Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: DulceVoz    14/07/2014    7 recensioni
Un’ ex truffatrice che vuole cambiare totalmente vita, una ragazza ambiziosa ma dall'animo troppo fragile per realizzare le sue aspirazioni, un uomo che vive in un doloroso passato non riuscendo a superarlo e suo figlio, erede viziato e sicuro di sé che fugge dalle sue sofferenze con una vita fin troppo sregolata. Quattro cuori, quattro menti, quattro destini molto diversi… cosa accadrebbe se le vite di questi quattro personaggi si incrociassero? Cosa celerà villa Galindo? E se, una nota di sovrannaturale sconvolgesse ancor di più il tutto, proponendosi sotto forma di sogni più o meno inquietanti? Misteri, amore, inganni, passioni e segreti. E una donna che, in fondo, c’è sempre stata.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, Leon, Pablo, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il silenzio pesante continuava a rendere ancor più tesa l’atmosfera calata sul giardino del retro di villa Galindo, le parole di Jackie risuonavano quasi come un eco nella mente degli invitati ma, in particolar modo, in quella di Pablo che, immobile, tentò di apparire tranquillo per quanto dentro di sé sentisse il cuore pulsargli forte, quasi come se volesse saltargli fuori dal petto. Non voleva crederci, non poteva essere vero… Angie, la sua Angie, era una truffatrice?
“- Non ti azzardare a fare accuse così gravi, smettila per favore!” Sbottò l’uomo, sperando che l’altra fosse solo andata fuori di testa per la gelosia… in cuor suo però, conoscendo bene la Saenz, sapeva che per quelle rivelazioni ci dovesse per forza essere un fondo di verità: purtroppo, se Jackie parlava con tanta sicurezza, doveva avere qualcosa che dimostrasse quelle sue dichiarazioni, così pesanti quanto sconvolgenti.
“- Avevo supposto che non mi avresti creduto, ti conosco bene… tu sei sempre buono, agisci con le migliori intenzioni e pensi che tutti siano come te, ma purtroppo non è sempre così e ormai dovresti saperlo. Ho tutte le prove che la incastrano qui dentro…” La Saenz riuscì, con quella sola frase, a far stare peggio Galindo e, allo stesso tempo, la diretta interessata, la Saramego, che scosse il capo con sguardo assente e fisso sull’altra donna. La ex dell’uomo fece qualche altro passo fiero fino al tavolo e si arpionò ad esso con entrambe le mani, chinandosi per scrutare meglio negli occhi i due fidanzati, per poi far ricadere il suo sguardo malvagio sulla busta da lei stessa gettata in avanti, indice che volesse informare per bene Pablo riguardo a come stessero realmente le cose. A quel punto, l’uomo, con mano tremante e una forte fitta allo stomaco, afferrò piano quell’oggetto di carta spessa e, lanciando ancora un’occhiata sia alla donna che amava che all’altra, decise di aprirla. Le lettere erano quasi sfuggenti e vorticanti sotto agli occhi di Galindo che prese a leggere sommariamente quello che aveva tutta l’aria di essere un rapporto investigativo su Angie e alcune parole presero a vorticargli ritmicamente nella mente: “Truffa”, “Denunce”, “Soldi”… non sapeva dire come si sentisse… a dire la verità non si sentiva più in alcun modo: era come se la terra gli fosse venuta a mancare da sotto ai piedi, come se il mondo, in quell’istante, fosse finito… il suo mondo era finito con quella scioccante scoperta.
