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Autore: RiceGrain    30/08/2008    3 recensioni
Ero stata costretta a fuggire. Costretta non da qualcuno in particolare, ma da tutta una serie di cose che mi avevano profondamente convinta che la "vita fa schifo", o meglio "life sucks"...rende decisamente meglio. La banalità dello scorrere dei giorni tutti uguali, uno identico all'altro mi stava soffocando, e sapevo che non avrei retto ancora per molto. Così la decisione di fuggire, provare a ricominciare tutto d'accapo in un altro posto...sì, ma quale? Ely e Gerard...due persone così lontane eppure così vicine...le loro vite sono destinate ad intrecciarsi e a restare unite per sempre...through it all...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Io non so perché cazzo sei voluta venire a questa festa…” Gerard accanto a me sbuffò, lasciandosi cadere su uno dei tanti div

 

Vi prego, vi prego…scusatemi per l’assenza immotivata dalle scene…lo so che non sono perdonabile ç__ç

Cmq adesso sono di nuovo qui e conto di restarci stabilmente :D

So…spero vi piaccia :D

 

 

“Io non so perché cazzo sei voluta venire a questa festa…” Gerard accanto a me sbuffò, lasciandosi cadere su uno dei tanti divani che affollavano la sala. Io lo guardai dispiaciuta, pensando a malincuore alla serata che avevamo programmato, soli soletti nella nostra casa in riva all’oceano.

“Ma non capisci?” feci sedendomi accanto a lui. Si limitò a scuotere la testa, mentre con una mano si stropicciava gli occhi. “No, non capisco…so solo che sono stanco morto, tra qualche ora dovremo essere di nuovo sul set e l’unica cosa che desideravo era stare solo con te, ma per qualche inspiegabile motivo siamo dovuti venire qui…”

“Dio Gerard, come fai a non capire…non potevamo lasciare Frank ed Izzie da soli!”

A quelle parole lui mi squadrò come se fossi un’aliena appena atterrata sul pianeta Terra. “Di cosa parli? Frank e Izzie?”

“Andiamo Gerard, non hai visto come la guarda? Non le stacca un attimo gli occhi di dosso…e sono preoccupata…” abbassai lo sguardo. “Non posso crederci…cioè…noi siamo venuti qui, abbiamo rinunciato alla nostra serata solo perché tu avevi il sospetto che Frank volesse scoparsi Izzie?” si stava arrabbiando ed effettivamente non potevo dargli tutti i torti. Doveva essere veramente stanco dopo una giornata estenuante sul set, ed invece che passare una tranquilla serata, l’avevo trascinato a quella festa, per un motivo che secondo lui era infondato.

“Hey ragazzi!” la voce squillante di Izzie, interruppe la nostra conversazione. “Ecco dov’eravate…io e Frank vi stavamo cercando!”

Alzai lo sguardo e vidi loro due per mano che si avvicinavano.

Mi percorse un fremito. Pensai immediatamente a Jamia che dormiva ignara di tutto in albergo.

“Noi andiamo ora…” fece Gerard alzandosi e tirandomi su dal divano. “Bella festa, davvero! Ma non mi reggo in piedi…ci vediamo domattina sul set…”

Io non potei fare che assecondarlo…dopotutto l’avevo già fatto arrabbiare abbastanza per quella sera.  “Ciao Izzie!” feci dandole un rapido bacio sulla guancia “Se non ti vedrò domani, ho comunque il tuo numero. Possiamo vederci un pomeriggio!”le dissi. “Certo! Non vedo l’ora! Insieme ci divertiremo tantissimo!” fece lei sorridendo.

Passai accanto a Frank con la scusa di salutarlo “Mi raccomando a te…” gli sussurrai minacciosa in un orecchio, poi sorrisi e a voce alta esclamai “A domani Frank!”

 

 

“Ah…il mio letto…” esclamai, non appena mettemmo piede nella camera da letto della nostra casa. Mi ci fiondai sopra e affondai la testa nel cuscino, ispirando il profumo di marsiglia. Quanto mi era mancata la nostra casa.

