Crossover
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Autore: Suikotsu    30/08/2008    3 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 28: L'INCUBO DI CAIM




XBankotsu: E sì, stanno migliorando, stanno risvegliando i poteri assopiti dentro di loro! Ciao!
XGiodan: Tranquillo, non avevo frainteso(il fatto è che lo sei realmente! ma la colpa non è tua, ma del vocabolario...) e sono contento che ti sia piaciuto! E grazie per aver lasciato ben due recensioni! Ciao e commenta che ci tengo al tuo parere!
XIllidan: Sì, il rapporto tra i due si sta evolvendo!

Una carrozza reale stava percorrendo un sentiero, scortata da una cinquantina di cavalieri e da dieci stregoni.
Al suo interno c'era una famiglia: un uomo dall'aria fiera e dai capelli castani, una donna elegantemente vestita con i capelli corvini e un bambino di qualche anno.
"Tra poco arriveremo dallo zio Gareth, contento Caim?" - chiese il re.
"Sì! Che bello papà!"
Il piccolo abbracciò i genitori.
I guerrieri non si erano ancora accorti di essere pedinati: loschi figuri vagavano per il bosco circostante.
Uno stregone se ne accorse d'un tratto: dette il segnale di fermarsi.
"Che succede?" - chiese il nobile.
Un cavaliere si avvicinò e bisbigliò qualcosa.
Sul volto del re comparve un'espressione cupa.
La donna intuì che succedeva qualcosa di brutto, mentre il bambino lo fissava un po' confuso.
"Caro, che succede?" - chiese la donna quando l'uomo si allontanò.
"He?" - fece il piccolo.
Il lord fissò il figlio qualche istante. Poi sorrise.
"Il soldati hanno un impellente bisogno, poi sono un po' stanchi. Devono fermarsi un attimo."
Il bambino si accoccolò tra le braccia del papà. La lady incrociò lo sguardo del marito: qualcosa di pericoloso si stava avvicinando.
E presto arrivò.
Dalla foresta sbucarono dei grossi bugbears, accompagnati da alcuni orchi.
"Difendiamo il nostro signore!"
I cavalieri incrociarono le spade con le asce nemiche, mentre gli stregoni affrontarono i maghi nemici. Lo scontro si volse subito in favore degli umani.
"Che succede papà?"
"Niente di grave, tesoro, stai tranquillo!"
Quando anche gli ultimi mostri erano sul punto di ritirarsi, però, un ruggito proveniente dal cielo, riecheggiò per la valle: un dragone nero con gli occhi rossi come il sangue scese in picchiata, atterrando tra i soldati, spazzandoli via. La diligenza fu capovolta.
Dopo qualche istante la famiglia ne uscì: erano tutti spaventati.
La donna gridò e coprì gli occhi al figlio: il drago stava divorando le loro guardie, incapaci di far fronte ad un simile nemico.
"Tesoro! Scappa! Io lo distraggo!"
"No, Terenas!"
L'uomo prese una spada ad un cadavere e cercò di distrarre il drago.
"Ehi tu, lurida bestia, battiti con me se hai il coraggio!"
Il mostro dondolò la testa e lo fissò con gli occhi di fuoco; il nobile deglutì, ma mantenne la posizione.
Con uno scatto rapidissimo, il dragone afferrò l'uomo con la bocca, poi agitò la testa mentre lo teneva stretto tra le fauci. Subito dopo cominciò a masticarlo mentre era ancora vivo, sotto gli occhi della moglie, troppo spaventata da potersi muovere, e del figlio, che si era liberato dalla mamma.
"PAPÀ!" - urlò Caim in preda al terrore.
Dopo aver massacrato il corpo, il drago lo gettò a terra e si voltò sui due superstiti; la bestia fece schioccare le fauci: sembrava divertirsi.
Lanciato un ruggito, eruttò una piccola vampata di fuoco: la donna spinse via il figlio, allontanandolo a sufficienza da poter schivare le fiamme, ma non il calore, tanto forte che il piccolo perse i sensi.
Quando aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu uno scheletro carbonizzato a pochi passi da lui. Cercò di urlare, ma non ci riuscì.
Terrorizzato, si voltò sul drago, e cadde in preda alle convulsioni: tra poco sarebbe morto.