 “- Io… io non volevo… non a te, non più...” Balbettò, d’un tratto, la Saramego con un filo di voce, facendolo voltare verso di lei con aria spenta, vuota. “- Te lo avevo detto! Sono riuscita a salvarti da un matrimonio con una truffatrice con ben due denuncie alle spalle! Perché è quello che sei, Angeles Saramego: una sporca criminale.” Sentenziò, con gli occhi ridotti a due fessure, Jackie, posando poi il suo sguardo falsamente compassionevole sul padrone della villa che aveva ripreso a fissare quei documenti, senza però riuscire a concentrarsi su altro se non sul pensiero che la sua Angie lo avesse tradito e ingannato a tal punto… ci era quasi riuscita con altri due malcapitati prima di lui, tra i quali un certo Caldez e, sempre a detta di quelle scartoffie, non era mai arrivata ad ottenere alcuna eredità… lui era solo l’ennesima vittima? Lo aveva sin dal principio voluto raggirare? Scosse il capo affranto, ritornando a specchiarsi in quegli occhi verdi che lo guardavano ancora, ormai lucidi, e sbattendo quella busta maledetta sul tavolo, si allontanò verso la villa, sotto lo sguardo attonito di tutti. “- PABLO, ASPETTA!” L’urlo strozzato in un singhiozzo di Angie non ebbe alcun effetto, non lo fermò e, sbattendo con foga la porta d’accesso al retro della casa, su cui dava quella parte di girardino, corse fino al salotto, poi le scale… c’era solo un posto in cui poteva e voleva stare più che mai, in quel momento.  Ancora gradini da scalare come fossero una delle cime più elevate al mondo, e poi, finalmente, la soffitta si aprì dinnanzi ai suoi occhi, ormai umidi di lacrime… pensava fosse tutto un dannato incubo, invece era la realtà… senza neppure chiudere la porta alle sue spalle si ritrovò inginocchiato al centro della camera in cui erano ammassati tutti gli effetti personali di Clara: non avrebbe dovuto tradirla, mai avrebbe dovuto anche solo pensare che un’altra donna potesse prendere il suo posto… pensò di meritarsi quel dolore, come lo pensava da sempre, come se ogni colpa gli fosse cucita addosso senza pietà. Quella volta però, era diverso: si sentiva lui, l’idiota caduto nella trappola tesagli dalla bella bionda, lui e solo lui meritava di soffrire per quell’amore costruito sulle menzogne della Saramego. Lui l’amava davvero e scoprire che lei, invece, era stata al suo gioco solo per soldi gli faceva venire i brividi… una fitta allo stomaco lo fece quasi sobbalzare e solo allora si rese conto di essere letteralmente disteso sul pavimento freddo della mansarda, piangendo disperatamente, senza riuscire a smettere neppure per un istante.
 
 
Intanto, in giardino, Jackie fermò di colpo la Saramego che aveva tentato di seguire Galindo, con forza, bloccandole il polso fino a farle male. “- Non ci provare nemmeno. Game Over, tesoruccio…” Le aveva sussurrato malvagiamente all’orecchio, catapultandosi poi lei, nella villa.
“- Cosa diavolo ha fatto a mio padre?” Leon, come una furia, si stava avvicinando ad ampie falcato al tavolo pronto a scagliarsi contro Angie, furioso e quasi con le lacrime agli occhi, riuscendo a ricacciarle dentro con non poche difficoltà. “- Leon, lei non voleva! Te lo giuro!” Violetta, tentando di fermarlo, subito gli corse dietro strattonandolo per la mano verso di sé mentre la Saramego, ormai in lacrime, fuggì verso la casa anche lei, non volendo piangere di fronte a tutti… era finita: doveva fare le valige, Pablo non le avrebbe mai perdonato quel passato nascosto, la credeva ancora una criminale che voleva raggirare anche lui solo per ottenere il suo patrimonio… come poteva dargli torto? Quanto era stata stupida a volergli occultare il suo essere truffatrice con cui aveva vissuto anni addietro?
