Film > Ralph Spaccatutto
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Autore: Malanova    11/07/2014    2 recensioni
Sequel di 1982. E' passato un pò di tempo da quando Ralph e Felix hanno conosciuto Vanellope e Calhoun. Ora i due fanno una vita felice: Ralph è ben voluto dai Belpostiani ed è l'amico inseparabile della piccola presidentessa di Sugar Rush mentre Felix convolerà presto a nozze con la sua "Dinamite Pura". Ma l'apertura di un nuovo portale capulterà i nostri amici in una avventura che li porterà fuori dalla lora amata Arcade e una nuova minaccia sarà in agguato. Vi auguro una buona lettura.
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Re Candito/Turbo, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Calhoun e il gruppo di perlustrazione percorsero la lunghissima galleria che collegava l’UNKNOW alla Stazione Centrale, con i fucili spianati ed i sensi in allerta. Essa era completamente deserta, al buio ed non c’era alcun mezzo di trasporto che potesse facilitarne il percorso. Lei aggrottò la fronte e si mise a pensare “Strano … tutti i cabinati, anche quelli nuovi, hanno in dotazione nelle loro gallerie un treno … Come mai questa ne è sprovvista?”. Intanto la donna e i suoi soldati avevano attivato delle micro torce che erano applicate sulla parte superiore delle loro armi, insieme alle sfere di ricognizione, e puntarono la luce contro le pareti del tunnel attenti ad ogni più piccolo cambiamento. Camminavano da qualche minuto, in totale silenzio, quando Kohat sussurrò “Calhoun; sto captando tramite le sfere una apertura a cento metri di distanza provvista di luce di natura elettrica … penso che siamo arrivati al confine”. La donna fece un piccolo cenno con la testa, poi borbottò rivolta ai suoi uomini “State in massima allerta ... Non sappiamo cosa potremo trovare all’interno di questo portale ... Potremo trovare piccoli orsetti gommosi che ci riempiranno di coccole oppure decine di sciami Scarafoidi pronti a fare uno spuntino con le nostre carcasse”. Due uomini deglutirono, spaventati, mentre il resto del gruppo si scambiò qualche occhiata nervosa. Calhoun fece un mezzo sorriso e borbottò “Forza femminucce”. Attraversarono i cento metri di distanza con la massima cautela, fermandosi per pochi secondi davanti all’apertura. La luce era così intensa che non si riusciva a vedere che cosa c’era dall’altra parte. Il sergente di HERO’S DUTY fece un respiro profondo e passò il confine, seguita subito dopo dal gruppo.

Ciò che videro li lasciarono senza fiato: si trovarono davanti a una grandissima stazione circolare, formata da innumerevoli piani che si innalzarono a perdita d’occhio contro un soffitto pressoché invisibile, talmente che era luminoso. Le spesse colonne che attraversarono i muri della stazione erano provvisti di ascensori di vetro ed oro, che portavano gli NCP su e giù per i piani. C’erano tantissime creature e persone in giro: cavalieri medievali, principesse, soldati dall’armatura pesante, teenager con buffi vestiti in stile fantasy ed una serie di animali bizzarri e semi-umani; tutti presi dalla loro vita quotidiana.

Calhoun abbassò lentamente il fucile e spense la micro torcia, guardandosi intorno stupita. Che cosa significava tutto questo? Fece qualche passo in avanti, fino a toccare con un piede una linea rossa dipinta sul pavimento di granito. La luce della stazione si dipinse di rosso mentre una serie di allarmi avevano iniziato a far rumore. Il gruppo di perlustrazione si tappò le orecchie. Tra i suoni dell’allarme si poté sentire una voce maschile annunciare “Allarme intrusione! Allarme intrusione! Gli Antivirus si rechino all’apertura L-9 immediatamente! Sospetta attività di virus …”. Poi gli allarmi si spensero, facendo piombare tutti nel silenzio. Una ragazzina dai capelli verdi a caschetto intravide i soldati di HERO’S DUTY e gridò indicandoli “Eccoli là! Sono loro gli intrusi!”. Calhoun tese le braccia davanti a sé e disse, brusca “Calmatevi gente, non siamo qui per farvi del male …” “Questo lo decido io …” la interrupe una voce con secchezza.

