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Autore: Pisquin    11/07/2014    5 recensioni
“Mia mamma si incazzerà” risi tra me e me infilando il casco. “E per cosa?” chiese lui. “Sai, la solita ‘non accettare mai caramelle dagli sconosciuti’. Io ho accettato addirittura un passaggio, magari stanotte entrerai in casa e mi ucciderai.” Continuai a ridere salendo in sella alla moto e osservai la carrozzeria nera, lucente. Lo vidi scuotere la testa ed accennare ad una piccola risata. “Sei proprio strana.” “Benvenuto nel mio mondo."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Riot
 
6.
 
Ascoltavo ancora le canzoni dal suo iPod. Erano sei giorni che non lo vedevo e mi sembrava strano perché mi ronzava sempre intorno. Mi piaceva pensare di scherzare con lui o stare semplicemente sulla sua moto. E anche se non volevo ammetterlo a me stessa mi mancava tanto quanto sapere che al mondo c’era almeno una persona ossessionata dal Vegemite quanto me. “Chloe, stasera verrai a quel dannatissimo concerto” sbuffò Mya dall’altro capo del telefono. Tenevo l’iPhone incastrato tra la spalla e l’orecchio mentre aprivo il barattolo di burro d’arachidi e vi tuffavo dentro il cucchiaio. “Fi ho feffo di no” ribattei a bocca piena. Guardavo distrattamente la tv mentre Mya mi sbraitava in un orecchio: “Devi venire, Chloe. Lo sai che vorrebbero ci fossi” “Vorrebbe” la corressi io, alzando gli occhi al cielo. Aaron credeva che mi piacesse Scott. Beh, era proprio uno stupido, lasciatemelo dire. Solo perché gli avevo sorriso non significava che volevo portarmelo a letto. Per quanto poteva essere bello e suonare il basso così bene a me non faceva né caldo né freddo. “Stasera passo a prenderti con Gwen” “Tanto non vi faccio entrare” “Passiamo alle otto” concluse, riattaccando prima che potessi ribattere. Che odio. Continuai ad ingozzarmi di burro d’arachidi, che la maggior parte della gente avrebbe schifato solo perché lo mangiavo senza nulla, a cucchiaiate. Beh, le ragazze normali mangiano continuamente gelato, io mangiavo burro d’arachidi. Sentii dei rumori fuori in giardino e allungai il collo per vedere cosa fosse, probabilmente la macchina della madre di Jewels che riportava Tiffany a casa. Mi andò di traverso l’ultima cucchiaiata e iniziai a tossire furiosamente quando vidi che in realtà era una moto nera e ciò che vi stava sopra era quello che avrei voluto evitare per i prossimi giorni: Aaron. Abbassai lo sguardo sui miei vestiti e arricciai il naso schifata quando vidi che indossavo una vecchia canottiera dei Clash e dei jeans sformati che risalivano agli anni ’80, ovvero all’adolescenza di mia madre. Sospirai scocciata alzandomi dal divano. Tanto valeva aprirgli prima che mi avesse ossessionato suonando convulsamente il campanello. Quando aprii la porta lo vidi appoggiato con un braccio al muro. Mi fece un sorrisetto e fui tentata a chiudergli la porta in faccia. “Perché sei davanti a casa mia?” “Perché mi hai aperto?” “Non si risponde mai con un’altra domanda” dissi ammiccando e incrociando le braccia al petto. Voleva la guerra e la guerra avrebbe avuto. “Stasera vieni?” mi chiese giocherellando con il braccialetto che teneva allacciato al polso destro. “No” risposi. Sbuffò e lo feci entrare, giusto per non dare spettacolo. I vicini erano avvoltoi pronti all’attacco. “Si può sapere perché mi sei venuto a rompere mentre ingurgitavo chili di burro d’arachidi?” “Mh, bello Geordie Shore” esordì, sedendosi scomposto sul divano.”Non cambiare discorso” sbuffai, sedendomi sulla penisola. Lo vidi osservarmi con la coda dell’occhio mentre faceva – palesemente – finta di guardare MTV. “Stasera verrai.” “Non se ne parla” ribattei acida, vedendo che si stava avvicinando pericolosamente. “Si può sapere perché mi hai mandato a qual paese?” “E te lo chiedi pure? Stavi guardando Scott come farebbe Mike Tyson con il suo avversario” risposi sospirando esausta. Mi faceva girare le palle – che non ho. “Non stavo guardando Fitz in quel modo” “Oh, adesso è Fitz?” ridacchiai. “Che vuoi?” “Ma se lo stavi uccidendo con lo sguardo” “Non è vero” “La smetti di negare?” sbottai stufa guardandolo negli occhi. Lo vidi infastidito. “Che ci fai ancora qui?” gli chiesi. Volevo se ne andasse. Non avrebbe mai ammesso che era stato uno stupido a giudicare ‘Fitz’ nelle maniere meno opportune. “Va bene, me ne vado. Tanto lo so che stasera ci sarai” “Ma non credo proprio” gli risposi, sbuffando. Afferrò il casco che aveva poggiato sul divano e si alzò. “Ciao” salutò andando verso l’ingresso e sbattendo la porta dietro di sé. “Ciao” sussurrai io quando sentii la moto rombare via. Ciao.
 
