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Autore: HandfulOfDust    11/07/2014    4 recensioni
Huntbastian Week 2014!
● Lunedì 7 Luglio: Infanzia
● Martedì 8 Luglio: Not like me
● Mercoledì 9 Luglio: Primogenito
● Giovedì 10 Luglio: Amico di penna / amico di tastiera
● Venerdì 11 Luglio: Scambio di corpi
● Sabato 12 Luglio: Masquerade
● Domenica 13 Luglio: Proposta
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: New Perspective
Pairing: Huntbastian
Prompt: Scambio di corpi
Note: Allora, questo prompt non l'ho interpretato come uno dei due che si sveglia nel corpo dell'altro (che effettivamente sarebbe stato molto più divertente, ma sapete, quando una dorme in piedi come me..), ma come sarebbero andate le cose se i due fossero stati da sempre l'uno nel corpo dell'altro. Spero vi piaccia ugualmente!

 

New Perspective

Settembre era arrivato anche quell'anno, con le sue giornate più fresche ma ancora soleggiate, abbastanza per far deprimere ogni adolescente che doveva ricominciare ad andare a scuola.
Quel mese era di particolare importanza per Sebastian Smythe, perché avrebbe iniziato il suo senior year alla Dalton Academy: il suo obiettivo era quello di passare nove bei mesi a scuola. Il tentato suicidio di David Karofsky lo aveva turbato profondamente, perché appena trasferitosi negli Stati Uniti aveva deciso di vivere alla leggera, per non pensare al dolore di aver perso tutto ciò che amava in Francia. Quell'evento lo aveva rimesso a contatto con le emozioni e con la sofferenza, che aveva nascosto sotto la maschera da cinico che si era cucito addosso.
Per questo motivo aveva optato per vivere in tranquillità il suo ultimo anno di liceo, senza doppigiochi, senza ricatti e senza prese in giro, ma soltanto studiando per entrare nelle migliori università del paese, giocando a lacrosse e guidando gli Usignoli, magari vincendo uno dei due campionati nazionali. Senza farsi il sangue amaro come l'anno precedente o rischiando di essere espulso, ma in maniera corretta.
Sebastian Smythe era veramente cambiato.



Il primo giorno di lezione trascorse tranquillo, finché Sebastian non venne convocato nell'ufficio dal preside stesso. Stupito dalla chiamata, il giovane cercò di immaginare quali motivi potessero esserci, dato che non aveva infastidito neppure una mosca in quelle ore.
- Smythe! - esclamò il preside - Prego, siediti pure.
Il francese fece timidamente capolino nell'ufficio, per andare poi a prendere posto su una delle due poltroncine in velluto rosso che si trovavano di fronte alla scrivania. - A cosa devo la chiamata, signor preside?
- Ecco, Smythe, come ben sai l'anno scorso le New Directions hanno chiesto alla nostra scuola di indagare sull'episodio della granita con cui hai quasi accecato il nostro ex studente Blaine Anderson.
- Ancora con questa storia? - lo interruppe il ragazzo - È stato uno stramaledetto incidente!
- Incidente o meno il ragazzo è stato operato; inoltre non sei riuscito a portare gli Usignoli alle Nazionali come avevi garantito. Questi fattori, insieme al tuo atteggiamento ribelle, mi hanno spinto a prendere la decisione di rimuoverti dal ruolo di capitano con effetto immediato.
- Che cosa? E chi vorrebbe mettere alla guida, Nixon? O peggio, Sterling? - sbottò Sebastian, incredulo.
- No, veramente il ruolo di Capitano è stato assegnato ad un ragazzo proveniente dall'Accademia Militare di Colorado Springs.
- Oh, vuole trasformare gli Usignoli in un esercito?
- No, Smythe, il ragazzo era capitano del Glee club della sua scuola.
- Ah. - rispose il giovane - Quindi nessuna possibilità per me? Sono cambiato quest'anno, sono maturato e sono una persona diversa! Posso dimostrarlo!
- Gli abbiamo offerto una borsa di studio che ha accettato, stasera sarà qui.
- Non può togliermi gli Usignoli così. La prego - disse Sebastian, che a pregare non era affatto abituato - Non mi tolga anche questo.
- È troppo tardi Smythe. Ora vai, o farai tardi per la tua prossima lezione.
Il ragazzo uscì dall'ufficio e prese a calci una delle sedie che si trovava lì fuori. Se essere gentili portava a questo, allora faceva proprio schifo.


