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Autore: allison742    11/07/2014    1 recensioni
Un omicidio sbagliato. Una Detective con un passato che sembra non finire mai. Un assassino che uccide vittime troppo vicine. Un amore che verrà finalmente esplorato. Un pericolo per tutti. Chi sarà il prossimo?
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Aria Miller, la miglior Detective di tutta Los Angeles, viene svegliata bruscamente dal suono del suo cellulare: un cadavere è stato trovato in obitorio. Nulla di strano, se non fosse per il fatto che la vittima è l'anatomopatologa.
Aiutata dalla sua squadra, da uno strambo consulente e dalla sua migliore amica, cerca di risolvere il caso.
Nessun indizio rilevante, nessuna pista, nessun testimone. Solo un inquietante biglietto scritto a mano, lasciato dall'assassino.
Mentre tutto diventa sempre più strano, si verrà a sapere che sono le ultime parole di un personaggio famoso.
Ma cosa c'entrano con l'omicidio?
Tra dubbi e incertezze arriva un secondo cadavere: stesso modus operandi.
La faccenda si fa pericolosa per la squadra e, mentre Aria riscopre l'amore, il suo passato minaccia di tornare a galla...
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10
 


Molto più di quello che credi


 
 
«Allora signora Wilde, ci dica, è stata lei a trovare il cadavere?»
«Mi chiami pure Camille.» Rispose l’anziana donna che si trovava in sala interrogatori.
Aria e Collins erano di fronte a lei.
«Camille… ci racconti.»
Lei si prese del tempo per riorganizzare le idee e cominciò: «Erano più o meno le dodici e mezza quando sono uscita da casa mia. Di solito il cane lo porta fuori mio figlio, ma ieri sera era ad una festa, così è toccato a me. Avrei dovuto fare il solito giro sulla Maple Ave, ma il cane ha preso a correre. Facevo fatica a tenerlo al guinzaglio, ricordo un forte dolore alla spalla da tanto tirava: probabilmente aveva fiutato qualcosa. Mi ha trascinata fino a quel vicolo. Era tutto completamente buio, e non lo vidi subito. Il cane mi portò fino alla fine della via, e sentii una strana puzza. In quel momento il lampione, non so per quale motivo, si accese; così lo vidi.
Era a terra, ma non sembrava come quei cadaveri che si vedono nei film… non c’era neanche una goccia di sangue! Ho provato a svegliarla, ma non c’è stato niente da fare… così ho chiamato un’ambulanza. Poi siete arrivati voi.»
«E che ore erano, più o meno?»
«Direi verso l’una.»
«Ha visto qualcuno mentre entrava nel vicolo?»
«Ve l’ho detto, era tutto buio.»
«Va bene, Camille, grazie, può andare. Se le viene in mentre altro ci chiami, mi raccomando.»
«D’accordo.» Rispose con un sorriso, uscendo dalla stanza.
«Che ne pensi?» chiese Collins.
«Secondo me è sincera. Poi chiamerò Vanessa per verificare questi orari con quelli del decesso. Se corrispondono credo proprio che non avremo nulla di che sospettare della signora Wild.»
 
«Evans, cosa hai trovato sul Alex Taylor?»
«Come già sai, Alex era di origine Australiana. Quarantatré anni. Faceva la mediatrice, era anche abbastanza famosa. Era sposata, ma il troppo lavoro portò ad un divorzio, tre anni fa.»
«Come si chiama l’ex marito?»
«Bill Reed.»
«L’avete già chiamato?»
«No, lo stavo per fare. Vuoi convocarlo qui?»
«Sì, voglio parlare con lui.»
«Perfetto, vado!»
«Evans?» lo chiamò Collins.
«Sì?»
«Hai scoperto niente sul biglietto che abbiamo trovato nella camicetta della signora Taylor?»
«Ah già, quasi dimenticavo. Sì, sono le ultime parole di Edgar Allan Poe, il famoso scrittore.»
«Le ultime parole? Di nuovo?!» chiese Aria stupita.
«Sì, ma c’è una particolarità.» Si intromise Collins «Sono tutte ultime parole, ma di personaggi famosi. O comunque facilmente trovabili su google. Non vi sembra strano?»
«Molto… dobbiamo andare a fondo di questa storia. Devono pur voler dire qualcosa, no?»
«Le ho messe in un sistema di decodifica, niente. Nel sistema di rilevazione indizi, niente. Nel sistema di incroci e indovina?»
«Niente, di nuovo.»
«Esatto, sembrano a caso.»
«Ma non ha senso!»
«Forse è la sua firma, un modo per dire “Ehi, sono di nuovo io”!» ipotizzò Collins.
«No… di solito come firma si lascia un oggetto o un simbolo. Non frasi. Questi foglietti contengono indizi ben precisi.» Spiegò Aria.
«Peccato che noi non sappiamo né dove cercarli, né quali siano, e neanche a cosa si riferiscono.»
«Ti ringrazio, Collins.»
«Per cosa?»
«Per aver elencato ciò che non sappiamo!» rispose sarcastica, mentre Evans rideva.
Venne salvato dal telefono che squillava sulla scrivania della Detective.
«Miller.»
«Tesoro, devi scendere, SUBITO!» annunciò Vanessa, riattaccando.
«Evans, chiama il marito; Collins, cerca collegamenti con le frasi, le ultime parole. Io vado da Vanessa.»
«Sì, capo!» urlarono all’unisono.
 