Gerard rimase a fissarmi per qualche minuto prima di raggiungermi e di sedersi accanto a me.

Io alzai la testa a guardarlo e gli sorrisi innocentemente “Credo che la maratona di Roswell sia finita…” gli dissi dispiaciuta.

Lui mi accarezzò i capelli, che mi scendevano in morbide onde rosse sul viso, e me li scostò. “Sono molto arrabbiato per questo” mi sorrise, scoprendo quei denti piccoli e bianchissimi, che lo facevano assomigliare ad un bambino.

“Oh, povero il mio Gerard…vediamo se riesco a trovare il modo per farmi perdonare…” con una mano gli avvicinai il volto al mio e lo baciai dolcemente, trascinandolo sempre più in basso, finchè non si ritrovò steso su di me.

“Sempre arrabbiato?” sorrisi contro le sue labbra, scostandomi un poco.

“Molto meno…ma non ti ho perdonata del tutto…”

Lo feci stendere accanto a me “Tu te ne approfittì…” gli sussurrai poi in un orecchio, ritornando a baciarlo.

Non c’era niente come stare sdraiata accanto a lui in quel letto, baciarlo teneramente ed accarezzargli i capelli.

La perfezione di quei piccoli momenti non l’ho mai più riprovata e l’unica cosa che mi resta adesso è solo il ricordo della sua pelle, della sua bocca, del modo in cui mi accarezzava e mi stringeva.

A volte mi chiedo se non sia meglio scordarsi tutto ciò…fa parte di un passato che non ritornerà mai più e i ricordi fanno così male. Credo di farcela a superare tutto, a ripensarci senza soffrire, ma la verità è che non ci riesco.

Ogni volta che penso a lui e a come eravamo perfetti insieme vorrei morire…

 

“A che pensi?” gli chiesi, fissandolo in quegli occhi così tristi. Lui mi passò un braccio sulla schiena e mi strinse a sé. “A te…penso che domattina quando riaprirò gli occhi tu sarai la prima cosa che vedrò e mi sento così fortunato…di averti qui…con me…”

Io lo fissai per un secondo prima di aggiungere “…domattina…diciamo tra qualche ora…” poi risi e prima che lui potesse ribattere lo baciai.

“E comunque hai sbagliato…sono io la fortunata non tu…Gerard ma tu hai una vaga idea di cosa sei stato per me in questi anni?” mi misi a sedere sul letto e lo guardai fisso “Tu mi hai salvata…io ero…niente praticamente. Avevo perso tutti i miei sogni, tutte le illusioni che avevo fin da bambina…e poi sei arrivato tu ed è cambiato tutto…no credimi sono io la fortunata. Ma sai quante ragazze lì fuori ucciderebbero per essere al posto mio?”

Lui mi guardò fisso, poi mi prese il viso tra le mani e mi strinse contro il petto. “Ti prego restiamo così…” esclamò, la bocca serrata contro i miei capelli. Io annuii impercettibilmente e aspirai a fondo il suo odore, cercando di imprimerlo indelebilmente nella mia memoria.

Mi ricorderò per sempre di quella notte. Ci addormentammo stretti, persi l’uno nel mondo dell’altra, sognando chi lo sa, di rimanere in quel modo per l’eternità.

 

La mattina dopo mi svegliai con il profumo di caffè nelle narici e un vago mal di testa, dato dalla ridottissima quantità di ore di sonno.

“Hmm…” mormorai, nascondendo la testa sotto al cuscino e cercando di tirarmi le lenzuola più su che potevo per far capire a chiunque avesse la malsana idea di farmi alzare, che non se ne parlava proprio.

Evidentemente Gerard non aveva afferrato il concetto e mi tolse di scatto il cuscino, gettandolo in un angolo ai piedi del letto.

“Ely…” fece posando una tazzina di caffè sul comodino.