“- Come non voleva? Aspetta… tu eri d’accordo con lei… tu sei arrivata qui con Angie, non essendo neppure sua figlia! Volevi fregare me e lei mio padre… avete detto solo bugie sin dall’inizio…” A quelle parole, Matias, scosso almeno quanto la sua bambina, fece per avvicinarsi, sapendo quanto invece le due fossero in buona fede ma venne subito tirato per un braccio dalla Parodi che, lanciandogli un’occhiata eloquente, gli fece capire che i ragazzi avessero bisogno di chiarirsi da soli e che la sua presenza avrebbe solo peggiorato le cose. La Fontaine incassò il colpo e, con  lo sguardo basso, decise che avrebbe solo rimandato di un po’ il suo intervento per calmare quel ragazzino sbruffone che, per i suoi gusti, stava alzando troppo i toni con la sua piccolina.
“- Leon, fammi parlare… io ti amo, non puoi pensare sul serio una cosa del genere…” Violetta, con le lacrime agli occhi, fece qualche passo verso il giovane che aveva preso a camminare anche lui diretto all’interno della casa mentre la maggior parte degli invitati stava venendo liquidata da Roberto, anche lui scosso e nervoso quanto gli altri. “- Mi ami, dici? E sei venuta qui con una truffatrice? Volevi fregarmi i soldi anche tu, no?” Quelle accuse così forti fecero fermare la giovane di colpo al centro della cucina, sala raggiunta seguendo Leon che, non sapendo cosa fare, si bloccò con le spalle contro il lavello e prese a fissarla con la stessa aria vuota che aveva all’inizio, quando lei si era trasferita in quell’enorme villa. “- Sì, io all’inizio avevo una folle idea ma l’ho abbandonata subito e sai perché? Perché mi sono perdutamente innamorata di te… ma… ma Angie… lei voleva cambiare vita, credimi! Ama davvero tuo padre e…” “- Una folle idea? E che tipo di idea?” Sbottò, senza neppure darle il tempo di finire la frase, Leon. “- E va bene, è ora che tu sappia tutta la verità.” La giovane, con decisione, si avvicinò di qualche passo a Galindo che rimase sorpreso da quella frase… cos’altro doveva sapere quella sera? “- Non avevo mai vissuto in una casa così… mi piaceva questa vita e volevo conquistarti per continuare a stare qui, in questo lusso… la mia famiglia è povera e mi sono lasciata accecare dalle ricchezze, volevo aiutare mio padre… ma poi davvero ti ho conosciuto e ti ho amato, senza rendermene nemmeno conto. Leon, credimi. Ti prego.” A quella rivelazione il ragazzo sgranò gli occhi sconvolto e confuso… cosa voleva fare? Era quasi peggio di quanto immaginava! Lui pensava solo che sapesse di Angie, non voleva credere, per quanto avesse detto cose alquanto dure, che anche lei fosse davvero d’accordo con la donna… i suoi erano vaghi dubbi sui quali sperava di sbagliarsi ma, a quel punto, non riuscì a fare altro che scuotere il capo, sentendo una forte delusione mista a rabbia montargli dentro. Non aveva mai amato tanto in vita sua ma in quel momento si sentì sopraffatto solo da odio, tanto odio per quello che Violetta gli aveva fatto. “- Dunque ti sei avvicinata a me per soldi, proprio come Angie ha fatto con mio padre…” Quella frase, quasi un sussurro come avesse paura di pronunciarla… si sentì ancora peggio ma fu interrotto dalla vocina flebile di Violetta. “- Mi dispiace… ma come ti ho detto, poi ti ho amato davvero, per favore ascoltami! Ho lasciato perdere tutto dopo il tuo compleanno, praticamente subito…”. Il suo compleanno… lo ricordava bene! Lui, in quella data, aveva fatto quella stupida scommessa con Diego e Federico da cui era nato il suo amore, quello vero, quello per cui aveva perso il sonno e la sua vita sregolata costruita su un mare di sofferenze. “- E perché quando si è scoperto del mio piano con i ragazzi per conquistarti tu non mi hai parlato anche del tuo? Avresti potuto approfittarne per dirmelo, no? Violetta stavamo insieme per davvero, ricordi? Quando hai saputo della scommessa potevi anche raccontarmi… tutto questo!” Il tono di Leon era rabbioso, quasi aggressivo e la ragazza, tremante, abbassò gli occhi, non sapendo