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Autore: Ethasia    12/07/2014    3 recensioni
Da piccola ho sempre detestato il personaggio di Peter Pan. Adesso che sono più grande, il suo mondo, il suo modo di vivere mi hanno affascinata, al punto di desiderare di volare sull'Isola che non c'è. E mi sono domandata... cosa succederebbe se, dopo essersi lasciati a Londra, Wendy e Peter si ritrovassero, cresciuti e cambiati entrambi? Se l'Isola non fosse più il posto che i Darling avevano conosciuto da bambini? Così è nata la mia fanfiction.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimbi Sperduti, Capitan Uncino, Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noah's.

- Dunque - comincio, ben deciso a fare il punto della situazione. - Stai dicendo che, adesso, tu e Wendy siete diventati... cosa, di preciso?
- Amici - ripete Peter, esasperato, per l'ennesima volta. - Siamo diventati amici, Noah.
Lo guardo con espressione vacua. Non c'è traccia di scherzo sul suo viso. 
Ci rifletto un attimo.
- No - mi arrendo, scuotendo la testa. - No, non riesco proprio a capire.
- Penso stia cercando di dire che hanno fatto pace - interviene Matthew, divertito, - ma che lui non può ancora perseguire il suo scopo principale.
- E sarebbe? - domanda Peter, torvo.
- Scopar...
- D'accordo, è chiaro. Dovevi proprio chiederglielo? - domando a Peter, irritato.
- Che ne so - borbotta lui. - Di solito, le persone normali non hanno il sesso come unica priorità e idea fissa.
- Hai appena ammesso di non essere normale - gli fa notare Matthew, ammirato. - Facciamo progressi.
- Oh, andiamo - sbotta Peter, - il sesso non è la mia unica priorità. Hai davvero questa bassa opinione di me?
Io e Matt ci scambiamo uno sguardo. Poi guardiamo lui, che inarca le sopracciglia.
- Be' - comincio.
- Lasciate stare - mugugna Peter, immusonito. - Non è la mia priorità, va bene? E anche se lo fosse, ora come ora sarebbe piuttosto improbabile da attuare.
- E perché?
- Non lo so. È tutto un po' strano - mormora lui, sovrappensiero. - Io e Wendy siamo molto... cortesi, tra di noi. Capite?
- Cortesi - ripeto, un sopracciglio alzato.
- Sì - conferma Peter. - Voglio dire, parliamo, scherziamo e tutto il resto, ma non come facevamo prima, con me che ci provo e lei che mi insulta... siamo cortesi. Come se fossimo imbarazzati.
Lei è imbarazzata? - domando bruscamente.
- No, entrambi lo siamo - ripete, accigliato. - Noah, mi stai ascoltando o no?
- Ti ho sentito benissimo - replico infastidito. - Sto dicendo che... insomma, se Wendy è imbarazzata qualcosa dovrà pur dire, no?
- Ecco che comincia... - sospira Matthew, rassegnato.
- Oh, eddai - insisto, entusiasta, - quante volte hai davvero visto Wendy imbarazzarsi?
- Non saprei - sghignazza lui, divertito, - quando la guardavo male, negli ultimi tempi, direi che tanto tranquilla non era.
Perché guardavi male Wendy? - domanda Peter, minaccioso.
- Lascia perdere - mi affretto a dire. - Il punto è che lei non ha motivo di essere in imbarazzo con te.
- Non so. Mi è sembrata abbastanza consapevole di avermi fatto stare come un cane - replica Peter, ironico. - Magari sarà per quello.
- Ne dubito - ribatto io, che al contrario sono serissimo. - Una volta capito che ti eri ripreso, secondo le sue norme di azione, avrebbe dovuto ricominciare a comportarsi come al solito. E invece - concludo vittorioso - non è così. Parole tue.
- Magari è solo psicopatica - suggerisce piano Matt. Peraltro, senza uno straccio di logica apparente, considerando il discorso.
