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Autore: Kveykva    12/07/2014    3 recensioni
Eragon č nelle terre oltreconfine, Arya in Alagaesia quando arriva una notizia sconcertante: degli elfi hanno trovato un incantesimo in grado di risanare Vroengard dai suoi gas nocivi, e sarą presto pronta per allenare i nuovi cavalieri e i nuovi draghi. Quindi se Eragon tornerą in Alagaesia come sarą la sua vita con Arya? Cosa nascerą fra loro?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Fģrnen, Saphira | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Certo che sei proprio un cucciolo eh...si si, ma sei bellissssimo sii!- continuava a strillare Ambrea giocando col draghetto di Dorien.
Era un maschio.
-Mi farai venire il diabete se continui cosģ- rise Dorien.
Ambrea mise il broncio.
-Certo che sei proprio insensibile: guarda com'č cariiino.- ed era gią ritornata a giocare.
-Aah, sei senza speranza.- sospiró sorridendo.
Poi si chinó accanto all'elfa, e cominció anche lui ad accarezzare il cucciolo.
-Allora, come lo chiami?- chiese lei.
-Te l'ho detto, non lo so.- 
-Avrai pure un'idea.- 
-Un paio.-
-E...?- fece lei.
-Che curiosa!- esclamó lui ridendo.
Lei gli diede un bacio sulla guancia e si alzó.
Era vestita  da guerra: stivali ai piedi, pantaloni neri, resistenti e una cotta d'argento finissima. Sulla schiena aveva la sua faretra e l'arco in mano.
 I capelli erano legati stretti in una coda altissima: ovviamente non era truccata. 
Ambrea non lo era mai, mentre molte altre elfe (vedi una certa Lźdręļa ) non ne potevano fare a meno.
Era davvero bella: splendeva anche se erano le sei di mattina, e tutti erano gią in piedi per prepararsi all'ImporiumLus.
-Vado al comando: hanno bisogno di me.
-Tu vedi di muoverti, ci servi anche tu.- gli raccomandó severa, e sparģ in un attimo.
Dorien sospiró, e si lasció sfuggire un sospiro.
-Perchč mi guardi cosģ? Non so come chiamarti.- sussurró al draghetto che aveva in braccio.
Era grande come un cucciolo di cane, le squame non erano lucide, ma opache: era come vetro patinato, di un colore pazzesco.
Non era ne' blu, ne' nero, ma era un insieme dei due, i quali creavano sfumature e linee particolari.
Ma gli occhi, quegli occhi erano la parte pił assurda del drago: non perchč fossero di chissa' quale forma, o colore.
O meglio, sģ erano enormi e grigi.
Ma erano uguali, identici, spiaccicati a quelli di Dorien: assolutamente indistinguibili.
-Ustin?
Silenzio.
-Meque?-
Silenzio.
-Avanti! Dimmene uno che ti piace.- esclamó frustrato Dorien.
Il drago lo guardó con occhietti intelligenti, e poi entró nella mente del suo padrone, senza dire nulla.
Dorien continuó.
-Turos? Sulud? Friel? Ias?-
All'ultimo nome il cucciolo alzó il crapino.
-Ias? Ti piace?-
-Sģ.- rispose con voce pastosa il drago.
Il viso di Dorien si illuminó di un sorriso raggiante.
-Va bene:  che Ias sia.-
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-E qui ci ritroveremmo tutti assieme, almeno che non si verifichino imprevisti.- concluse Bloodgharm indicando un punto sulla cartina di Ellčsmera stesa sul tavolo al centro.
-Scusate! Sono in ritardo!- esclamó una voce maschile.
Tutti i presenti si girarono ad osservare Dorien entrare nella tenda principale.
-Scusate.- mormoró di nuovo a disagio sotto lo sguardo di tutti. 
Bloodgharm lo scrutó a lungo, senza muoversi.
-Il ritardo non č ben accetto da queste parti: nemmeno se si č un Cavaliere dei Draghi.- pronunció con voce come l'acciaio.
-Potrebbe ripetere?- 
Silenzio.
-Voi quattro Cavalieri verrete trasportati tramite la bolrnian all'entrata di Ellčsmera. Una volta lģ entrerete senza farvi vedere ( tramite un incantesimo di dissolvenza) nelle prigioni e libererete Arya ed Eragon. Supponiamo che si trovino nelle segrete est.-
-Come fate a saperlo?- domandó Krashta.
