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Autore: MM_White    14/07/2014    6 recensioni
Ci sono due stanze, al sesto piano del Grand Hotel di Cannes. Nella 607 c'è Jennifer, bellissima e annoiata. Nella 620 Josh rimpiange la propria timidezza e ricorda momenti passati con lei. Si cercheranno, si scontreranno, si confronteranno. Cos'è Josh per Jen? Prima estraneo, poi semplice conoscente, dopo ancora collega e per finire amico. O amante.
Dalla storia: "- Non voglio che qualcosa cambi tra noi.
- Doveva succedere prima o poi. Tu stai per sposarti Jen, e io...
- Tu?
- Bhè, io sono tuo amico ma rimango pur sempre un uomo. Non puoi stringerti a me in quel modo, non puoi dormire nel mio letto, non puoi... Dio ma perchè non riesci a capire?
- Potrebbe succedere qualcosa di cui poi potremmo pentirci, è questo che vuoi dire giusto?"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE!!!
Stranger, mere acquaintance, colleague, friend, LOVER.
NON FINISCE QUI!


Sì, perchè se vi è piaciuta questa questa breve fanfiction, potete gustarvi un rossissimo missing moments che si colloca più o meno a metà di questo capitolo.
Si tratta di
La sua pelle è fuoco e io voglio bruciare ,
ovvero la prima volta di Jen e Josh. Naturalmente nell'ennesima camera d'albergo.

NON PERDETEVELA!

 

«Prova, prova».

*Batte dei colpetti sul microfono*

Salve gente, tutto bene? Da voi fa bel tempo? Qui da me il caldo toglie letteralmente il respiro! Mi scuso per il ritardo... Non sono tipa da giustifiche sul diario con tanto di firma falsificata con la carta carbone, maaaa... Ho studiato, lavorato, sostenuto esami, lavorato, studiato, lavorato, studiato e infine, ormai in pieno luglio, SUDATO! A mia discolpa, tuttavia, pensavo continuamente ad aggiornare e terminare questa fanfiction! Devo dire però, che il «tempo d'attesa» ha reso il capitolo finale qualcosa di via via più solido e dattagliato, l'ha reso migliore insomma! Quindi... Penso sia stato meglio così!


Per i lettori più curiosi e perfezionisti:
Prima di lasciarvi alla lettura, in quanto anch'io come lettrice e scrittrice sono, per così dire, perfezionista, voglio darvi qualche «indicazione stradale» alla lettura:

 

1) La musica.

La colonna sonora del capitolo è Love is a Laserquest degli Arctic Monkeys.

- Per chi volesse ascoltarla durante la lettura ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=0BJAunaulxc

- Per la traduzione del testo: http://www.traduzionetesticanzoni.it/arctic-monkeys/love-is-a-laserquest

 

2) Il Menù.

Durante il capitolo Josh richiede il servizio in camera. Se siete curiosi di sapere come si presenta la tavola durante la cena, le ricette sono queste:

- Risotto verde ( http://it.montecarlosbm.com/ristoranti-monte-carlo/ricette-del-chef/verde-risotto-franck-cerutt/ )

- Braciole di Vitello al sale ( http://www.lospicchiodaglio.it/ricetta/braciole-vitello-sale )

- Insalata con formaggi all'agrodolce ( http://www.lospicchiodaglio.it/ricetta/insalata-formaggi-agrodolce )

- Pirottini ( http://www.lospicchiodaglio.it/ricetta/pirottini-cioccolata-crema-fragole )

 

3) Il vestito da sposa.

La ricerca del vestito da sposa di Jennifer non è stata semplicissima. Dovevo trovare qualcosa che ispirasse il suo carattere estroverso e deciso, inoltre ho immaginato che a Jennifer non piacessero i vestiti da «principessina» con fronzoli, fiocchi e gonna gonfia. Tuttavia, immaginando la scena avevo in mente un vestito abbastanza ampio, e così alla fine ho scelto questo: http://www.precos.lv/uploads/forum/4872601_3.jpg . Vi piace? ^.^

 

Ci si «sente» dopo per i ringraziamenti!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«E pensi ancora che l'amore sia una battaglia laser
oppure hai iniziato a prendere il tutto più seriamente?
Ho provato a chiedertelo in qualche sogno ad occhi aperti che ho fatto
ma eri sempre troppo impegnata ad essere solo una finzione...»