Quel pomeriggio Sebastian se ne stette in camera da solo, desideroso di isolarsi dal mondo esterno e dalle brutte persone che ci vivevano. Bussarono alla sua porta, ma lui li ignorò perché non voleva vedere nessuno, anzi, probabilmente non sarebbe sceso neppure per cena. Il toc toc incessante però lo infastidiva e dopo una decina di minuti fu obbligato ad andare ad aprire: si trovò di fronte un ragazzo alto, con gli occhi verdi ed un sorriso da favola.
- Bene bene... A cosa devo l'onore?
- Tu sei Sebastian, giusto?
- Sì, ti hanno indirizzato nella camera corretta fortunatamente. Chi ti ha mandato qui? Lo devo ringraziare. - ridacchiò il francese.
- Ehm, il preside... Sono il tuo nuovo compagno di stanza. Mi chiamo Hunter - fece l'altro, tendendogli la mano - Hunter Clarington.
- Piacere mio, Hunter Clarington. Tu già sai chi sono invece.
- Oh sì. Ma anche tu sai chi sono... Il preside mi ha detto che stamattina ti ha avvertito del mio imminente arrivo.
Sebastian ci pensò un attimo, poi ricollegò le cose. - Sei il bastardo che mi ha fregato il ruolo di capitano?
- Io ho solo accettato una borsa di studio.
Il primo si avvicinò per scrutarlo meglio. - E tu con quel corpicino verresti dall'Accademia Militare? - poi, guardando i suoi muscoli aggiunse - Se ti dessi un cazzotto io probabilmente ti stenderei... E gioco solo a lacrosse.
- Hai intenzione di colpirmi?
- Nah. Però ti propongo di fare sesso con me tutti i giorni fino alla fine dell'anno... Vedrai i muscoli tonificati che avrai alla fine.
Hunter lo guardò sconvolto. - Io... Io non sono gay.
- Tutti dicono così all'inizio.
- Io ne sono più che certo. - affermò serio il ragazzo dagli occhi verdi - Ora posso entrare o questo teatrino deve andare avanti?
- Sissignore, a vostro rischio e pericolo. - rispose Sebastian, eccitato dall'autorità del suo nuovo compagno di stanza.


- Sebastian, quando hai finito in bagno vieni qui per favore? - gridò Hunter che se ne stava seduto pensieroso alla scrivania.
Dopo qualche secondo il francese aprì la porta di corsa. - Mi hai chiamato?
- Sì, ti volevo dire... Buon Dio, ma non puoi metterti un asciugamano?! - esclamò il ragazzo alla vista dell'altro completamente nudo. Sembrava una statua greca, con le spalle armoniose, gli addominali perfettamente scolpiti e le gambe tornite... Oltretutto era anche estremamente dotato. Visto che non gli mancava nulla, perché doveva dare il tormento proprio a lui?
- Come se non avessi mai visto un ragazzo nudo all'Accademia.
- Quelli dell'Accademia non volevano portarmi a letto a tutti i costi!
- Magari non te lo dicevano. - Sebastian prese un asciugamano e si coprí - Contento ora? Cosa volevi dirmi?
- Volevo chiederti qualcosa sugli Usignoli.
- Perché dovrei volerti aiutare, visto che non sono ancora passato oltre il fatto che il posto mi sia stato tolto ingiustamente?
- Perché sei una persona gentile e di buon cuore...? - azzardò Hunter – Sei tu quello che in classe professa di essere cambiato e non essere più un ricattatore.
- Tu nemmeno c'eri l'anno scorso. - borbottò Sebastian – Dai, come ti posso aiutare? - cedette alla fine.
- Ecco, io volevo capire come riuscivi a cooperare con loro. Sono passate due settimane, ma ancora si comportano come al primo incontro, nessuno fiata, nessuno prova a fare proposte o almeno discute le mie. Il consiglio fa tutto quello che dico io... Sembra abbiano paura di me.
- In effetti hanno paura di te.
- Ma com'è possibile? Okay, sarò autoritario... Ma non avevano paura di te che sei grande e grosso e hanno paura di me?!
- Non avevano paura di me perché nonostante tutto mi hanno sempre visto come uno di loro. - sospirò Sebastian – A te vedono come un tizio sconosciuto venuto dall'esercito per ordine del preside per comandare tutti a bacchetta. Non ti sei dato molto da fare queste due settimane per conoscerli.
- Cioè... Dovrei farmeli amici?
- Ti pare una cosa tanto strana?
- No, no, hai ragione effettivamente... E' che in Accademia non avevamo molte occasioni per fare amicizia, quindi sono un po' impedito.
- Oh, è per questo che sei così impacciato anche a gestire le mie avances? - lo prese in giro Sebastian.
- Grazie, sei stato molto utile Bas, ora vai a vestirti e non iniziare a rompere.


