Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: uffauffauffa    11/07/2014    3 recensioni
Irina è tornata in vita, nuove "creature" più veloci e agili dei vampiri e dei licantropi hanno cominciato a muoversi. Cosa vogliono? Sono amici o nemici? Perché Renesmee non ha mai confessato di aver conosciuto due di loro nel bosco?
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demetri, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Un grazie di cuore ai miei recensori, che... mi ispirano sempre, con quello che scrivono



 

Leah era ancora un po' assonnata quando aprì la porta a una raggiante Heidi. Il sorriso della vampira però si spense non appena vide i cappelli della ragazza, erano ancora più corti.
 

"E ora come te li acconcio..."

"... mmm qualcosa mi verrà in mente, indossa questo."
 

Heidi era arrivata con delle ballerine nere e un tubino bianco che lasciava scoperte le braccia. La parte sotto non era aderentissima, ma leggermente a campana.
 

"Perché?"
 

"Demetri ha chiesto di prepararti per la vostra uscita..."

"... anche se avrei scelto un altro giorno, fuori c'è il Diluvio Universale..."

"... non ha mai piovuto così tanto da queste parti."
 

Leah era sorpresa. Non scherzava la sera prima. Demetri le aveva dato un appuntamento.
 

"Non posso farlo, non posso uscire con lui."
 

"Mi spiace per te ma conoscendo Dem non accetterà un no come risposta. Se non vai da lui, sarà lui a venire da te."
 

Leah emise un sospiro rassegnato.
 

"Ora vieni, devo pettinarti..."

"... potrei fare un caschetto visto la lunghezza, ma..."

"... è un po' troppo banale, no..."

"... hai la fortuna di avere capelli molto vaporosi..."

"... si farò una sorta di finto raccolto."
 

Heidi si mise subito al lavoro. Alla fine era molto soddisfatta del risultato.
 

"Perfetto ora passiamo al trucco."
 

"Preferirei di no."
 

"Nooo, nemmeno io accetto un no come risposta..."

"... un trucco naturale andrà benissimo. La tua pelle non ha imperfezioni e dato che sei molto bella, non devi mascherare niente."
 

"Che cos'era nella sua vita precedente: un consulente d'immagine."
 

"No, a dire il vero non ricordo nulla della mia vita mortale, l'unica cosa che so è che tutti cadevano ai miei piedi, nessuno escluso."
 

"Nessun ricordo, nemmeno dei parenti più stretti."
 

Leah non riusciva a capacitarsi. Per lei era impossibile dimenticare parenti e amici.
 

"E' passato molto tempo..."

"... sono diventata vampira intorno al 1500 circa ad opera di Hilda, ho fatto parte del suo clan per diversi anni..."

"... eravamo numerose, tutte donne..."

"... poi sono arrivati i Volturi, hanno ucciso tutte le mie sorelle e io ora appartengo a questo clan."
 

Leah rimase un attimo. Il Tono di voce di Heidi era monocorde, come se l'omicidio delle sue sorelle non la riguardasse da vicino.
 

"Non ti mancano, non ti manca la tua prima famiglia vampira."
 

"No... ecco fatto ora sei perfetta..."

"... a parte le scarpe... se ero al tuo posto avrei optato per dei tacchi vertiginosi..."

"... ma osservandoti in questi giorni, ho capito che non hai mai indossato qualcosa oltre i 3 cm e non hai nemmeno messo un paio di orecchini in vita tua."
 

L'unica volta che Leah aveva indossato un paio di scarpe con un po' di tacco era stato al matrimonio di sua cugina e Sam. Era una delle damigelle. Si era truccata un po'. Alcuni ragazzi della riserva le avevano fatto il filo quel giorno. Ma rimase solo per la cerimonia. Se ne andò subito dopo. Nessuno si era accorto della sua assenza. Era stata invitata anche Bella, all'ultimo si era aggiunta come damigella.
 

Una lacrima scese sulla guancia della ragazza quando ripensò alla frase: 'Vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa.' Ricordò quando Sam le aveva promesso di sposarla, subito dopo il liceo...
 

"Parole al vento."
 

Disse con un filo di voce.
 

