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Autore: Axyna    11/07/2014    1 recensioni
La decisione di fare un viaggio in America era stata improvvisa.
Ricordo che pensai che se non fossi partita in quel momento troppe cose mi avrebbero frenato.
Era maggio e all'università non vi erano appelli di esame fino al mese successivo, era il periodo perfetto per prendersi una pausa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Laura mi portò nella sua stanza. Il bello di quell'albergo era che ognuno dei componenti dello staff aveva una sua stanza e quella di Enrique era di fronte a quella di Laura.  
 
Laura mi prestò le cose per la notte, mi aiutò ad entrare nella doccia, a spogliarmi e a rivestirmi.
Fu davvero un tesoro, non credo che ce l'avrei fatta da sola.
Alle undici mi addormentai di botto.
 
A notte fonda, intorno alle 3, mi svegliai di soprassalto. La sbornia era quasi sparita anche se mi girava la testa e mi sentivo instabile.
Mi girai nel letto e vidi accanto a me Laura addormentata su un fianco.
 
Mi alzai piano e andai in bagno. Davanti allo specchio cominciai ad osservarmi.
Alzai le sopracciglia e piegai il collo da un lato.
Ma Laura sapeva effettivamente cos'era un pigiama?!
Mi aveva prestato un babydoll nero per dormire quella notte.  Era proprio da lei.
Un indumento succinto e sexy. Uscii dal bagno e osservai il vestiario di Laura: micro pantaloncini maculati e canotta rosa.
Scossi la testa sorridendo.
Vicino al letto trovai una vestaglia grigio perla, la infilai.
Mi diressi alla porta, girai la chiave e uscii dalla stanza.
 
Una parte del mio cervello sapeva che stavo facendo una cavolata ma l'altra parte era così decisa a farlo, che prevalse su tutti i fronti.
Appena uscita mi trovai di fronte la stanza di Enrique, il cartellino sulla porta, con il suo nome, era in bella vista davanti a me.
Che sarebbe successo se fossi entrata in quel momento?
Sarebbe stato da solo? mi avrebbe buttato fuori? Avrebbe svegliato il resto dello staff?
Avrei fatto una figuraccia quello era sicuro, inoltre Laura mi avrebbe ucciso, ma in quell'istante la mia mente aveva smesso di comandare e aveva lasciato lo spazio al cuore, che in quel momento batteva più forte che mai.
 
Inghiottii la saliva e mi avvicinai alla porta. Sicuramente sarebbe stata chiusa e in quel caso avrei girato i tacchi e sarei tornata immediatamente in stanza da Laura, ma dovevo provarci.
 
Afferrai la maniglia e spinsi forte.
Chiusa.
Era logico, per sicurezza chiunque avrebbe chiuso la porta.
Rimasi qualche secondo in contemplazione della porta, delusa, poi mi girai per andarmene.
In quel momento sentii la chiave della stanza di Enrique girare nella serratura e la porta aprirsi.
Mi girai e mi sentii come il cervo sorpreso dai fari di un'auto.
 
Lo sguardo assonnato ma vigile di Enrique mi stava fissando, le sopracciglia aggrottate e un punto di domanda che aleggiava tra noi.
Registrai tre secondi dopo che era in boxer, a petto nudo.
Per il Cielo e per tutte le sue stelle!
Era in silenzio che mi guardava da qualche minuto..quando capii che era venuto il momento di parlare.
Inghiottii.
"Mi spiace se ti ho svegliato, davvero, ma ti stavo pensando. Ehm. Cioè. Probabilmente ti ho disturbato. Sarai sicuramente in compagnia. Io, scusa. Cioè, fai conto che non sia successo nulla. Per favore non dirlo a Laura. Scusa. Ciao. "
Avevo detto un sacco di cavolate. Oddio, oddio, oddio. Voglio sparire.
Mi diressi velocemente verso la stanza di Laura.
"Vuoi entrare...?"
Mi girai verso Enrique con gli occhi sgranati. Cosa?!
"Cosa?!"
Lui percorse i pochi passi che ci separavano, mi prese per un polso e mi tirò dentro la sua stanza, richiudendo la porta dietro di noi.
 
