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Autore: luckily_mellark    11/07/2014    7 recensioni
"ti prego non dirmi che sei gay e che vuoi baciarmi" faccio la finta faccia scioccata, una di quelle espressioni che metto su quando fingo che tutto vada bene ma nella realtà sto sprofondando in un baratro buio.
"stupido! Io sono serio per una buona volta quindi stammi bene a sentire" ripete Finnick
"ok parla" sbuffo
"quest'anno sarà diverso Fratello. All'ultimo anno cambiano sempre le cose! E anche tu riuscirai a parlarle senza che lei ti ringhi contro come un cane rabbioso." annuncia, sicuro di se.
Quanto vorrei avere la sua sicurezza. La mia popolarità in questa scuola è solo una facciata: non permetto a nessuno di conoscermi fino in fondo, non finchè non sono certo di potermi fidare, e per il momento, la storia della mia schifosa vita la sanno solo i miei due migliori amici, Johanna e Finnick. Per gli altri sono solo un ragazzo popolare e a quel che si dice ben dotato, viziato che ottiene sempre ciò che vuole.
Ma non è così.
[AU][lievemente OOC ] [Rating arancione/rosso]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"credo che andrò a vomitare" respiro a fondo, mi tappo le orecchie con le mani e chiudo gli occhi, mentre ogni cosa intorno a me vortica, prendendo una brutta piega. Vorrei tornarmene a casa, stendermi a letto e infilarmi le cuffie, lasciando quella ragazza una volta per tutte fuori dalla mia testa. Ma so che non è possibile.

Intanto tutti gli altri mi stanno a guardare.

 

 

“Peeta che sta succedendo?” la voce di Delly mi fa aprire pigramente una palpebra, che poi richiudo con un sonoro sbuffo.

“sono solo stanco, non preoccuparti. Non ho dormito molto nelle ultime notti” fingo anche con lei e mi sento un verme, perchè non le ho mai nascosto nulla. Mi riprometto di raccontarle la verità più avanti, quando saremo soli.

“troppo impegnato a darti da fare con le gemelle Leeg, Mellark?” Cato se ne esce con una delle sue infantili e stupide frasi ad effetto con il solo scopo di farmi sentire ancora più male.

“non si stava facendo nessuno, idiota. È stato con me tutte le sere” Finnick interviene in mio soccorso e ringrazio il cielo di avere un amico come lui che mi copre le spalle. Non è vero che sono stato con lui, la realtà è che io e lui non usciamo da troppo tempo: io sono impegnato a lavorare e lui finge per proteggere me. Nessuno qui dentro deve sapere che lavoro, né dove lavoro, né che cavolo faccio per mantenermi. Odio che i miei fatti personali vengano spifferati a tutti e in questo posto, quando sei popolare, la vita privata va tenuta stretta.

Cato tace e io godo nel vedere con la coda dell'occhio la sua espressione amareggiata e delusa per non avermi fatto parlare di nulla di scottante.

Mi alzo dalla sedia e raccatto da terra lo zaino con i pochi libri che ci hanno costretto a portare oggi, la limonata dal vassoio e mi avvio senza salutare nessuno verso i corridoi. Non vedo l'ora di essere fuori di qui.

Dietro di me sento Johanna e Delly chiamarmi a gran voce, ma faccio finta di nulla. Non ho voglia dell'allegria della mia “sorellina” e della spietatezza sprezzante della mia migliore amica. Alzo semplicemente la mano senza voltarmi, in segno di saluto, tanto per avvisarle che le sto deliberatamente ignorando.

Sorseggio la bibita che frizza dolcemente sulle mie papille gustative, lasciandomi il retrogusto acidulo del limone mentre cammino a grandi falcate costeggiando gli armadietti rossi e argento della scuola. Ho tutta l'intenzione di andarmene in palestra a rilassarmi un po' sugli spalti, prima dell'inizio della sessione pomeridiana delle lezioni. Ho ancora tre ore prima di potermene tornare a casa,ma mi resta ancora un'ora di pausa pranzo.

