Vi prego, vi prego…scusatemi per l’assenza immotivata dalle scene…lo so che non sono perdonabile ç__ç
Cmq adesso sono di nuovo qui e conto di restarci
stabilmente :D
So…spero vi piaccia :D
“Io non so perché cazzo sei voluta venire a questa
festa…” Gerard accanto a me sbuffò, lasciandosi cadere su uno dei tanti divani
che affollavano la sala. Io lo guardai dispiaciuta, pensando a malincuore alla
serata che avevamo programmato, soli soletti nella nostra casa in riva
all’oceano.
“Ma non capisci?” feci sedendomi accanto a lui. Si
limitò a scuotere la testa, mentre con una mano si stropicciava gli occhi. “No,
non capisco…so solo che sono stanco morto, tra qualche ora dovremo essere di
nuovo sul set e l’unica cosa che desideravo era stare solo con te, ma per
qualche inspiegabile motivo siamo dovuti venire qui…”
“Dio Gerard, come fai a non capire…non potevamo
lasciare Frank ed Izzie da soli!”
A quelle parole lui mi squadrò come se fossi
un’aliena appena atterrata sul pianeta Terra. “Di cosa parli? Frank e Izzie?”
“Andiamo Gerard, non hai visto come la guarda? Non
le stacca un attimo gli occhi di dosso…e sono preoccupata…” abbassai lo
sguardo. “Non posso crederci…cioè…noi siamo venuti qui, abbiamo rinunciato alla
nostra serata solo perché tu avevi il sospetto che Frank volesse scoparsi
Izzie?” si stava arrabbiando ed effettivamente non potevo dargli tutti i torti.
Doveva essere veramente stanco dopo una giornata estenuante sul set, ed invece
che passare una tranquilla serata, l’avevo trascinato a quella festa, per un
motivo che secondo lui era infondato.
“Hey ragazzi!” la voce squillante di Izzie,
interruppe la nostra conversazione. “Ecco dov’eravate…io e Frank vi stavamo
cercando!”
Alzai lo sguardo e vidi loro due per mano che si
avvicinavano.
Mi percorse un fremito. Pensai immediatamente a
Jamia che dormiva ignara di tutto in albergo.
“Noi andiamo ora…” fece Gerard alzandosi e
tirandomi su dal divano. “Bella festa, davvero! Ma non mi reggo in piedi…ci vediamo
domattina sul set…”
Io non potei fare che assecondarlo…dopotutto
l’avevo già fatto arrabbiare abbastanza per quella sera. “Ciao Izzie!” feci dandole un rapido bacio
sulla guancia “Se non ti vedrò domani, ho comunque il tuo numero. Possiamo
vederci un pomeriggio!”le dissi. “Certo! Non vedo l’ora! Insieme ci divertiremo
tantissimo!” fece lei sorridendo.
Passai accanto a Frank con la scusa di salutarlo
“Mi raccomando a te…” gli sussurrai minacciosa in un orecchio, poi sorrisi e a
voce alta esclamai “A domani Frank!”
“Ah…il mio letto…” esclamai, non appena mettemmo
piede nella camera da letto della nostra casa. Mi ci fiondai sopra e affondai
la testa nel cuscino, ispirando il profumo di marsiglia. Quanto mi era mancata
la nostra casa.
Gerard rimase a fissarmi per qualche minuto prima
di raggiungermi e di sedersi accanto a me.
Io alzai la testa a guardarlo e gli sorrisi
innocentemente “Credo che la maratona di Roswell sia finita…” gli dissi
dispiaciuta.
Lui mi accarezzò i capelli, che mi scendevano in morbide
onde rosse sul viso, e me li scostò. “Sono molto arrabbiato per questo” mi
sorrise, scoprendo quei denti piccoli e bianchissimi, che lo facevano
assomigliare ad un bambino.
“Oh, povero il mio Gerard…vediamo se riesco a
trovare il modo per farmi perdonare…” con una mano gli avvicinai il volto al
mio e lo baciai dolcemente, trascinandolo sempre più in basso, finchè non si
ritrovò steso su di me.
“Sempre arrabbiato?” sorrisi contro le sue labbra,
scostandomi un poco.
“Molto meno…ma non ti ho perdonata del tutto…”
Lo feci stendere accanto a me “Tu te ne
approfittì…” gli sussurrai poi in un orecchio, ritornando a baciarlo.
Non c’era niente come stare sdraiata accanto a lui
in quel letto, baciarlo teneramente ed accarezzargli i capelli.
La perfezione di quei piccoli momenti non l’ho mai
più riprovata e l’unica cosa che mi resta adesso è solo il ricordo della sua
pelle, della sua bocca, del modo in cui mi accarezzava e mi stringeva.
A volte mi chiedo se non sia meglio scordarsi tutto
ciò…fa parte di un passato che non ritornerà mai più e i ricordi fanno così
male. Credo di farcela a superare tutto, a ripensarci senza soffrire, ma la
verità è che non ci riesco.
