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Autore: Kade    11/07/2014    5 recensioni
Rin è una giovane avvocato di Tokyo che adora il suo lavoro. Ha un ragazzo che la ama, una casa tutta sua e tanti amici. Ha tutto quello di cui ha bisogno e ha intenzione di vivere la sua vita in tranquillità. La sua esistenza, però, viene sconvolta dalla comparsa di Sesshomaru, uomo d'affari arrogante e freddo come il ghiaccio, che ha bisogno di lei per risolvere alcune controversie giudiziarie e per mettere a tacere per sempre il suo più acerrimo nemico: Naraku. Fra aule di tribunale, incertezze, amori e incomprensioni, ecco a voi la mia storia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap 3 - Amori in tribunale





Si sentiva come sospesa in un limbo di sensazioni che variavano dallo spiacevole al terribile. Osservò la propria immagine riflessa nello specchio del bagno, lambita appena dalle tenue lucine che adornavano il mobiletto in cui era incassato l'oggetto riflettente. Gli occhi erano privi della luce dalla quale erano solitamente caratterizzati, i capelli sembravano un ammasso di rovi intricati e la pelle era pallida, smunta, tendente al verdastro. 
Gli aveva detto di sì. Aveva risposto affermativamente alla proposta di matrimonio di Kohaku. Nonostante tutti i problemi di cui lei stessa, per prima, era consapevole e nonostante il fatto che non provasse più i sentimenti di una volta, aveva accettato di sposarlo. E ora non poteva tornare indietro, non dopo che Kohaku si era abbandonato alla felicità e aveva messo su un sorriso così abbagliante da sembrare una lampadina al led.
Sospirò amaramente e cominciò a lavarsi i denti, ancora scossa per ciò che era successo. Mentre fregava la chiostra di denti bianchi con lo spazzolino blu elettrico, pensò a quanto quella giornata era stata penosa. Tra la proposta di matrimonio inaspettata (e non tanto desiderata) e quello gnocconzo (incrocio tra gnocco e stronzo) di Sesshomaru Taisho, aveva toccato il fondo più buio e abissale della storia.

"Sì, mamma! HA ACCETTATO!"

Rin sollevò gli occhi al cielo, fermando la mano che reggeva lo spazzolino. La voce di Kohaku era così alta da bucare le pareti e a quanto pare il ragazzo era intento a informare la cara e dolce futura suocera sull'esito del piano. Quasi le venne da piangere pensando al macello in cui si era così sbadatamente cacciata, ma ormai il danno era fatto e doveva rassegnarsi all'idea di sembrare felice. Non che non amasse Kohaku... Semplicemente in questo periodo aveva rivalutato molte cose e l'idea di sposarlo non aveva fatto capolino neanche per un secondo nel suo cervello.

"Dobbiamo ancora decidere la data, ma non credo di riuscire ad aspettare per mesi... tra due mesi?! Ah, sarebbe bellissimo!!"

Quasi si strozzò col dentifricio. Due mesi?! Ah no, qui c'era bisogno di un intervento rapido e mirato! Se quella sottospecie di cupcake zuccheroso della mamma del suo ragazzo aveva certe malsane idee, era necessario estirparle dalla sua scatola cranica il prima possibile. Rin si sciacquò velocemente la bocca, spense le lucette del bagno e si precipitò in salotto, dove Kohaku continuava a blaterare inconsciamente di vestiti da sposa e fiori.
La ragazza cominciò a gesticolare, imponendogli di rivolgerle l'attenzione e di chiudere la chiamata. Bisognava dire stop a quel delirio. Il ragazzo la ignorò beatamente e Rin, con gli occhi sbarrati, afferrò il cordless con forza.

"Salve, signora.... Ehm, mi dispiace, ma io e Koohaku dobbiamo parlare... Arrivederci, tante care cose!"

Schiacciò il tasto rosso del telefono e lo buttò rabbiosamente sul divano, per poi rivolgere un'occhiata omicida al suo ragazzo.

