vincitore e sarà
sempre lo stesso.- Concluse annoiato, sospirando, appoggiando la testa sulla
tavola, trattenendo un sorriso, mentre il chitarrista voltava nuovamente lo
sguardo alla scena, ridendo sotto i baffi.
Lo sguardo del cantante cambiò improvvisamente,
causando un certo smarrimento del compagno. I suoi occhi si ingrandirono,
illuminandosi, guardandolo dolcemente con espressione tenera. –Gusty!- Pronunciò teneramente, abbassando di poco il tono
della voce, inclinando leggermente la testa, senza distogliere gli occhi dai
suoi.
Accidenti! E adesso come se ne usciva?
Sosteneva lo sguardo a stento, specchiandosi nelle sue
perle nocciola, divenute enormi, notando un luccichio magnetico, ritrovandosi
un’espressione tenera dinnanzi. Quegli occhi così teneri, dolci, adorabili,
intensi e profondi erano delle vere e proprie calamite e, alle volte mettevano
un certo timore e paura. Si, perché davanti a quegli occhi, chiunque avrebbe
assecondato ogni suo volere. –Vada per uno.- Disse
infine arreso, abbassando leggermente il tono della voce, appoggiando
stancamente la schiena alla sedia, sospirando abbattuto.
-Evviva!- Urlò di gioia il moro, alzando le braccia in
segno di vittoria, regalandogli uno dei suoi sorrisi dolcissimi.
Non c’era niente da fare, se il cantante gli avesse
mostrato quel sorriso durante quella dura trattativa, sarebbe ceduto
ugualmente. Qualunque cosa avesse fatto, avrebbe perso.
-Georg, passami i cd! Devo decidere quale ascoltare per
ultimo.- Disse gioioso, indicando la lunga pila di cd che gli si presentava.
Guardò scioccato la pila, se solo pensava che
l’avevano scansata per poco, l’ossigeno gli mancava. La spostò in direzione del
moro, abbandonandosi totalmente sulla poltrona; avrebbe dovuto ascoltare ancora
un cd, sperava solo che il cantante scegliesse bene.
Studiò attentamente la pila, lanciandogli sguardi di
sfida, si avvicinò maggiormente verso una copertina divertente e bizzarra,
molto solare. Prese la custodia, aprendola lentamente, guardando emozionato il
cd, dallo sfondo bianco con una scritta curata e giocherellona, colorata di
fucsia e nero. Lo prese attentamente, infilandolo nello stereo, aspettando che
partisse, estraendo accuratamente il libretto. Lo aprì velocemente,
ritrovandoselo pendente davanti gli occhi. In quello stesso momento partì il
cd. Quasi non ci fece caso, troppo preso nel capire cosa fosse successo a quel
povero libretto colorato. La musica prese vita, riecheggiando nella stanza.
Alzò sorpreso lo sguardo, fissando lo stereo; diede ancora un’occhiata a quei
fogli che pendevano davanti i suoi occhi, tra una piega e l’altra. Ma certo! Un
libretto ad armonica. Fantastico!
Chiuse gli occhi lasciando che la melodia si
impadronisse di lui.
[…]
-Bill? Ti piacciono?- Chiese una voce calma e profonda,
facendo notare una certa curiosità, creando l’ansia degli altri due, sperando
finalmente in una risposta positiva.
Aprì gli occhi lentamente, ritrovandosi il fratello
davanti il viso piuttosto ansioso e curioso. –Non mi
dispiacciono.- Pronunciò lieve, girando e rigirando il libretto ad armonica
nelle mani.
-Allora abbiamo un provabile candidato.- Disse
sorridente, girandosi verso i restanti membri della band, regalandogli con uno
sguardo, una speranza.
-Oh no! Io voglio loro al nostro concerto. Nessun
altro!- Ribatté conciso e autoritario, accavallando le gambe, girando
lentamente su se stessa la poltrona, studiando il libretto. –Oh…Tomi,
guarda! Ci sono pure gli adesivi. Che figata!-
Esclamò entusiasta con voce tenera, illuminando gli occhi, sbattendo il
libretto sul viso del gemello.
