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Autore: SaraRocker    13/07/2014    5 recensioni
Dopo la seconda guerra magica, il trio dei miracoli tornerà ad Hogwarts. Sembra improvvisamente giunto il tempo per potere finalmente sguazzare nella pace creatasi, ma Hermione non ci riesce. C'è qualcosa che la segue, una luce misteriosa, una persona che le manca come l'aria.
Estratto cap.3
"Fred, cosa è successo?" gli domandò infine Hermione, squadrandolo con attenzione. Indossava gli abiti dell'ultima volta, quando era morto. Eppure, era completamente diverso dal corpo privo di vita che aveva visto: il suo volto era pulito, quasi brillante. Non vi era più alcuna ruga di espressione, per quanto piccole ed appena accennate fossero state.
Lui deglutì a vuoto, sedendosi di fronte a lei e ragionando su quale fosse il modo migliore per rispondere. Infine, accennando un sorriso amaro, parlò.
"Sono morto, suppongo."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Love Until We Bleed.









 
capitolo 6.




















Harry James Potter, il cuore palpitante e compassionevole di Hogwarts, l'aveva raggiunta con apprensione non appena la ragazza era fuggita in lacrime. L'aveva trovata sulla soglia della foresta proibita mentre, tenendo le mani strette in pugni lungo i fianchi -le nocche sbiancate ed un tremolio dei muscoli-, osservava gli alberi che si stagliavano di fronte a lei con maestosità ed imponenza. Hermione era incredibilmente tentata dall'idea di chiudere gli occhi e tuffarsi a capofitto in mezzo a quel luogo dominato dal buio e le paure, quel labirinto infinito fatto di alberi maledetti. Lì, nessuno l'avrebbe mai trovata.
Si sentiva in colpa; Fred si era appoggiato a lei completamente, credendo ad ogni sua parola, ma lei lo aveva deluso. Non era riuscito a metterlo in contatto con i suoi fratelli, ed ogni sua promessa si era orribilmente vanificata. Non l'avrebbe mai perdonata. Forse, avrebbe persino smesso di cercarla, preferendo la solitudine alla sua deludente compagnia. Quindi sì, desiderava perdersi in mezzo a quegli alberi infiniti, piuttosto che vedere la delusione nel volto del ragazzo per cui aveva una cotta da anni.
La strega allungò una mano delicata in direzione della corteccia muschiosa di un primo albero. Ne carezzò la superficie umida e fresca, per poi ritrarsi insicura. Sapeva che Harry era alle sue spalle, l'aveva seguita di corsa e la ragazza se ne era resa conto immediatamente. In quel momento gli avrebbe volentieri detto -con tutta l'arroganza dovuta- che era il caso che andasse da Ginny, che la povera era in lacrime e che Hermione desiderava semplicemente restare da sola. Eppure, stette in silenzio. Voleva sentire come lui averebbe esordito, desiderava sapere cosa pensava davvero il suo migliore amico.
Hermione deglutì a vuoto, chiudendo qualche istante gli occhi.