proprio cosa dire: aveva sbagliato, come anche Angie a non parlare del suo passato a Pablo… ma cosa poteva farci se inizialmente si era avvicinata a lui solo per interesse? Lei a quella vita non era abituata, l’aveva stregata e se in quel momento ne aveva parlato con lui era perché voleva essere sincera completamente, sperando che lui apprezzasse, ignorando il fatto che in quella maniera avesse peggiorato ancor di più la situazione. “- Ti prego, non buttiamo tutto all’aria così, per favore…” In un tremito, la voce di Violetta inondò le orecchie del giovane che ghignò amaramente, quasi dispiaciuto di non poter fare altrimenti. Già, dispiaciuto e tanto. Amava quella ragazza come non aveva mai amato nessuno ma non c’era nulla, in quei momenti, che giocasse a suo favore… soffriva persino al pensiero di trattarla così ma, per quanto volesse credere alla sua innocenza e a quella di Angie, non poteva… aveva prove che incastravano entrambe, a cui si era aggiunta quella confessione della La Fontaine e, per quanto si odiasse, non riusciva a fare altrimenti. “- A questo punto immagino che anche il sogno su mia madre sia stata una sciocchezza per intenerirmi, no? Che idiota sono stato a crederti…” Leon, per quanto l’amasse, era fin troppo furioso per evitare di infierire e si sentiva distrutto dal fatto che la giovane, in tempi passati, avesse usato la scusa, convito ormai che solo tale potesse essere, che Clara approvasse quella relazione per dargli il colpo di grazia finale e averlo in suo potere. “- Io me ne vado, al Club ci aspettavano, erano tutti lì per noi, pensa un po’… quando torno voglio che tu e la tua socia abbiate già fatto le valige per andare fuori da questa casa, mi sono spiegato?” Quel tono freddo, glaciale… quella voglia di evadere come quando tutto aveva avuto inizio… l’aveva cacciate, se Pablo non avresse avuto la forza per farlo subito, ci aveva pensato lui. “- No, non è così… per favore! Aspetta! Leon, perdonami!” Balbettò, senza sapere di preciso per cosa si stesse scusando, mentre lui si avvicinò di nuovo alla porta dalla quale erano entrati per poi sbatterla con forza. Violetta sentì gli occhi pizzicarle ancora e non trattenne più le lacrime che, a quel punto, presero a scendere rapide sulle sue guancie pallide. Senza pensarci due volte corse verso il giardino, proprio da dove era uscito Leon, sperando, inconsciamente di raggiungerlo,  ma lui si era già volatilizzato nel nulla. Non seppe dire per quanto pianse ma era certa che restò fuori per un bel po’, disperata, senza avere la forza di rientrare… Leon la odiava, la credeva una bugiarda per aver detto troppo tardi la verità sulle sue stupide intenzioni iniziali… eppure lei lo amava tanto, così tanto che aveva paura di perderlo e, alla fine, tutte le sue brutte sensazioni si erano avverate… non poteva credere di dover andar via da quella villa, da lui, soprattutto… come avrebbe fatto a stare senza il suo amore? Arrivò con il fiato corto al gazebo sullo stagno, dove aveva i più bei ricordi legati al giovane Galindo: la prima volta che lo aveva abbracciato, che aveva iniziato sul serio a guardarlo con occhi diversi era proprio  lì e quel ricordo le parve così lontano che un’ennesima fitta le trapassò il cuore, facendo sì che si arpionasse con entrambe le mani alla ringhiera del parapetto per non svenire: non poteva finire così, non per un qualcosa che non era mai esistito se non nel passato… Angie non era più una truffatrice e lei, per quanto avesse sbagliato all’inizio, non aveva mai più mentito al ragazzo, amandolo con tutto il suo cuore…  cosa sarebbe stato ora di loro? Cosa sarebbe stato del suo amore incondizionato verso quel giovane che, probabilmente da quel momento in poi, non avrebbe provato altro che odio e risentimento nei suoi confronti? Il fatto che non sapesse trovare una risposta a quelle due domande, in quella situazione, era l’ultimo dei suoi pensieri eppure riusciva comunque a farla stare peggio di quanto non stesse già.
