Ciao a tutti! Come promesso
eccomi qui ad aggiornare!E’ appena scattata la mezzanotte, quindi posso dire di
aver aggiornato di sabato come promesso… xD Perché purtroppo ho ancora i
compiti delle vacanze da finire e amiche da salutare dopo il ritorno dalle
vacanze, ma eccomi qui lo stesso! Questo capitolo lo dedico a Promise,
Gemellina Dolly e Sweet_Baby_Love che sono state le prime (e uniche)
recensitrici di questa fic fino ad ora… Grazie!
X Sweet_Baby_Love: Grazie
mille, ecco qui il nuovo chappy, spero ti piaccia! ^^
Beh, io vi lascio alla
lettura e preciso che non ho niente contro l’Inter (capirete a cosa mi
riferisco leggendo…) xD Mi raccomando, recensite per farmi sapere cosa vi piace
e cosa no, ve ne sono grata in anticipo! Baciotti e buona lettura, a mercoledì!
Confessions of a Teenage Drama
Queen
Capitolo 3
In tv non c’è abbastanza posto per una 44
Registrare
un messaggio in quella specie di confessionale fu una cosa emozionante ma allo
stesso tempo divertente. Alla fine mi ritrovai in quella stanza bianca a dire
delle scemenze insieme a Niko, mentre Luigi ci riprendeva un po’ scocciato,
poiché noi ridevamo ogni tre secondi… Per me quella sarebbe stata la prima
volta in tv!
“Wow.
Wow. Qui è davvero tutto… wow”
“Scusatela,
oggi è a corto di parole”
“Dai!
Allora parla tu!”
“Va
bene! Popolo italiano, pubblico di Music’s Planet, telespettatori… Lei è
Debora, la mia life coach! Se non sapete cos’è siete pregati di chiamare la
capogruppo Maria Di Maio…”
“Hai
mai pensato di presentare al posto del presentatore?”
“Mh,
no… Se ti fa piacere ci posso fare un pensierino, però…”
“Era
una battuta!”
“Lo
so”
“E
meno male! Questo programma andrebbe in fallimento!”
“Va
bene! Allora gente, siete testimoni della nostra super intesa dopo solo due
ore….”
“Credo
sia meglio se andiamo…”
“Ok…
Ma manca una cosa….”
“Cosa?”
“Forza
Napoli!”
“Forza
Napoli! Olèèè!”
“Si,
ma non Napoli la squadra! Forza Inter!”
“Eh?
Ma sei pazzo?! Io tifo solo per le squadre Italiane… Forza Napoli!”
“E
perché, l’Inter cos’è?”
“Una
internazionale, ci giocheranno al massimo due-tre italiani…!”
Ecco,
queste sono le parole dette nella registrazione. Idiote, si, ma uniche: per
tutto il tempo stetti seduta sulle sue ginocchia e a sorridere come una cretina.
Chissà
come sarebbe stato in tv!
Nel
frattempo strinsi amicizia con tutti, con chi subito e con chi più tardi, perchè
era molto difficile; vivere con trenta persone più grandi era una cosa davvero
strana, a volte non esitavo a sentirmi a disagio a causa della mia età, anche
se ciò non accadeva solo con una persona: Massimo De Luca, un ventinovenne
degli over 25 che veniva da Firenze. Ci eravamo conosciuti la prima sera,
quando mi ero fermata in cucina a leggere con aria curiosa il foglio che stava
sul tavolo già dal mio arrivo.
“Sono qui a guardare le stelle, piccole,
luccicanti, ma un po’ insignificanti se paragonati a quell’anello di brillanti.
Spero solo che i tuoi occhi brilleranno di più quando ti farò quella fatidica
domanda, sperando di essere dolce come mamma sempre mi raccomanda, ma visto che
non sono mai stato bravo con le parole te lo chiedo con questa canzone… Tu mi
ami ed io ti amo… perché allora non ci sposiamo? Vivere al tuo fianco è ormai
il mio sogno, me ne sono reso conto da quando sono recluso qui, la musica non
basta a rendermi felice, ci vuole anche la compagnia paradisiaca della mia
Beatrice…”
Rimasi
scioccata leggendo quelle parole, e quasi mi emozionai.