Davanti a loro spuntarono una serie di robot arancioni, molto simili in luminescenza ai antipicchi ma sembravano molto più pericolosi. Uno di loro, il più grosso, si staccò dai altri e si presentò “Io sono 0989, il Capo Antivirus di questo Computer. Mostratemi la vostra chiavetta di riconoscimento”. Calhoun inarcò un sopracciglio sentendo la parola “Chiavetta di riconoscimento” e fin da subito capì che quel tizio era un piantagrane di prima categoria; ma gli fece comunque il saluto militare e si presentò a sua volta “Io sono il sergente Tamora Jane Calhoun, protagonista del gioco HERO’S DUTY della Litwak Arcade”. I robot si guardarono nei fanali oculari disorientati, come se la donna avesse parlato in un’altra lingua. “Sono giunta fin qui con intenzioni pacifiche” continuò lei e spiegò brevemente del perché loro si trovassero qui. Il capo antivirus la stette ad ascoltare solo per i primi cinque secondi; poi la sua attenzione si spostò su una macchiolina che aveva sulla corazza e si mise a strofinarla con la punta di un dito. Quando ella arrivò con la spiegazione al punto più cruciale, cioè l’invasione della nube argentea nella loro Stazione, l’antivirus la interruppe con un gesto secco della mano e borbottò annoiato “Così siete NCP di una sala giochi … che rarità! Ma devo informarvi che chiunque entri qui senza una chiave di riconoscimento è considerato un virus dal nostro centro operativo …”. Fece un cenno con la mano verso gli altri antivirus e ordinò “Prendeteli e portateli in Quarantena”. Calhoun, a sentire queste parole, esplose “Tu non ci porterai da nessuna parte ammasso di ferraglia arrugginita!”. Gli puntò la canna del fucile sul petto e ringhiò “Non andremo da nessuna parte che non sia la Litwak Arcade oppure l’ufficio del tuo capo!”. Anche gli antivirus tirarono fuori le armi incorporate nel loro braccio e guardarono in cagnesco i militari di HERO’S DUTY. In quel momento una terza voce urlò, tonante “Entrambi i gruppi depongano subito le armi!”.

Tutti si voltarono fino a vedere un globo di luce bianca grande quanto un pallone da calcio. La soldatessa si mise una mano davanti ai occhi ed abbassò il fucile. Sembrava che un piccolo sole fosse sceso da qualche astro sconosciuto. La sfera si rivolse all’antivirus con autorità “Non si mette in Quarantena nessun NCP fino a che non ci sia stata una scannerizzazione … e mi sembra che voi, 0989, non abbiate chiamato nessuno Scanner …”. Si mise sopra le teste di Calhoun e dei suoi soldati e li inondò di raggi azzurri. Poi la sfera si accese di verde e disse “Nessuna minaccia rilevata … Sono puliti”. Si voltò verso il capo antivirus e rilasciò una tenue scariche elettriche “Un altro buco nell’acqua 0989 … Per quanto dovrò subire la tua inezia sul lavoro?”. Il robot chinò il capo e sussurrò “Mi dispiace signore …”. Lo Scanner sospirò e disse “Ritornate a perlustrare la Piazza e la prossima volta che suona un allarme si ricordi di chiamare uno Scanner prima di far contaminare anche gli NCP puri”. I robot antivirus schioccarono le dita e si trasformarono in piccole strisce luminose e scomparvero dalla vista. La sfera si rivolse al sergente di HERO’S DUTY e disse “Mi dispiace per questo trattamento da parte dei nostri antivirus … spesso tendono ad ascoltare solo quello che dice il loro codice binario …” “Lo avevo notato” borbottò la donna, riponendo dietro alla schiena il fucile e passandosi una mano tra i capelli. Calhoun si presentò alla sfera luminescente e ricominciò a spiegare il motivo per cui lei e i suoi soldati si trovavano qui. Ma, a differenza del capo dei antivirus, il piccolo sole l’ascoltò attentamente e, man mano che la donna spiegava, il globo affievoliva sempre di più la sua luce. Alla fine l’essere sospirò “Un fatto veramente preoccupante, sergente Calhoun”. Si riaccese un po’ e disse “Andrò subito al nostro motore di ricerca e farò delle indagini su quanto è successo nella vostra area. Per tanto; visto che non potete ritornare indietro da dove siete venuti, vi doterò di una chiavetta che vi permetterà di visitare solamente la Piazza fino a quando il varco non verrà di nuovo aperto …”. La bionda lo guardò stupita e disse “Che significa che non possiamo ritornare indietro fino a quando il varco non verrà di nuovo aperto?”. La sfera rispose “Esattamente quello che ho detto …” ed materializzò un esile braccio munito di una mano con tre dita che indicò un punto alle loro spalle. I soldati si voltarono e videro l’apertura che avevano varcato richiudersi e diventare una specie di disegno sbiadito su un muro bianco latte. Il globo, vedendo le loro facce terrorizzate, domandò “Ma voi non avete mai visitato l’interno di un Computer Portatile?”.