"Due... mesi?!"
Lui la guardò come se fosse una schizzata in fuga da un manicomio e annuì pacificamente.

"Ma sì, amore! Non sarebbe fantastico? Dopotutto è il nostro sogno!"
La giovane donna dovette fare uno sforzo immenso per non urlargli contro e dirgli che quello non era affatto un suo sogno. No, meglio trattenersi.

"Tesoro..." esordì, la voce quasi un tremolio e un sorriso tirato sulle labbra. "Non credi che sarebbe una decisione un po' affrettata? Dopotutto mi hai appena fatto la proposta e per organizzare queste cose servono mesi e mesi..."

"Mamma mi ha detto che mobiliterà il club di briscola per aiutarla nell'organizzazione, perciò non devi assolutamente preoccuparti."
Le rivolse un sorriso smagliante (il famoso sorriso da lampadina al led) e l'abbracciò, dandole un bacio sulla fronte, mentre Rin rimase immobile come uno stoccafisso.
"Aaaah, sei sempre la mia polemica preferita, tesoro mio! Ora vado a letto... Ti aspetto..."
Con un ultimo sorriso e uno sguardo pseudo-tentatore più simile a quello di un bradipo assonnato, il ragazzo si diresse verso la camera da letto, lasciando Rin in balia del terrore più assoluto.







La camicia e il jeans scuro calzavano a pennello sul suo corpo scolpito, creando un contrasto cromatico affascinante tra la sua pelle nivea e il colore dei suoi abiti. Rimirò la sua immagine allo specchio per qualche secondo, prima di abbandonare la camera da letto e dirigersi verso la cucina. La cameriera, una donna sulla sessantina di nome Kaede, con la quale aveva scambiato sì e no cinque parole in tre anni di servizio, aveva preparato la colazione per lui e l'aveva lasciata sul bancone in marmo bianco della cucina in stile americano ultramoderna. Il pasto consisteva in una ciotola di macedonia composta da kiwi, ananas, fragole e melone, accompagnata da un bicchiere di succo d'arancia rossa e una tazza di caffè lungo con latte. Quella era la sua colazione abituale, che preferiva consumare in solitudine. Come per il resto dei pasti, d'altro canto.
Riflettè per un momento sulla situazione precaria in cui si trovava. Avendo avuto modo di collezionare parecchie denunce nel corso degli anni, era consapevole del fatto che la giuria sarebbe stata poco incline al perdono qualora si fosse trovato ad affronare un processo. Sì, perché non era assolutamente scontato che si sarebbe arrivati ad un punto tanto critico. Sperava (internamente) che quella ragazza fosse un buon avvocato e non una sprovveduta. La questione era estremamente delicata, dal momento che la giustizia giapponese era molto severa sui casi che riguardavano le relazioni con la mafia.
Si sedette sullo sgabello bianco e nero posto vicino all'isola della cucina e afferrò il cucchiaio. Mangiò con lentezza, assaporando il gusto della frutta. Chi lo avesse visto in quel momento avrebbe sicuramente fatto fatica a credere ai propri occhi, visto che Sesshomaru Taisho era un uomo che sembrava provenire da un altro pianeta ed era poco avvezzo a farsi vedere da estranei in atti come il mangiare. Bevve un sorso del caffè lungo e stava per lanciarsi sul succo quando qualcuno suonò al campanello. 
Sapeva già chi si trovava oltre la porta, ovviamente, visto che nessuno tranne Kaede e Kouga aveva mai fatto il suo ingresso in quel luogo. La domestica arrancò verso la porta, maledicendo silenziosamente le sue gambe malandate, e salutò cordialmente la nuova arrivata.

"Mi segua, prego."
L'uomo udì dei passi nel corridoio dal pavimento in parqué che collegava l'immenso salone alla cucina. Smise di mangiare, ma rimase comunque seduto compostamente sullo sgabello, la schiena dritta e gli occhi attenti.
Dal corridoio emersero Kaede e quella ragazza, Rin Ogawa. Qualche giorno fa, durante il loro primo incontro, Sesshomaru aveva faticato a trattenere un sorriso di scherno. Lui non era uno incline a mostrare le sue emozioni e sensazioni, ma doveva ammettere che quella ragazza era piuttosto divertente, considerato il fatto che andava nel panico ogni minuto e che aveva mostrato un interesse fisico nei suoi confronti.

