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Autore: MarieAlex    14/07/2014    1 recensioni
Ivy è una giovane ballerina italo-americana di danza contemporanea. Vive a Los Angeles da quasi due anni e mezzo, mentre fa coppia fissa con Tom da uno. La loro sembra la classica favola rosa che tutte le ragazze sognano. Ivy ha tutto ciò che si può desiderare: una bella casa, un lavoro che la appassiona, un uomo fantastico che la ama. Quando però, una sera, il destino decide di far ritrovare nelle mani di Ivy un segreto incoffessabile, ogni sua certezza le crolla addosso. Il dolore e la rabbia che si impossessano della ragazza la faranno allontanare da quello che Ivy credeva essere il suo vero grande amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Time to do or die

 

Sono rimasta chiusa in camera mia tutto il pomeriggio. Ho dormito un paio d'ore, e al mio risveglio mi sono resa conto di avere la mente ed i pensieri ben lucidi. Ho capito che cosa devo fare. Così, mi sono alzata, ho acceso lo stereo ed il pc, e ho tirato fuori la valigia da sotto il letto, aprendola. Intanto, ho cercato su internet informazioni sui voli internazionali dagli Stati Uniti all'Europa. Il passaporto è sempre pronto, e poi ho bisogno di cambiare aria per un po'. Ho riempito la valigia con un paio di jeans, pantaloni normali, maglie, qualche felpa, qualche indumento per gli allenamenti di danza, biancheria, due paia di scarpe. Ho trovato quasi subito quello che cercavo sul sito della compagnia aerea, ho prenotato il biglietto e l'ho stampato. Nel giro di due ore e mezza ho finito tutto. Ora sono seduta in salotto mentre guardo la tv con Lullaby seduta accanto a me – non siamo riuscite a togliere a questo bel cagnolone quel brutto vizio. Aspetto che ritorni Effie; mi ha lasciato un biglietto con scritto che è andata a fare la spesa.

Finalmente la sento rientrare.

<< Oh, sei riemersa dalla tua tana, vedo. >> mi rivolge un sorriso scherzoso, mentre porta dentro casa due sacchi della spesa e comincia a svuotarli.

<< Sì... >> rispondo cautamente. << Ef, ho pensato ad una cosa. >>

<< Dimmi tutto. Hai voglia di pizza o... gelato? Ho comprato quello alla stracciatella misto cioccolato e ho trovato anche il mio preferito, quello alla vaniglia. >> esclama allegra. Io ridacchio, perchè fare la spesa la diverte, e quando ci andiamo insieme facciamo fuori mezzo supermarket.

<< Sì, mi andrebbe, però più tardi... >> faccio una piccola pausa. << la cosa è un'altra: volevo scusarmi per come mi sono comportata oggi a pranzo. >>

Effie si fa un po' più seria. << Dai, non ti preoccupare, lo posso capire. >> finisce di sistemare le ultime cose, poi si siede su una poltrona accanto a me. << Ma ormai immagino tu sappia come la penso. Sono stata dalla tua parte fin dall'inizio, ti ho appoggiata, sostenuta, non ti ho mai lasciato da sola perchè avevi bisogno di supporto. Ma non mi piace vedere i miei amici soffrire. Tu puoi prenderti tutto il tempo che ti serve, nessuno ti mette fretta, e lo sai solo tu di quanto tempo hai bisogno. >> fa una pausa guardandomi di sottecchi, e portandosi i capelli su un lato della spalla. E' vero quello che ha detto, su questo non posso darle torto. Infatti, ho preso una decisione. Per prendere tempo.

Faccio un respiro profondo, sperando di non venire assalita da una reazione improvvisa e shockata della mia amica. << Ho deciso di partire, torno in Italia per qualche giorno. >>

Vedo Effie sbattere due volte le palpebre, accigliata, e fissarmi senza dire una parola. Dopo qualche secondo, ricomincia a parlare – grazie al cielo, oserei dire. << Come sarebbe a dire che parti? >> chiede, quasi sillabando parola per parola.

<< Sì, ci ho pensato oggi pomeriggio.. Penso che la cosa migliore sia quella di andarmene via, lontana da tutto questo, per un po'. Non si stratta di molto tempo, pensavo due settimane al massimo. >>

Ef mi guarda sempre più sbigottita. << Vorresti tornare al tuo paese? Dall'altra parte del mondo? >>

<< Ef, è pur sempre casa mia anche quella. Credo che mi farà bene stare lontana da questa città pazza. Lì... non corro il rischio di incontrarlo... >> lascio cadere l'ultima frase nel vuoto. E' vero, Ivy, ammettilo: vuoi tornare qualche giorno in Italia, nel tuo paesetto sperduto nel verde, per non correre il rischio di incontrare Tom, o qualunque cosa che te lo faccia ricordare.

<< E come farai con gli allenamenti? Hai appena ricominciato. >>

<< Mi inventerò qualcosa. C'è una scuola di danza anche lì, vicino al mio paese. >>

<< Ma non ti dispiace stare ancora lontana dalla compagnia? >>

<< Sì, certo... ma voglio provare ad andare via. Due settimane, Ef, giusto un periodo di prova. >>

<< E se il periodo di prova funziona? Che farai, rimarrai per sempre in Italia? >>

A questa domanda, non rispondo. Colpita e affondata, non so che dire.