-Le prigioni ovest erano in disuso da moltissimo tempo.- rispose Ambrea -Penso sia impossibile che le abbiamo riattivate.- 
-Anche perchč il numero dei prigionieri non era altissimo, visto che tutta la popolazione č stata spedita qua.- concluse Faelis.
-Giusto.- confermó Bloogharm. 
-Da lģ, voi resterete a liberare tutti i prigionieri rimasti e con essi andrete da Eragon e dalla Regina.-
-E una volta lģ?- chiese Dorien.
-Una volta lģ eliminerete chiunque vi sbarri il passo e vi dirigerete verso il Palazzo dove č probabile che troverete Manuelģ e...-
-Ehi ehi, fermi un attimo: č possibile, č probabile, se troveremo.. Questo piano ha troppi 'se'! Potremmo sbagliarci su quasi tutto!- esclamó Faelis.
-Hai un piano migliore? - domandó Krashta.
L'elfo tacque: no, non ce l'aveva, ma non gli sembrava la strada giusta da seguire.
-Lģ- riprese il capo - minaccerete Manuelģ fino a che non vi dirą come rimuovere la barriera e a quel punto farete entrare noi che uccideremo il resto della RN.-
-Cosa? Ma state scherzando, vero?- chiese Faelis.
Bloodgharm rimase impassibile.
-Manuelģ preferirebbe morire piuttoso che dirci come abbattere la barriera! Non lo dirą mai. E poi, se anche fosse tanti stupido da dircelo, come elimineremmo la RN? Solamente con le armi?- 
-Č l'unica strada possibile.- replicó serissimo
Bloodgharm.
-No che non lo č.- 
Quella voce arrivava dal fondo della tenda: una voce flebile e sottile.
La folla si diramó e Bloodgharm e i quattro Cavalieri riuscirono a scorgere Darinda, l'elfa che aveva scoperto la bolrnian.
-Cosa vorresti dire Darinda?- domandó brusco Bloodgharm.
Lei si fece piccola piccola, ancor pił di quanto gią non fosse.
-La quantitą di luce contenuta nella bolrnian č enorme, giusto?- disse con una vocina minuscola.
-Certo, e quindi?-
-Non avevamo detto che la magia era l'energia? E l'energia non era forse luce?- 
-Non capisco dove vuoi arrivare.- ammise Bloodgharm.
L'elfa fece una piccola smorfia infastidita, e Faelis la trovó subito molto graziosa.
-Potremmo usare la luce contenuta nella bolrnian come arma!-
Ambrea non aveva ancora capito, Dorien, Faelis e Krashta men che meno ma Bloodgharm sembrava aver recepito qualcosa.
-E quindi se noi liberassimo tutta la luce d'un colpo...- cominció.
-Stermineremmo direttamente tutta la RN.- concluse lei.
-No, non si puó fare.- disse Ambrea.
-Potrebbe essere l'unica possibilitą per distruggerli.- replicó Bloodgharm.
-Distruggeremmo l'intera Ellčsmera e tutte le persone presenti all'attacco.- esclamó l'elfa.
-Come puoi pensare di fare una cosa del genere?- disse scioccata.
-Č l'ultima cosa che voglio ma non vedo alternative.- 
-Insomma, ti rendi conto che...-
-Ehi! Aspettate!- urló Darinda.
Tutti si girarono nuovamente verso di lei.
-Be' ehm...io pensavo che avremmo potuto portare le guardie della RN in un luogo esterno. Guidarle con un diversivo e poi attivare la sfera, in modo da non distruggere tutta la nostra cittą.-
-Non si sposteranno mai tutte: alcune rimarranno a fare la guardia.- obiettó Dorien.
Si dipinse un'espressione curiosa sul volto dell'elfa.
Poi sorrise e con voce sicura disse: 
-Non con sei draghi alle calcagna- 
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Il consiglio si era aggiornato: il piano, con qualche modifica, era pronto.
Tutti erano riusciti a mettersi d'accordo: era un piano rischiosissimo perchč non si sapeva assolutamente se avesse potuto funzionare ma era la loro unica possibilitą e per realizzarlo avrebbe avuto bisogno non di una, ma di due bolrnian.
-Lźdręļa voglio che tu costruisca una sfera uguale a quella che hai gią realizzato: dovrai farlo in due ore.- ordinó Bloodgharm.
-Cosa? Due ore? Ma č impossibile!- obiettó scioccata l'elfa.
-No, che non lo č.- taglió corto il capo.
-Fra tre ore ci sarą l'ImporiumLus e voglio la sfera pronta. Nessuna eccezione.- aggiunse.
-Va bene.- brontoló Lźdręļa e si mise subito al lavoro.