Mi sarei voluta sotterrare quando sentii la macchina di Gwen che si fermava davanti casa mia. Erano le 7:15 p.m. ed erano in anticipo di quarantacinque minuti, cosa significava? Ero stesa sul letto con il libro di biologia in mano, almeno quel sabato stavo studiando e il mio rendimento a scuola – comunque scarso – non ne avrebbe risentito. Sapevo fossero entrate perché era ormai troppo tempo che dimenticavo di togliere la chiave dalla porta. Quando le vidi piombare nella mia camera scoppiai a ridere. “Cosa diavolo ne hai fatto della solita Gwen?” esordii spalancando gli occhi al suo vestito rosso scuro. Grazie a Dio Mya non le aveva fatto indossare dei tacchi vertiginosi ma dei semplici – mica tanto – stivaletti. Gwen sorrideva imbarazzata stringendosi nella giacca nera. “Corri a fare la doccia” mi intimò la rossa prendendo il libro di biologia e poggiandolo sul comodino. Vedendomi ancora allungata sul letto perse la pazienza. “Muovi il tuo culo immediatamente” urlò, fracassandomi un timpano. Con quegli zatteroni mi sovrastava e il suo abbigliamento, come al solito striminzito, la faceva sembrare cinque anni più vecchia. Oramai ero abituata a vederla abbigliata e truccata così. “Devi fare colpo” continuò Gwen, sorridendomi. Mi alzai svogliatamente dal letto e andai in bagno. Mi dovevo fare questa beneamata doccia, solo per schiarirmi le idee.

“Indossa queste” “Ma le hai viste? Sono alte almeno quindici centimetri” sbraitai contro Mya alla vista dell’ultimo modello che voleva mettessi ai piedi. Mi aveva fatto indossare una gonna skater di pelle ed era stata irremovibile. Grazie a Dio ho potuto scegliere che maglia mettere e adesso mi ritrovavo con una camicia a scacchi. Indossai quelle scarpe e mi sentii altissima. Mi facevano malissimo e non riuscivo a concepire come Mya facesse a metterle tutto il tempo. Mi guardai allo specchio e rimasi scioccata. “Sono la tua brutta copia” constatai rivolgendomi a Mya. “Non è vero” incalzò lei. Mi avevano convinto ad andare a quello stupido concerto. “Vedrai un sacco di persone nuove e magari qualche bel ragazzo” ammiccò Gwen, facendomi pensare che Mya l’aveva proprio stravolta con quell’abbigliamento. “Andiamo” ordinò la rossa e, prendendo la mia tracolla con le frange, mi ripromisi che dovevo  riavere il mio iPod, a costo di separarmi dalle stupende playlist di Aaron.
 