Svolto nel corridoio a sinistra, salgo le scale facendo i gradini a due a due e imbocco il corridoio dove si trovano le aule. In questo momento questa zona della scuola è deserta, perchè tutti gli studenti preferiscono uscire e mettere quanta più distanza tra loro e i banchi. Ma a me piace questa calma e a discapito delle apparenze amo molto di più il silenzio di un corridoio vuoto al frastuono allegro del giardino pieno di miei coetanei. Mi fermo a guardare tutti i manifesti che troneggiano sulle pareti, dai cartelloni dei concorsi ai vecchi manifesti elettorali per eleggere i rappresentanti d'istituto o il re e la regina dei balli. Molte volte ci sono stato anche io la sopra, ma poco mi importava se vincevo o meno, non accompagnavo mai davvero nessuna per il puro piacere di farlo: le prime volte usavo la mia popolarità come qualunque altro adolescente in totale iperattività ormonale avrebbe fatto, ci andavo solo con la speranza di portarmi a letto qualche innamorata donzella. Ora invece, che nella mia testa c'è sempre e solo lei andare a quegli stupidi eventi mi scoccia e mi deprime. Soprattutto perchè lei non viene quasi mai. E alla fine mi ritrovavo a braccetto con una Delly troppo poco vestita per i miei gusti, perennemente attratta da ragazzi più grandi di lei come i miei occhi erano attirati dalle sue scollature esagerate. Ammetto di aver pensato alla mia piccola petulante “sorellina”, come amo definirla anche se non abbiamo alcun legame di sangue, in quel senso, perchè si, è sempre stata una bella ragazza, ma ogni volta che immaginavo qualcosa di più mi disgustavo.

Me ne sto davanti alla targa che porta inciso il mio nome, un trofeo che vinsi un paio d'anni fa in un concorso di matematica, proprio davanti alla porta della palestra. Lo osservo, in tutte le sue sfaccettature dorate e mi convinco ogni volta di più che è stato un bene portarlo qua, perchè a casa, mamma lo avrebbe rovinato.

Mi stringo più forte nella giacca e nemmeno mi accorgo del sibilo acuto che la porta di metallo che fa da accesso agli spalti produce aprendosi. Il colpo secco che ricevo sulla schiena mi informa di essermi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Gemo, massaggiandomi la spina dorsale e flettendomi un po' avanti e un po' indietro per diminuire il dolore

“Ommioddio Scusami!” la vocina angelica di una ragazzina mi fa girare. La sua espressione preoccupata e realmente dispiaciuta è incastonata in un visino piccolo dalla pelle candida, attorniato dai capelli biondi acconciati in due trecce che le ricadono dietro le spalle.

“stai bene?” chiede, ha gli occhi lucidi e temo stia per mettersi a piangere. Deve essere certamente del primo anno

“stavo meglio prima, ma non fa nulla non preoccuparti” rispondo, appoggiandomi al muro per guardarla meglio. Indossa una maglietta semplice, con una stampa carina di una capretta con un cappello, un paio di Jeans non troppo stretti e delle sneakers rosse allacciate fino alla caviglia. È così graziosa che non riesco proprio a pensare che sia una sfigata, nonostante l'abbigliamento la classifichi come tale. Qua, in questa patetica scuola, come ti presenti è tutto. E tu ragazzina non farai un bel successo tra i tuoi compagni, se continui così.

Le sorrido quando si sporge per toccarmi, ma mi ritraggo.

Sono stupito dalla sua audacia, o dalla sua ingenuità, non saprei dire quale delle due, perchè generalmente nessuno ha il coraggio di toccarmi per primo per paura delle voci che potrebbero circolare.

“mi dispiace molto” ripete, mordendosi il labbro.

“non preoccuparti” la rassicuro, notando che mi sta squadrando anche lei da testa ai piedi. Spero con tutto il cuore che non assuma quell'espressione di adorazione che quelle del primo anno di solito mettono su quando io o Finnick passiamo, quando avrà finito. Ma per il momento le faccio fare con comodo.

“come ti chiami?” le chiedo, cercando di far ritornare la sua attenzione sul mio viso e non sul mio corpo

“Primrose” risponde sicura “ma tutti mi chiamano Prim”

“bene” le tendo la mano, nel tentativo di mettere a proprio agio questo angioletto che mi sta di fronte

“allora io ti chiamerò Rose, come la protagonista del Titanic” accenno un sorriso sbilenco quando mi guarda stranita

“non è certo la Rose del cinema che fa la fine migliore” dice, assumendo quel tono da saputella che nessuno mai ha il coraggio di usare con me. E mi piace. Mi piace da impazzire

“uno a zero per te” mi gratto il mento con l'indice, perplesso ” mmm come preferisci che ti chiami allora?” ridacchio

“Prim o Rose, a me non fa differenza. Scegli tu” sorride mostrando la dentatura bianca e perfetta

“uno a zero per te, Rose” le faccio l'occhiolino e entro in palestra voltandole le spalle.

