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Autore: RiceGrain    31/08/2008    2 recensioni
Ero stata costretta a fuggire. Costretta non da qualcuno in particolare, ma da tutta una serie di cose che mi avevano profondamente convinta che la "vita fa schifo", o meglio "life sucks"...rende decisamente meglio. La banalità dello scorrere dei giorni tutti uguali, uno identico all'altro mi stava soffocando, e sapevo che non avrei retto ancora per molto. Così la decisione di fuggire, provare a ricominciare tutto d'accapo in un altro posto...sì, ma quale? Ely e Gerard...due persone così lontane eppure così vicine...le loro vite sono destinate ad intrecciarsi e a restare unite per sempre...through it all...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Ah

Grazie mille alle mie commentatrici ufficiali, BlueAndYellow e Chemical Lady, per aver commentato, nonostante avessi secoli di ritardo! Ehehe non ho parole per descrivere Frankie :D Cmq grazie mille per i complimenti ^^ Vi avverto che adesso ci saranno un po’ di capitoli che io odio, che mi fanno proprio schifo…cmq sta a voi giudicare..! Come sempre, enjoy the reading :D

 

“Ah...2 mesi di libertà!” esclamò Ray gettandosi sul divano della nostra casa. “2 mesi senza fare niente…non mi sembra vero!”

Adesso che finalmente avevano finito di girare “I’m Not Okay” i ragazzi avevano un periodo di pausa di due mesi, poiché ad inizio 2005 avrebbero partecipato al Taste Of Chaos, una cosa che li riempiva di allegria ed agitazione al tempo stesso.

Così per festeggiare io e Gerard avevamo dato una piccola festicciola a casa nostra, una specie di arrivederci, perché l’indomani ognuno sarebbe andato per fatti suoi e prima di Gennaio non ci saremmo più rivisti.

“Elly mi dispiace…chissà che casino avranno fatto questi due stamattina quando se ne sono andati!” Jamia mi sorrise porgendomi un bicchiere di succo. Io la guardai senza capire “Scusa?”

“Sì insomma voglio dire…già Gerard fa un casino assurdo quando si alza, figurati insieme a Frank…ti avranno sicuramente svegliata!”

Improvvisamente, prima che avessi il tempo di ribattere una qualsiasi cosa, Frank si materializzò al mio fianco “Oh beh veramente siamo stati silenziosissimi…non è vero Elly?” esclamò fulminandomi con un’occhiata.

“Eh…sì…sì non li ho proprio sentiti…” feci io, capendo all’istante la situazione “…come se non fossero neanche in casa…” aggiunsi poi, calcando quest’ultima affermazione e guardando provocatoriamente Frank.

“Va beh, ma io ero al piano di sotto…ah, a proposito…comodissimo il vostro divano!”

Io sorrisi sprezzante “Lo so…” dissi “Ancora non capisco com’è che ti sei fermato qui, comunque…” fece Jamia pensierosa, guardandolo in attesa di una risposta.

Frank entrò nel pallone “Eh…sì….ecco…”

“Siamo tornati tardissimo ieri…e se fosse entrato in camera tua a quell’ora ti avrebbe sicuramente svegliata. Così Gerard gli ha detto che era meglio se restava qui, tanto si trattava di poche ore e l’indomani sarebbero dovuti andare via insieme…” aggiunsi io, sperando con tutte le mie forze di suonare convincente. Jamia sorrise, bevendo un sorso dal suo bicchiere. "...senti ti dispiace se ti rubo per un attimo Frankie? Mikey lo stava cercando prima..." le dissi, sperando con tutto il cuore che non si accorgesse della pateticità di quella scusa. "Certo!" fece lei.

Così senza darle tempo di riflettere troppo su quanto detto, afferrai Frank per un braccio e lo trascinai al piano di sopra.

Gerard ci vide salire in tutta fretta e ci guardò con uno sguardo esterrefetto.

Gli si leggevano chiaramente le parole "What.The.Fuck?" stampate in fronte.

"Ti spiego tutto dopo..." gli dissi, sperando che riuscisse a leggere il labiale e che non gli venisse la sventurata idea di seguirci.

 

"Ehm...Mikey mi aspettava nel bagno?" fece Frank, quando io lo spinsi dentro e chiusi a chiave la porta.

Io lo fulminai con gli occhi "Ti sembra il momento di scherzare?" lo spinsi a sedere sul bordo della vasca e gli andai davanti, puntandogli un dito contro.