Michael appoggiò il suo portatile a terra, vicino ai piedi del cabinato di GALAXY DUEL. Nei suoi occhi risplendeva una gioia immensa e una scarica di adrenalina gli attraversò la schiena. Finalmente era arrivata l’occasione di provare il suo programma, quello che aveva creato con tanta perizia. Collegò il computer al gioco spaziale con una serie di cavi e lì iniziò a inserire nel programma una serie di codici solo a lui conosciuti. Il signor Litwak lo guardò con affetto e si propose di andargli a prendere da bere.


“Così venite da un altro luogo chiamato Litwak Arcade … Bestiale!”. A parlare era stato un giovane di colore che Calhoun e i suoi compagni avevano incontrato nella Piazza quando il globo luminescente se ne fu andato. Di norma lei lo avrebbe liquidato in meno di due secondi e mezzo; ma quel civile esuberante vestito da steampunk era stato l’unico che aveva avuto il coraggio di avvicinarsi a loro e di farle da cicerone finché loro non potevano lasciare il Computer. Jabal, così si chiamava il ragazzo, mostrò con ampi gesti delle mani la serie di porte sparse per i piani della Piazza e spiegò “Il Computer è molto differente dai vostri cabinati: se a noi ci staccano la spina; la Ram ci protegge e fa in modo che i nostri mondi all’interno delle porte non vengano cancellati. Soltanto un comando dell’Utente o un potente virus potrebbero minare sul serio la nostra esistenza …”. Dette un’occhiata alle chiavi elettriche che pendevano dal loro collo e aggiunse “Peccato avete una chiavetta standard per visitare solo la nostra Piazza Principale: qui non c’e molto da vedere, solo diverse cartelle dove si può ascoltare la musica, vedere qualche video oppure le mostre fotografiche, che il nostro Utente scarica da lì”. Indicò una porta che stava a ottocento metri più in alto, super tecnologica e fatta di ferro con disegnati su linee e cerchi “Quella è la nostra porta più utilizzata dall’intero Computer. Conduce ad un motore di ricerca che ha trasportato la maggior parte di queste porte ed a riempito il 99% delle nostre cartelle. Questo motore di ricerca si chiama Internet …”. Fece una piccola pausa e continuò “Non tutti hanno l’autorizzazione ad entrare lì dentro … Solo gli Scanner, che sarebbe il nome generico dei globi di luce di cui avete fatto la conoscenza, gli Indici e lo stesso Utente possono utilizzarla per permetterci di viaggiare. Per il resto; noi NCP possiamo varcare tutte le altre porte della Piazza …”. Un soldato dai capelli biondi ad spazzola lo chiamò e gli domandò “Ehi, Jabal. Lì dietro che cosa c’e?” ed indicò una porta nera piena di stampi di baci fluorescenti, che stava nella parte più ombrosa della Piazza. Il ragazzo sorrise maliziosamente “Ah … quella conduce a dei giochi dedicati solo agli adulti …”. Gli uomini si misero a ridacchiare tra loro ed a scambiarsi gomitate. Calhoun alzò gli occhi al cielo e sbuffò “Si … Trovo queste informazioni molto interessanti ragazzo; ma in questo preciso momento vorrei solo trovare un posto dove posso aspettare che il nostro varco si riapra e mi faccia tornare al mio gioco …”. Jabal aprì le mani e sussurrò a disagio “Ok … Non c’e bisogno che ti surriscaldi … Qui vicino dovrebbe esserci una cartella …”.