"Buongiorno, signor Taisho! Si ricorda di me?"
Trattenne a fatica l'impulso di risponderle in malo modo. Come poteva essersi dimenticato? Si erano conosciuti appena qualche giorno prima.

"Non soffro di Alzheimer, signorina Ogawa. Non ho nemmeno trent'anni."
La risposta fece arrossire la giovane e Sesshomaru non potè bloccare il pensiero di quanto fosse carina quella ragazza.
"Si sieda" Aggiunse, indicandole con la mano grande e affusolata lo sgabello dall'altro lato dell'isola. Rin si sedette e Kaede, da brava domestica, le chiese se gradisse qualcosa. L'avvocato notò il bicchiere di succo all'arancia rossa con la coda dell'occhio e lo indicò con il capo bruno.

"Lo stesso, grazie."
La donna anziana fu veloce e nel giro di mezzo minuto aveva portato a termine il suo compito ed era andata via, lasciando i due soli. Rin aprì la valigetta ventiquattrore e tirò fuori una cartelletta contenente un mazzetto di fogli, cominciando a osservarli e a sfogliarli.
"Bene, signor Taisho, ho avuto modo di leggere i fascicoli del caso e devo dirle che siamo in alto mare. Detto quest-"

"Da questa affermazione posso dedurre che o lei è un pessimo avvocato o la situazione è più grave di quel che sembra."
Replicò freddamente Sesshomaru, facendo sollevare lo sguardo alla ragazza.

"Opterei per la seconda supposizione, Taisho-san. Ora, se non le dispiace, vorrei andare avanti."
La risposta secca lo fece rimanere di stucco (sempre internamente), gli occhi dorati fissi in quelli marroni di Rin. Lo stava sfidando? Eppure, durante il loro incontro risalente a qualche giorno fa, aveva avuto modo di notare, per quanto frettolosamente, che lei sembrava più imbarazzata di fronte a lui che altro. D'altro canto, poi, Sesshomaru era un uomo d'affari cinico e calcolatore, abituato ad essere obbedito, servito e riverito da tutti quanti.  La risposta di Rin lo aveva lasciato per un attimo basito e lei aveva quindi approfittato per riportare l'attenzione sull'argomento precedente.
"Ho assoldato un tecnico informatico specializzato per controllare la contabilità della sua società e abbiamo scoperto che, purtroppo, il sistema è stato perpetrato da qualcuno. Un hacker." Fece una pausa, le labbra chiuse in una linea retta. "E' proprio questo il problema, però. Se quest'hacker si dimostrasse così bravo come crediamo, allora sarebbe davvero molto, molto difficile riuscire a ottenere gli indirizzi ip e quindi verificare da quale postazione ha effettuato l'accesso."

Sesshomaru annuì freddamente, capendo la gravità della situazione.
"Possiamo però fare delle supposizioni... " Continuò Rin, scostando una ciocca di capelli ribelle dagli occhi. "L'attenzione dell'hacker si è concentrata sul mercato immobiliare, che, da quanto so, è una delle parti fondamentali del business della Taisho Industries. Si tratta, inoltre, di locali commerciali situati nel quartiere di Kabukicho, uno dei più malfamati di Tokyo. Da qui è evidente il collegamento con la mafia, che svolge i suoi traffici illegali proprio in quel polo cittadino."
Il modo di parlare di Rin era così diretto e catalizzante che Sesshomaru si trovò quasi assorbito dalle sue parole. Gli piacevano le persone che non si perdevano in chiacchiere.
"Propongo di cominciare con le ricerche. Il nostro ufficio legale ha già preso accordi con la polizia per andare fino in fondo a questa storia." Rin si alzò leggera dallo sgabello, la gonna del tubino nero che non impediva i suoi movimenti eleganti e misurati. Sesshomaru si perse per un momento nello spacco laterale dell'abito, che mostrava la pelle delicata e rosea della coscia. Stay focused, Taisho.
"Ora devo andare in studio. Le raccomando nuovamente di stare in casa e non mettere piede fuori per nessun motivo... Ho come l'impressione che qualcuno stia cercando di incastrarla, signor Taisho. Qualcuno di abbastanza potente da riuscire a non lasciare le sue tracce o così sembra."