“Wow”
dissi senza fiato, desiderando e sperando che un domani parole simili sarebbero
state spese anche per me.
“Ehi,
ti piace?”
Mi
voltai di scatto, trovando davanti Massimo. Lo stimavo molto, da casa era il
mio preferito, oltre Niko ovviamente, insieme ai Gold Boyz.
“Oddio,
scusami, non sapevo fosse tua, l’ho trovata…” iniziai a scusarmi,alzandomi
nervosamente dalla sedia.
Massimo
sorrise apertamente, rivelando una dentatura perfetta che brillava insieme ai
suoi piccoli occhi verdi.
“Ma
no, figurati, anzi, mi farebbe piacere conoscere il pensiero di una ragazza!”
“E’
bellissima! Oh, non mi sono presentata! Io sono Debora!” aggiunsi imbarazzata,
porgendogli la mano.
“Piacere,
Massimo! In effetti abbiamo anche cenato insieme, ihih! Comunque… ti piace per
davvero?” chiese nuovamente, questa volta un po’ teso.
“Ma
certo! E’ dolcissima, ma è una canzone o una poesia?” chiesi, sentendomi un po’
ignorante.
“E’
una canzone, sai, sono un cantautore…”
“Si,
lo so, lo dicesti una volta in tv, in realtà sono una tua grande fan…”
Ci
sorridemmo per qualche istante prima che mi decidessi a chiedergli: “Ma questa
sarebbe una proposta di matrimonio?”
Annuì,
radioso. “Sono secoli che voglio chiederlo a Beatrice, la mia ragazza, e solo
ora mi sono deciso, in questo mese ho capito di amarla davvero tanto…”
“Che
bello” contemplai, e continuammo a parlare, finchè non decidemmo di chiamarci
“zio” e “nipotina” visto che tutti lo chiamavano così ed io ero la più piccola
in assoluto lì in mezzo.
Ma,
purtroppo per me, non entusiasmante come quello con Massimo fu il primo
vero incontro con Silvia Fortuna. Luke
lo avevo già conosciuto, e mi aveva sorriso apertamente, invece l’incontro con
la Fortuna, che poi chiamai Sfortuna, non fu molto piacevole.
Era
il quarto giorno di permanenza nel loft e stavo camminando diretta verso il
distributore con Niko, particolarmente allegra dato che le prove erano andate
benissimo e Sandro aveva affermato che se fosse stato per lui non avrebbe più
provato dato che sembrava quasi inutile. Una volta vicina al distributore
comprai un pacchetto di patatine e iniziai a mangiarlo, dividendolo con Niko e
Rossella che era già lì in attesa del turno delle sue prove. Improvvisamente
spuntò Silvia Fortuna dall’entrata principale sulla sinistra, vestita tutta di
verde.
“Ehi,
Niko!” esclamò, ignorando completamente la povera Rossella che la guardava con
aria di sufficienza.
“Ciao
Silvia” rispose garbatamente Niko sorridendole.
Lei
ricambiò il sorriso prima di guardare me e squadrarmi dalla testa ai
piedi. Era così truccata che mi sembrava
finta, e devo dire che ero stata più emozionata di conoscere Luke che lei,
nonostante la conoscessi da più tempo dato che era comparsa in qualche
programma.
“E’
lei la tua life coach, vero?” gli chiese indicandomi.
“Si,
lei è Debora” rispose subito Niko.
La
salutai con un timido: “Salve” mentre lei non si degnò nemmeno di stringermi la
mano.
“Ho
saputo che sei Campana anche tu, anzi, lo sa tutta l’Italia dopo il tuo famoso:
“Forza Napoli”, eheh!” osservò senza togliermi gli occhi di dosso.