Lanciò uno sguardo scocciato al libretto sbattutogli
in piena faccia, spostando lentamente lo sguardo sul volto del fratello.
Magnifico! Come faceva, davanti quegli occhi da
cucciolo indifeso ed entusiasti, rimproverarlo per quello che aveva appena
fatto?
Sospirò frastornato, accarezzando cautamente il capo
del gemello. –Ok, Bill! Allora adesso possiamo anche
uscire di qua.- Pronunciò dolcemente, sorridendogli lievemente, indicando la
porta spalancata appositamente.
I suoi occhi si allargarono nuovamente, rendendoli
nuovamente lucidi, facendo comparire sulle labbra un enorme sorriso. Finalmente
sarebbe andato a dormire! -Perfetto!
Però questo lo porto con me.- Disse entusiasta,
alzandosi velocemente della poltrona, spegnendo lo stereo proprio nello stesso momento
in cui l’ultima nota, dell’undicesima traccia, risuonava. L’ultima dell’album.
Prese il cd, infilandolo frettolosamente nella custodia, correndo verso l’uscita
per dirigersi nel suo amato letto.
-Incredibile! Più lo conosco e più rimango sconvolto.-
Esclamò divertito il basista, alzandosi pigramente dalla poltrona, dirigendosi
verso la porta.
-Che vuoi farci. E’ Bill Kaulitz!-
Pronunciò beffardo il chitarrista, facendo comparire un sorriso divertito,
avviandosi anch’esso alla porta, seguito dal batterista che se la rideva sotto
i baffi, senza potersi trattenere.
Correva da una parte all’altra della struttura con il
cuore in gola, saltando un ostacolo dopo l’altro, senza guardarsi indietro,
senza fermarsi mai, trattenendo a stento il fiato, bloccando tutti gli urli di
gioia che volevano uscire senza tregua dalle sue labbra.
Finalmente era davanti quella porta, doveva solo
entrare e comunicare quello che aveva appena saputo, senza giramenti di parole,
senza perdere troppo tempo, doveva dire tutto e subito.
Aprì velocemente la porta, irrompendo nella stanza,
catturando l’attenzione dei presenti, annoiati e scocciati.
Aveva il fiatone, si piegò sulle ginocchia per
riprendere fiato, appoggiato alla porta, chiudendo gli occhi.
-Cos’è successo?- Chiese allarmato il moro, lanciandogli
un’occhiata scettica, abbandonando la rivista che stava sfogliando annoiato,
dedicandosi totalmente al chitarrista.
-Walter…- Pronunciò a stento, piegato ancora sulle ginocchia,
respirando affannosamente.- Devo dirvi una cosa.-
Farfugliò a bassa voce, mentre il cuore accelerava sempre più e l’adrenalina
cresceva, incessante.
-Roby, siediti! Così ti calmi un po’.- Disse preoccupato il
cantante, indicando una sedia li vicino, nera, imbottita di cuscini,
avvicinando maggiormente la sua al tavolo.
Il chitarrista senza attendere troppo, si sedette
ansimante sulla sedia, intorno al tavolo, di fronte il cantante, mentre il
basista gli porgeva un bicchiere d’acqua, accompagnato da una bottiglietta,
lanciandogli un’occhiata ansiosa e preoccupata.
Bevve lentamente, sperando di riempire quel vuoto
sullo stomaco che si era andato a creare dopo quella notizia.
Alzò lo sguardo, guardando l’amico seriamente
preoccupato e ansioso. –Walter… il manager mi ha
informato di una cosa.- Pronunciò incerto, giocando
nervosamente con il bicchiere, mentre il cantante lo guardava dubbioso,
preoccupato, incerto, ansioso. Fantastico! Si era ripromesso che non avrebbe
fatto giri di parole, invece stava perdendo un sacco di tempo. Come faceva a dire
una cosa del genere, senza far morire la band di crepa cuore? Sospirò sconsolato. Ma come lui che aveva
tanta energia, non riusciva a dire una cosa tanto semplice? Eppure doveva dire
delle semplici, piccole parole.
