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Autore: pxranoiae    13/07/2014    3 recensioni
“Okay. Devo solo aspettare dai 3 ai 5 minuti. Posso farcela.”
07:34
“E fosse positivo? No! Non lo sarà!”
07:35
“Anche perché se fosse positivo dovrei affrontare il problema più grande: di chi è? Ecco no. Non potrei neanche pensarci.”
[I vampiri possono avere figli]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Elena era furente. Caroline era pentita. Damon e Stefan erano sorpresi. Klaus era felice.
Era riuscito nel suo intento. Elena si era rifugiata in camera sua e Caroline le era corse dietro per consolarla e tentare di spiegare.
-Elena ti prego ascoltami!
-Come lo sapeva? Chi glielo ha detto? Tra i poteri di un super originale ibrido non c’è quello di leggere le menti altrui.
-Lo so, lo so. Per questo vorrei spiegarti.
-Tu? E che mi devi spiegare? Vi siete visti solo in quel momento veloce in cui ti ha incontrato al parco. Non puoi averglielo detto tu.
Caroline, che fino a quel momento guardava l’amica negli occhi, abbassò lo sguardo come per nascondersi.
-Vero Caroline? Non glielo hai detto tu? Non lo faresti mai non è vero?
Lo sconforto in Caroline era totale; avrebbe voluto nascondersi e far si che tutto ciò che era accaduto svanisse. Guardava Elena con uno sguardo che supplicava pietà.
-Elena scusami! Scusami tantissimo! Mi è scappato, ero talmente shoccata dalla notizia che parlando con lui mi sono fatta prendere un po’ la mano ed è uscito fuori. Se avessi potuto evitarlo lo avrei fatto, lo sai vero? Ti giuro non l’ho fatto apposta!
Negli occhi di Elena c’era un misto di rabbia, dispiacere e sorpresa che spaventò Caroline. L’aveva fatta grossa, non c’erano dubbi.
-Come hai potuto! Ti è scappato, ma perché ti è scappato! Perché lo hai fatto. Ora lo sanno entrambi e io non so ancora che è il padre.
Si mise il viso tra le mani e non disse più una parola. Caroline tentava di consolarla e di scusarsi ma l’amica era impassibile. Ad un certo punto bussarono alla porta. Elena guardò spaventata la porta e tentò di trovare una via di fuga ma purtroppo l’unica porta era quella a cui avevano bussato.
-Posso?
Damon si affacciò con un’espressione che per fortuna pareva benevole e non troppo scioccata. Caroline comprese la situazione e uscì dalla camera. Elena non aveva intenzione di parlare con nessuno, figuriamoci con uno dei possibili padri di suo figlio.
-Damon ti prego, non adesso. Non voglio vedere nessuno.
-Solo una cosa, tu stai bene?
Quanto lo amava. Quanto.
-Si.
Rimase per un po’ da sola, a piangere, a pensare, poi si addormentò sul divanetto.
 