***
Aaron
 
Me ne stavo davanti allo specchio della sala riservata agli artisti. La bandana nera era ferma al suo posto e i miei capelli come al solito scompigliati. Era il primo concerto per i ‘Paper Nites’ e non volevo fare la figura dell’incapace. Mi rigiravo le bacchette tra le mani e pregavo che Chloe venisse. Mi aveva aiutato a distribuire i volantini per la città, a scegliere la scaletta del concerto, a trovare un bassista e volevo solo che fosse lì a vederci, a vedermi. “Aaron, verrà, smettila di pensarci” esordì Nat alzandosi dal divanetto all’angolo. Teneva una lattina di Red Bull in mano e mi osservava con un sorrisetto. Vidi Scott sbucare dal nulla, stringeva una bottiglia di birra e me ne stava porgendo un’altra. “Quando te la dai una calmata?” mi disse dopo averne sorseggiata un po’. “Ho mantenuto quella promessa, anche se non mi ha detto quale cazzo di canzone voleva. Ne ho scelta una a caso dal suo iPod” “Non molto a caso, a quanto pare” ridacchiò Nat dando una spallata a Scott. Mi unii alle loro risate sicuro di stemperare un po’ la tensione. Ero stato tutta la settimana a smanettare con quell’aggeggio. Cercavo la canzone perfetta e non ne trovavo neanche una lontanamente adatta. Mi decisi quello stesso pomeriggio e Nat e Scott mi presero per pazzo, secondo loro non avevamo tempo di suonarla come si doveva. Provammo per circa tre ore e ripassammo anche qualche canzone per il concerto di quella sera. Ero davvero frastornato e quella sensazione mi ricordava tanto la volta in cui durante una recita scolastica vomitai nel cespuglio di cartapesta. Rabbrividii a quei ricordi e uscii fuori per fumarmi una sigaretta. Nat mi seguì mentre iniziava a scaldare la voce per il primo pezzo che avremmo eseguito: ‘Good Times Bad Times’ dei Led Zeppelin. Adoravo quel pezzo e avevo passato gran parte della mia adolescenza in adorazione degli Zeppelin, quindi iniziai a canticchiarlo con Nat. “Perché non ci provi con Chloe? Cazzo, fate tutto insieme, ci manca solo che pomiciate sulla moto e siete due perfetti fidanzatini” esordì scalciando un sassolino con la punta dei suoi anfibi. “Oggi sono andato da lei con l’intenzione di farlo” sbuffai. “Di fare cosa? Hey, cosa mi sono perso?” sorrise sornione, dandomi una spallata. “Che hai capito? Deficiente, ero solo andato a chiarirmi con lei e chissà, magari ci sarebbe scappato un bacetto.” Buttai fuori il fumo e cercai di non mettermi ad urlare nel vicolo che dava sul retro del ‘Mocha Wag’, il pub dove dovevamo suonare tra meno di mezz’ora. Mi aveva fatto esasperare quel suo continuo rifiuto di toccarmi, guardarmi e rivolgermi una parola che non fosse ‘esci’. Ero così incazzato da essermene andato e aver sbattuto la porta, mandando a fanculo ogni chance di vittoria futura. Mi passai una mano sul viso e gettai la sigaretta. “Nat, mi dici che cazzo devo combinare con lei? Un attimo prima è dolce – beh, quanto può essere dolce una come Chloe – e sta con me, mi tiene persino la mano! Dopo tre secondi diventa come l’uragano Katrina, pronta a fare a pezzi tutte le mie convinzioni. Che cazzo ho fatto di sbagliato per farmi piacere una come lei?” “Non lo so, amico. Ma se pensi che davvero ti piaccia devi darti una mossa, gli altri non aspetteranno che tu vada lì e le dica che vuoi diventare il suo compagno di bandane.” Compagno di bandane? Ho sentito bene?
 