"Cosa hai detto."
 

"Nulla di importante."




"Demetri."
 

"Buongiorno dottor Cullen."
 

"Stai per uscire?"
 

"Si, esco con lei. Voglio farle vedere Volterra."
 

"Le hai dato un appuntamento..."

"... con questo tempo!!"
 

Demetri sorrise.
 

"Volevo portarla a vedere l'alba o il tramonto, o un bel cielo stellato, oppure andare al cinema..."

"... ma poi ho pensato che sono tutte cose che ha già fatto con lui..."

"... sperando che non siano usciti anche con un clima così."
 

"Buona fortuna ragazzo."
 

"Grazie dottore..."

"... dottore?"
 

"Si Demetri?"
 

"Stia attento a Jane, ora che ha quel cane con se è ancora più pericolosa."
 

Carlisle rimase un attimo. Il riferimento era fin troppo chiaro: Seth. Il ragazzino era completamente succube di quella ragazzina sociopatica. L'unica cosa che lo rassicurava un po' era il fatto che il suo potere non funzionava su Jake. L'autismo era una sorta di scudo.
 

Demetri si allontanò, e Carlisle ricominciò ad incamminarsi per andare a trovare i suoi figli. Probabilmente non avrebbe trovato sola Sabrina.
 

Felix non li piaceva, era grezzo e violento. Si impazientiva facilmente. Anche se non era sadico come altri Volturi, non era nemmeno tra i migliori. Si voltò appena, il segugio era ancora visibile. Per un attimo desiderò che lui fosse il ragazzo della figlia e viceversa Felix quello di Leah.
 

Per fortuna Renesmee non è presente.
 

Pensò.
 

Heidi intanto accompagnò la mutaforma all'ingresso principale. Difficilmente lo usavano, ma il Volturo non voleva farla uscire da uno dei cunicoli sotterranei, ne dall'entrata usata dalla "seduttrice" per portare vittime al suo clan.
 

L'uomo sorrideva come un'idiota, quando comparvero il suo sorriso si allargò ancora di più. Leah era incantevole.

Image and video hosting by TinyPic
 

"Secondo me Demetri è una pazzia uscire con un tempo da lupi come questo."
 

"Lupi hai detto..."

Guardò per qualche secondo la sua ragazza.

"... allora è perfetto."
 

Fuori era scoppiata l'ira di Dio. Il cielo era nero come la pece tanto da sembrare tardo pomeriggio, quando il Sole comincia a tramontare e il cielo si scurisce. Ma invece era mattina. L'aria era battuta da un vento gelido. Mancavano solo i lampi, che non tardarono ad arrivare.
 

In quei momenti il cielo sembrava illuminato a giorno.
 

Demetri aveva portato un solo ombrello che teneva con la sinistra, mentre con la destra cingeva Leah. Camminavano lentamente.
 

Poche persone coraggiose erano fuori. Alcune guardavano la coppia con curiosità. Quando lo facevano il vampiro mostrava il suo vessillo. Non appena si accorgevano che era uno dei "padroni" di Volterra smettevano di osservarli. Nessuno sapeva esattamente chi fossero, ma tutti li conoscevano e ne avevano timore. Le persone che abitavano all'interno del Palazzo dei Priori possedevano quasi tutta Volterra.
 

Erano temuti, ma gli abitanti pensavano che fossero solo delle persone molto ricche e potenti. Non conoscevano il loro segreto.
 

L'aria era diventata più gelida.
 

"Hai fatto colazione."
 

"Non ho fame grazie."
 

"Prendi almeno un cappuccino."
 

"Grazie, ma sto bene così."
 

Demetri inclinò appena gli angoli della bocca ed entro in un piccolo bar della città. Era il più antico e il più bello. Quel posto piaceva molto anche a Heidi. La "seduttrice" era una vera esteta quanto Alice Cullen. Ma a differenza di quest'ultima, la vampira trovava seducenti anche le imperfezioni.
 

Come il viso del segugio. Era dotato di una bellezza non convenzionale. I suoi lineamenti belli e non perfetti lo rendevano unico e dannatamente affascinante.
 