 
 
Nemmeno si era accorto che qualcuno avesse osato varcare la soglia della soffitta, la sua soffitta, quella della sua Clara, fino a quando una mano gli si posò piano sulla spalla. “- Pablo, ci sono qui io, calmati.” La voce di Jackie lo fece sussultare e la riconobbe al volo, riuscendo finalmente a scuoterlo almeno un po’: era steso al suolo da chissà quanto e non riusciva in alcun modo a reagire. “- Jackie che ci fai qui? Nessuno deve vedermi stare così male… lasciami solo.” Un lungo singhiozzo seguì a quella frase, facendo sì che lei assumesse una falsa espressione da vittima: era la colpevole ma fare l’innocentina le veniva alla perfezione, tanto che Galindo, preoccupato per quella faccia di lei, subito si mise a sedere, le spalle contro una parete e le gambe stese di fronte a sé, ancora smosso dai sussulti che il suo pianto gli provocava, non riuscendo a fermarsi.
“- Cos’hai?” Domandò, paradossalmente lui alla bionda, abbassando poi gli occhi che sentiva annebbiati per le lacrime che non poteva placare: si sentiva così ferito, deluso da Angie… ma si odiava perché non riuscisse nemmeno ad immaginare di dimenticare quella maledetta truffatrice che gli aveva rubato il cuore. La Saenz lo fissava cupa ma, in cuor suo, felice: il suo piano di mandare via quella istitutrice da strapazzo dalla villa stava andando a meraviglia e presto avrebbe avuto il cognome Galindo, ne era sicura… conosceva Pablo come le sue tasche: quando era vulnerabile ancora per la morte della sua adorata Clara, riusciva a manipolarlo meglio a suo piacimento, facendo anche l’interesse di Gregorio che lo voleva rovinare a tutti i costi… e lei, standogli accanto, avrebbe comunque ottenuto ciò che voleva; fare sempre da spia a Casal, sposarlo e ottenere soldi, se non da lui, sicuramente dal suo socio, nel caso l’avesse mandato completamente sul lastrico. Non le era mai importato di Galindo né di quel moccioso di suo figlio, ma appena lui si era avvicinato ad Angie era andata sul serio in escandescenze: nessuna si opponeva ai suoi piani o a quelli di Casal a cui faceva da tramite, nessuna se non lei sarebbe divenuta la signora di quella casa. “- Mi dispiace per tutto quello che ti è successo e in parte mi sento colpevole… però io volevo aiutarti, credimi! Pablo…” Un profondo sospiro interruppe quella messa in scena della Saenz che, lentamente, si trascino sulle ginocchia fino ad affiancare l’uomo e, piano, gli sollevò il viso con una mano, fissandolo intensamente con aria falsamente rammaricata. “- Lo so, lo hai fatto per… farmi capire chi fosse realmente Angie.” A nominare solamente la Saramego, Galindo sentì una fitta allo stomaco ed era certo che se non fosse stato seduto, l’avrebbe fatto perdere le forza e cadere sulle ginocchia: era come avere una ferita aperta e fin troppo fresca che lo faceva stare ancora malissimo e non sapeva proprio come fare per placare quel dolore… gli era già successo e pensò che forse, in qualche modo, fosse proprio destinato a soffrire per amore. “- Esatto, nonostante tu mi abbia ferita, lasciandomi per lei, io ci tengo davvero a te e non volevo ti rovinassi la vita con quella… mi aveva sempre fatto sospettare di sé e per questo ho indagato un po’ sul suo conto… e alla fine ho scoperto tutto. Dovevi sapere, per quanto ti avrebbe fatto male.” La voce falsamente dispiaciuta della Saenz riecheggiava nella soffitta come un rimbombo equivalente a quello nella testa di