“Hmm…Gerard…ti odio…” mormorai, nascondendomi ancora più sotto le lenzuola. “Che cazzo di ore sono?” aggiunsi poi.

Lo sentii ridacchiare accanto a me “Veramente è quasi l’una…” mi voltai di scatto “Cosa?? Oddio…ma sei in ritardissimo…il video…Marc…gli altri…” blaterai tutto d’un fiato. Lui mi guardò con un’aria di sufficienza. “Guarda che ci sono già andato. C’è la pausa pranzo e ho fatto un salto a vedere se ti eri svegliata. Ti ho portato il caffè e un sandwich…” agitò un sacchettino marrone e appoggiò anche quello sul comodino.

“Oddio…perché non mi hai svegliata?” esclamai, mettendomi a sedere e massaggiandomi la testa. “Eri così carina…” io gli sorrisi dolcemente ma il mio sorriso svanì quando aggiunse “…e poi anche volendo non ci sarei riuscito…russavi così forte che non mi avresti sicuramente sentito!” e poi rise.

Io assunsi un’espressione risentita “Ah…ma sentilo! Io non russo affatto per tua informazione!” e gli lanciai l’altro cuscino, che lo centrò in pieno viso.

“Hey hey hey!!” esclamò una voce da qualche parte nella stanza “Vi lanciate sempre i cuscini appena svegli per dimostrarvi quanto vi amate?”

Mi voltai verso la porta “Izzie!” esclamai “Che ci fai qui?”

“E’ venuta con me per portarti il pranzo…io devo tornare sul set ora, ma voi due potete spassarvela un po’!” fece Gerard.

“Non vuoi che venga con te?” gli chiesi. “Oh no, non ti preoccupare…ti annoieresti…poi finiamo presto…dobbiamo solo suonare nel garage quindi non è niente di che…”

Io annuii e lui mi dette un rapido bacio sulle labbra prima di alzarsi dal letto e dirigersi verso le scale. “Ciao Izzie…a dopo!” fece, scomparendo l’istante successivo.

“Allora…ben svegliata!” fece lei, avvicinandosi a me, che me ne stavo sempre seduta sotto le lenzuola. Io mi stiracchiai e tra uno sbadiglio e l’altro riuscii a dirle “Grazie…”

Era molto carina quella mattina, con quella gonnellina che le metteva in risalto le gambe lunghe e snelle e i capelli sciolti sulle spalle, trattenuti da un cerchietto.

“Senti Ely…io ti devo parlare…” cominciò subito, cambiando repentinamente espressione.

Io ripiombai immediatamente nella realtà dal mondo dei sogni dove ancora vagamente mi trovavo. Pensai subito al peggio. “Certo, dimmi…” le dissi, un po’ titubante.

“So che ancora praticamente non ci conosciamo, ma se non ne parlo con qualcuno esplodo…e poi tu sei l’unica amica che ho qui a LA…e poi tu conosci anche lui, sai com’è la situazione e io…io non so veramente che cazzo fare…” mi investii come un fiume in piena, sedendosi accanto a me.

Ecco…avevo già capito…”Hey, hey…Izzie…calmati…fai un bel respiro e spiegami per bene cosa è successo…” le dissi, nonostante sapessi esattamente cosa stava per dirmi.

Lei mi fissò con quegli occhioni verdi da bambina. Era così dolce…Dio se Frank l’avesse fatta soffrire non glielo avrei mai perdonato.

“Ecco…praticamente…ieri…dopo che tu e Gerard ve ne siete andati, io ho chiesto a Frank se mi accompagnava a casa…oddio Ely so che ho fatto malissimo. So che lui sta con Jamia da un sacco di tempo, che si amano tantissimo e che io dovrei farmi gli affari miei, ma…hai presente quando sai che una cosa è profondamente sbagliata e proprio per questo non resisti a non farla?” io annuiii…la capivo in pieno.