"Che cazzo stai combinando, eh? Ti avevo avvertito Frank, ti avevo avvertito...ma tu che hai fatto? Te ne sei fottuto altamente e adesso sei nella merda! Mi hai costretto a raccontare cazzate alla mia migliore amica, te ne rendi conto?" Lui fece per aprire bocca ma io lo fermai "No..non ho finito! Izzie è venuta in lacrime da me stamattina...era spaventata, triste e terribilmente in colpa...Dio Frank, ma come cazzo ragioni?"

Mi fermai un attimo a riprendere fiato e lo guardai...un velo di tristezza gli copriva gli occhi. "...in lacrime..." disse, guardando in basso.

Ma io ero troppo arrabbiata per lasciarmi impietosire "Sì, sì hai capito bene! In lacrime...non riusciva neanche a dirmi cosa fosse successo da quanto si sentiva in colpa e quel che è peggio, cercava di giustificarti. Cercava di trovare una scusa plausibile al tuo orrido comportamento di stamattina...ma hai anche solo una vaga idea di come si sia dovuta sentire? Per non parlare di Jamia che ti ama con tutta se stessa e che non si immaginerebbe mai una cosa del genere...se anche solo lo sospettasse credo che ne morirebbe...."

"Ok ok..." mi interruppe Frank "Sono una testa di cazzo, un bastardo, una merda...tutto quello che vuoi...ma smettila. Credi che non le sappia tutte queste cose?"

Sospirai e gli sedetti di fianco. "Ma allora perchè? Perchè sei andato a letto con Izzie, usandola come avresti potuto fare con la più squallida delle sgualdrine...perchè è così che si sente lei..." annuii con la testa allo sguardo inorridito di Frank "me l'ha detto stamattina...e sfido chiunque a non sentirsi tale nella sua situazione..."

"Oh no... una sgualdrina no...io non ho mai pensato che lo fosse, e mai lo penserò..." fece lui e dal suo sguardo capii che si sentiva veramente in colpa.

“Io non lo so…so solo che da quando l’ho vista la prima volta non ho smesso di pensarci un attimo. Non so che mi prende…io amo Jamia, la amo veramente…ma a volte mi sento soffocare al pensiero di stare con lei per tutta la vita…non perché ci stia male o non la ami più…non so come spiegarlo…” mi guardò con quegli occhi così schietti che avrebbero potuto ingannare qualsiasi persona, ma io sapevo che malgrado tutto erano sinceri.

“Cosa pensi di fare ora?” gli chiesi “Izzie mi ha detto che vi dovevate vedere questa sera…” lui annuì “Sì…sì è vero…”

Io mi alzai ma lui rimase fermo “…il fatto è che non voglio…” si bloccò e mi guardò prima di proseguire “…non voglio farla finire così…”

Io rimasi in un pietrificato attonito silenzio

“…lei mi fa stare come non mi sentivo da tanto ed io non voglio che tutto questo finisca…”

Oddio…non sapevo veramente da che parte sbattere la testa. Da un lato l’avrei voluto prendere a schiaffi per quello che stava facendo a Jamia, la persona più importante della sua vita, ma dall’altro non potevo biasimarlo.

Izzie per lui era come una ventata d’aria fresca, lo faceva stare bene e lo capivo quando diceva che non riusciva a togliersela dalla testa, anche volendo.

“Senti…parlane con lei…veramente Frank devi spiegarle come stanno le cose, devi essere sincero e soprattutto non prenderla in giro…non se lo merita!” gli dissi, guardandolo dispiaciuta…ogni traccia della precedente arrabbiatura svanita di colpo. “Mi inventerò io una scusa con Jamia per giustificare la tua assenza…ma che sia l’ultima volta!” gli sorrisi e lui ricambiò il sorriso “Grazie Elly!” fece stringendomi in un abbraccio affettuoso.

Lo guardai uscire dalla porta e dopo qualche secondo lo seguii, cercando di trovare nel tempo minore possibile un’altra scusa da rifilare a Jamia.

 

 

Il rumore della porta finestra scorrevole che si apriva mi fece distogliere lo sguardo dal cielo illuminato dalle mille luci della città…impossibile vedere anche solo l’ombra di una stella.

“Ce ne hai messo di tempo…” esclamai rivolta a Gerard che si avvicinava con una coperta tra le mani. Lui sorrise e si sedette accanto a me, baciandomi sulla fronte “Scusa…ho messo le ultime cose in valigia…altrimenti domattina me le sarei dimenticate sicuramente…”

La festicciola era finita da qualche ora, e dopo aver salutato tutti tra baci e abbracci vari e aver convinto Jamia che Frank era dovuto scappare da un suo vecchio amico che era appena arrivato in città, io e Gerard eravamo rimasti da soli…finalmente.