“ehi aspetta un secondo” mi chiama a gran voce dal corridoio, dove l'eco la rende quasi una minaccia. Mi volto per tornare ad osservarla, e noto che si sta torturando le mani

“dimmi Rose” rispondo, cercando di non suonare svogliato

“sapresti dirmi dov'è la sala mensa? Mi sono persa” non mi guarda nemmeno ma posso immaginare il rossore e l'imbarazzo sulle sua guance diafane. Sorrido e mi avvicino a lei posandole una mano sui capelli con fare gentile

“seguimi, ti ci porto io”

sussurra un grazie e cammina lungo il corridoio da dove sono venuto.

“allora Primrose, come sta andando il primo giorno di scuola?” domando, tanto per intavolare una conversazione con la più interessante ragazza del primo anno che abbia mai incontrato, e che non mi sia caduta immediatamente ai piedi, dopo Katniss ovviamente

“oh benissimo!” piega le labbra in un sorriso smagliante che non posso fare a meno di condividere.

Oh cara Primrose, ti accorgerai che la tua vita sarà un inferno qua dentro.

“ho iniziato con la mia materia preferita, biologia, e poi con matematica, che non ci capisco niente, ma la professoressa Seeder è simpatica e poi ho avuto un'ora di educazione civica” saltella al mio fianco e il suo entusiasmo sarebbe palese anche ad un cieco.

“ti sei divertita allora” mi rimetto le mani nelle tasche della giacca e continuo a sorridere.

Non so perchè sto dando tanta confidenza ad una ragazzina di quattro anni più piccola di me durante il suo primo giorno di scuola e che nemmeno mi chiede come mi chiamo, perchè probabilmente lo sa già. Ma i suoi occhi, di un azzurro che assomiglia tanto ad un cielo nuvoloso a discapito della sua solare e snaturata voglia di vivere, mi ricordano un altro paio di occhi, che non so bene a chi attribuire. Forse la loro forma, forse le ciglia lunghe e ricurve mi tengono attaccato a questo angioletto fintanto che non scoprirò a chi somigliano.

Senza nemmeno accorgermene abbiamo raggiunto le scale e mentre io scendo rapidamente i gradini, lei fa una cosa totalmente inaspettata: si siede sul corrimano centrale e dopo aver controllato che non ci siano professori nei dintorni si lascia scivolare fino in fondo, ridendo come una pazza.

“ho sempre voluto farlo!” sospira, mentre io la raggiungo. Poi tornando a fissarmi, fa un aggraziato balzo per scendere e atterra come una ballerina sulle punte. Mi fermo a pensare che le basterebbero un paio d'ali e sarebbe davvero un angelo.

“di qua” le faccio cenno di seguirmi e svoltiamo in un attimo nel corridoio degli armadietti

“quella porta laggiù in fondo è quella della mensa” indico e lei annuisce

“grazie.... ma come hai detto di chiamarti?” aggrotta le sopracciglia e io non potrei essere più felice di questa domanda

“Peeta” rispondo euforico, per la prima volta da mesi.

“allora grazie Peeta. Ma tu non vieni a mangiare?” oltre che intelligente è anche curiosa

“no, non ho fame. Ci vediamo in giro Rose” l'occhiolino mi viene spontaneo,forse per la troppa abitudine a salutare così le ragazze, ma mi pento subito di averlo fatto. Perchè quando la guardo di sfuggita da sopra la spalla, noto con dispiacere che ha messo su quell'odiosa espressione di chi mi ha appena classificato per il mio corpo e non per il mio cervello.

Scuoto la testa sconsolato e torno alla palestra.

Mi siedo sugli spalti e infilo le cuffie, mentre il senso di nausea mi assale di nuovo, prepotente e insistente. Sarà già una conquista se non vomiterò in classe tra mezz'ora. Reclino la testa e i capelli biondi si spargono sul cemento delle gradinate.

Dio, odio questo posto. Odio lei perchè mi attira troppo. E odio essere popolare.

Torno a coprirmi gli occhi con la manica della giacca e cerco di rilassarmi.