In quel preciso momento una ragazza dall’aria truce e depressa passò affianco a loro vestita con un vestitino azzurro, molto femminile, e un grembiulino sporco di sangue. In mano stringeva un grosso coltello da cucina sporco di una sostanza nera e appiccicosa. Il ragazzo la riconobbe e la salutò con allegria “Ciao Alice! Come va lo sterminio delle Rovine?”. Lei voltò la testa fino ad avere gli occhi verdi puntati su quelli del suo interlocutore e borbottò acida “Non penso che questi siano affari tuoi …”. Lui si mise a ridere, incurante del tono scorbutico della ragazza, e la fece presentare al gruppo, cingendola per le spalle “Signori del mondo Arcade; avete davanti a voi la protagonista di uno dei giochi più agghiaccianti dell’intero Computer: Alice di ALICE MADNESS RETURN …”. La ragazza li salutò muovendo la mano armata e si rivolse all’amico “Tu e i tuoi nuovi amici ora dovete andarvene: Michael ha collegato una serie di cavi al Computer e sta per aprire la Cartella Crepuscolo”. Il giovane la guardò stupito e balbettò “L- la Cartella Crepuscolo hai d- detto? Ma sapevo che era ancora in una fase d- di sperimentazione!”. Alice sbuffò guardandolo storto “Io ti ho avvisato … ma se ti beccano gli Antivirus in giro per le strade quando viene utilizzato quel programma; sono cazzi tuoi …”. Salutò gli altri e si affrettò a raggiungere una porta di legno piena di graffi e macchie scure che parevano fatte con il sangue. Presto l’intera Piazza divenne vuota. “Potremo ripararci all’interno di quella cartella musicale finché l’altra verrà utilizzata” borbottò il giovane riprendendosi dallo stupore ed indicando una piccola porticina gialla. Si affrettarono a raggiungerla mentre la luce del soffitto si spense.

Calhoun, mentre entravano nella cartella, diede un piccolo colpetto sul braccio del ragazzo e chiese “Cos’è la Cartella Crepuscolo? E’ pericolosa per gli NCP se rimangono fuori quando viene usata?” “No …” rispose l’altro facendo sedere il gruppo attorno ad un tavolo ovale, chiudendo la porta dietro di sé. Poi si avvicinò al mobile e fece fuoriuscire dalla superficie una specie di finestrella rettangolare, grande quanto un quadro, che si librò in aria fino a raggiungere l’altezza dei loro volti. La colpì con un toccò leggero del dito ed essa si accese, mostrando l’esterno della cartella da ambo i lati “Però gli Antivirus vanno su di giri quando questo programma viene attivato perché c’e un alto rischio di …” continuò Jabal sedendosi vicino al sergente ma poi si interruppe e fece osservare la scena al sergente. Uno spaventoso vento trasportò della polvere argentea per tutta la Piazza, formando un ciclone nel mezzo, mentre il soffitto si aprì un grosso buco nero che aspirò la sostanza con l’aiuto di uno spinotto. Quando ebbe aspirato anche il più piccolo dei granelli; lo spinotto si ritirò e il buco si richiuse, facendo tornare la luce e uscire gli NCP dai loro nascondigli. Calhoun scattò in piedi e gridò “Quella polvere! E’ la stessa che ha invaso la nostra Stazione!” “Cosa?!?” gridò a sua volta Jabal, stupito “Ne sei sicura?!?”. Lei annuì energicamente e poi gli domandò “Che cos’è quella roba? Non è polvere qualsiasi, vero?!”. Lui abbassò gli occhi sul tavolo e rispose, in tono solenne “Quella che tu chiami polvere è il LAZZARUS, un programma creato dal nostro Utente che permette il ripristinamento di dati cancellati, tra cui il risorgimento di NCP …”. Fece un sospiro ed aggiunse “Per questo gli Antivirus diventano nervosi quando viene utilizzato: perché basta poco per perderne il controllo e se cadesse nelle mani sbagliate, potrebbe far risorgere anche i virus …”. A quella notizia Calhoun spalancò gli occhi, colpita da un’emozione che solo raramente la colpiva: la paura. Sbatté un pugno sul tavolo e ringhiò “Cazzo!”. Si rivolse ai suoi uomini e disse “La gita turistica è finita; ritorniamo indietro!” “C’e qualcosa che non va Calhoun?” domandò Kohat preoccupato. La donna si limitò ad alzarsi dalla sua sedia e ordinò “Non c’e tempo per le spiegazioni! La nostra Arcade si trova in grave pericolo”.