Qualche ora dopo qualcuno la stava accarezzando. Con le mani morbide, la cullava come se volesse farla dormire meglio, non svegliarla. Socchiuse gli occhi per vedere chi fosse e gli occhi di ghiaccio di Damon sembrarono due fiaccole nel buio. Aveva dormito parecchio. Dalla finestra infatti entrava solo una flebile luce, come al tramonto.
-Finalmente ti sei svegliata, dormigliona!
Prima di aprire completamente gli occhi si fermò a riflettere: oltre a dover affrontare la situazione via via più complicata, avrebbe dovuto spiegare a Damon perché non sapeva chi fosse il padre e gli avrebbe dovuto confessare di essere stata con Stefan. Al solo pensiero nascose in  viso nel cuscino stringendo gli occhi come per non farsi vedere. Non era un vero e proprio tradimento, ma lei lo considerava tale.
-Dai pigrona, apri gli occhi.
-Giuri che non mi ucciderai?
-Non lo farei mai, e lo sai. Qualunque cosa sia successa.
Elena si mise a sedere e lo abbracciò. Damon, confuso, ricambiò e l’aiutò ad alzarsi. Andarono in cucina, dove c’era Stefan intento a leggere non so quale libro. Appena li vide si irrigidì e posò di scatto il libro. Si sedettero sul divano e Elena capì che era il momento di parlare. Per fortuna non dovette cominciare lei perché Damon disse subito:
-Perché non me lo hai detto subito? Lo sai che sarei stato felice e avremo affrontato tutto insieme. Anche se è un po’ presto per entrambi, un figlio è sempre una cosa bellissima…
Mentre Damon continuava il suo discorso, Elena si sentiva sempre peggio. Avrebbe dovuto bloccarlo e spiegarli tutto ma sentire quelle parole la facevano sentire bene anche se solo per una frazione di secondo. Quanto avrebbe voluto essere sicura che il padre fosse lui! Con Damon affianco la sentiva come una cosa quasi positiva. Ma il dubbio la uccideva.
-Ma perché mi sembra che le mie parole non ti facciano sentire meglio?
Elena si sentiva la peggior persona del mondo, anche se sapeva di non aver fatto nulla di completamente sbagliato come tradire.
-Perché ti sei rabbuiata?
Inconsciamente Damon sapeva che c’era qualcosa di sbagliato in quella situazione, anche perché la reazione di Elena era stata eccessivamente catastrofica per il tipo di situazione, ma non voleva chiedere nulla. Lei intanto metteva insieme nella sua mente un piccolo discorso, avrebbe voluto farlo soffrire il meno possibile.
-Damon…io…noi….c’è una cosa che devo dirti. Prometti che non agirai impulsivamente e tenterai di capirci e soprattutto di capirmi.
Stranamente notò che Stefan la guardava con uno sguardo strano, e con dei gesti nascosti sembrava volesse dirle di stare zitta. Ma lei era troppo presa ad osservare Damon.
I suoi occhi infatti da comprensivi e teneri che erano stati fino a qualche minuto prima, cominciarono a incupirsi e a cambiare. Non si riusciva a capire se era preoccupato, spaventato o cos’altro.
-Noi, quando, insomma, io quando avevo spento i sentimenti, ti ricordi,ero impulsiva, senza freni. Una sera sia io che Stefan eravamo ubriachi e siamo stati insieme. Ma era quando non stavamo insieme,quando non ti amavo, o almeno quando non credevo di amarti. Non avevo i sentimenti. Ero solo un’Elena impulsiva, cattiva e del tutto menefreghista a cui non importava niente degli altri. E quella volta non ha significato nulla. Né per me né per Stefan e lo sappiamo entrambi. Quindi ora che ho scoperto di essere incinta sono rimasta sconvolta anche perché non sono sicura di chi sia il padre. Ti prego non giudicarmi male, cerca di capire.
Elena aveva gli occhi lucidi per le lacrime e le guance rosso fuoco. Aveva detto ciò tutto d’un fiato per non permettere a nessuno di interromperla. Però mentre parlava si era accorta delle espressioni di Damon che cambiavano. Dalla sorpresa iniziale alla rabbia finale. Conosceva quella rabbia. La rabbia del Damon tradito, del Damon furioso, e del Damon deluso. La rabbia del Damon che non si sforza nel cercare capire, che agisce impulsivamente e che a  stento perdona. Le faceva male vederlo così, perché perdeva ogni briciolo di umanità che aveva.
Damon si alzò, fece qualche passo alla cieca mettendosi le mani tra i capelli e respirando a fondo come se stesse cercando di calmarsi. Poi però se ne andò, si chiuse in camera sua e si sentirono rumori di oggetti lanciati che si rompevano cadendo a terra. Tipica reazione alla Damon. Era un bene che non fosse andato a sgozzare qualche innocente solo per calmare la sua rabbia. Elena e Stefan rimasti soli, sobbalzavano ad ogni schianto. Dopo qualche minuto nel quale non si sentirono rumori nefasti Stefan prese la parola:
-Perché glielo hai detto? C’è una cosa che tu non ricordi o che forse non sai proprio.
Elena non faceva molto caso alle sue parole. Si sentiva pessima e sapeva di aver deluso l’uomo che amava. Stefan proseguì noncurante della poca attenzione che lei gli rivolgeva.
-Quella notte, beh eravamo ubriachi si, ma tu di più. Io ero abbastanza lucido dall’usare le precauzioni. Forse non te ne ricordi ma stato così. Siamo stati insieme, ma non credo sia possibile che tu sia rimasta incinta quella notte.
Il volto di Elena cambiò di colpo. Si alzò di scatto e fece qualche giro della camera. Pensava e ripensava alle parole di Stefan.
-Dillo di nuovo.
-Non credo di poter essere io il padre!
Un sorriso enorme comparve sul viso della ragazza. Era una delle notizie più belle che avesse mai ricevuto. Tutto le sembrò più facile, più bello. E fu felice. Voleva correre adirlo  Damon, rendere felice anche lui. Sperava che chiarendo questo punto, lui avrebbe dimenticato o almeno ignorato la storia del “tradimento”  e avrebbe potuto chiarire le cose con entrambi. Uscì dalla camera lasciando Stefan con un ‘grazie’ veloce e felice mentre correva su per le scale. Entro in camera di Damon e non lo vide. Per terra, cocci rotti di vasi e lampade e la finestra aperta che faceva entrare il fresco venticello serale. Se ne era andato. Ora? Proprio ora?
 
 
 
 
            NOTA DELL’AUTRICE
Purtroppo devo comunicarmi che domani
partirò per una vacanza-studio in Inghilterra.
Cercherò di scrivere il più possibile,
ma la storia potrebbe avere un’interruzione piuttosto lunga.
 In ogni caso, alla prossima!
Pxranoiae
   
 
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