-Dorien?- chiamó Bloodgharm.
-Sģ, signore.- rispose il ragazzo, arrivando correndo.
-Mi serve un separatore della luce: dovresti costruire un'asta (di materiale super resistente)  che divida il raggio di luce e lo incanali verso le due sfere.-
-Certamente, signore.- rispose lui, e si incamminó verso la fucina.
Bloodgharm doveva trovare Darinda: l'idea che l'elfa aveva avuto era stata assolutamente eccezionale.
Non solo aveva trovato un modo per sterminare direttamente la resistenza, ma anche per abbattere la barriera. O meglio, quello era in forse. 
Bloodgharm giró tutto l'accampamento cercando di trovare Darinda e la trovó fuori dalle fucine est, a dare spiegazione a Lźdręļa.
-Muoviti Lźdręļa non abbiamo tempo per parlare, mancano pochissime ore all'ImporiumLus e la seconda sfera non č pronta.- la sgridó severamente.
-Mi sto soltanto facendo spiegare un po' meglio il piano visto che lei non si perde certo in spiegazioni utili...- borbottó lei ed entró nella fucina.
-Darinda, volevo solamente ringraziarti. Ci hai salvati.- elargģ Bloodgharm. 
-Non ancora: non si sa se funzionerą.- rispose lei.
-Dobbiamo sperare.- 
L'elfa annuģ. 
Bloodgharm le rivolse un cenno del capo e se ne andó, lasciandola sola.
-Se-sei stata grande!- balbettó una voce.
Darinda si giró si ritrovó davanti Faelis.
-Faelis! Ah, ehm..grazie ma se non l'avessi pensato io l'avrebbe pensato anche qualcun altro quindi...-
-No, fidati. Ci sei stata di grande aiuto.- disse lui.
Sperava che col caldo che faceva l'elfa non notasse che era diventato bordeux. 
-Si insomma..grazie. Ora devo andare, ehm..ci..ci vediamo.- 
-Oh, ehm certo. Ci vediamo.- 
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La luce fu cosģ forte che tutto l'accampamento dovette distogliere lo sguardo.
-Aah!- gridarono in molti, soprattutto gli elfi, per la loro vista acuta.
L'ImporiumLus era cominciato. 
Esattamente alle undici, quindici minuti, e tre secondi un raggio di luce purissima colpģ perfettamente le due bolrnian sulla collina, passando per il divisore.
-Sta funzionando!- esclamó Faelis, pił sorpreso che per effettiva felicitą.
-Sii!- rispose qualcuno ma con gli occhi chiusi era praticamente impossibile stabilire chi avesse parlato.
Dopo undici secondi esatti la luce si spense, lasciando un silenzio irreale fra tutti i presenti.
Avevano paura di aprire gli occhi, e scoprire che magari la magia non aveva funzionato, ma il cambiamento era evidente.
Le sfere ora, rilucevano di un'enorme quantitą di luce e di calore: era di un colore bianco e oro, sembrava un concentrato densissimo di energia.
Sembrava impossibile, ma nessuno aveva mai visto tanta luce concentrata in cosi poco spazio. Era completamente assurdo.
Il primo che si mosse fu Krashta: si avvicinó lentamente ad un globo, e avvicinó una mano.
-Non toccarlo, ragazzo, a meno che tu non voglia essere trasportato dall'altra parte di Alagaesia.- lo avvertģ Bloodgharm.
-Ma io voglio essere trasportato.- replicó Krashta.
Bloodgharm fece un verso di scherno.
-Molto divertente.- disse.
-Ora, un panno...presto!- 
-A lei.- si inchinó un'elfa, porgendogli uno spesso fazzoletto azzurrino.
Bloodgharm lo prese e avvolse stretto il globo di sinistra e ordinó ad un elfa di fare lo stesso con l'altro.
-Bene. - cominció -E ora invadiamo quei profanatori.- 
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Angolo:
Ok, nessuno ci avrą capito nulla ma non preoccupatevi: nel prossimo capitolo sarą tutto pił chiaro, anche perchč sarą spiegato il piano per intero.
Come avevo detto, si sono chiarite un paio di cose: oltre alla tattica della battaglia, anche per quanto riguarda Faelis che sembrava tanto geloso nell'ultimo capitolo.
Breve descrizione di Ias, volevo un po' caratterizzarlo e dargli un nome quindi..
Scusate per il ritardo, ma era un capitolo lunghetto e con le vacanze me la prendo comoda qui al mare.
Un bacione,
Kveykva.
  
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