Prima che arrivassero Leah e Sabrina, Heidi e Corin erano le favorite di Demetri e Felix. Ma era solo attrazione fisica. Nulla di più.
 

Dentro il vampiro mostrò l'emblema della famiglia. Furono serviti e riveriti. Il segugio sorrideva, ma lei era decisamente in imbarazzo.
 

"Grazie."
 

Disse la ragazza.
 

Il cameriere rimase qualche secondo, nessuno di loro ringraziava. Era soprattutto un tutto ci è dovuto.
 

"Perché?"
 

"Perché cosa."
 

Rispose Leah.
 

"Perché lo hai ringraziato, essere serviti è un nostro diritto."
 

Leah che fino a quel momento aveva tenuto il capo abbassato, guardò negli occhi il segugio... che sorrise.
 

"Sei bellissima."
 

La mutaforma abbasso di nuovo la testa. Era arrossita. Da quando era a Volterra quell'uomo l'aveva riempita di complimenti. Ma non credeva a una sola parola di quello che diceva. Non credeva che qualcuno si potesse interessare a lei, alla ragazza scontrosa, irritante, poco femminile... Il branco l'aveva sempre apostrofata in questa maniera.
 

Si morse appena le labbra.
 

"Ho ringraziato per educazione."
 

Demetri sorrise e si alzò. Uscirono dal bar senza pagare il conto. Leah non fece domande, ma quel tipo di comportamento non le piaceva.
 

Una volta fuori il ragazzo cominciò a narrare la storia del luogo, dai primi insediamenti risalenti all'età del ferro, alla civiltà etrusca fino a quella romana.
 

"Velàthri, è il nome etrusco di questa città."
 

Continuò a descrivere il luogo.
 

"Volterra è un mix di stili: etrusco, romano, medioevale, rinascimentale..."

"... sono rari posti così eterogenei..."

"... ma è più facile trovarli in Italia, che nel resto del mondo."
 

La portò a visitare diversi monumenti storici: monasteri, chiese, il Duomo di Volterra, le porte ad arco, teatri...
 

"E' mezzogiorno, vieni ti porto in uno dei ristoranti più belli del posto."
 

"Veramente io..."
 

"Non accetto un no come risposta."
 

"Ordina quello che vuoi, ma io ti consiglio le pappardelle al sugo di lepre e uccellini in padella. Come dolce direi fiori di acacia fritti accompagnati da marmellata di fichi e limoni..."

"... da bere vino..."
 

"Sono astemia, signore."
 

"Signore!! quando la smetterai di darmi del lei?"
 

"Mai."
 

Leah era decisamente imbarazzata. Questa era una cosa che non aveva mai fatto, nemmeno con Sam. Le sue uscite serali si limitavano alle grigliate in compagnie delle famiglie della riserva. Fu proprio una di quelle sere che Sam l'aveva lasciata per la cugina.
 

Gli occhi divennero lucidi.
 

"Leah."
 

Demetri notò l'espressione della donna.
 

"Se non ti va di mangiare, allora usciamo."
 

La ragazza scosse appena la testa in segno di assenso.
 

Fuori pioveva ancora e la ragazza sentì dentro lo stesso clima gelido della giornata. Voleva tornare a casa. Casa, non l'aveva più ora. Dopo la seconda mutazione non poteva continuare a far parte del branco, dei Quileute.
 

Quando aveva mutato la prima volta non sapeva più chi era. Sapeva solo di essere terrorizzata. Sentì all'improvviso diverse voci nella testa, tutte esterrefatte, incredule: 'Non può essere, quella è una femmina, non può essere come noi.'
 

Non sono mai stata come loro alla fine. Mi tenevano solo per paura che combinassi qualcosa, ma non mi hanno mai voluta. Alla fine ero un peso anche per Sam.
 

"Sam..."
 

Disse sotto voce, ma non abbastanza da non essere udita da lui. Demetri cercò di non farci caso, ma si mordeva le labbra dal nervosismo e dalla gelosia.
 

"Eccoci arrivati. Questo una volta era una chiesa, la chiesa di Santo Stefano. Ora restano solo i ruderi della facciata romanica..."

"... peccato doveva essere molto bella, una volta..."