"Hermione..." incalzò la voce di Harry, interrompendo il silenzio che regnava tra i due. Lei gli dava le spalle "Stai bene?"
La ragazza sfoderò un sorriso mesto, per poi sospirare. Era sempre il solito ragazzino con gli occhiali rotondi ed un amore spropositato per il prossimo. La guerra non lo aveva scalfito più di tanto.
"Sono distrutta." si limitò a mormorare la ragazza, soppesando la veridicità delle proprie parole. Effettivamente, era davvero ridotta in polvere: la scena a cui aveva appena assistito, quella di un Fred falsamente sorridente che diceva addio ai propri fratelli senza che questi ultimi potessero vederlo, l'aveva portata a crollare in lacrime. Se Malfoy l'avesse vista in quel momento, l'avrebbe presa in giro a vita.
"Un gruppo di diciottenni non dovrebbe mai scontrarsi con una guerra... Essa comporta sempre dolore." rispose il ragazzino sopravvissuto, osservando il prato umido sotto i propri piedi. Hermione annuì silenziosa, in attesa che l'amico continuasse.
"Ron e Ginny... Loro rimpiangono la morte di Fred ogni singolo momento della loro vita. Cercano di sorridere, è vero, ma... Ma è tutta una facciata." spiegò il moro, passandosi una mano tra i capelli e respirando profondamente "Ron gioca a Quidditch in quasi ogni momento pur di non pensarci, e Ginny è sempre sul punto di crollare."
"Lo so, Harry." intervenne la riccia, voltandosi finalmente verso il proprio migliore amico. Era certa che nelle parole del ragazzo di nascondesse una sottile accusa, qualcosa che lei non poteva accettare "Ma io-" "So cosa provavi per Fred." la interruppe Harry, facendola irrigidire. Lo sapeva? Quel ragazzo sapeva che lei aveva una cotta per ilgemello Weasley dal quarto anno? Non le aveva mai detto nulla.
Harry sorrise, vedendo la sorpresa sul volto di Hermione "Avanti, Herm... Sono il tuo migliore amico! Pensavi che non me ne fossi accorto?"
La ragazza deglutì, puntando il proprio sguardo nocciola in quello chiaro del ragazzo. Quest'ultimo tornò serio.
"Hermione, tu sei la sola a non essere mai riuscita ad ammettere apertamente che Fred fosse morto." le mormorò con lo sguardo basso, imbarazzato "Non ti sei presentata al funerale, hai passato l'intera giornata a piangere. Hai preferito restare in quella soffitta, piuttosto che trasferirti nella stanza di Fred, come nel caso in cui lui fosse mai tornato..." Harry prese una pausa, mentre gli occhi della strega si riempivano di lacrime ed indignazione "Lui non tornerà."
Quell'ultima frase frantumò qualcosa. Qualcosa che si trovava esattamente al centro del petto della riccia. Si trattò di un dolore profondo, di una fiducia improvvisamente scomparsa. Non avrebbe mai creduto che Harry potesse dirle una cosa simile, umiliarla fino a quel punto, dandole apertamente della disturbata. No, lei non era pazza. Fred c'era, dannazione! 
Con il cuore a mille dalla rabbia, la ragazza mosse qualche passo in direzione del salvatore del mondo magico, sino a quando non fu ad un soffio dal suo volto. Lo guardò furiosa, per poi sibilare a denti stretti "Sta zitto."
Detto ciò se ne andò, dirigendosi nuovamente verso il castello, dentro le sue mura protettrici. Non le interessava di ciò che pensavano gli altri, lei avrebbe continuato a proteggere Fred e la sua esistenza in ogni modo. Non gli avrebbe permesso di sparire, non ora che lo aveva ritrovato.








Una volta dentro, iniziò a cercare come una forsennata il defunto Weasley. Purtoppo, rintracciare un fantasma in mezzo agli inifiti corridoi del castello non era affatto facile. Solitamente era Fred a rintracciarla, cosa che, da quanto aveva capito la ragazza, gli risultava piuttosto semplice. Gli bastava concentrarsi sulla sua essenza. Purtoppo, Hermione non poteva fare altrettanto. Da ciò che aveva dedotto, nessun incantesimo funzionava contro quell'entità in cui si era tramutato Fred. La sola possibilità che le restava era quindi vagare senza una meta concreta per l'istituto, sperando vivamente di imbattersi in quella luminosa figura dall'aspetto distante, ma presente.

Fred... Dove diavolo sei?

Sempre più in ansia, decise persino di incamminarsi  in direzione dei sotterranei, ovviamente pregando affinchè non si imbattesse in alcuna serpe. Per una volta, il Karma parve ascoltarla. Nessuno studente della casata verde-argento la importunò. Decise che l'universo le aveva concesso una tregua perchè non aveva ancora avadakedavrizzato Malfoy, e poi proseguì la propria ricerca. Esplorò ogni aula, ed anche l'infermeria. Si diresse nel dormitorio Grifondoro, ma neppure lì vide nulla. Infine, proprio mentre ripercorreva un corridoio particolarmente buio ed isolato a passo svelto, qualcosa la fece andare contro la parete. Serrò gli occhi a causa del colpo alla schiena, pur non provando realmente dolore, e quando li riaprì, vide di fronte a sé Fred. Le stava tenendo le spalle ancorate contro la pietra gelida della parete e la osservava distrutto. Aveva gli occhi lucidi e lo sguardo spaventato, colmo di preghiere mai realmente espresse. Hermione avrebbe desiderato abbracciarlo, dargli un bacio lento e dolce, e dirgli che andava tutto bene. Eppure non lo fece. Non sarebbe stato vero. Nulla stava andando per il verso giusto e questo lei lo sapeva con sin troppa certezza. Lei sapeva che Fred desiderava aiuto -nonostante non le avesse mai davvero domandato nulla-, ma allo stesso modo sapeva di non saperglielo dare. Non si era mai sentita tanto inutile. Per la prima volta la risposta non era nei libri, e lei -si rese orribilmente conto- senza libri non sapeva esattamente come fare.

A cosa si sta riducendo la strega più brillante della propria generazione?