***
 
Chloe
 
Gwen non la smetteva un attimo di ripetere che aveva fame e che il suo livello di cibo nell’organismo era sceso gravemente e tutte quelle stronzate da mestruata. “Se non stai zitta ti ficco in bocca il tacco di Mya. Giuro sulla mia collezione di album degli ACDC che lo faccio davvero” sentenziai, stufa di sentire Gwen lamentarsi. Lei capì che i miei adorati cd non reggevano il confronto e si zittì, provocando un sonoro sospiro da parte di Mya, che stava guidando – stranamente senza farci sbattere contro qualche albero. Sbuffai, vedendo che ci avvicinavamo esponenzialmente al luogo che volevo evitare: il Mocha Wag. Se avessi sentito la loro musica sarei rimasta e non avrei avuto il coraggio di andarmene per non vedere quell’impiastro di Aaron. Sapevo che fossero bravi e il fatto che suonassero la musica che adoravo non mi faceva di certo felice, così sarebbe stato più difficile uscire. “Dai Chloe, cosa ti potrà succedere di tanto disastroso? Lo vedrai, nel peggiore dei casi  litigherete e poi te ne andrai per la tua strada.” “E’ giusto quello che dice Mya, non c’è nulla di così catastrofico.” Oh, ci mancava solo Gwen a dar man forte alle idee della rossa. “E’ solo che non voglio vederlo” sussurrai, più a me stessa che in risposta a loro. Nessuno mi era mai corso dietro come stava facendo Aaron ed io quel pomeriggio ero stata tanto gentile da respingerlo amabilmente. Avevo ragione però e non avrei mollato la mia convinzione, a costo di sembrare una socialmente disturbata. Quando svoltammo sulla via principale notai subito il neon dell’insegna del ‘Mocha Wag’, uno dei tanti pub di Chicago. Come al solito tirava vento e appena uscimmo dalla macchina mi strinsi nella mia leggera camicia, arrabbiata con me stessa per essermi dimenticata il giacchetto sul letto. Entrammo nel locale, che puzzava di birra in un modo allucinante. In compenso era pulito e i divanetti non avevano residui corporei di qualcuno, il che era un bene. Ci sedemmo ad un tavolo vicino al palco – e maledii Mya per questo. Meno mi facevo vedere, meglio era. Sbuffai e ordinai una Heineken per tutte e tre. Gwen non era d’accordo – come al solito – infatti prese anche una porzione media di nachos. Quella ragazza era un caso perso.

Dopo circa mezz’ora le luci della sala si abbassarono e si accesero quelle del palco. La batteria e gli amplificatori – con il logo dei ‘Paper Nites’ – erano già posizionati. La gente parlottava ai tavoli, domandandosi chi fosse la band che doveva suonare, dato che era perlopiù sconosciuta. “Arrivano” sussurrò Gwen quando vide avanzare Scott con il basso ben stretto in mano. Sorrise al pubblico. Vidi che indossava dei jeans scoloriti e sopra una larga maglia nera, anonima. Se ne stava alla destra della batteria, aspettando gli altri. Subito dopo lui vidi la folta e scompigliata chioma di Aaron raggiungere la batteria. Mi stupii nel vedergli addosso una maglia degli All Time Low, band che in quel periodo adoravo alla follia, tanto da creare con le loro canzoni almeno cinque playlist sul mio iPod. La sua bandana era al solito posto mentre scrutava la sala, probabilmente in cerca di me. Quando mi vide mi fece l’occhiolino e io alzai gli occhi al cielo. Gli comparì un sorriso e lo vidi ridacchiare mentre scuoteva la testa. Distolsi lo sguardo per vedere Nat entrare con la sua chitarra nera. Si posizionò di fronte al microfono. Suonarono i primi accordi di ‘Good Times Bad Times’ e, ascoltando l’armonia degli strumenti, promettevano davvero un concerto grandioso.