Pablo che, fragile com’era in quegli istanti, non poté fare alto che crederle… forse era stato davvero troppo crudele con Jackie e lei, nonostante tutto, l’aveva aiutato… forse lei davvero meritava di ottenere il suo amore... già, l’amore. Quanto era forte quello che, nonostante tutto, sentiva per quella che di lì a poco, sarebbe dovuta divenire sua moglie? “- Devo parlarle.” Sussurrò quasi, ignorando il resto della parole della donna che continuavano a stordirlo… gli era bastato catturare la ripetizione, per la terza volta, del termine: “Truffatrice” relativo ad Angie per scattare in piedi e fissare l’uscita da quella stanza con aria vuota. “- Pablo, soffrirai ancora… lasciala andare via e basta.”. Ancora una volta Galindo non l’ascoltò nemmeno e, a passo lento, si avviò verso la porta. “- Non posso… prima devo sapere.” Mormorò, con la voce rotta dall’ennesimo singhiozzo... sapere. Cosa voleva davvero sapere da lei? Non ne aveva un’idea di preciso. Quelle carte tanto ufficiali non potevano mentire, Angie invece lo aveva fatto e non poteva ancora crederci. “- Pablo…” Lo richiamò ancora Jackie, alzandosi a sua volta e facendo qualche passo verso il centro della soffitta… ma fu tutto inutile: l’uomo, asciugandosi gli occhi alla meglio con la manica della giacca, era già sulle scale che portavano al corridoio che dava sulle camere, pronto a voler affrontare, per l’ultima volta, la donna che amava e che avrebbe dovuto imparare a dimenticare.
 
 
Angie era stata per un tempo indefinito distesa a piangere sul letto della sua camera, di quella che, sicuramente, di lì a poco avrebbe dovuto lasciare. Non riusciva a credere a quello che era accaduto... si sentiva una stupida, ma come aveva potuto nascondere a Pablo una cosa tanto importante del suo passato? Sì, che le piacesse o no, lei era stata una truffatrice e il fatto che non lo fosse più per sua scelta, non significava che quel suo essere oscuro non avesse comunque fatto parte di lei. Come biasimare Galindo se, dopo aver scoperto tutto in quel modo, l’avesse odiata per sempre? Lui era ricco e lei, con quel “curriculum” e quella fedina penale non proprio pulita, avrebbe dato tutta l’impressione di volere solo fare soldi con quel matrimonio… seppure sapesse bene che non fosse così. Quanto avrebbe voluto parlargli, spiegare quanto in realtà lo amasse davvero… e invece non aveva il coraggio, la forza. Sì, le mancava la forza per quanto di solito ne avesse in abbondanza… ma quella volta non era così, e non riuscì a fare altro che piangere, dandosi mentalmente della codarda e bugiarda. Se solo avesse parlato prima! Se solo avesse detto a Pablo chi era stata in passato, forse lui l’avrebbe anche accettata, capita… ma tacendo, ormai, aveva dato soltanto l’impressione all’uomo che fosse un’altra sua vittima, come Caldez o l’altro ricco a cui aveva tentato di portar via tutto il patrimonio. Si mise a sedere sul letto e si ritrovò a osservarsi nello specchio di fronte a sé: aveva gli occhi gonfi ed era pallida come un lenzuolo, sul suo volto due righe nere le segnavano le guance, segno che il mascara le era colato mischiandosi alle lacrime. Non sapeva cosa fare… parlargli forse sarebbe comunque stato inutile, quello avrebbe dovuto farlo a tempo debito… si alzò, si calò sotto al letto e estrasse la sua valigia… quante cose erano cambiate dal suo arrivo in quella villa? Tante, sia per lei che per i proprietari della casa… eppure