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Autore: JacobStark    11/07/2014    2 recensioni
Una minaccia.
Un potere così antico che nemmeno gli dei lo ricordano. 
Il creatore di tutto, ritiratosi da tempo immemore, ha lasciato dietro di sé molti mondi a parte quello governato dagli dei. Ora, altri nemici stanno per arrivare sulla terra, per conquistare e depredare il Terzo regno. Nessuno potrà interferire, tranne… loro. Undici prescelti, il cui sangue impuro salverà o distruggerà tutto. La sola speranza è che si schierino dalla parte giusta prima che sia troppo tardi.
(Storia Interattiva, mi servite in dieci, quindi accorrete)
Iscrizioni chiuse.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Ecco come si stermina un infestazione di vermi giganti. Si fa fuori mamma verme!


Erano in cammino da ore, in piena notte, con il freddo e la stanchezza che penetravano nelle ossa. I quattro stavano camminando ormai nel buio più totale. "Jack?" "Si Rabella?" "Io non vedo nulla, e son già inciampata tre volte. Non potresti fare un po' di luce?" "Già. Io non vedo nulla" "Piantala di fare la scorbutica Vitani. Comunque hai ragione, qui non si vede nulla." "Scusatemi, io vedo al buio, e avevo dimenticato che gli umani e i semi-umani non hanno questa capacità. Perdonatemi." Alzò il braccio destro, sprigionando una luce azzurrina e intensissima.  Sembrava un faro. Le ragazze si coprirono un attimo gli occhi abbagliati, poi, soddisfatte, si rimisero in cammino. Andarono avanti tutta la notte, poi Rabella giustamente, chiese: " Ma dove stiamo andando?" "So dove si trova il verme, almeno per una certa area, quindi ci dirigiamo la. E visto che il mostro sforna nuove larve ogni giorno, tra le dieci e le venti, più sono piccole e più ci avviciniamo. Fortunatamente un essere di quelle dimensioni non è un cacciatore diurno, e torna sempre al suo nido dopo la notte. Lo potremmo sorprendere nel sonno. Anche se si svegliasse potremmo prenderla mentre è intrappolata. E ora dobbiamo proprio sbrigarci." La lunga marcia riprese, interrotta da occasionali passaggi lungo i burroni, in cui spesso era necessario usare la frusta o le ali dell'Araldo, e si fermarono a riposare solo a giorno fatto mettendosi al riparo dal sole. Ripartirono nel tardo pomeriggio, poi l'Araldo si fermò."State giù ragazze. Io vado a vedere quanto sono cresciuti i vermi." Detto questo scese verso la sabbia, seguendo un canalone nella  roccia. Appena mise piede nella sabbia una scia si delineò, una lunga striscia di sabbia smossa che puntava verso di lui. "Jack, a destra" Gridò Vitani. "Vieni qui, lurido bastardo"  l'Araldo si girò verso il mostriciattolo, caricando il braccio destro di energia azzurra, e quando il verme saltò per colpirlo lanciò una scarica di energia contro di lui, così potente che le ragazze videro il corpo flaccido dell'essere fumare. Il cadavere atterrò a poca distanza dal ragazzo, che mutò ancora il braccio in una frusta, recuperando il cadavere e saltando sulla roccia, relativamente al sicuro. "Uno, due, tre... Si, ha più o meno due giorni di vita. Siamo vicini. Molto vicini. Direi non più di un paio di chilometri." "In quale direzione, Crocodile Dundie?" "Chiiii?" Chiesero a due voci Rabella e l'Araldo "Vitani piantala di creare problemi a Jack e a Rabella. Uno è naturalmente fuori scala, e l'altra è troppo giovane. Però davvero, come facciamo sapere dov'è la mammina?" "Si trova in quella corona di roccia. Ha una bella tana, il verme schifoso. Ora vengo a farti fuori. Andiamo, è il momento di controllare se mamma verme è in casa." "Non hai detto che era meglio coglierla nel sonno?" "Dorme a sei metri di profondità. Ho detto che sarebbe meglio coglierla al risveglio, quando è fredda e intorpidita. Inoltre sebbene le larve vivano intorno alla madre non rischiamo di trovarne. Le depone nel suo territorio, ma mai nella sua tana. Se la mangerebbero, quindi almeno non potrà contare sui rinforzi. Spero." "Detto così suona maluccio." "Vitani, piantala di borbottare e andiamo. Dobbiamo fare tutta la strada al contrario, e sarebbe carino non farli preoccupare." "Si, hai ragione, è il caso di fare in fretta." Si misero in cammino, dirigendosi verso il bacino di sabbia circondato da rocce. Arrivati lì sotto Rabella tirò fuori l'arco, pronta a lanciare una freccia "Ferma. Se lanci una freccia la parete crolla, e il mostro si sveglia, bella arzilla e pronta a divorarci. Dobbiamo colpirla mentre è mezza addormentata, così possiamo usare il veleno delle frecce di Charlotte per stordirla, poi io e Vitani andiamo lì e la infilziamo come un