 

“hey Peeta! È una vita che ti sto cercando!” la voce di Finnick mi risveglia e mi riporta ancora una volta in questo schifoso mondo

“volevo stare da solo Finn” scocciato lo guardo, sperando che capisca l'antifona e se ne vada

“tempo scaduto bello mio. Ora io e te parliamo un po'. È un vero peccato che non ci siano birre qui dentro ma ti ho portato la cosa che ci assomiglia di più per il colore” mi porge la lattina e la apro, poi guardo l'etichetta

“succo di mela?davvero?” lo canzono e lui fa la faccia da saputello

“certo! È buono, è dolce, è salutare e non fa la schiuma. Tutto l'opposto della nostra amata birra!” sghignazza e io scuoto la testa per l'ennesima volta, tracannando un po' del dolce nettare che il mio migliore amico mi ha portato.

“allora Fratello... Perchè te ne sei andato così di corsa?” chiede, osservando gli striscioni che riempiono il soffitto alto

“cioè ho visto come ti ha guardato, sembrava voler incenerirti, ma non mi sembra il caso di fare un scenata”

“in quanti hanno visto tutto?” domando, prendendomi la testa dolorante tra le mani

“fortunatamente solo io, Johanna e Delly abbiamo capito cosa è successo, ma in molti sono rimasti stupiti dalla tua fuga. Anche Lei.” spiega giocando distrattamente con il bordo della maglia

“lei? E perchè sarebbe dovuta rimanere sorpresa? In fondo mi odia, non gliene frega nulla di me” sbuffo, riprendendo a sorseggiare il succo dalla lattina fredda

“questo non lo amico. Ma ho fatto delle ricerche” dice poi, tutto d'un tratto

“che tipo di ricerche?” chiedo, incerto

“su di lei intendo. Sulla tua misteriosa Katniss Everdeen. Ho indagato un po' in giro senza far trapelare nulla, tranquillo”

“dubito che tu possa dirmi qualcosa di lei che già non so o che non mi farà stare ancora peggio. E comunque sfortunatamente non è mia, perchè se fosse mia me la terrei ben stretta.” alzo le spalle e appoggio i gomiti nel gradone dietro di me, allungando e stiracchiando le gambe “in ogni caso... spara, ti ascolto”

“da dove cominciare, vediamo” si gratta il mento dove è appena accennata la barba chiara “per prima cosa ha una sorella più piccola ma non sono riuscito a capire come si chiama, mi dispiace”

“mmm, interessante.” annuisco, continuando a sorseggiare il succo troppo dolce

“poi ha dei problemi in matematica e geometria ma per il resto è un'ottima studentessa”

non ci guardiamo, io e Finnick, fissiamo a vuoto il soffitto della palestra mentre parliamo come solo due migliori amici sanno fare.

“va avanti” lo sprono

“lei e Gale non stanno assieme” ride, e io questa volta scatto in piedi e sgrano gli occhi

“ne sei sicuro?” quasi urlo

“nessuno li ha mai visti baciarsi e poi sono riuscito a parlare con la Undersee che ha confermato tutto” sorride guardandomi dal basso verso l'alto dietro a quell'intrico di lunghe ciglia chiare che si ritrova

“wow” mi gratto la nuca, visibilmente sollevato “Fratello ti adoro”

“oh ma ho un'altra notizia per te, non essere così felice” mi rimetto seduto e me ne torno zitto

“ha perso suo padre e lavora in un bar per mantenere la sua famiglia”

“oh si” rispondo, tutto d'un tratto cupo

“è proprio in quel bar che ci siamo conosciuti”

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

Hihihihi OPS! Non vi ho ancora detto come si sono conosciuti!

Curiosi?? bhè, visto che sono cattiva ( ma non troppo) vi dirò tutto nel prossimo capitolo!

Suona strano Rose vero? Anche a me all'inizio lo ammetto, ma nessuno sa che è la sorella di Katniss e a Peeta soprattutto piace distinguersi, quindi cosa c'è di meglio di un nuovo accattivante soprannome temporaneo?

 

Ringrazio le meravigliose persone che hanno letto il primo capitolo e lo hanno commentato, ma mille grazie anche ai lettori taciturni ovviamente.

Ammetto che shippo tutte le coppie che mi avete detto, Finnick&Annie, Cato&Clove, Katniss&Peeta ovviamente e soprattutto!

 

Per quanto riguarda le domande che mi sono state poste, ho una sola cosa da dire: abbiate pazienza, nel prossimo capitolo vi verrà svelato il mistero del perchè Katniss sembra essere tanto ostile al nostro bel Peeta... e il prossimo capitolo arriverà presto, promesso!

Un caloroso abbraccio

Luckily

 

P.s.

Vi adoro !!!!!!! 

   
 
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