"E sarà suo compito capire chi è costui."
Replicò Sesshomaru, gelido quanto un chicco di grandine, alzandosi e avvicinandosi alla donna.




Lo vide alzarsi dallo sgabello e avvicinarsi a lei. Mentre il suo corpo scolpito si faceva sempre più vicino, la ragazza lasciò che le labbra si semi-aprissero e gli occhi si disponessero in linea d'aria col suo petto, le cui linee di demarcazione erano visibili attraverso il tessuto sottile della camicia. Sentì le guance andare in fiamme e il cuore cominciare a martellare così forte che per un attimo aveva paura fosse udibile. Si era fatto ancora più vicino, il braccio teso verso di lei e gli occhi dorati che la osservavano dall'alto del suo metro e novanta. Rin si sporse in avanti senza neanche accorgersene, il piede ora appoggiato al suolo in punta, come se volesse protendersi verso di lui.
Il profumo di lui arrivò alle sue narici, inebriandola dai capelli alle dita dei piedi. Sembrava che il fatto di essere fidanzata fosse una cosa di ben poca importanza in quel momento. E poi, a ben pensarci, ce l'aveva ancora con Kohaku per il progetto del matrimonio-lampo. Egli si protese ancora di più in avanti e si abbassò, il viso all'altezza di quello di Rin... Mancavan pochi centimetri per lambire le sue labbra.

'Così pochi centimetri...', pensò l'avvocato, socchiudendo leggermente gli occhi e abbandonandosi al nulla più assoluto.

"Sta per avere una sincope o cosa?"

Il suono della voce la risvegliò in modo più brusco di quanto avrebbe mai potuto fare una secchiata d'acqua gelida. Sbarrò gli occhi e lo trovò proprio davanti a lei, un sorrisetto ghignante sul suo bellissimo volto e il bicchiere di succo d'arancia precedentemente servitole da Kaede. Era immobile, ancora protesa verso di lui. 

"Sapevo di causare un certo effetto sulle donne, ma non credevo di avere un tale potere."

Rin si alzò in tutta fretta e prese a raccattare il cumulo di fogli sparsi sul piano di marmo, la sua mente che vagava oltre e le faceva sentire in modo assoluto il peso della propria stupidità. 'Kami-sama, Kami-sama, Kami-sama... Ma che cosa volevi fare, Rin?! Anzi... Cosa speravi che facesse lui? Baka!!' Ripose tutto quanto dentro la valigetta nera, consapevole di dover affrontare ancora una volta il volto ghignante di Sesshomaru.

"Si è fa-fatto proprio tardi... Sì sì... De-de-devo andare..."
Detto questo evitò di fissare l'uomo e si diresse spedita verso il corridoio. Uscì di casa in tutta fretta, senza neanche salutare la domestica che l'aveva così gentilmente accolta in casa o perfino Sesshomaru. Corse, per quanto glielo permettessero i tacchi neri, verso la sua Suzuki Swift e, dopo aver acceso il quadro e aver ingranato la marcia, uscì dal vialetto quasi sgommando.

'Stupida, stupida Rin! Sei una baka! Maledetto il giorno in cui hai deciso di accettare il caso. E maledetto tu, Sesshomaru Taisho! Non potevi essere una sottospecie di scorfano coi bubboni in faccia?! Noooo, dovevi essere un adone bellissimo e stramaledettamente stronzo... non vedo l'ora che tutto questo finisca...'