Hunter era piuttosto nervoso: non era abituato ad uscire con i compagni di classe, al massimo andava ad allenarsi con un paio di loro nel tempo libero. Era sempre rigido, controllato, troppo impegnato a rendere orgogliosi i genitori che non aveva mai occasione per comportarsi come un normale adolescente. Dietro il suo comportamento autoritario si nascondeva un ragazzo insicuro, che non aveva mai avuto altra educazione oltre a quella militare, prima dal padre e poi dalla scuola, segnandolo profondamente nel suo rapportarsi con le persone.
Decise di indossare una maglietta verde per mettere in risalto i suoi occhi, non che quella sera ci sarebbero state ragazze su cui fare colpo, ma in ogni caso voleva fare una buona impressione. Ed in fondo le attenzioni di Sebastian gli facevano piacere, visto che non ne aveva praticamente mai avuteprima di allora.
- Hey, ragazzo sexy! - lo salutò Sebastian entrando in camera. Aveva una maglia con uno scollo a V, abbastanza aderente da sottolineare i suoi muscoli e che gli donava moltissimo, doveva ammettere Hunter. Cercò di scacciare il pensiero dalla mente: non poteva pensare al francese in quel modo, o prima o poi se ne sarebbe accorto e sarebbe stata la fine.
- Sebastian. - rispose l'altro, provando a non lasciar trasparire quello che gli era passato per la testa pochi istanti prima.
- Allora, andiamo? Scommettò che ci sarà da divertirsi stasera. - ammiccò il primo.


Il capitano degli Warblers si sentiva terribilmente a disagio in quella situazione, qualcosa che per gli altri teenager era del tutto normale: una festa a casa di uno dei suoi compagni di squadra. I ragazzi avevano deciso di passare il venerdì notte da Jeff che aveva casa libera a Newark, a meno di un'oretta di macchina dalla Dalton e tornarsene a casa l'indomani mattina e Sebastian si era prodigato affinché fosse invitato anche Hunter.
- Se te ne stai in un angolo a guardare gli altri non avrai risolto molto dopo questa serata. - mormorò una voce suadente alle sue spalle.
Quant'è figo.
- Ehm, ciao Sebastian. Grazie, lo avevo intuito da solo, ma non saprei come inserirmi... Si conoscono tutti da tanto tempo. - rispose il giovane, terrorizzato dalla possibilità di lasciare intendere quei pensieri che ormai non riusciva più a reprimere.
- Lo so io cosa ti serve.
- Cosa?! - domandò impaurito l'altro.
- Un po' di aiuto alcolico! - rispose il francese, cedendogli il suo grande bicchiere di plastica rosso.
- L'alcool è vietato sotto i ventuno anni!
- Se continui così non starai simpatico a nessuno... Bevi e non rompere! - lo incitò.
Hunter si rassegnò a fare come diceva Sebastian: evidentemente era così che si era guadagnato la simpatia degli altri Usignoli e siccome peggio che in quel modo non poteva andare, tanto valeva provare.
- Mio Dio, ma che cos'è? - domandò disgustato il ragazzo.
- Cognac.
- Ma tutti quelli che io ho mai visto bere cognac non lo bevono a bicchieri, compreso mio padre!
- Io non sono tutti, Clarington. - affermò serissimo il francese – Ora vuoi bere o vuoi continuare a lagnarti? Perché mi sembra che all'Accademia ti abbiano insegnato a fare solo questo. - lo sbeffeggiò.
Hunter fece un respiro profondo e trangugiò l'intero bicchiere. - Portamene ancora, Smythe.


- Sono tutti così simpatici Baaas! Avevi proprio ragione! - esclamò l'ex militare barcollando verso il compagno di stanza.
- Non avrei dovuto lasciarti bere così tanto.
- Non ho bevuto tanto! - rispose indispettito il primo – Ho bevuto quanto te!
- Con la sola differenza che tu sei mingherlino e non sei abituato all'alcool come me... - mormorò tra se e se Sebastian.
- Non sono mingherlino! Guarda che ti sento! Prima o poi te li farò vedere i miei muscoli...
Sebastian pensò di aver sentito male, dunque sviò il discorso. - Per l'amor del cielo, Hunter, vai in una delle camere e stenditi, non ti reggi nemmeno in piedi.
- Mi accompagni?
- No! Sei abbastanza grande per andare da solo.
- Ma non mi reggo in piedi! - obiettò Clarington – Dovrei aggrapparmi ai tuoi possenti muscoli.
- E io dovrei registrarti e ricattarti domani, ma sono troppo gentile per farlo ormai. Forza, andiamo.
Il francese alzò di forza l'altro e piano piano lo trascinò fino alla camera degli ospiti, dove lo adagiò sul letto. - Domani ti riaccompagno alla Dalton, che non mi sembri in ottime condizioni.
- Mh.
- Torno di là, ma penso che fra poco se ne vadano a dormire anche gli altri.
- Bas.
- Sì?
- Vieni qui un attimo?
- Va bene. - rispose il francese, allontanandosi dalla porta della stanza – Che c'è?
- Vieni più vicino.
Il ragazzo si avvicinò, sperando che l'altro non dovesse vomitare. - Dimmi.
- Grazie.
- Di cosa?
- Di tutto. Per aiutarmi con gli Usignoli, per adesso... - sussurrò Hunter, stampando poi un bacio sulle labbra dell'altro. - Buonanotte.
- Buonanotte. - rispose Sebastian sbigottito, sbrigandosi ad uscire dalla stanza.





Note part II: sì, la mia conclusione è questa. Se quei due fossero stati da sempre l'uno nel corpo dell'altro sarebbero finiti insieme ugualmente... Come resistere a tanta gnoccaggine? :'D

  
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