«Allora, cos’hai scoperto?»
«Come avevo preavvisato, la nostra vittima è morta per avvelenamento; più precisamente avvelenamento da nicotina.»
«Da nicotina? Sulla camicia?»
«Pare di sì. L’ho fatta analizzare dalla Scientifica e risulta che il killer ha cosparso l’interno dell’indumento con un pesticida a base di nicotina. Quando Alex l’ha indossata il veleno è stato assorbito dalla pelle e dopo pochi minuti lei ha cominciato a sudare, poi sono arrivate le difficoltà respiratorie. Forse anche le convulsioni. È morta in circa un’ ora.»
«È… strabiliante. Non in senso buono, ovvio; ma non avevo mai visto nessuno uccidere in questo modo.»
«Non preoccuparti, non sei l’unica.» sorrise l’amica.
«Ora del decesso?»
«Più o meno verso le nove e un quarto di sera.»
«Plausibile.» disse a sé stessa.
«Tu ritieni il mio lavoro solamente plausibile?»
«No, mi riferivo alla signora che ha trovato il corpo, all’una di notte. Sentiva una strana puzza, probabilmente un accenno di decomposizione. Per questo è plausibile.»
«Mmh… farò finta di crederci. Avete già parlato con Charlotte?»
«No, non è ancora arrivata al distretto… poi le racconteremo. A proposito: tu sai che questa storia deve saltare fuori, vero? Siamo già a quota due, e se il prossimo colpo andasse a segno?»
«Lo so. Solo aspetta che ci sia anche io per avvisare gli altri. La Green lo sa?»
«No! Mi hai chiesto di tenerlo segreto e l’ho fatto.»
«Non l’hai detto proprio a nessuno nessuno?» chiese l’anatomopatologa con la sua solita vocina maliziosa.
«No.» mentì abbassando la sguardo.
«Mmh… ora vai, e quando arriva Charlotte chiamami: racconteremo tutto.»
«Ok, a dopo.»
«Aria?» la chiamò Vanessa, mentre stava per varcare la porta.
«Sì?»
«Dì a Collins di non dire niente nel frattempo!»
Aria non rispose e scappò via, sussurrando “Maledizione!” mentre le guance diventarono color porpora.
Nello stesso momento sul volto di Vanessa comparve un sorriso compiaciuto.
 
«Collins, COLLINS!» urlò Aria, sorprendendo l’uomo a dormire sopra la sua tastiera.
«Mmh…» mugugnò lui alzando la testa.
«COLLINS! Ti sembra il momento di appisolarti?»
«Sono stanco! Sai, non ho dormito molto stanotte…» rispose ammiccando.
«E perché?» si intromise Evans, che aveva rilevato i collegamenti tra le parole stanco e stanotte.
«Avevo caldo.»
«Siamo in inverno.»
«Si è rotto il riscaldamento…»
Evans continuò a fissarlo.
«Nel senso che va al massimo… si è rotto… non si ferma più…»
Aria avrebbe voluto sparire, volatilizzarsi.
«Questo sai come si chiama?» domandò Evans.
«Come?»
«Arrampicarsi sui vetri!»
«No, ti sbagli, noi non abbiamo… cioè io non…»
«Hai trovato Bill Reed?» li interruppe Aria, salvando Collins e sé stessa.
«Sì, era fuori città. Arriva nel pomeriggio.»
«Bene, lo aspetteremo. Notizie di Renard?»
«L’ho chiamata per sapere di Michael, ha detto che adesso sono a casa. E lei dovrebbe arrivare tra qualche ora. Come pensi di dirglielo?»
«Dirmi cosa?» li interruppe una docile voce alle loro spalle.
«Ehi, Charlotte, che ci fai qui? Avevi detto qualche ora!»
«Lo so, ma non ho resistito, mi hanno detto che c’è un nuovo cadavere!»
«Si chiama Alex Taylor, è morta da avvelenamento. Il killer ha sparso un pesticida a base di nicotina all’interno della sua camicia. È morto stanotte, alle nove e un quarto circa.» Aria aggiornò tutti.
«Wow… Altro?»
«Sì, abbiamo trovato le ultime parole di Edgar Allan Poe scritte su un biglietto messo nella tasca della camicetta di Alex. Ma non sappiamo ancora cosa significhino.» Aggiunse indicando il foglietto sulla lavagna.
«Ah, e abbiamo trovato l’ex marito, arriverà nel pomeriggio.»
«Bene. Cosa devo fare?»
«Niente. Ma noi dobbiamo dirti una cosa…»
«No, forse è meglio se spiego tutto io.» una donna dai ricci neri comparve alle loro spalle.
«Vanessa?! E tu cosa centri?» chiese Matthew.
«Molto più di quello che credi.»






 
   
 
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