Era stato un attimo, giusto il tempo di chiudere la porta alle spalle di Brian che non ero riuscita a trattenermi oltre “Gerard verresti con me in Italia?”

Lo dissi senza pensare, terrorizzata da quello che avrei potuto provare se ci avessi riflettuto anche solo un secondo. Era stata una cosa così improvvisa…forse nata dal mio mai sopito bisogno di sistemare le cose una volta per tutte…e con lui al mio fianco stavolta non avrei avuto paura.

Lui mi guardò interdetto per qualche secondo “Intendi a casa tua…?” disse poi. Io annuii e all’improvviso mi sentii una stupida completa “Certo se non ti va lo capisco…” aggiunsi immediatamente, come per rimediare alla gaffe che avevo appena commesso.

“Davvero non ti preoccupare, fai finta che non ti abbia detto niente…”

Lui mi prese una mano “Hey frena un attimo! Posso almeno avere la possibilità di rispondere?” io alzai il viso e lo guardai negli occhi, sentendomi così piccola e fragile.

“Non credevo che tu me lo avresti mai chiesto…” mi prese anche l’altra mano e mi avvicinò a sé. “Non sai quello che significherebbe per me…”

Io sorrisi incredula “Dici sul serio?”  “Aspettavo solo il momento che tu fossi pronta…so quanto è difficile per te tornare là…ma pensavo che con me accanto sarebbe stato diverso. Io non ti lascerò affrontare i tuoi fantasmi da sola, credimi…”

Non riuscivo a credere alle mie orecchie…improvvisamente fui sommersa da emozioni incontrollabili. Volevo piangere, ridere, saltargli al collo…invece mi limitai a sorridere “Grazie Gerard…adesso credo di essere pronta…voglio anche io farti vedere cosa ero prima di conoscerti….il mondo nel quale sono cresciuta…la mia famiglia…”

Lui sorrise prima di prendermi in braccio e di baciarmi “…io non vedo l’ora che tu me le mostri…”

 

Così in quattro e quattr’otto avevamo buttato nella valigia qualche vestito e su due piedi avevamo deciso che l’indomani saremmo partiti per l’Italia.

“Andiamo in terrazza…” gli avevo detto chiudendo con uno scatto la mia valigia. “Si sta benissimo fuori…e voglio addormentarmi per l’ultima volta con il suono delle onde e le luci della città che mi cullano…” lui aveva annuito “ti raggiungo dopo…”

Così mentre lo aspettavo ero rimasta a riflettere su quello che sarebbe accaduto il giorno dopo. Naturalmente non avevo avvertito nessuno dei miei familiari…volevo che fosse una sorpresa…chissà come l’avrebbero presa.

Mi sentivo così agitata al pensiero di rivedere le vecchie facce della mia infanzia…chissà che idea si erano fatti di me in quegli anni…e poi Gerard…stavo per farlo entrare nel mio vecchio mondo, in quella vita che un tempo mi apparteneva ma che adesso non sentivo più mia. Eppure non potevo cancellarla, in qualche modo sarebbe sempre esistita dentro di me, ed era giusto che lui la conoscesse…così come io avevo conosciuto la sua.

Ripensai a mia sorella, alle mie vecchie amiche…chissà com’erano cambiate e soprattutto chissà se avrebbero avuto intenzione di parlare con me, dopo che ero scappata a quel modo.

Basta pensare…mi dissi…quello che sarà, sarà…

Mi voltai verso Gerard, steso accanto a me sulla coperta che aveva appena portato, con le mani dietro la testa…perso anche lui in chissà quali fantasticherie sul nostro imminente viaggio.

“Gerard?” gli dissi, appoggiando la testa su un gomito e guardandolo “Hmm?” fece lui in risposta.

“Lo sai che sei la persona più importante della mia vita?”

Voltò la testa a guardarmi e sorrise “Ely?” fece “Lo sai che ti amo più di quanto abbia mai amato qualcuno in tutta la mia vita?”

Era per momenti come quelli, per frasi come quelle che ringraziavo il Cielo di essere viva.

Senza aggiungere altro mi ridistesi, poggiando la testa sul suo petto ed abbracciandolo. Lui mi passò una mano tra i capelli e mi carezzò dolcemente la nuca, sapendo che era un gesto che mi faceva impazzire.

L’ultima cosa che sentii prima di chiudere gli occhi fu il suono della risacca che si infrangeva sulla riva, misto al battito del suo cuore…e giuro mai, mai prima di allora mi ero sentita così al sicuro e mai più mi è successo.

   
 
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