Ogni volta che penso a lui e a come eravamo
perfetti insieme vorrei morire…
“A che pensi?” gli chiesi, fissandolo in quegli
occhi così tristi. Lui mi passò un braccio sulla schiena e mi strinse a sé. “A
te…penso che domattina quando riaprirò gli occhi tu sarai la prima cosa che
vedrò e mi sento così fortunato…di averti qui…con me…”
Io lo fissai per un secondo prima di aggiungere
“…domattina…diciamo tra qualche ora…” poi risi e prima che lui potesse
ribattere lo baciai.
“E comunque hai sbagliato…sono io la fortunata non
tu…Gerard ma tu hai una vaga idea di cosa sei stato per me in questi anni?” mi
misi a sedere sul letto e lo guardai fisso “Tu mi hai salvata…io ero…niente
praticamente. Avevo perso tutti i miei sogni, tutte le illusioni che avevo fin
da bambina…e poi sei arrivato tu ed è cambiato tutto…no credimi sono io la
fortunata. Ma sai quante ragazze lì fuori ucciderebbero per essere al posto
mio?”
Lui mi guardò fisso, poi mi prese il viso tra le
mani e mi strinse contro il petto. “Ti prego restiamo così…” esclamò, la bocca
serrata contro i miei capelli. Io annuii impercettibilmente e aspirai a fondo
il suo odore, cercando di imprimerlo indelebilmente nella mia memoria.
Mi ricorderò per sempre di quella notte. Ci
addormentammo stretti, persi l’uno nel mondo dell’altra, sognando chi lo sa, di
rimanere in quel modo per l’eternità.
La mattina dopo mi svegliai con il profumo di caffè
nelle narici e un vago mal di testa, dato dalla ridottissima quantità di ore di
sonno.
“Hmm…” mormorai, nascondendo la testa sotto al
cuscino e cercando di tirarmi le lenzuola più su che potevo per far capire a
chiunque avesse la malsana idea di farmi alzare, che non se ne parlava proprio.
Evidentemente Gerard non aveva afferrato il
concetto e mi tolse di scatto il cuscino, gettandolo in un angolo ai piedi del
letto.
“Ely…” fece posando una tazzina di caffè sul
comodino.
“Hmm…Gerard…ti odio…” mormorai, nascondendomi
ancora più sotto le lenzuola. “Che cazzo di ore sono?” aggiunsi poi.
Lo sentii ridacchiare accanto a me “Veramente è
quasi l’una…” mi voltai di scatto “Cosa?? Oddio…ma sei in ritardissimo…il video…Marc…gli
altri…” blaterai tutto d’un fiato. Lui mi guardò con un’aria di sufficienza.
“Guarda che ci sono già andato. C’è la pausa pranzo e ho fatto un salto a
vedere se ti eri svegliata. Ti ho portato il caffè e un sandwich…” agitò un
sacchettino marrone e appoggiò anche quello sul comodino.
“Oddio…perché non mi hai svegliata?” esclamai,
mettendomi a sedere e massaggiandomi la testa. “Eri così carina…” io gli
sorrisi dolcemente ma il mio sorriso svanì quando aggiunse “…e poi anche
volendo non ci sarei riuscito…russavi così forte che non mi avresti sicuramente
sentito!” e poi rise.
Io assunsi un’espressione risentita “Ah…ma sentilo!
Io non russo affatto per tua informazione!” e gli lanciai l’altro cuscino, che
lo centrò in pieno viso.
“Hey hey hey!!” esclamò
una voce da qualche parte nella stanza “Vi lanciate sempre i cuscini appena
svegli per dimostrarvi quanto vi amate?”
Mi voltai verso la porta “Izzie!” esclamai “Che ci
fai qui?”
“E’ venuta con me per portarti il pranzo…io devo
tornare sul set ora, ma voi due potete spassarvela un po’!” fece Gerard.
“Non vuoi che venga con te?” gli chiesi. “Oh no,
non ti preoccupare…ti annoieresti…poi finiamo presto…dobbiamo solo suonare nel
garage quindi non è niente di che…”
Io annuii e lui mi dette un rapido bacio sulle
labbra prima di alzarsi dal letto e dirigersi verso le scale. “Ciao Izzie…a
dopo!” fece, scomparendo l’istante successivo.
“Allora…ben svegliata!” fece lei, avvicinandosi a
me, che me ne stavo sempre seduta sotto le lenzuola. Io mi stiracchiai e tra
uno sbadiglio e l’altro riuscii a dirle “Grazie…”
Era molto carina quella mattina, con quella
gonnellina che le metteva in risalto le gambe lunghe e snelle e i capelli
sciolti sulle spalle, trattenuti da un cerchietto.
“Senti Ely…io ti devo parlare…” cominciò subito,
cambiando repentinamente espressione.
Io ripiombai immediatamente nella realtà dal mondo
dei sogni dove ancora vagamente mi trovavo. Pensai subito al peggio. “Certo,
dimmi…” le dissi, un po’ titubante.
“So che ancora praticamente non ci conosciamo, ma
se non ne parlo con qualcuno esplodo…e poi tu sei l’unica amica che ho qui a
LA…e poi tu conosci anche lui, sai com’è la situazione e io…io non so veramente
che cazzo fare…” mi investii come un fiume in piena, sedendosi accanto a me.