-Abbiamo fallito come band?- Chiese diretto il moro,
apparentemente calmo, senza sbattere ciglio, guardandolo serio.
-Eh? Ma no! Che vai a pensare.- Disse stupito,
guardandolo rassicurante. In effetti non aveva pensato che con tutta quella
agitazione, poteva far venire un dubbio così.
-E allora?- Chiese esasperato, lanciandogli
un’occhiata scettica, tambureggiando nervosamente con le dita nel tavolo.
-E che…- Farfugliò incerto,
distogliendo lo sguardo dal moro, girando e rigirando il bicchiere, agitato. -Insomma…- Riprovò più incerto di prima, facendo accelerare
il cuore a dismisura, causando agitazione nello stomaco, facendo crescere un
leggero mal di testa.
-Si…- Lo incitò il cantante con tono dolce, fermando la
mano che continuava a tamburellare, poggiandola completamente nel tavolo.
-Beh… Apriremo i concerti italiani dei Tokio Hotel!- Disse
tutto in un fiato, a bassa voce con il cuore in gola, senza avere il coraggio
di alzare il volto.
-Puoi ripetere, per favore?- Chiese scioccato il
batterista, alzandosi dalla sedia posta non lontano da loro, avvicinandosi
lentamente verso il basista che guardava la bottiglia sbiancato, mentre il
cantante aveva lo sguardo completamente essente.
Alzò lentamente il viso, ritrovandosi quella scena,
inghiottendo la saliva con difficoltà. Forse non sarebbe dovuto essere così
diretto. –Apriremo i concerti italiani dei Tokio
Hotel.- Ripeté scandendo le parole, lentamente con tono calmo, respirando
regolarmente.
Un silenzio agghiacciante scese nella stanza,
interrotto da lievi respiri.
-Stai scherzando?- Chiesero all’unisono scioccati,
quasi urlando con occhi sgranati, trattenendo uno strano luccichio che stava
cominciando a crescere.
-No!- Esclamò meravigliato, posando il bicchiere per
lasciarlo vivo.
-Non ci posso credere.- Pronunciò assente il moro con
voce quasi inesistente, mentre i suoi occhi si illuminavano entusiasti.
-Ma i
Tokio Hotel, Tokio Hotel? Quei Tokio Hotel?-
Chiese il batterista scioccato e stupito, guardando il chitarrista speranzoso.
–Filippo, quanti ne conosci?- Chiese dubbioso, innalzando un
sopracciglio, quasi scioccato.
-Ma ne sei sicuro?- Chiese il basista incredulo, quasi
tremante, sedendosi lentamente su una sedia libera, stringendo la bottiglietta.
-Si, Luca! Ne sono sicuro.- Disse tranquillo con tono
rassicurante, guardandolo sorridente.
-Fantastico! Magnifico! Stupendo!- Esclamò entusiasta
il cantante, alzandosi dalla sedia, correndo verso il fedele amico,
abbracciandolo. –Ragazzi sarà il nostro nuovo
trampolino di lancio. Sarà meraviglioso.- Pronunciò sorridente, trattenendo la
gioia a stento. –Abbraccio di gruppo.- Propose
solare, facendo avvicinare i suoi compagni, mettendo tutta la felicità, gioia,
contentezza, riconoscimento in quel unico abbraccio, che sembrava non voler
finire mai, accompagnato da continui sorrisi e occhi splendenti.
-Mi sono perso qualcosa?- Chiese dubbioso e curioso,
sulla soglia della porta il secondo chitarrista, entrando esitante nella
stanza.
Abbassarono lo sguardo divertiti, non riuscendo a
trattenere quelle risate di gioia.