Intanto, nello stesso momento a SUGAR RUSH …

Il monte DIET-COLA vezzeggiava sulla pianura di cioccolato, immerso nel silenzio più totale. Vanellope non si era recata più in quel luogo dopo quel giorno; da quando Re Candito e gli Scarafoidi furono sconfitti grazie a Ralph e lei era riuscita a tornare a regnare nel suo gioco. Quel posto che una volta aveva chiamato casa; ora era diventata la tomba del suo nemico più temibile. Non aveva avuto più senso tornare laggiù ora che viveva al castello. L’interno del monte a forma di bottiglia ribolliva di cola lavica, che frizionava quando una mentina cadeva dalle stalagmiti sul soffitto e si tuffava nel frizzante liquido arancio brillante. Ma questo silenzio non durò a lungo. D’improvviso, si udirono dei colpi cadenzati provenire da qualche parte nella grotta. Era come se qualcuno stesse usando un piccone contro le pareti granulate. I colpi diventarono ogni minuto sempre più forti, facendo tremare il luogo e sollevando dei pezzi di cioccolato dal terreno. Alla fine un grosso pezzo si spaccò in mezzo e fuoriuscirono due dita lunghe e vermiglie affilate, dalle estremità violacee. Esse afferrarono uno dei bordi ed allargarono il buco abbastanza da far passare tutto il braccio. L’arto si piegò in avanti e cercò qualche appiglio con cui potesse fare pressione e far uscire anche il resto del corpo. Le unghie produssero dei solchi biancastri sulla superficie. Poi la mano trovò il punto adatto, si spianò ed la creatura si erse fuori dal terreno, mandando qualche pezzo di cioccolato dentro alla pozza lavica. L’essere che ne uscì fuori era un ibrido tra un insetto ed una persona ed era gigantesco, dalla corazza violacea e la testa umanoide. Esso si guardò intorno, al principio con gli occhi pieni di terrore e cercando una via d’uscita volando e sbattendo sulle pareti rocciose come un insetto impazzito. Ma dopo qualche secondo riuscì a calmarsi ed a prendere più consapevolezza. Pian piano un ghigno folle spuntò dalle sue labbra ed esclamò “Turbastico … Ah, ah, ah!”.


“Tamora! Ero così preoccupato per te!” gridò Felix in lacrime, abbracciando la donna con forza quando ella ritornò dal varco del Computer, che si era riaperto perché Michael lo aveva messo di nuovo in carica. Calhoun fece una piccola smorfia e borbottò “Mi dispiace … Non volevo farti preoccupare” ma l’Aggiusta Tutto aveva scosso la testa ed aveva detto “L’importante che tu sia ritornata sana e salva!”. Il sergente dette qualche pacca imbarazzata sulla schiena dell’uomo, poi si rivolse a Vanellope “Se il LAZZARUS è entrato anche nel tuo gioco c’e poco da stare allegri: Candito potrebbe essere stato ripristinato da questa polvere e la prima cosa che farà sarà quella di vendicarsi …”. Si separò da Felix e aggiunse “Doterò tutte le tue guardie di un localizzatore di Scarafoidi, non serviranno a un granché ma almeno li avviseranno quando lui è troppo vicino al tuo castello; e due dei miei soldati verranno a farti da guardia del corpo ogni volta che la sala giochi chiuderà …” “Scusatemi …” mormorò una voce maschile alle loro spalle.