kebab." "Mi piace infilzare i mostri, e tu mi dici che con questo batterei il mio record di grandezza, dieci metri?" " Se è la taglia dell'essere che ti interessa sappi che il verme è lungo oltre quaranta metri. Ti basta?" "Si! Non vedo l'ora. Andiamo! Stasera zuppa di verme." Vitani non stava più nella pelle. "Vedete quell'apertura?" "Si" riposero le ragazze. "Bene, è da lì che passeremo, sperando che sia ancora addormentata." Si infilarono nell'ampia linea di sabbia, bene attenti a restare sulla roccia. C'erano talmente tante larve appena schiuse che si vedevano saltare via il più velocemente possibile. "Ma non avevi detto che non ci sarebbero stati piccoli?" "Stanno scappando. Se la madre li prende li usa come colazione. Tranquilla, saranno via molto prima che la madre si svegli. Mi preoccupa di più la possibilità che attorno al verme vivano degli spazzini." "Spazzini?" "Si, ma è un rischio da correre. Tranquilla, se ci saranno ci penserò io. Andiamo." "Non ho bisogno di essere rassicurata. Sono figlia di Ares!" "Bene, bene." Disse l'Araldo, liquidando la protesta di Vitani con un gesto della mano. Videro il verme appena si infilarono nella corona di roccia. Un ammasso di roccia più scura, si sarebbe potuto dire, se non fosse stato per le escrescenze rossastre che spuntavano dalla parte superiore. La bocca non era visibile, ma era chiaro che una volta aperta sarebbe stata in grado di ingoiarle tutti e quattro insieme senza neanche aprirla tutta. Un singulto spaventato partì dalle ragazze. Persino Vitani ingoiò a vuoto un paio di volte. "Che avete da spaventarvi? Vi ho accennato che era lungo circa quaranta metri, no?" "Si, ma quando lo vedi fa un altro effetto." "Questo te lo concedo Charlotte. E oltretutto è praticamente invulnerabile. Ha pochi punti deboli, e sono ben protetti. Per questo ho deciso di portarmi voi due, Rabella e Charlotte. Avrete il compito di colpirlo, mentre io gli faccio esporre i punti deboli. Se servirà Vitani vi difenderà, oppure la chiamerò e mi darà una mano." "Scusa, cosa dovresti fare?" "La sveglierò nel peggiore dei modi. Con una lama su per il culo." "EH!?" Il braccio sinistro cambiò in una lama gigantesca, ricurva ma bipenne, lunga dal gomito fino a terra. "Ah, ecco cosa intendeva. Bella lama!" Esclamò Vitani. L'Araldo saltò, atterrando proprio sul verme, e facendo cenno alle arciere di tenersi pronte al suo segnale. Raggiunse il capo della bestia, poi piantò la lama in quello che doveva essere l'occhio. La bestia si alzò per metà della sua altezza, lanciando un grido stridulo e aprendo del tutto la bocca, che si divise in quattro spicchi triangolari, rivelando una dentatura rossa e davvero formidabile. Con tutti quei denti però, non riuscì a prendere il microscopico bastardo che si era agganciato al suo occhio, e che ora sventolava come un fazzoletto, facendo dei cenni furiosi verso le due arciere, che si misero a scoccare frecce nella bocca del mostro. "Gli occhi, mirate agli occhi" Gridò l'Araldo, forzando l'occhio infilzato ed esponendolo alle frecce. In breve la figlia di Apollo e quella di Ade trasformarono l'occhio in un puntaspilli e, mentre il mostro si dimenava nella scarsissima luce del tramonto, l'Araldo lasciò la presa, usando le ali e la frusta per passare all'altro occhio, ancora chiuso, e piantò gli artigli nelle palpebre, tenendogliele aperte a forza, mentre le ragazze correvano verso un punto di tiro migliore. Una volta raggiunto il punto giusto cominciarono a scagliare le frecce, ma mentre sembrava andare tutto bene, relativamente per un battaglia contro un verme gigante, si udirono dei ringhi alle loro spalle. Tutte si immobilizzarono. Una dozzina di demoni segugi gli apparvero davanti, usciti da chissà dove, ringhiando e sbavando, decisi a farsi uno spuntino con le ragazze. Vitani, in una scarica di adrenalina, si sentì decisamente soddisfatta. Si stava annoiando a non fare nulla. Saltò addosso a quello più vicino, sgozzandolo e facendo volare verso i suoi compari, facendoli arretrare. "E state indietro. Ragazze, continuate a riempire di frecce quel bastardo!" "Sissignora!" risposero con una sola voce le due arciere, che ormai avevano riempito di frecce entrambi gli occhi della bestia " Bene, ora che ti hanno riempito gli occhi di frecce e che ho un collegamento per il cervello..." L'Araldo fece un salto, spingendo la testa del mostro all'indietro, poi aprì le ali, restando sospeso "FULMINE ANGELICO!" le braccia si caricarono di fulmini, che poi si scaricarono sulle frecce, friggendo il cervello al mostro, che cadde sbattendo contro la parete di