Il drago emise uno strano verso. Una risata.
"Il mio signore ne sarà lieto!" - disse mostrando i denti.
Fece un passo, poi si fermò e alzò la testa al cielo.
Con un ruggito che fece tremare il suolo, un dragone rosso scese dal cielo e lo caricò, sferrandogli una testata che lo sbatté a terra.
I due si fissarono qualche istante, poi si attaccarono, cercando di mordersi e di graffiarsi. Il dragone rosso afferrò il collo del rivale, poi lo buttò a terra e lo trascinò per vari metri. Il bestio si liberò con un colpo di coda, poi spiccò il volo.
Il dragone rosso spalancò le ali, mentre alle sue spalle sorgeva il sole.
Il bambino guardò qualche istante la maestosa creatura, poi perse i sensi.
"HA!"
Caim si svegliò di soprassalto. Un sogno. Un incubo. Il ricordo di quella traumatica esperienza.
Il principe si passò la mano sulla schiena. Era madido di sudore. Trovò anche delle fasciature, sporche di sangue rappreso.
Il ragazzo si alzò e si guardò attorno: c'era solo lui nella spaziosa tenda, sopra ad un comodo letto.
"Angelus qui non ci entra" - pensò.
Il giovane cercò di fare un passo, ma fu bloccato da un dolore forte e improvviso al petto.
"Sporco demone!" - pensò sedendosi - "Giuro che la prossima volta che lo incontro..."
"Principe Caim!"
Alcuni guaritori, sia uomini che donne, entrarono nella tenda.
"Vi siete ripreso?"
"State bene?"
"E lasciatemi in pace! Sto benissimo!"
I presenti indietreggiarono.
"Maestà, ci stavamo solo preoccupando per voi...siete il nipote di Gareth e futuro re di Damara...state già rischiando..."
"Ancora con questa storia? Io non sono come quei signorotti deboli e incapaci, buoni solo ad ingozzarsi e incapaci di scagliare un sasso con un minimo di precisione!"
"Per carità! Ma vi dovete riposare..."
"Io..."
"Caim..."
Il principe spalancò gli occhi: la mente di Angelus lo aveva raggiunto.
"Ti sei ripreso, e ne sono lieta. Tuttavia non devi sforzarti troppo. Resta a letto e riposati. I nemici non hanno ancora attaccato dopo l'ultima sconfitta. Hai tutto il tempo di riposarti."
"Ma..."
"Non servirà a nessuno se ti farai ammazzare. Non devi farti dominare dalla brama di sangue. Controllati. Impara a dominare le tue emozioni, e a non farti dominare da esse."
Il principe abbassò la testa, rassegnato.
"D'accordo." - disse rivolgendosi sia a lei che ai presenti.
"Meno male! Ora rilassatevi" - disse una donna facendolo sdraiare.
Caim sospirò.
"Com'è la situazione?"
"Avete riportato nume..."
"Il fronte!!!"
"Ci sono stati molti morti e feriti, ma oggi sono arrivati 5000 elfi e 3000 nani, che hanno portato viveri ed armi."
Il ragazzo sorrise e si lasciò andare un attimo.
"Ha...bene..."
Esausto, cadde in un sonno profondo. I guaritori uscirono piano per non svegliarlo.
Nel frattempo, nella grande fortezza di Shaddar-Nur, erano in corso i preparativi per un ennesimo attacco.
Nelle armerie i soldati si stavano preparando, prendendo armi e corazze, mentre gli stregoni invocavano demoni di ogni tipo e livello.
Il castello, scuro e cupo, pieno di torri e praticamente inespugnabile, era percorso da una grande attività; al suo interno,  nella sala del trono, si stava svolgendo una riunione.
Su un trono grigio stava seduto un uomo anziano: la sua pelle era rugosa, gli occhi scuri, i capelli nascosti dal cappuccio blu dello stesso colore della veste da stregone con cuciture verdi e decorazioni dorate; al suo fianco portava un bastone marrone, ma al posto della consueta gemma in cima aveva una specie di organo pulsante, con alcuni tentacoli ed una specie di occhio.
"Mal'Ganis, hai fallito già diverse volte. Perché dovrei affidarti di nuovo il comando?"
Il demone, inginocchiato a capo chino davanti al suo padrone, rispose:
"Questa volta non fallirò! Ne sono sicuro!"
Una risata si diffuse in tutta la stanza.
