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Autore: GRACE_WHITE    13/07/2014    1 recensioni
[La guerra dei mondi]
Anno 2045.
I protagonisti di questa storia sono Jena e Theo, figli di Rachel Ferrier, la più giovane superstite alla guerra dei mondi avvenuta nel 2005. I due si accorgono cogliendo i segnali collegati all'infanzia della madre, che i Tripodi sono tornati. Dovranno combatterli con le poche persone che saranno in grado di aiutarli, e capiranno che la prima guerra dei mondi non era niente, niente in confronto a quella che sta per scoppiare.
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Theo
 
Ci hanno fatti rientrare alla Casa Bianca, molti guardano mia sorella impegnata a mangiucchiarsi una ciocca di capelli, è molto imbarazzante averla accanto quando è … se stessa. So di essere cattivo pensando questo, ma è la verità.
Veniamo scortati in una camera dove saremo rinchiusi per il resto della notte, ci sono due letti, uno per me e l’altro per Jena. Un bagno e un tavolo con tre sedie. Niente di più, il minimo indispensabile. Le finestre non ci sono, la stanza è tre metri sotto terra, nelle viscere della Casa Bianca. Non c’è un’atmosfera piacevole qui.

Mia sorella svuota sul letto lo zaino che aveva preparato prima di prendere l’elicottero, non ci sono ne vestiti ne scarpe. Mi avvicino a lei e osservo tutto quello che si è portata: un agenda ingiallita e vecchia; un cappello da baseball sfilacciato; una fotografia di papà con noi due e la mamma, che ha appoggiato sul tavolo; e infine il suo paio di occhiali da vista.

-I vestiti ti sarebbero stati più utili.- commento, indico la mano contro le cianfrusaglie- A che ti servono tutte queste cose?-
Solleva lo sguardo e mi guarda- A ricordare.- dice. Nasconde l’agenda sotto al cuscino del letto insieme al cappello, per ultima cosa indossa gli occhiali. Le danno un’aria intelligente più di quanto sembri, e la cosa mi da fastidio, sembra molto più  matura di me nonostante gli anni di differenza- E i vestiti ce li daranno domani mattina, me lo ha detto Scarlett.- si alza dal letto, mi fissa e esce dalla stanza.

-Dove credi di andare, Jena?- non può fare sempre come le pare, è completamente rinchiusa in un mondo tutto suo dal quale si rifiuta di uscire.
-Voglio dare un’occhiata in giro, sono curiosa.- risponde, senza pensare alle conseguenza, non può andarsene a fare una passeggiata per cono suo nella casa del presidente degli Stati Uniti.
-Torna qui, andrai a dare un’occhiata domani mattina.- aspetto che rientri e chiudo la porta. Lei va in bagno un po’ stizzita, mi appoggio alla porta della toilette- Non puoi fare come ti pare qui, Jena! Devi comportarti diversamente da come sei abituata.-
-Non permetterò ad un semplice governo di riuscire a farmi sottomettere alle sue regole, io resto così.- decide quando torna dal bagno, si sotto le coperte del letto, spegne l’interruttore della luce sopra di lei- Vai a dormire, Theo. Notte.-
Solo la lampadina sopra il mio letto è accesa, decido anche io di imitarla e chiudo gli occhi- Notte, Jena.- sospiro e poco dopo mi addormento.
 

Un urlo.

Un nome.

Il mio nome.

Jena è stesa a terra e sta annaspando nel suo sangue. Sono in un campo di grano che è stato ricoperto da un familiare e nauseabondo liquido rosso, cado in ginocchio davanti a mia sorella. Non so da dove provenga la sua emorragia che non le permette di respirare bene, mi accascio sopra di lei e cerco di aiutarla in qualche modo, anche se sono disperato. Le sostengo il collo e la schiena per permetterle di respirare ma lei continua solo ad avere degli spasmi del corpo e a tossire sputando sangue. Lei non respira più, appoggio l’orecchio sul suo petto e non sento nulla.

E’ morta.

-Jena!- grido con le lacrime agli occhi. La stringo tra le braccia e la cullo, il sangue che le ricopriva la pelle della faccia macchia la mia maglia. La lascio sulla terra e urlo colpendo l’aria.

Un fulmine. Due fulmini. Dieci fulmini colpiscono la terra. Sono seguiti da altri.

-Il tuono…- sussurro con le guance rigate dalle lacrime-… non arriva il tuono.- la terra trema, il vento si alza.
Mentre guardo il cielo sento qualcosa stringermi e scrollarmi una spalla, abbasso lo sguardo e rabbrividisco non appena vedo la mano di Jena appigliata con le unghie alla mia felpa. Mi avvicino al suo viso.
Apre gli occhi insanguinati e ringhia:- Theo!-
 

Alzo la testa di scatto e sferro un calcio alle coperte, il mio respiro esce dalla bocca come un ansimo, ho la fronte madida di sudore- Theo?- Jena è in piedi davanti a me e con la mano sopra il mio braccio, mi sposto di scatto e sbatto contro il ferro del letto, stringendo la stoffa del lenzuolo- Calmo, sono io.- scruta il mio volto- Ma hai pianto?-
Mi strofino le dita contro gli occhi e li sento umidi, non volendo ho iniziato a piangere anche mentre dormivo, traggo un sospiro di sollievo. Grazie al cielo non era vero- No, non ti preoccupare.- mi rinfilo sotto le coperte e appoggio la testa sul cuscino, ma poi mi ricordo che mia sorella è venuta da me- Oh, perché ti sei alzata?-

-Sentivo che farfugliavi qualcosa nel sonno così sono venuta a controllare se stavi bene.- io annuisco ma lei resta in piedi davanti a me- Ho fatto un incubo.-
Sospiro e faccio un po’ di posto nel letto, allargo le braccia e lei si rannicchia accanto a me. La abbraccio e sento sprofondare la sua faccia tra l’incavatura della mia spalla e il cuscino, le do un bacio sulla fronte e le accarezzo i capelli- Che incubo ha fatto?- le chiedo.

-I Tripodi.- inizia a tremare- L’immagine era sfocata, come tenere gli occhi aperti sott’acqua, ma vedevo chiaramente che gli alieni stavano uccidendo te e la mamma. E poi ne sono arrivati altri attraverso i fulmini. Poi sono morta anche io.-
La stringo più forte, solo al pensiero di vederla morta mi fa salire le lacrime agli occhi, sento il respiro che emette dal naso farmi solletico al collo. Strofino una guancia sulla sua fronte- Ora dormi.-

-Credo che sarà difficile.-
-Non è vero. Basta che sogni qualcosa che desideri veramente, qualcosa che si può avverare.- le copro le spalle con la coperta.
-Va bene, Theo.-

Traggo un sospiro di sollievo per averla convinta a dormire, ma lei scuote appena la testa.

-Ma anche gli incubi sono sogni.- dice con l’angoscia che la sta divorando, poi si addormenta.

NOTA D'AUTRICE: Scusatemi tanto per l'attesa, è che questi giorni non sto molto bene, mi dispiace tantooo!!! :'( Spero tanto che questo capitolo sia stato di vostro gradimento ^_^
Una GRACE_WHITE malaticcia <3 <3 <3

 
   
 
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