Con le lacrime agli occhi, Hermione si sentì in colpa. Fred si stava appoggiando alla persona sbagliata, ad una ragazza che non era in grado di farcela. Lei non poteva portarlo dalla propria famiglia, e realizzare il suo desiderio, e si sentiva un mostro. Gli aveva fatto promesse che non sarebbe stata in grado di mantenere. Eppure, nonostante tutto, la sua paura più grande era che lui potesse abbandonarla nuovamente. Era egoista, Hermione. Desiderava vederlo, toccarlo ed udirlo per sempre. In quel momento non le interessava che altri potessero o meno farlo.
Le dispiaceva.

"Come riesci a vedermi?" le domandò d'improvviso lui, sondando il suo sguardo, scavandoci dentro. Lei non disse nulla, limitandosi  a singhiozzare priva di controllo. Era così impotente, così debole. Non voleva che lui la vedesse così, non il ragazzo a cui teneva in modo così importante. 
"Ti prego, dimmelo..." incalzò lui, abbassando lo sguardo e cedendo definitivamente al pianto. Continuava a tenerle le spalle ferme, mentre lei si rendeva conto di non potere rispondere neppure a quella domanda. No, non sapeva perchè lei, una ragazza che malapena conosceva, era la sola in grado di potere instaurare un contatto con lui. Non conosceva il motivo per cui lui non poteva comunicare con i suoi fratelli. Hermione avvertì il labbro inferiore iniziare a tremarle privo di controllo, mentre gli occhi nocciola lasciavano scivolare lacrime salate lungo le guance lisce. I singhiozzi iniziarono ad invaderla senza contegno, quasi affogandola. Sentiva la presa delle sue mani sulle sue spalle deboli e tremanti, poteva vederlo scosso dal pianto ed allo stremo delle forze. 
"I-Io non lo so." soffiò Hermione, avvertendo il peso schiacciante di quella verità. Lui continuava a piangere contro di lei. La strega si morse il labbro, resistendo all'impulso di gridare dilaniata da quel dolore così forte, ma così astratto. Fred aveva creduto in lei, aveva sperato veramente di potere tornare a parlare con i propri fratelli, con la propria intera famiglia. E lei era così impotente, debole ed egoista.
"Scusami, Fred." gli disse dunque con la voce rotta dal pianto. Lui non si mosse, continuando a sfogarsi in quel modo, abbandonato contro di lei, con le mani fisse sulle sue spalle fragili. Troppo per sostenere un impegno tanto gravoso. Quello di stargli accanto.
"Non so nulla, non valgo niente... Scusami..." continuò Hermione, portandosi le mani sul viso, coprendosi gli occhi. Si lasciò scivolare lentamente a terra, la schiena sempre poggiata contro la parete, e lui fece altrettanto.
Le lacrime rischiavano di affogarla, di toglierle il respiro sino ad ucciderla. Aveva cercato di chiedergli scusa con un filo di voce e le labbra tremanti, ma lui non aveva risposto. Infondo, non poteva biasimarlo. Avrebbe persino potuto odiarla, e lei lo avrebbe compreso ed accettato. Era stata così sfrontata. Invocare il perdono di Fred non sarebbe servito, non dopo quelle promesse così importanti e non mantenute. Si aspettava di venire abbandonata così, in mezzo a quel corridoio buio in lacrime, invece, poco dopo, avvertì una presa cingerla gentilmente. Sospirò sconvolta mentre, aprendo gli occhi per un breve istante, si rendeva conto che ad abbracciarla era Fred. Stava ancora piangendo, singhiozzando disperato, ma lo stava facendo tenendola stretta a se.
"Ti prego, non lasciarmi solo, Hermione."
La ragazza avvertì gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime. La voce di Fred era risuonata leggera e spaventata, come pensasse seriamente che lei avrebbe mai potuto fare qualcosa del genere. No, aveva creduto che sarebbe stato lui ad abbandonarla.

Sussultando a causa dei singhiozzi, la ragazza cinse a sua volta il ragazzo con le sue sottili braccia, per poi deglutire a vuoto.
"N-Non lo farei mai."

















































 
***
Salve lettori!
Sono tornata! Questa volta penso di averci messo un po' di più ad aggiornare, e mi scuso... Non ero certa di come fare finire il capitolo, e non volevo neppure che risultasse troppo corto... Spero che il risultato vi piaccia :)

Vorrei ringraziare tutti coloro che seguono/preferiscono/ricordano/recensiscono la fanfiction! Siete meravigliosi, ed è grazie a voi se la sto continuando!

Mi farebbe -come sempre- piacere sapere che ne pensate di questo capitolo, e se vi ha emozionati ditemelo! ^^
  
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