“Veramente
l’idea è partita da me” precisò Niko. Gli lanciai uno sguardo grato prima di
confermare: “Si, vengo dalla provincia di Caserta”
Silvia
annuì appena. Poi sorrise, come solo lei sa sorridere, e disse: “Va bene,
allora io vado, ho le prove del mio gruppo. Ciao Niko! E mi raccomando, bella, vacci piano con la pizza pà pummarola n’copp e queste schifezze, il pubblico si aspetta
che la life coach di Niko sia un figurino!”.
Si
allontanò convinta e salutando qualcuno che non vidi. In questo momento ho un
momento di vuoto totale, ricordo solo che la busta di patatine mi cadde a terra
facendo più rumore del solito.
Molti
secondi dopo però la voce di Rossella mi arrivò scandalizzata. “Cioè, ma è
pazza?”
Mi
voltai verso di lei, inerte. Mi sentivo il fiato e la voce mancare. A stento
riuscii a dire: “Sbaglio o mi ha dato della grassa?” , scrutando il mio riflesso nel vetro del
distributore. Notai con rammarico che la mia maglietta fucsia metteva in
risalto i miei fianchi, causa della mia 44.
“Si…
Ma sta fuori!” sibilò la voce scandalizzata di Niko.
Invece
io non ne ero sorpresa più di tanto, onestamente. Sapevo solo di essermi illusa
che il mio carattere mi avrebbe dato una mano… Ero pur sempre in tv, luogo dove
l’immagine aveva la precedenza su tutto!
“No”
ribattei. “Non sta fuori, non posso darle torto, non sono un figurino ma di
certo non lo diventerò se mi critica”
aggiunsi.
“Ma
che, Debora! Non puoi darle ragione! Ci sono ragazze messe peggio di te qui,
come Simona” spiegò sottovoce Rossella, “E non ha mai detto niente!”
Scrollai
le spalle mentre entrambi mi guardavano critici.
“Scusate,
mi è passato… tutto. Vado nella mi camera” mi congedai, forse un po’ troppo
bruscamente. “Niko, se è qualcosa chiamami”
Una
volta nella mia stanza vi trovai Martina intenta nel civettare allegramente con
Carlo dei Music Sense. Il mio sguardo cadde sulla sua minuscola vita, al
massimo poteva avere la 40.
Non
avevo voglia di stare a sentire le loro risate, così presi il giubbino ed uscii
nel terrazzo. Erano ormai le sette passate, ma io avevo perso l’appetito e la
voglia di fare qualsiasi cosa mentre le parole di Silvia mi rimbombavano nelle
orecchie. Aveva ragione dopotutto, non ero un fenomeno per il mio corpo, eppure
non doveva premettersi di offendermi così spudoratamente. Chissà cosa avrebbe
detto in tv durante la puntata del lunedì!
Stetti
lì fino alle nove passate, a guardare il prato, quando sulla mia spalla si posò
una mano calda.
“Sapevo
che non avresti cenato”
Mi
girai e mi ritrovai davanti lo zio Max.
“Oh
ciao” dissi. “Scusa, cosa ne….?”
“Niko
mi ha detto. Non è potuto venire perché Maria lo ha trattenuto” mi spiegò in
modo calmo.
Aveva
un’aria serena e comprensiva. “Non dare retta a Silvia, non devi digiunare per
colpa sua. È fatta così, stop”
“Si
ma mi ha offesa di brutto, in modo sarcastico ed egocentrico credendosi figa”
buttai lì, esponendo il pensiero che mi rimbombava in testa da due ore.
Lui
annuì. “Immagino. Ma credimi, non ti manca nulla. Non avrai le ossa di fuori,
ma non sei obesa, mettitelo bene in testa. E poi sei molto carina, avrai un
sacco di fan” mi rassicurò.