ora, a causa sua, tutto sarebbe ritornato come prima di riempire quel bagaglio per trasferirsi dai Galindo con Violetta. Paradossalmente non incolpava più di tanto la Saenz, per quanto la odiasse: lei aveva detto a Pablo la verità, né più, né meno… la vera colpevole si sentiva lei stessa e non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato. Di spalle alla porta, prese a piegare alcuni suoi abiti sparsi per la stanza e a buttarli nella valigia alla meno peggio, quando, una voce che ben conosceva la fece sobbalzare e sentì il cuore accelerare i suoi battiti. “- Perché?”. Una domanda, un mormorio che la sconvolse… non aveva bisogno di voltarsi per sapere da chi provenisse ma lo fece comunque, ritrovandosi ad incrociare il volto cupo di Pablo. “- Non volevo, credimi. Non a te, non a voi…” Bisbigliò la bionda, abbassando gli occhi sul pavimento, non riuscendo a sostenere lo sguardo freddo del moro che, a quelle parole, fece qualche passo insicuro verso di lei. “- Perché mi hai usato così, giocando con la mia sofferenza, sul ricordo di Clara, sulla scusa dei sogni… ANGIE, DIMMI… PERCHE’?” Le parole uscirono sempre con maggiore rabbia a Galindo che urlò le ultime ricominciando a piangere, disperatamente. “- Ti giuro che non ti ho mai ingannato, io ti amo davvero, Pablo! Ho sognato davvero Clara e…” “- BASTA! SMETTILA!”. Angie fu bruscamente interrotta dal moro che, furioso, si portò le mani alla testa per poi incamminarsi verso la finestra della camera per prendere a guardare fuori: il retro del giardino, fino a poco tempo prima affollato di ospiti, ora era vuoto, tranne che per Olga, intenta a sistemare e a sparecchiare i tavoli ancora zeppi di dolci e champagne. “- Smettila, per favore.” Sussurrò ancora, senza neppure voltarsi per guardarla, sentendo ancora le lacrime scorrergli sul volto. “- Dovevo parlartene, ma con che coraggio l’avrei potuto fare? Pablo mi vergogno di quella che ero e poi con te sarebbe stato diverso, completamente diverso… sul serio.” Le parole della Saramego si fecero sempre più vicine alle sue orecchie… si stava avvicinando a lui a passo titubante e fece per posargli lievemente una mano sulla spalla. “- Non mi toccare.” Sbottò glacialmente l’uomo, voltandosi di colpo e facendole fare un mezzo salto all’indietro. “- E in che modo sarebbe stato diverso? Perché stavolta eri ad un passo dal riuscirci rispetto alle volte passate? Stavolta puntavi al matrimonio, no? So tutto, Angie. In quei documenti del commissariato c’è scritto tutto… mi sento così… così stupido!” A quelle parole, Pablo si allontanò da lei superandola e si andò a sedere sul letto, le mani di nuovo alla testa che sentiva fargli sempre più male. “- Come ho potuto credere che avessi sognato davvero Clara? Come ho potuto tradirla così?” L’uomo iniziò a mormorare tante domande e la Saramego iniziò a piangere silenziosamente, limitandosi a singhiozzare frequentemente… già, Clara. Ecco l’ostacolo che aveva preannunciato, era riuscita ad essere lei stessa l’ostacolo per quella relazione non avendo parlato a Pablo di quel suo essere stata una truffatrice. “- Non puoi credere davvero che io… io abbia usato il ricordo di tua moglie per avvicinarmi a te, NON PUOI!” Finalmente, la donna, cominciò a parlare a voce più alta, ferita da quelle parole di Galindo. “- E a cosa posso credere di quello che esce dalla tua bella bocca? A questo punto non credo più a nulla di ciò che mi hai