L'imbarazzo era tangibile. Io  con un babydoll e una vestaglia che arrivava a malapena sopra il ginocchio, lui in boxer.
Aiuto. Che situazione.....
 
Lui si avvicinò e mi toccò i capelli.
Forse era anche lui sotto effetto dell'alcool. Che dovevo fare?
Mi sembrava di essere dentro ad un suo video musicale, sentivo la musica di heartbeat risuonarmi nelle orecchie.
"Io.."
"Shhh" e mi baciò.
 
Fu tutto così veloce. Un attimo prima ci stavamo baciando l'attimo dopo stavamo ansimando sul letto, ancora "vestiti" ma con la voglia di assaporarci e di viverci sempre più forte.
Forse ero solo un capriccio di una notte, il bisogno fisico di un uomo che in quel momento voleva sfogarsi.
In quel preciso istante però niente aveva più senso. Tutto fu retrocesso in un angolino della mente, la mia testa non funzionava quella sera e non so se l'alcool aveva inciso o meno, ma non mi sarei tirata indietro. Non quella notte.
 
Fu così che passammo la notte insieme, vivendoci senza dirci una parola.
 
Quando si addormentò accanto a me, osservai le sue lunghe ciglia che creavano un ventaglio nero in contrasto con la pelle e la bocca rossa e piena, che avevo baciato e che avrei voluto baciare per sempre. Dio, se era bello.
Mi sentii felice e stupida allo stesso tempo. Sorrisi amaramente.
Che cosa mi aspettavo adesso?
 
Guardai l'orologio, erano quasi le cinque e non riuscivo a prendere sonno.
Ripensavo a cosa era successo, incessantemente.
Osservavo Enrique e sentivo il mio cuore vibrare di un sentimento che poco avevo conosciuto e che adesso mi stava inondando il cuore di nuove sensazioni.
 
Mi alzai, mi vestii alla bene e meglio e mi avvicinai alla scrivania, presi foglio e penna e cominciai a scrivere.
 
Enrique,
ho passato una notte stupenda, non so neanche se domani ti ricorderai di me...
Prima che tu ipotizzi qualsiasi cosa sappi che non voglio approfittare di una cosa così bella per farmi pubblicità o per screditarti o per qualsiasi cosa tu pensi.
Io ti ho voluto davvero.
Non so niente di te eccetto quello che sanno tutti, avrei voluto ma ho avuto la possibilità di vedere oltre al profilo pubblico che ostenti. Non ho voluto passare questa notte con te per chi rappresenti ma per ciò che sei: un ragazzo pieno di talento, sensualità e dolcezza.
Io ti am. Se ti dico che sto cominciando a provare qualcosa di forte per te forse non mi crederai, quindi fai conto di non aver letto questa frase.
Non voglio essere qualcuno che dimenticherai troppo presto.
Partirò con il primo aereo per l'Italia.
Non ti dimenticherò, anche se tu lo farai.
Damia.

 
Erano le 5 e in punta di piedi uscii dalla stanza di Enrique ed entrai nella stanza assegnata a Laura pregando che dormisse e che non si fosse svegliata.
La vidi sempre addormentata, ferma nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata.
Dopo un concerto così, dovevano recuperare tutti le energie quindi ero sicura che eccetto il portiere non mi avrebbe vista nessuno.
Mi vestii e scrissi due righe veloci anche a Laura.
 
Laura, giuro che ti spiegherò tutto. Ho fatto una
Parto, torno in Italia. Ti prendo in prestito le chiavi della macchina e dei soldi per partire. So dove tieni la chiave di riserva di casa, prendo le mie cose e giuro che ti renderò fino all'ultimo dollaro preso.
Scusami io non se parto così nel cuore della notte. Ti spiegherò a tempo debito. Non preoccuparti per me.
Ti voglio bene.
Damia.

 
Presi ogni cosa e mi avviai all'uscita, con il cuore a pezzi e l'anima distrutta.
 
  
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