Feci
una risata nervosa. “Si, certo, firmerò tanti autografi e Valentino mi chiamerà
per la collezione Primavera- Estate 2008” ironizzai. “Max, io sono qui per
assistere Niko, non credevo sarebbe stata così dura”.
Massimo
mi abbracciò, dimostrandomi il suo affetto. “Quando c’è di mezzo una cotta
tutto è duro” disse.
Arrossii
come una pazza. “Eh?”
Ma
Massimo non mi potette rispondere, perché dietro di noi c’era Niko, appena
arrivato, senza nemmeno il giubbino addosso.
“Il
mio turno è finito” sghignazzò, e dopo avermi dato un’ultima pacca sulla spalla
entrò dentro, facendo l’occhiolino a Niko.
Quest’ultimo
mi si avvicinò con un’aria triste. “Vieni nella mia stanza, stai congelando” mi
disse, e mi prese per mano, conducendomi nella sua camera, il luogo dove ci
eravamo conosciuti.
Il
contatto con la sua mano mi provocò un brivido lungo la schiena, e la strinsi
forte finché non arrivammo.
“Debora,
perché non sei venuta a cena? Tu… Non devi dare retta a Silvia!” esclamò,
imponendomelo quasi ed avvicinandosi e me, mentre ero intenta nel posare il mio
soprabito.
“Calma,
non avevo fame, tutto qui!” risposi pacata.
“E
per quanto hai intenzione di non avere fame?”
mi chiese mezzo arrabbiato.
“Finché
non sarò un po’ più decente” risposi con lo sguardo basso.
Ma
l’alzai quando fu lui ad impormelo, alzandomi il capo con una mano e
obbligandomi a guardarlo negli occhi.
“Ascoltami”
disse, rimanendo con la mano azzeccata sulla mia faccia. “Tu per me qui in
mezzo sei la migliore, e non solo perchè sei una persona vera!Preferisco te
alla 40 di Martina, alla 38 di Giulia! Sei bellissima quando sorridi, sei unica
quando sei imbarazzata, sei perfetta quando vuoi essere modesta. Avere una 40
non ti aumenterà tutto ciò! Anzi, ti sminuirà, facendoti essere uguale a tutte
quelle altre oche della tv! Per me sei bella così come sei”
Rimasi
sbalordita da quel discorso, ma sentivo che lo stesse dicendo solo per
consolarmi. Mi accarezzò il viso, facendo un sorriso per rincuorarmi.
Mi
abbracciò per la prima volta e sentii il suo cuore battere all’unisono con il
mio.
“Oh
Niko, non mentirmi” borbottai stringendolo.
“Sono
sincero!” rispose , accarezzandomi i capelli. “Non so se lo sai, ma sono una
persona fin troppo schietta e non sono capace di mentire nemmeno in situazioni
del genere…” si giustificò, separandosi.
Io
lo guardavo con gli occhi umidi, certo, il suo discorso era molto commovente ma
non poteva sapere davvero come mi sentivo. Era troppo complicato: per qualche
giorno mi ero sentita al settimo cielo ed ora la mia certezza era svanita, ero
ritornata la perdente di sempre, Debora la Life Coach era ritornata ad essere
“Confetta Imperfetta”, come mi chiamavano alcune volte le mie amiche.
“Non
puoi capire” dichiarai asciugandomi gli occhi con un fazzoletto che mi aveva passato.
“Perchè?”
“Perché…
E’ tutto complicato, ecco” inizia a spiegare. “Vedi, nei miei primi quindici
anni e mezzo di vita poche cose mi sono venute bene, tra cui spiccano le mie
amicizie, qualche voto scolastico, il rapporto con la mia famiglia, il mio modo
di pensare. Stop”.
Niko
stava per ribattere, aprì la bocca ma gli feci cenno di aspettare.