Peter gli rivolge un'occhiata assassina, ma per il resto preferisce la linea di condotta dell'indifferenza. - Tu stai solo cercando di volgere la situazione a tuo favore - mi dice, socchiudendo gli occhi.
- Scusa - ribatto indignato, - casomai andrebbe a tuo favore.
- Invece no; tu vuoi solo avere ragione - mi accusa. - Ti si legge in quei dannati occhietti azzurri che sei convinto che io... le piaccia, o chissà quale altra idea malata ti propina il tuo cervello macchinoso da sotto quei rasta innocenti.
- Tu sei matto - decreto. - E comunque sia, io comprendo le persone. Avevo capito che eri innamorato di Wendy secoli prima che ci arrivassi tu!
- Fino a prova contraria, io non ho ancora ammesso niente.
- Oh, ti prego - sbuffa Matthew, scettico.
- Visto? - dico, inarcando un sopracciglio. - Renditi conto che l'ha ammesso perfino Matt.
- Sebbene - aggiunge lui, disgustato - ancora non riesco del tutto a concepirlo. Voglio dire, tu sei pazzo e su questo non ci piove, ma lei è anche peggio, come fai a...?
- Abbiamo capito! - sbottiamo noi all'unisono, per poi rivolgerci un'occhiataccia. 
Ma Peter ha lo sguardo risoluto di quando non potrebbe essere smosso da un'idea nemmeno con una ruspa. - Ti stai sbagliando.
- Certamente non su di te.
- Come ti pare. Ma su Wendy sì.
- Questo è ciò che credi tu.
- Sappi che non ho la minima intenzione di correre da lei e urlarle che la amo finché non mi finiscono i polmoni come se non ci fosse un domani.
- Tu no - sorrido, - ma io sì.
L'aria, nella stanza di Peter, sembra d'un tratto raggelarsi. Lui e Matt smettono persino di respirare.
Mi guardo intorno, sorpreso di aver generato tanto raccapriccio con una frase tanto semplice. Ma nessuno dei due si degna di spiccicare parola.
- Che c'è? - domando alla fine, irritato.
TU AMI WENDY? - sbraita Peter, viola in volto, sull'orlo di una crisi di nervi.
Mi immobilizzo, ripensando alle sue parole e alle mie, raccapricciato. - Ma che avete capito, idioti! Io non intendevo in quel senso!
- Allora hai un modo molto strano di esprimerti! - sbotta Peter, fuorioso. - Razza di...
- Cretino - conclude Matthew, massaggiandosi il petto con aria drammatica. - Non avrei mai potuto sopportare che i miei due migliori amici fossero innamorati della stessa matta...
- Finiscila! - Sono ancora scandalizzato dall'idea. - Io volevo solo dire che se tu non vuoi dirle quello che provi, né tantomeno intende farlo lei... be', vorrà dire che dovrò essere io a darvi una spintarella.
Matt si raddrizza, come un cane che fiuta la preda. - Questo mi sembra divertente.
- Questo mi sembra folle e fuori discussione - ribatte Peter, minaccioso. 
- Che male c'è? - gongolo io, soddisfatto.
- Ah, be', così rischi soltanto di rendere vano tutto quello che ho dovuto passare nelle ultime settimane - spiega, sarcastico, - di farla arrabbiare come ho fatto io, se non di più. Hai ragione, che male c'è?
Sospiro. - La differenza, Pet, è che tu non sei dotato del minimo tatto... né strategia, a volerla dire tutta. Invece, io ho entrambi. Lascia fare a me.


Peter's.

Su quest'ultima nota, forse avrei dovuto preoccuparmi un po' di più. Ma in fondo, gli ho fatto capire in tutti i modi gentili che conosco che, se mi mette in una situazione anche solo vagamente imbarazzante e pericolosa, lo martorio di calci. Dovrebbe aver capito. Dovrebbe bastare, no?
No?





stavolta sono stata brava. due capitoli a nemmeno due giorni di distanza l'uno dall'altro. sono fiera di me stessa :3

 
  
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