Sesshomaru, nel frattempo, stava ancora osservando il corridoio della cucina, centellinando casualmente il succo d'arancia, gli occhi dorati che emenavano un barlume di stupore.

'E io che volevo solo prendere il succo che aveva lasciato...'






» Angolo dell'autrice


Vi prego, non fatemi del maleee! :(
So che non aggiorno da tanto tempo, ma purtroppo gli impegni universitari mi tengono lontana da questo sito per fin troppo tempo. Questa storia mi piace davvero tanto: amo scriverla e rileggere ciò che il mio cervello ha partorito... per questo vorrei davvero essere più costante nell'aggiornare, ma tant'è...

Detto questo, passiamo ai ringraziamenti:

Zonami84 ¤  Ciao, carissima! :3
                    Oh, mi fa piacere sapere che la storia ti piace! E' sempre un onore per un'autrice, anche se alle prime armi, sapere che ciò che si
                    scrive appassiona i lettori. Spero che tu abbia la pazienza e la voglia di leggere anche questo terzo capitolo.
                    Un bacio! :*

Samirina ¤    Oh, ma salve, cara! *-*
                    Come tu ami l'ironia, anche io la stra-amo! Secondo me è una sorta di espediente che non dovrebbe mai mancare né nella vita né
                    in ciò che si scrive. Ahahahah sappi che ho adorato scrivere quella parte :3 E anche in questo capitolo spero tu possa trovare
                    qualcosa che ti sia piaciuto. Sono pronta a ricevere critiche/complimenti/pomodori in faccia. Un bacione grandissimo!

Lilixsana ¤    Ciao, tesorino!
                    Leggere la tua recensione mi ha fatto taaaantissimo piacere. Ricevere dei responsi positivi fa sempre bene, lo ammetto. E'                                 gratificante! :) Ahahahah lo soo, sono davvero molto cattiva, ma la suspanse è la base di ogni storia che si rispetti, no? Ammetto
                     anche che questo suspanse è durata molto più del solito, visto che per vari motivi non ho potuto aggiornare... Spero comunque
                    che questo mio immenso ritardo non ti abbia privata del piacere di leggere la mia storia. Un bacio grande e fammi sapere che
                    ne pensi! :D :D :D

Serin88 ¤      Hello there! :)
                    Ricevere una recensione da te è un onore, visto che ti vedo da un bel po' bazzicare qui su EFP e so che più o meno conosci bene
                    il fandom di InuYasha. Beh, devo dire che faccio del mio meglio per rendere Sesshomaru il meno possibile OOC, ma credo che
                    quando si scriva una AU sia necessario tener conto del fatto che, per forza di cose, molti aspetti del carattere di un personaggio
                    debbano essere cambiati, per quanto sia una sofferenza farlo. Questo vale più che altro per un carattere come quello del nostro
                    Sesshomaru, mentre per quanto riguarda Rin sappiamo tutti quanti che è molto più facile da adattare a diversi contesti.
                    Che dire di più? Ti ringrazio tantissimo per la recensione e per i complimenti! Un bacione grande! :D

Chocola_22 ¤   Ciaoooo! :D
                        Eeeeh, alla fine Rin ha accettato. E' stata un po' codarda, lo ammetto. Spero che anche questo capitolo ti abbia soddisfatta! :D

Piccola Rin ¤   Hola! :D
                      Già, Sesshomaru in questa storia sarà un pochino sopra le righe quando si tratterà di provocare Rin e metterla in imbarazzo.                              Di certo è consapevole di essere estremamente sexy e di avere tutte le carte in regola per farlo. Un bacio! :D

Maysun ¤    Carissima, ciao! :3
                    Sesshomaru è il sogno erotico di chiunque, credo. E' bello, intelligente, stronzo e quant'altro. Sappi che per anni è stato il mio                             uomo ideale... Ed è stato uno shock quando ho capito che non esisteva. Povera me. Infanzia distrutta :(
                    Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo! :D :D :D Un bacio!




   
 
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