"Non sono convinto che tu ne sia all'altezza." - disse un mostro simile a Mal'Ganis, ma più grosso ed imponente, dai canini più lunghi e dall'uniforme rossa. Il suo volto poi era ancora più terrificante.
"Thicondrius, tu pensi di poter fare di meglio?" - chiese il negromante.
Il demone si avvicinò e si inginocchiò.
"Ma certo, mio signore. Permettetemi di dimostrare le mie capacità."
Il vecchio si passò le dita sul mento.
"Uhm...sì, credo che tu sia il più qualificato. Hai il comando. Mal'Ganis, prenditi pure qualche giorno di riposo."
"Ma..."
"Non discutere. Qui la mia parola è legge. Ed ora andate."
I due uscirono restando a capo chino. Una volta che il portone fu superato, si alzarono e si fissarono con i loro occhi fiammeggianti.
"Non credere di farla franca! Finché i generali non tornano, il comandante dell'esercito sono io! Saddler capirà presto che sei un inetto!"
"Ha ha! Non sottovalutarmi! Il nostro signore è stato fin troppo benigno nei tuoi confronti!  E chissà se e quando torneranno."
"Che vuoi dire?"
"Non lo sai? Mi sorprendi! Non abbiamo più notizie di tre di loro da diverso tempo. Danemon e Kruaser sono morti, mentre Durza non ha più contattato Arthas."
"Modera il tono! E che importa? Tanto quei due non erano un granché! Io sono più forte di loro due messi assieme!"
"Tsk! Che presuntuoso! Ora, se non ti dispiace, ho un accampamento da distruggere!"
Thicondrius si voltò, incamminandosi verso le truppe.
"Che sia dannato! Io sono il comandante! Spero che crepi al primo scontro!"
Caim uscì dalla tenda e si guardò intorno: molti soldati erano in pausa. Le loro corazze erano tutte ammaccate, gli abiti sporchi di sangue rappreso, ed erano stanchi e sfiniti. Altri ancora, coscritti, stavano coltivando i campi e badando alle pecore; infatti, consci del fatto che sarebbero rimasti a lungo sul posto, i soldati avevano portato con sé molti animali, per poi coltivare e seminare i campi nel grande accampamento in legno, costruito col legname della foresta vicina.
Mentre passeggiava, tutti i soldati lo salutarono chinando il capo:
"Principe Caim."
"Maestà."
Un generale andò incontro al ragazzo.
"Mio signore, vi siete ripreso?"
"Certo! Ci vuole ben altro per fermarmi! Come sta Basch?"
"Il capitano? Beh, si riprenderà tra poche ore, o almeno così ha detto un guaritore. Intanto sono arrivati i rinforzi dei nani e degli elfi!"
Con un cenno della mano indicò i guerrieri che sorvegliavano le mura e i maghi che stavano curando i feriti.
"Bene. Così almeno non ci faremo schiacciare. Dubito che avremmo resistito ad altri assalti. Dove sono i comandanti delle truppe di supporto?"
"Nella tenda con gli altri generali."
"Bene. Ci vado anch'io. Devo discutere con loro delle strategie di difesa."
Il ragazzo entrò nella tenda dove stavano parlando i suoi generali e i comandanti degli elfi e dei nani.
"...con l'appoggio delle mie truppe riusciremo di sicuro..." - stava spiegando il generale degli elfi, un guerriero dai capelli d'argento e protetto da un'armatura del medesimo colore.
"Principe Caim! State bene?"
"Benissimo. Siete voi due i comandanti?"
"Sì, signore. Veniamo in nome del grande Evandar..."
"...e del potente Muradin." . rispose un nano con barba e capelli scuri.
"Benvenuti. Fa sempre piacere avere un aiuto. Tra non molto potremmo subire un ennesimo attacco. Mi auguro che i vostri soldati siano forti e valorosi, altrimenti faremo tutti una brutta fine."




Se volevate che scrivessi qualcosa di più sul ragazzo non esitate a chiedere, magari ci penserò tra qualche capitolo.
 E mi raccomando, commentate, commentate!

Mi scuso se ho fatto degli errori, e vi informo che probabilmente non aggiornerò per un po', causa problemi al computer.

  
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