Ecco…avevo già capito…”Hey, hey…Izzie…calmati…fai
un bel respiro e spiegami per bene cosa è successo…” le dissi, nonostante
sapessi esattamente cosa stava per dirmi.
Lei mi fissò con quegli occhioni verdi da bambina.
Era così dolce…Dio se Frank l’avesse fatta soffrire non glielo avrei mai
perdonato.
“Ecco…praticamente…ieri…dopo che tu e Gerard ve ne
siete andati, io ho chiesto a Frank se mi accompagnava a casa…oddio Ely so che
ho fatto malissimo. So che lui sta con Jamia da un sacco di tempo, che si amano
tantissimo e che io dovrei farmi gli affari miei, ma…hai presente quando sai
che una cosa è profondamente sbagliata e proprio per questo non resisti a non
farla?” io annuiii…la capivo in pieno.
Lei sembrò rassicurata dal mio gesto e continuò
“Beh…non so cosa mi sia preso, ma sapevo che a casa mia non ci sarebbe stato
nessuno…e lui era lì, e continuava a guardarmi con quello sguardo…e io non ho
capito più niente…ti giuro Ely…”
Io non sapevo onestamente cosa aggiungere. Avevo la
salivazione azzerata, e in qualche modo sapevo come sarebbe continuato quel
racconto.
“…e….oddio…come faccio a dirtelo? Mi prenderai per
una puttana…” a quelle parole alzai immediatamente lo sguardo su di lei. “Izzie
stai scherzando? Cosa ti viene in mente? E’ l’ultima cosa che penserei di
te…qualsiasi cosa sia successa, fidati!”
Lei sorrise amaramente “…beh forse dovresti
pensarlo…” aggiunse.
Vidi che una lacrima le scendeva silenziosa su una
guancia rosea e dentro di me presi nota di uccidere Frank la prossima volta che
l’avessi incontrato.
Le presi una mano e gliela strinsi e lei continuò
“…insomma gli ho detto che mia sorella non c’era e gli ho chiesto se voleva
salire…in quel momento mi è sembrata la cosa più giusta da fare…e il modo in
cui lui mi ha sorriso mi ha davvero fatto credere che fosse così…”
Si bloccò un attimo, asciugandosi la lacrima
solitaria che le rigava il volto “…e così ci siamo baciati. Oddio Ely mi sento
morire se ci ripenso…” teneva lo sguardo basso mentre parlava “…e non è tutto
purtroppo.”
Oddio…no…non poteva essere…”Ti prego fa che si
siano limitati a qualche bacio…” scongiurai dentro me stessa.
“…era tutto così perfetto come niente nella mia
vita. In quel momento ho solo smesso di pensare e mi sono lasciata trascinare…e
così…abbiamo anche fatto l’amore…” alzò lo sguardo “…e la cosa peggiore è che
ancora adesso se tornassi indietro rifarei tutto, nonostante sappia che è stata
una grande cazzata…nonostante lui stamattina si sia rivestito in fretta e furia
e se ne sia andato subito…io rifarei tutto…”
“Izzie…” finalmente la interruppi, ma lei sembrò
non avermi ascoltato “…ho pensato che magari si sentiva in colpa per
Jamia…dopotutto se mi sento in colpa io, figurati lui…” “Izzie…” finalmente si
bloccò e mi guardò.
“Come posso dirti che hai sbagliato? Non posso…tu
hai fatto quello che ti sentivi di fare e non posso biasimarti. Solo che mi
capirai se ti dico che la situazione è alquanto complicata ora…Jamia non deve
sapere niente…”
Lei annuì “Certo…” era così indifesa.
“Oh, vieni qui…” le dissi, abbracciandola stretta contro
di me.
“Ely…” scoppiò in lacrime. “Mi odio per quello che
ho fatto…Jamia è fantastica e io non posso credere di averle fatto questo…e per
cosa poi? Per una scopata e via?”
Io mi discostai e le asciugai le lacrime “Insomma
che cosa mi aspetto? Lui la ama, è la sua ragazza da tantissimo ed io non sono
altro che la distrazione di una serata…niente più di questo…”
“Basta piangere…” le dissi sorridendo. “Sei così
bella quando sorridi…” lei sorrise tra le lacrime “…l’unica cosa che posso
dirti è di parlare con Frank…e di trovare una soluzione…” lei annuì “Lo
so…prima sul set gli ho chiesto se stasera potevamo vederci, senza impegno,
solo per parlare…così stasera ci vediamo….”
“Bene! Sono sicura che risolverete le cose!” le
sorrisi, cercando di confortarla.
“Adesso che ne dici di andare in spiaggia? Così ci
svaghiamo un po’, prendiamo un po’ di sole, chiacchieriamo…”
“Certo!” fece lei, d’improvviso più serena. “Grazie
Ely per avermi ascoltata…e per non avermi giudicata…per me significa molto…”
“Per così poco…” le dissi, alzandomi dal letto e
dandole un affettuosa pacca sulla schiena.
“Uccidere Frank la prossima volta che lo incontro…”
presi nota mentalmente.