Loro si voltarono fino a vedere un attraente giovane dai capelli biondi, lunghi fino alle spalle e leggermente cotonati, con magnifici occhi color smeraldo che fecero leggermente arrossire Vanellope. L’uomo era vestito con una tuta spaziale, un po’ aderente, in stile fantascientifico anni ’80. Aveva una lunga cicatrice bianca che gli solcava la guancia, partendo dal naso e finendo appena sotto l’orecchio, l’unica nota di disarmonia che aveva il suo splendido viso. Ralph lo fissò sbalordito “Lancaster!” esclamò infine insieme a Felix. I due si avvicinarono e L’Aggiusta Tutto aggiunse “E’ da sei anni che non davi più tue notizie! Come stai amico?”. L’astronauta strinse le loro mani e rispose “Non c’e male … Io e l’imperatrice Cinerea abbiamo girato un po’ di giochi prima di stabilirci a JUNGLE BEACH. Stavo ritornando laggiù quando ho sentito le ultime parole della signora e … Insomma … Essendo un ex-pilota di navicelle spaziali … Volevo rendermi utile in qualche modo …” Fece un piccolo sorriso e concluse “Devo dire che mi mancava un po’ di azione nella mia vita”. Il sergente si spostò una ciocca di capelli davanti ai occhi e borbottò “Non so se …” “Per me va benissimo!” esclamò Vanellope interrompendola in modo brusco. Poi, notando che tutti la stavano fissando, aggiunse imbarazzata “Be ... A vederlo sembra un tipo in gamba …”. Felix guardò la fidanzata e spiegò “Lancaster era il capitano di GALAXY DUEL: è già un veterano nelle battaglie ed è un vero fenomeno in quelle aeree … Basta equipaggiarlo di una navicella spara laser e diventerà invincibile”. La donna lo fissò perplessa, ma poi sbuffò “Arruolato …”. La bambina saltellò allegra intorno alla sua nuova guardia del corpo; poi si fermò all’improvviso e domandò “Non ho visto nessun portale che conduce a GALAXY DUEL ... Il tuo gioco è stato scollegato?”. Ralph prese la bambina per il cappuccio della felpa e borbottò “Nocciolina … Vieni con me che ti devo parlare …”. La sollevò di peso nonostante le proteste che gli urlava senza sosta e la portò più lontano possibile dal gruppo.

Quando la lasciò andare lei strillò “Ralph! Ma che diavolo ti è preso?! Trascinarmi in quel modo davanti a tutti …” “Abbassa la voce e stammi a sentire” ordinò l’amico, brusco. La bambina si ammutolì nel sentirlo parlare in quella maniera e lui continuò “Il gioco di Lancaster è stato scollegato perché la sua principessa da salvare si è ammalata gravemente ed è morta … Era la sua migliore amica e l’amava come una sorella …” “Mi dispiace molto per lui” disse Vanellope, contrita. Poi lo fissò nei occhi e chiese “E’ per questo che mi hai trascinata via? Perché ho fatto una domanda innocente a cui poteva rispondere benissimo Lancaster?” “In verità no …” rispose l’altro. Si grattò la testa e borbottò “La principessa da salvare … Ecco … Era sposata con … Mmh … E’ difficile da spiegare …”. La guardò nei occhi e sospirò “Era sposata con Candito quando era conosciuto da tutti come Turbo …” “COSA?!?” urlò lei inorridita ma Ralph le tappò la bocca con una mano “Ti ho detto di abbassare la voce!”. Si voltò verso il gruppo, che li stava guardando perplessi, e fece un sorrisino un po’ forzato. Poi ritornò a rivolgersi a lei “Lancaster non lo sa che Re Candito e Turbo sono lo stesso NCP e non lo deve sapere, almeno non da te …” “Ma perché? Tanto se Re Candito si presentasse davanti a lui; non credo che non ne approfitterà a scioccarlo …” “Meglio saperlo sul campo di battaglia che dalla bocca di una bambina di sei anni …” “Guarda che ne ho otto e mezzo” borbottò l’altra ma alzò gli occhi al cielo e borbottò “Uffa! Va bene, non gli dirò niente …”. Si avviarono verso il gruppo e lei aggiunse “Anche se mi sembra così stupido …”.

  
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