Finita di suonare ‘You Shook Me All Night Long’ dei mitici ACDC, Nat prese il microfono e sorrise. “E adesso ragazzi, permettetemi di introdurvi ad una canzone che è stata voluta dalla nostra fan numero uno” e indicò me. Cosa cazzo stava succedendo? Vidi Aaron rigirarsi le bacchette tra le dita e non potei non sbuffare: traditore. “Chloe ci ordina di cantare Weightless, quindi alzate le mani e dateci dentro!” Sentii la voce di Nat risuonare e la batteria più forte di qualsiasi altra canzone prima. Sorrisi inconsapevolmente vedendo che Aaron si era ricordato della scommessa e aveva anche scelto una delle mie canzoni preferite. Il batterista sorrideva e capii la maglia degli All Time Low solo in quel momento.
 
“Manage me, I'm a mess 
Turn a page, I'm a book half unread 

I wanna be laughed at, laughed with,

just because I wanna feel weightless 
And that should be enough
 
Well I'm stuck in this fucking rut 
Waiting on a second hand pick me up 
And I'm over, getting older 

If I could just find the time 
Then I would never let another day go by 
I'm over, getting old 

Maybe it's not my weekend but it's gonna be my year 
And I'm so sick of watching while the minutes pass as I go nowhere 
And this is my reaction to everything I fear 
Cause I've been going crazy I don't want to waste another minute here”
 