“Raramente
sono stata la prima in qualcosa, e quando si parla di aspetto esteriore crollo
perché non sono mai stata l’idolo di qualcuno, non sono mai stata l’alunna
preferita della maestra per la sua bellezza, non sono mai stata la ragazza che
tutte vorrebbero essere al liceo, spesso ero solo Debora, quella che è tutta
precisa, che è “La ragazza seria”, di cui ti puoi fidare solo quando nessun’altro
è disponibile…. Superare le altre candidate per me è stata una cosa magnifica,
ma ora è crollato questo castello….”
Finii questo discorso con nuovi singhiozzi, fu brutto ricordare tutti
quei momenti e vidi che Niko si era ammutito. Che stupida, facevo pena!
Sembravo una di quelle povere disperate che andavano da Alda D’Eusanio a
“Ricomincio da qui” a dire tutti i fatti loro.
Dopo
qualche secondo lui stava per rispondermi quando nella stanza irruppe Simona
senza nemmeno bussare, infagottata in un maglione di lana nonostante fosse
Aprile, cosa che la faceva sembrare ancora più cicciottella.
“Niko…
Oh, scusate” disse, fermandosi sulla porta.
Il
suo sguardo vagò da Niko, seduto verso di me con le mani incrociate, a me, mezza tremante e singhiozzante con il
fazzoletto in mano.
“Dimmi
Simona” rispose lui alzandosi e raggiungendola.
“No,
niente, volevo chiederti di venire a provare con me e Rossella visto che domani
c’è l’appuntamento con la stilista…” spiegò, continuando a squadrarmi.
“Oh,
va bene, vengo tra un pò…”
“No,
dovresti venire ora perché ce le hai tu le chiavi d’emergenza della sala
prove…”
Niko
si voltò, lanciandomi uno sguardo mortificato. Mi alzai, annuendo.
“Scusatemi
voi allora” balbettai. “Ci vediamo domani” aggiunsi allontanandomi.
Me
ne andai nella mia stanza, dove stetti sotto al doccia per un tempo indefinito.
Chissà se tutta quella roba sarebbe andata in onda. Arrossi di vergogna al solo
pensiero.
Indossai
il pigiama, ormai erano le dieci passate. Misi il cartello: “Do not disturb”
fuori la porta per far capire a Martina di non venire in compagnia e farmi
vedere in quelle condizioni.
Non
riuscivo a prendere sonno, ma finsi di dormire quando Martina ritornò molte ore
dopo, ridendo da sola. Chissà cosa stava combinando lei, si vede che si stava
divertendo.
E
ci credo, era l’idolo dei maschietti lì in mezzo insieme a Giulia, la life
coach di Fabio, entrambe bionde e sensuali.
Non
riuscivo a dimenticare l’espressione quasi schifata di Silvia. Ripensai a Niko,
a quando mi aveva abbracciata…
Era
tutto un casino. Decisamente.
Solo
una cosa era sicura: lì stavo facendo di tutto tranne la life coach, anzi,
sembrava che i ruoli si fossero invertiti.
Continua…
Allora,
cosa ve ne sembra? Vi è piaciuto il testo della canzone di Max? Non so come mi
siano venuta l’ispirazione e quelle specie di rime, fatemi sapere! E mi
raccomando, i commento sono sempre ben accettati, ne ho bisogno!^^
La
vostra milly92.
Qualche Anticipazione:
“Ok. Sei davvero attraente così, questa
camicia fa risaltare i tuoi lineamenti e… sei molto sexy” aggiunsi, arrossendo
per l’ennesima volta.
____________
“Tra
parentesi, credevo ti piacessero le bionde dopo che hai accettato l’invito di
Francesca”
____________
“Cosa
si vede in tv?” chiesi spiazzata, allontanandomi dalla sua stretta.
____________
“Hai
saputo, vero?” mi chiese.
____________
“Sei una brava ragazza, e
sarebbe bello se se ne accorgesse. Anzi, per me lo sa, ma non si avvicina
perché è consapevole che prima o poi vi separerete” buttò lì.