roccia. L'energia liberata dal fulmine e la botta data dal verme tuttavia destabilizzarono  tutta la struttura, che cominciò a collassare su se stessa. Intanto Vitani e Charlotte avevano continuato ad affettare i demoni segugi, che, subito dopo il botto, erano scappati verso la loro entrata mentre i ragazzi erano rimasti intrappolati. "Come usciamo?" "Non lo so, di solito queste cose potrei farle da solo, ma con altre tre persone non saprei come fare." "Posso pensarci io" "Rabella!?" "Si. Mi stancherò tantissimo, ma dovrei riuscire a portarci tutti fuori da qui" le pareti di roccia si sgretolavano, cadendo sempre più velocemente, e sempre più pericolosamente vicine. "Attaccatevi a me, e fidatevi" Tutti si aggrapparono a Rabella, che si concentrò e li avvolse di ombre. Un paio di minuti dopo erano fuori, e a distanza di sicurezza dal luogo, ormai semidistrutto. "Brava Rabella!" esclamò Charlotte " Sei stata super!" esultò Vitani, stritolandola in un abbraccio "Brava. Ti devo molto. Se avrai bisogno di aiuto non esitare a chiamarmi." Nello sguardo dell'Araldo c'era qualcosa di nuovo. Una sorta di luccichio incomprensibile. Una sensazione nuova che si espandeva in lui. Rabella svenì, finendo fra le braccia dell'Araldo. "Ora dobbiamo tornare al campo. In fretta." "E come possiamo fare? Ci vuole tempo, per camminare, hai presente?" "Quello possiamo rivederlo. Salitemi sulle spalle, e Rabella la porto in braccio. "Sicuro? Non saremo pesanti?" chiese Charlotte, salendo comunque sopra le spalle larghe del ragazzo. Quello, tranquillissimo, si mise a correre, facendo lacrimare due delle ragazze per la velocità. In una notte fecero quasi due giorni di cammino, anche perché spesso tagliavano in mezzo alla sabbia, dove si potevano vedere i vermi morti, abbastanza spesso da essere inquietanti. Quando arrivarono al campo era giorno fatto, e l'Araldo posò a terra Rabella, ancora svenuta, mentre le altre due ragazze scesero. Poi cadde a terra di schiena. "Datemi un paio d'ore." disse, con voce strozzata. "Lasciate fare a me. Ora ci penso io a rimetterlo in piedi." "Alec?" "So quello che faccio, e ora svegliati!" Gli diede una botta sul petto, e una luce dorata si sprigionò dal punto d'impatto, causandogli spasmi terribili. Vitani stava per strangolarlo. " Cosa combini? Lo stai ammazzando!" "Non lo sto uccidendo, lo sto solo facendo riprendere. Dagli un momento e smetterà di tremare." infatti il ragazzo in questione smise di tremare,  e subito allungò il braccio, strangolando il figlio di Ebe. "Non-ci-riprovare! Mai più!" Alec rispose con voce strozzata "Si, signore. Potresti lasciarmi respirare adesso?" l'Araldo lasciò il collo del ragazzo, che tossì e rantolò nel tentativo di prendere aria. "Non usate mai, e sottolineo mai, i vostri poteri di guarigione su di me, come non dovete darmi ambrosia o nettare. Per me sono pericolose, quasi tossiche, e i vostri poteri mi causano delle reazioni imprevedibili. Quindi evitate, grazie." Il rosso di ritrasse, decisamente spaventato. Tutti si concessero qualche ora di sonno, e si alzarono al sorgere del sole. Tutti si prepararono, levando le tende e affilarono le armi. Si prepararono per andare all'Inferno. "Un sacco mi ci hanno mandato, ma non pensavo di andarci di mia volontà." "Stà zitto Alec." "Mi scusi, signorina Artemide" Fece Alec, in risposta a Vitani. "Piantatela entrambi. Stiamo per entrare in un posto ben peggiore dell'Ade, quindi preparatevi. Sarà come vedere i Campi della Pena all'infinito. Non è piacevole. Spero che voi siate pronti." Tutti si prepararono e scesero nella sabbia, vagamente più al sicuro. La sabbia era pesante e si affondava, ma nessuno si fermò fino al portale era il momento di fare sul serio. Tutti si misero in cerchio intorno al portale, illuminati dalla sua luce rossa, e si buttarono, precipitando sicuri. Sicuri che l'Araldo li avrebbe guidati in quell'impresa al meglio. 





 

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Eccomi. Sono in un ritardo imperdonadile, ma spero che la battaglia contro miss. vermona voi convinca a perdonarmi. Spero che vi piaccia e, sopratutto per le interessate, di non aver fatto errori. Nel prossimo capitolo ci sarà un piiiccolo imprevisto, che condurrà alcuni dei nostri eroi a una sfida difficile e imprevista. Prometto di postarlo entro venerdì prossimo, senza ritardi. E devo ringraziare tutti quelle che hanno recensito il capitlo precedente, e naturalmente chi segue e legge la storia. Ciao a tutte, non vedo l'ora di avre le vostre recensioni. 
Poseidonson97


 

  
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