"... rimane però uno dei miei posti preferiti, non ho mai capito il perché..."

Demetri osservò attentamente Leah. La teneva stretta. Socchiuse appena gli occhi. Si chinò su di lei e le sussurrò...

"... è la prima volta che porto qualcuno qua, soprattutto una ragazza."
 

Le sfiorò la guancia con le labbra. Leah si girò appena e lui ne approfittò per baciarla. Ma questa volta il bacio non aveva nulla di casto. Serrò di più la presa, dato che la ragazza cercò di reagire.
 

"Ti amo Leah, mi piaci da impazzire."
 

Sussurrava a fior di labbra.
 

Aveva lasciato cadere l'ombrello per stringerla meglio. La pioggia mascherava le lacrime della ragazza. Ora non riusciva più a trattenerle. Non poteva teletrasportarsi, perché avrebbe portato anche lui con se.
 

"Ti darò tutto quello che vuoi..."

"... anche il figlio che hai sempre desiderato."
 

La mutaforma si irrigidì. Un figlio. Desiderava così tanto diventare madre.
 

Un boato più forte degli altri ruppe quel momento, nemmeno tanto magico.
 

"Sarà meglio tornare."
 

Disse freddamente il segugio.



 

"Meno male che siete tornati, è scoppiato il finimondo qua dentro."
 

"Cos'è successo Heidi."
 

"Marcus e suo figlio..."

"... è stato terribile quel ragazzo voleva uccidere suo padre."
 

"Heidi accompagnala nelle sue stanze e rimani con lei."
 

Demetri si allontanò, non prima di aver sussurrato a Heidi di stare attenta a Jane e a Seth. Gli aveva intravisti al suo rientro. La piccola sorrideva in maniera angelica, troppo angelica.
 

"Dottor Cullen, che diavolo è successo."
 

Chiese Demetri.
 

"Mike, ha scoperto il motivo della morte del suo maestro. E' stato ucciso per la spada. Aro la voleva, aveva sentito dire da alcuni nomadi che era una delle più belle e rare..."

"... dato che a giorni sarebbe stato l'anniversario della sua trasformazione, ha chiesto quella spada come regalo..."

"... e ha incaricato Marcus e Alec di andare a prenderla."
 

"Marcus è vivo."
 

"Si, lo sono entrambi, Mike nel tentativo di farlo fuori ha usato delle capacità psioniche..."

"... ma questo causa dolore, varie emorragie interne e attacchi epilettici piuttosto forti..."

"... ora i suoi genitori sono accanto al ragazzo, ha ancora degli spasmi molto violenti."
 

"Non è soltanto questo dottore, il ragazzo si sente in colpa per la morte del maestro, proprio come Leah si sente in colpa per quella del padre..."
 

"Come fai a saperlo."
 

"Ho sentito una loro conversazione."
 

"L'appuntamento?"
 

"Non e andato come speravo, è frenata dal senso di colpa verso la sua gente, la famiglia, il branco..."
 

"La famiglia?"
 

"... si, teme di disonorarli ancora una volta, non riesce a cancellare Sam dalla sua vita e per questo si sente in colpa anche nei miei confronti..."

"Disonorarli?"

"Si è sempre sentita sbagliata, crede di essere un'abominio agli occhi della sua gente e degli antenati..."

"... tutto questo la far star male..."

"... e oltretutto non crede che qualcuno la possa amare in maniera sincera, senza compromessi..."

"... credo non ci sia una soluzione..."

"... lei non è felice qua, forse dovrei lasciarla andare..."

Il ragazzo abbassò la testa rassegnato.

"... se ha bisogno di me dottore mi trova nelle mie stanze."
 

Il segugio si allontanò sotto lo sguardo sconsolato di Carlise. L'uomo provava pena per lui, Leah e Mike.
 

Demetri era vicino hai suoi appartamenti quando sentì la presenza di Jane e di Seth nei paraggi. Alla fine decise di sedersi su una delle tante poltrone sparse lungo il corridoio. Vicino alla camera di Leah.



 

Ditemi cosa ne pensate. La foto è solo per mostrare l'acconciatura di Heidi.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: uffauffauffa