detto, sin dall’inizio… chi mi assicura che non mi abbia mentito su tutto, dal principio?” Chiese, con tono glaciale, il bruno, lasciandola di sasso… beh, non poteva dargli torto per quanto sapeva che quello ne avesse lei, e tanto. “- Mi dispiace.” Non riuscì a dire altro e l’uomo neppure alzò gli occhi dalle sue scarpe… non ce la faceva, era troppo dolore da sopportare e lui aveva già sofferto tanto nella sua vita… inoltre si sentiva un idiota anche nei confronti di Jackie che davvero lo aveva amato e l’aveva lasciata subito per Angie, eppure, nonostante tutto lei si era prodigata tanto per aiutarlo a capire chi fosse in realtà quell’altra donna. “- Dispiace di più a me, credimi… ma non posso fare altro che chiederti di andar via.” Il tono di Pablo ora era quasi dispiaciuto ma tentò con tutte le sue forze di farlo apparire sicuro e più freddo, per quanto l’ennesimo singhiozzo lo tradisse palesemente. “- Entro stanotte stessa saremo fuori di qui… è giusto così.” Angie si sentì male al solo dover sussurrare quella frase, staccandosi con la schiena dal davanzale della finestra e andando a continuare di preparare i bagagli mentre Pablo, lanciandole una furtiva occhiata, si alzò per uscire di lì prima di cambiare idea, cosa che la mente gli gridava di non poter fare, mettendo a tacere il cuore che gli strillava l’esatto opposto. La Saramego, dal canto suo, sentiva più o meno la stessa cosa: quella frase detta poco prima era dettata dalla ragione, sapeva che dovesse lasciare quella villa, avendo ferito profondamente l’uomo che amava e il pensiero la faceva stare anche peggio… eppure il suo cuore diceva dell’altro: sapeva che andare via era sbagliato, che lei non fosse colpevole di nulla per quella volta e la implorava di ascoltarlo… però tentò di zittirlo continuando freneticamente a mettere via le sue cose e quelle di Violetta... Già, Vilu. Chissà dov’era finita, se anche Leon se la fosse presa con lei e il pensiero che fosse sempre e solo a causa sua le stringeva il cuore come in una morsa. A causa di quella improvvisa riflessione riuscì a sentirsi ancor peggio e si lasciò cadere a peso morto sul materasso accanto al suo trolley spalancato. Era finita, Jackie aveva ragione: Game Over. Aveva perso l’uomo che amava come non aveva mai amato nessuno in tutta la sua vita, aveva perso quello a cui teneva di più, quel diamante raro che era riuscita ad incontrare e che di lì a poco avrebbe sposato… e tutto a causa della sua mancanza di coraggio nel parlare prima che venisse fuori tutto in quella maniera assurda… ma era tardi per i se e per i ma e, seppur con il cuore a pezzi e le lacrime che ancora le scorrevano sul viso, Angie si rialzò e continuò a preparare le valigie per lasciare villa Galindo, per dire addio alla nuova vita meravigliosa che si era costruita, per dire addio a Pablo, il suo unico grande amore.
 
-----------
 
Sto piangendo come una disperata ma dettagli… ç_ç Amo e odio questo capitolo… stranamente sono quasi (quasi, eh! xD) soddisfatta di come sia venuto, ma mi mette una tristezza assurda… maledetta Jackie! >.< Poveri i nostri Leonetta e Pangie! Però in effetti sia Vilu con Leon che Angie con Pablito avrebbero dovuto parlare prima! :’( Il danno è fatto, ed ora? Come continuerà la storia? Alla prossima e come sempre grazie a tutti coloro che seguono con affetto la storia! :3 Ciao! :) DulceVoz. :)
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: DulceVoz