Lei sembrò rassicurata dal mio gesto e continuò “Beh…non so cosa mi sia preso, ma sapevo che a casa mia non ci sarebbe stato nessuno…e lui era lì, e continuava a guardarmi con quello sguardo…e io non ho capito più niente…ti giuro Ely…”

Io non sapevo onestamente cosa aggiungere. Avevo la salivazione azzerata, e in qualche modo sapevo come sarebbe continuato quel racconto.

“…e….oddio…come faccio a dirtelo? Mi prenderai per una puttana…” a quelle parole alzai immediatamente lo sguardo su di lei. “Izzie stai scherzando? Cosa ti viene in mente? E’ l’ultima cosa che penserei di te…qualsiasi cosa sia successa, fidati!”

Lei sorrise amaramente “…beh forse dovresti pensarlo…” aggiunse.

Vidi che una lacrima le scendeva silenziosa su una guancia rosea e dentro di me presi nota di uccidere Frank la prossima volta che l’avessi incontrato.

Le presi una mano e gliela strinsi e lei continuò “…insomma gli ho detto che mia sorella non c’era e gli ho chiesto se voleva salire…in quel momento mi è sembrata la cosa più giusta da fare…e il modo in cui lui mi ha sorriso mi ha davvero fatto credere che fosse così…”

Si bloccò un attimo, asciugandosi la lacrima solitaria che le rigava il volto “…e così ci siamo baciati. Oddio Ely mi sento morire se ci ripenso…” teneva lo sguardo basso mentre parlava “…e non è tutto purtroppo.”

Oddio…no…non poteva essere…”Ti prego fa che si siano limitati a qualche bacio…” scongiurai dentro me stessa.

“…era tutto così perfetto come niente nella mia vita. In quel momento ho solo smesso di pensare e mi sono lasciata trascinare…e così…abbiamo anche fatto l’amore…” alzò lo sguardo “…e la cosa peggiore è che ancora adesso se tornassi indietro rifarei tutto, nonostante sappia che è stata una grande cazzata…nonostante lui stamattina si sia rivestito in fretta e furia e se ne sia andato subito…io rifarei tutto…”

“Izzie…” finalmente la interruppi, ma lei sembrò non avermi ascoltato “…ho pensato che magari si sentiva in colpa per Jamia…dopotutto se mi sento in colpa io, figurati lui…” “Izzie…” finalmente si bloccò e mi guardò.

“Come posso dirti che hai sbagliato? Non posso…tu hai fatto quello che ti sentivi di fare e non posso biasimarti. Solo che mi capirai se ti dico che la situazione è alquanto complicata ora…Jamia non deve sapere niente…”

Lei annuì “Certo…” era così indifesa.

“Oh, vieni qui…” le dissi, abbracciandola stretta contro di me.

“Ely…” scoppiò in lacrime. “Mi odio per quello che ho fatto…Jamia è fantastica e io non posso credere di averle fatto questo…e per cosa poi? Per una scopata e via?”

Io mi discostai e le asciugai le lacrime “Insomma che cosa mi aspetto? Lui la ama, è la sua ragazza da tantissimo ed io non sono altro che la distrazione di una serata…niente più di questo…”

“Basta piangere…” le dissi sorridendo. “Sei così bella quando sorridi…” lei sorrise tra le lacrime “…l’unica cosa che posso dirti è di parlare con Frank…e di trovare una soluzione…” lei annuì “Lo so…prima sul set gli ho chiesto se stasera potevamo vederci, senza impegno, solo per parlare…così stasera ci vediamo….”

“Bene! Sono sicura che risolverete le cose!” le sorrisi, cercando di confortarla.

“Adesso che ne dici di andare in spiaggia? Così ci svaghiamo un po’, prendiamo un po’ di sole, chiacchieriamo…”

“Certo!” fece lei, d’improvviso più serena. “Grazie Ely per avermi ascoltata…e per non avermi giudicata…per me significa molto…”

“Per così poco…” le dissi, alzandomi dal letto e dandole un affettuosa pacca sulla schiena.

“Uccidere Frank la prossima volta che lo incontro…” presi nota mentalmente.

 

 

 

 

   
 
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