<< Non ti voglio obbligare a fare niente che tu non voglia fare, Ivy >> Effie si sporge verso di me, e mi poggia una mano sul braccio, facendo lievemente pressione. << Solo che tu non te ne puoi andare! >> esclama, poi, abbracciandomi completamente. Ricambio l'abbraccio stringendola forte, e poi la faccio sedere di nuovo accanto a me.

<< Lo so, anche tu mi mancherai. Ma starò via poco, ci sentiremo. Ah... parto questa sera. >>

<< Come questa sera?! >> Effie sbarra gli occhi.

Io annuisco. << Ho già prenotato il volo, il primo possibile parte alle undici di questa sera. >>

<< Così presto? Voglio dire, oggi... capisco che averlo incontrato al semaforo di abbia sconquassato tutta, ma... sei sicura che scappare sia la situazione migliore? >>

Oh, ecco che ci risiamo: odio quando la gente comincia a tirare fuori la storia del scappare da qualcosa, o da qualcuno. << Io non sto scappando, e non esiste nessuna soluzione perchè non c'è nessun problema. >> ecco qui, Ivy la testarda – e cocciuta – sta tornando.

Ma Effie non demorde. << Sì invece. Se davvero non ti importasse niente di Tom >> pronuncia l'ultima parola soffermandosi più a lungo. << Non avresti avuto quella reazione a pranzo, e non avresti programmato di partire. >> Touché. << Rimarresti qui a Los Angeles, continuando la tua vita senza di lui. >>

<< Sì, può anche darsi. Ma ormai ho deciso, e lo sai quanto sono testarda. >>

Effie sospira. << Voi due siete fatti per stare insieme. Lo so che muori dalla voglia anche solo di sentire la sua voce al telefono. >>

<< Ci siamo lasciati, ok? >> continuo imperterrita.

<< Ma come fai ad essere ancora così dura? Sono passate due settimane, penso che abbia pagato abbastanza... >>

Sono costretta ad interromperla. << Ef, non ho voglia di discutere di nuovo, non si può tornare indietro. >> Mi alzo per dirigermi verso la ciotola di Lullaby, che sta aspettando con impazienza che qualcuno le dia dell'acqua. << E per favore, non dire a nessuno che parto questa sera, ok? A nessuno, nemmeno a Bill. >>

 

…........................

 

Il telefono squilla cinque o sei volte, poi finalmente qualcuno risponde. << Ciao, Ef. >>

<< Bill, emergenza! Fuoco, rosso, pericolo, aiuto! >>

<< Effie, che ti prende? Perchè stai sussurrando? >>

<< Ivy vuole partire. 'Sta sera, alle undici, dall'aeroporto LAX. Torna in Italia. >>

<< Che cosa?! >>

Effie, cercando di essere il più breve possibile, spiega al suo amico la conversazione con Ivy.

<< Devi avvertire Tom. Ivy non può partire. >>

<< Devono tornare insieme... >>

<< Appunto! >> esclama Effie, forse alzando troppo la voce. Si morde la lingua, sperando che Ivy non l'abbia sentita. << Tom che cosa ha fatto in questi giorni? >>

<< Sembra un'ameba. >> in un altro momento, la battuta di Bill l'avrebbe fatta ridere a crepapelle. Invece ora era riuscita solo a preoccuparla di più. << L'unica cosa che lo mantiene ancora sano di mente, o almeno non lo fa entrare nel campo della pazzia, è la musica: quando prende in mano la chitarra e comincia a suonare sembra tornare lo stesso Tom di sempre. Anche se comunque il lavoro allo studio è rallentato parecchio. >>

<< Oh... >> commenta Effie, dispiaciuta. << Gli dici mai qualcosa di Ivy? >>

<< Ogni giorno mi fa sempre la stessa domanda, cioè se ho notizie di lei, come sta... oggi per l'ennesima volta gli ho detto che non so niente, così è uscito. E non è ancora tornato. >>

Effie aggrotta le sopracciglia. << Non sai dov'è? >>

<< No >> risponde Bill in tono grave. << Per questo sono preoccupato. Sono anche andato a cercarlo, ma nulla. Non ho idea di dove possa essere, anche se il mio intuito gemellare mi dice che non è in pericolo. >>

<< Cazzo, Bill! Che aspettavi a dirmelo? Dobbiamo trovarlo, dobbiamo farli incontrare, e loro devono chiarirsi. >> Effie sente dei rumori in sottofondo, porte che si aprono e si chiudono, sedie che si spostano, e poi altre voci di uomini. Bill comincia a parlare in tedesco con loro, ed Effie riesce solo a capire che le persone con cui Bill sta discutendo sono Georg e Gustav. Passano alcuni secondi di silenziosa tensione, dopodiché Bill riprende a parlare.

<< Tom è ad un rave party a Malibu. >>

 

Ed eccomi di nuovo qui! Beh, che dire, questo è uno dei miei capitoli preferiti, trovo che sia pieno di tensione. Sto già pensando ad un sequel di questa ff (un tantino più divertente - lol ) narrato però del punto di vista di quel bel scimmione crucco in formato armadio a quattro ante = leggasi Tom ( quanto affetto ). In attesa del loro nuovo album ( manco dovessero prepararlo per il papa in persona! ) non ho modo migliore di passare le mie vacanze se non fantasticando su di lui, che - come avrete già capito - è il mio preferito :3 spero che il capitolo 6 sia piaciuto anche a voi, a presto! :-)
   
 
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