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Autore: Irish_Tribute    12/07/2014    0 recensioni
«Luke Hemmings»
Quel nome mi era rimasto impresso in mente dal momento in cui l'aveva pronunciato dalle sue labbra. Da quel giorno l'idea che mi facevo di lui non fece altro che cambiare.
Quando si presentò sorridente alla classe, pensai fosse simpatico. Quando non spiccicò neanche una parola per la prima settimana in cui era arrivato, pensai fosse timido. Quando lo vidi fare a botte con dei brutti ceffi tatuati, pensai fosse pericoloso.
* * * *
Vi informo che questa fanfiction su Luke Hemmings è stata scritta e ideata da me. La scrivo pure su wattpad e se vi va potete andare e leggerla. È una storia che vi appassionerà fino alla fine. Leggeta, non ve ne pentirete
Genere: Azione, Fluff, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Ringrazio mentalmemte Abigail per il suo arrivo di salvataggio. Se non fosse stato lei, ora Katrina mi avrebbe già assegnato il compito di pulire tutti i bagni dell'edificio. Cerco di indietreggiare ma col risultato opposto. Per sbaglio il mio piede va ad urtare la sedia che si muove di qualche centimetro. Dannazione! Sento le scarpe di Katrina stacchettare fino alla scrivania. «Ti aspettano all'entrata ... !» sputa tutto d'un fiato Abigail. «A quest'ora?» domanda stranita la tutrice . In effetti non è che sia prestissimo, quindi come diversivo non sembra il massimo, peró Katrina sembra cascarci. Si allontana da noi fino ad uscire definitivamente dalla segreteria. «Via libera» sussurra Abigail. Entrambi usciamo da sotto la scrivania e ci stiracchiammo. «Giuro di non rientrare mai più qua dentro, mai più» dico ripulendomi i pantaloni dalla polvere del pavimento. «Ovvio che non ci rientrarai, e ora sparite » Attraversiamo la porta quando faccio retromarcia e mi rivolgo ad Abigail « Grazie Abi» mormoro per poi seguire Luke, verso la mia camera. Percorriamo di soppiatto i corridoi, sperando che Katrina non ci veda. In quel caso le dovremmo dare alcune spiegazioni e io non sono brava a inventare storielle sul posto. Peró fortunatamente i corridoi sono deserti e raggiungo la camera con facilità. Entro e mi chiudo dietro la porta. Intanto Luke muove le dita ad una velocita sorprendente sul display del suo telefono. Sul suo viso un espressione soddisfatta. «Quindi col compito che si fa?» dico cercando di attirare la sua attenzione. «Eh?» domanda alzando il viso, leggermente illuminato dal cellulare, che emana luce ogni cinque secondi. Cosa aveva detto? Ah, si : non dare nell'occhio. Che cavolata! «Il compito» ripeto incrociando le braccia. «Bho!? Qualcosa faremo» ribatte sbrigativo. Comincio a pensare ad una soluzione, che peró tarda ad arrivare. Decido di non pensarci. Forse se ci dormo su mi verrà in mente qualcosa. Ma non ce n'è bisogno. «Aspetta un momento!» urlo in preda all'entusiasmo del momento. Si! Ho una soluzione. A scuola vogliono semplicemente uno schema scritto che riporti i nomi dei famigliari, giusto? Almeno spero. Prendo un foglio da disegno e scrivo in bella grafia "Albero Genealogico ". Mi apposto di fronte a Luke a distanza di sicurezza e comincio «Come si chiamano i tuoi genitori?» e intanto mi preparo a trascrivere le sue parole. «Liz e Andrew Hemmings» mormora il biondo sempre concentrato sul telefono. Sopra il nome "Liz" scrivo madre, mentre sotto "Andrew" padre. Luke persevera con l'inviare sms. «Non dare nell'occhio, eh? Ma se sei più ricercato di un assassino!» Alla mia espressione Luke alza il volto, sembra irrigidirsi e unisce le labbra in una linea. «Fidati, non sai quanto mi tornerebbe utile essere ignorato da tutti, mi semplificherebbe di molto la vita ..» ribatte posando finalmente il telefono. «Tornare utile in che senso?» domando confusa dalla vaghezza delle sue parole. Capisco che essere lasciati in pace un po' è bello, perché hai del tempo da trascorrere con te stesso. Peró fino a essere utile ... non saprei. Anche se mi definisco una che si fa gli affari suoi, una "solitaria", anchio certe volte mi ritrovo a pensare come sarebbe bello avere un' amica con cui confidarmi, con cui sfogarmi nei momenti difficili. «Lascia stare, meno ne capisci e meglio è»  e qui capisco che non mi dirà nient' altro. «Io invece no, non la penso così sai» dico dopo una piccola pausa « Mi piacerebbe avere sempre gente intorno, e non ad insultarmi. Mi piacerebbe che qualcuno mi trovasse interessante per le mie passioni o abilità. Insomma, un po' il contrario di te» termino con una risatina che fa spuntare un sorriso a Luke. E ora che ci penso sembrava che avessi reapirato dell'elio. «I tuoi nonni?» domando. Luke sembra inizialmente non capire poi afferra e risponde «Jenna e Colin Hemmings; i paterni, mentre i materni non li ho mai conosciuti come d'altronde mia madre» noto una certa punta di tristezza nella sua voce. Trascrivo i nomi e decido che forse dovrei smetterla di fargli domande. Almeno per oggi. Sposto lo sguardo sulla finestra e noto che oltre al tramonto sta arrivando anche un temporale bello e buono. Scende così all'interno della stanza un'imbarazzante silenzio. Durante il quale ho modo di rivalutare ció che avevo pensato. Seduto così sul mio letto sembra un normalissimo e simpatico adolescente, anche se certe volte dice cose strane. Sfrutto un suo momento di distrazione col cellulare per osservarlo meglio. La luce del telefono crea giochi di luce e ombre che esaltano il profilo a dir poco perfetto della sua mascella. Un'altra ombra va a crearsi subito sotto il piercing al labbro inferiore, questa peró genera un effetto abbastanza inquietante, che peró viene subito addolcito dalle lunghe bionde ciglia che sbattono sugli occhi. Occhi che proprio in questo momento entrano in contatto con i miei. Luke sorride malizioso mostrando due fossette dolcissime ai lati della bocca e addossando leggermente la lingua ai denti. Visto così sembra il ragazzo più dolce del mondo. E pensare che in giro lo considerano una "mina vagante". «Sarà meglio che vada o finirai per non staccarmi più gli occhi di dosso» dice divertito alzandosi dal letto, mentre passa accanto a me mi scompiglia amichevolmente leggermente i capelli castani ed esce dalla stanza. E io rimango lì seduta. Con le guance calde che pizzicano per il rossore. Infondo non è così "pericoloso".     *     *     *     *     *     *     *     * Ciao a tutte Come va? Io benissimo e ho postato il terzo capitolo. Ormai ho decisp che continuerò a scrivere anche se la storia non riscuote successo. Infondo io scrivo per me stessa e perché adoro la scrittura. Se comunque c'è qualcuno che legge la mia storia vi prego di votare e commentare . grazie xx

  
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