E adesso chi lo avrebbe detto a Giulio?
Incredibile! Finalmente l’ho finita.
Ecco a voi la mia quarta one-shot
sui Tokio Hotel *__*. O meglio diciamo la mia prima (e unica, penso) fan
fiction sui Tokio Hotel e Lost!
Non ho potuto resistere. Dovevo assolutamente
scriverla, anche se sono passati quasi due mesi da quei concerti e da quei
momenti indimenticabili. Ma non potevo non scriverla dopo aver visto con quanto
amore e accanimento hanno suonato i Lost, quindi mi è
sembrato giusto fargli un tributo. Magari gli do anche un po’ di carica. E poi
volevo immaginarmi una provabile scena, magari un giorno scoprirò che i fatti
si sono svolti così. Ahah, non credo proprio! Però
secondo me Bill, ha giocato come un bimbo con quel libretto ad armonica,
compreso di adesivi dei Lost. Si, si. Se lo sarà
studiato per bene. Ok, ora sto delirando troppo, spero vi sia piaciuta.
Ma ora passiamo ai ringraziamenti per “Il dramma dell’oki”:
Nana89: Tesoro *__*. Che bello, sono contenta che la mia fan
fiction ti sia piaciuta (come tutte quelle passate, ahah!)
e sono contenta che ti abbia fatto ridere, d’altronde l’ho scritta per questo u_u. Comunque una volta messa la fic
sono guarita miracolosamente O_O. Incredibile! Magari ogni volta che ho qualche malanno
scrivo e scompare, ahah! Ok, sto delirando, ma sta
volta non posso dare la colpa a niente se non al mio cervello =__=. Spero di
sentirti presto, un bacione, zao!
Dream_Girl: Martinsssssssssss! Eccoti di nuovo a
recensire le mie fic ^__^.
Ah, non chiedermi come abbia fatto a prendersi
quell’influenza, ma Bill essendo molto fragile, poveretto, non è riuscito a
scamparla. Povero cucciolo ç__ç. E Tom, povera creatura, se dovuto subire
quell’esserino. Fortunatamente sono venuti in
soccorso i nostri eroi gli: G&G! Grandinii! Ahah! Si, sto andando in escandescenza, ma d’altronde mi
conosci u.u.
O_O Marty ma davvero ti piace
l’Oki? Oddio, ma chi sei tu, che fine hai fatto fare alla mia amica? Povera
piccola, da piccina chissà cosa ti hanno messo in testa. Ahah!
Dai ti lascio. Baci, ciauu! ^^
Hachi92: Tesorooooooooooooooooo *____*. Grazie mille
per i complimenti che continui a farmi, mi fai imbarazzare e ridere allo stesso
tempo, ahah! D’altronde i nostri commenti, se non
fanno ridere non sono niente, sarebbe inutili scriverli u_u.
Peccato che sei ancora in Irlanda, ci sentiamo così poco. Ma tranquilla appena
torni a casa, anche a costo di chiamarti a casa, ci sentiamo, perché quindici
giorni senza sentirti è una vera tortura, lasciando perdere quelle due o tre
volte che si siamo riuscite.
Comunque sono contenta che ti sia piaciuta quella
cosetta, chissà se appena torni leggerai anche questa (tanto alla fine mi basta
minacciarti u.u). Tornami intera, fresca e profumata (più che fresca mi tornerai
congelata, ahah!). Zauu,
bacioni ^:^
Hachiko_chan: Piccola miaaaa @_ @. Sei
passata anche di qua, fantastico! Sono proprio contenta che ti sia piaciuta,
sai com’è, quando mi viene in mente qualcosa devo scriverla, anche a costo di
lasciarla da parte per mese, ma questi sono dettagli, hihi! Tranquilla che mio non
mi arrendo mai ^^. Bacio, ciauuuuu!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e le povere
anime che con un gesto di generosità (o carità, chissà!) commenteranno.
Bacioni Ryan92!