“Muoviti Chloe, dopo questo devi per forza andare a salutarlo” sbraitò Mya spingendomi verso il backstage. “No.” Impuntai le scarpe al suolo e guardai Gwen torva per averle dato l’idea. Lei alzò le spalle e borbottò un “Non avevo idea facesse così.” Vidi la porta nera che dava accesso alla stanza aprirsi e la testa di Scott sbucare. “Oh, mi chiedevo chi era che faceva tutto questo casino qui fuori” ironizzò, chiudendosi la porta alle spalle. “Chloe non vuole entrare” spiattellò Gwen e, quando Scott le sorrise, temetti non potesse diventare più rossa di così. “Grandioso il concerto” dissi io, cercando di complimentarmi almeno con uno di loro. Lui face un sorrisetto e aprì la porta di nuovo. Che cazzo vuoi fare brutto sgorbietto? “Entrate” ci invitò, facendo l’occhiolino a Gwen che confermò le mie paure precedenti diventando esageratamente rossa. Mya gli sorrise spingendomi nella piccola stanza. “Ti ammazzo” urlai contro Scott, non prima di averlo fulminato con lo sguardo. Lui ridacchiò e fece entrare anche Gwen. Non mi stava più simpatico. Quando voltai gli occhi verso l’interno della stanza vidi Aaron di spalle che sistemava l’attrezzatura e Nat che sorseggiava una birra tranquillamente seduto a non fare nulla. “Scott chiudi quella cazzo di porta” esordì Aaron ancora di spalle. Mya ridacchiò, facendo crollare il mio piano di uscire indisturbata. Sbuffai quando lui si voltò e ci accolse con un sorriso furbo. Nat si alzò dalla sedia e andò a salutare Mya e Gwen mentre io me ne stavo contro il muro, pronta a rifiutare qualunque contatto. Sì, il concerto era stato fantastico ma adesso basta, non era in programma nessun maledettissimo meet and greet. “Adesso noi usciamo e lasciamo i due piccioncini soli soletti a chiarirsi” disse Nat circondando con le braccia le spalle di Mya e Gwen e scortandole fuori. Scott prese una lattina di Mountain Dew e ci lanciò un sorrisetto uscendo subito dopo. Avevo cambiato idea: non avrei ucciso solo lui, avrei ucciso anche le mie due migliori amiche complici del cantante di quella fottutissima band da quattro soldi. Mi appoggiai al frigo e attesi che fosse Aaron a dire qualcosa, ne avevo già abbastanza. “Cosa vogliamo fare?” esordì facendo qualche passo verso di me. Mi schiacciai contro il frigo non volendo assolutamente accettare qualsiasi sua avance. ‘Ti odio’ pensai tra me e me, ma la cosa non stava funzionando affatto. “Non lo so, mi hanno costretto ad entrare qui dentro” sbraitai io ad alta voce. “Chloe smettila” mi intimò lui, avanzando. “Smettila cosa? Eri geloso, ammettilo” continuai a punzecchiarlo. Magari cosi si sarebbe arreso e se ne sarebbe andato. “Okay, hai ragione” disse spiazzandomi. Non lo aveva mai ammesso. Alzò un sopracciglio quando vide la mia espressione confusa e lo osservai passarsi una mano tra i capelli. Sorrisi a quel gesto che faceva sempre quando era imbarazzato. “Te ne sei andato da casa mia sbattendo la porta.” “Dopo che tu me lo hai intimato dieci volte” sospirò avvicinandosi ancora. Alzai gli occhi al cielo constatando che era davvero troppo vicino per i miei standard. Mi sorprese dandomi un pizzicotto sul fianco e non potei fare a meno di ridere. “Ecco quello che stavo cercando” disse entusiasta. Sospirai esasperata: sarebbe mai cambiato? “Aaron che vuoi?” piagnucolai vedendolo avvicinarsi ancora. Adesso era a due dita dal mio viso. “Non mi hai ringraziato per la splendida serata e non mi hai fatto nemmeno i complimenti per come suono bene la batteria. Ah, dimenticavo di dirti che la canzone l’ho scelta io tra le 1864 che hai nell’iPod.” “Non ti devo ringraziare di un bel niente” risposi, guardandolo minacciosamente. Purtroppo quello sguardo non mi stava riuscendo molto bene. Dannazione. “Troubby.” “Ari” lo interruppi sfidandolo con lo sguardo. Sul suo volto si materializzò un ghigno e subito dopo incollò le sue labbra alle mie. Spalancai gli occhi scioccata. Che cazzo faceva? Quando posizionò la sua mano destra sul mio fianco mi rilassai e mi lasciai andare. In fondo lo sapevo anch’io anche se continuavo a negarlo: mi piaceva. Strinsi tra le dita la stoffa della sua t-shirt e lui portò la sua mano tra i miei capelli. Quando finalmente ricambiai lo feci con foga e lui rispose mordendomi il labbro inferiore. Mi baciava con impeto, come se fosse l’ultimo bacio prima della fine del mondo. In realtà quel primo bacio sapeva di rabbia repressa, un chilo di frustrazione e un pizzico di orgoglio. Adesso ero davvero spacciata.




Ciao bellissimi/e!
Eccomi qui con il sesto capitolo, FINALMENTE HANNO CONCLUSO.
Come avrete visto non ho rispettato il tetto di recensioni minime, infatti non ho intenzione di metterlo in questo capitolo. Però voi recensite comunque, eh. Per me è molto importante.
Btw, passando al capitolo.
Vi posto gli outfit, come promesso:
1. Chloe a casa: chloeathome
2. Gwen al concerto: gwenatc
3. Mya al concerto: myaatc
4. Chloe al concerto: chloeatc
Bene, bene io la finisco qui e mi raccomando recensite in tanti, voglio sapere la vostra opinione!
Un bacio,

Sara xx

P.S. Oggi sono un po' a tremila perchè sono riuscita a prendere i biglietti per il ROWYSO tour dei 5 Seconds of Summer (la band di ashton) e boh, se qualcuno di voi va a torino che me lo faccia sapere. xx

P.P.S. Vi consiglio di ascoltare la canzone 'Weightless' degli All Time Low (di cui ho inserito un pezzo del lyrics nel capitolo) perchè sono davvero in fissa con questa band ahah.
  
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