 

Love Is A Laserquest

Arctic Monkeys

 

 

 

 




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4. Suite 14

 

 

 

 

Nonostante nuvoloni neri minacciassero pioggia dalla sera prima, la prima goccia cadde nel tardo pomeriggio, costringendo turisti e londinesi ad una folle e colorata corsa sotto cartelle, riviste e ombrelli aperti in fretta e furia.
Josh lasciò cadere la tenda e si scostò dalla finestra. Attese che gli occhi si abituassero a guardare nel buio, concedendogli pazientemente tutto il tempo di cui avevano bisogno. Iniziò così a intravedere i contorni del pregiato mobilio, del letto enorme, delle lozioni e delle creme disposte sulla mensola accanto alla Jacuzzi. Quando scorse il telefono, vi si avvicinò e alzò la cornetta. Rispose il servizio in camera e dopo qualche suggerimento per la cena, ordinò Risotto verde con funghi gallinacci, Braciole di vitello al sale, Insalata con formaggi all'agrodolce, Pirottini di cioccolata crema e fragole e da bere un Pinot Nero del '71.

Calò nuovamente il silenzio, interrotto saltuariamente dal picchiettare della pioggia sui vetri. Quando accese l'impianto Bose, la camera venne sommersa dalle note degli Arctic Monkeys, nel brano in cui Alex Turner profila il suo cuore spezzato: «Mi convinco di aver bisogno di un'altra» canta, «E per un minuto diventa più semplice fingere che tu sia stata solo un'amante...» ma ovviamente sta mentendo a sé stesso...
Raggiunse il piano bar, si versò del whisky in un bicchiere di cristallo e si accostò nuovamente alla finestra.
- Quel giorno in cielo non vi era neanche una nuvola. - Pensò. - Quel giorno tra i capelli di Jennifer splendeva il sole più bello di sempre e sulle mie guancia lacrime così calde da fare quasi male.

 

Il giorno del matrimonio fra Nicholas Hoult e Jennifer Lawrence era stato anticipato. La decisione aveva provocato non pochi dissensi, ma furono davvero pochissimi gli invitati che non erano riusciti a liberarsi per quella data. La cerimonia e il ricevimento si tennero in un'incantevole tenuta dell'Hampshire e mentre gli sposi scambiavano promesse e fedi nuziali, Josh guardava i Robinson nella sua camera d'albergo. Suonò il cellulare. Sulla schermata il nome del suo manager, Philipp.
- Dove diavolo sei?

- 'Giorno...
- Josh... - Dall'altro capo del telefono si udì uno sbuffo. - Qui gli sposi fra un pò partono per la luna di miele e tu scommetto che non ti sei neanche vestito...
- Infatti. - Rispose con aria seccata.
- Cosa aspetti?
- Che termini la puntata dei Robinson. - Alzò il volume della tv. - Dopo forse mi alzo e faccio una doccia.
- Cosa? Oddio Josh ma che ti prende? - L'uomo tirò un lungo sospiro. - Aspettami lì, sto arrivando.
Dopo un paio d'ore il manager trovò già aperta la camera d'albergo del ragazzo e vi entrò. Trovò Josh davanti allo specchio, alle prese con la cravatta nera. Aveva sistemato i capelli all'indietro e la camicia grigio topo usciva in qualche punto dai pantaloni. Le scarpe lucidissime erano ancora nella loro scatola e il coperchio lanciato chissà dove sul pavimento moquettato.
- Non vuoi andarci?
Josh lo guardò di sfuggita dallo specchio. - No.
- Come mai? Io pensavo foste buoni amici.
Josh iniziò a strattonare nervosamente il nodo della cravatta. Quel giorno non riusciva proprio a farlo apparire quantomeno decente.
- Non ne vuoi parlare? - Chiese l'uomo avvicinandosi. Afferrò la morbida stoffa di seta e iniziò a muovere le mani per formare il nodo. Josh lo lasciò fare e si guardò attraverso lo specchio. Era dimagrito parecchio.
- Dal tuo silenzio devo dedurre che sia qualcosa di serio... - Continuò l'uomo. - Sai, ne ho parlato anche con Chris, l'agente della Lawrence...
- So chi è.
L'uomo lo fissò per un secondo, poi tornò a lavorare sul nodo. - Ovvio, che stupido. Comunque sia, io e Chris siamo del parere che questa storia debba finire. Insomma qui si parla di cifre con parecchi zeri! Tra i fans, la saga sta perdendo parecchi punti e i produttori sono infuriati. Sarebbero quasi capaci di attribuire tutta la colpa al vostro comportamento. Al comportamento tuo e della Lawrence, Josh.
- Ah sì? Non credevo di avere tanta influenza sui fans...
- Josh... - Cominciò in tono petulante. Dette gli ultimi ritocchi alla cravatta e indietreggiò di un passo, guardandolo meglio negli occhi. - Non sei più il bambino del Kentucky che a 9 anni già proclamava di voler diventare attore. Quando avevi quell'età eri adorabile e di tanto in tanto ti concedevo qualche capriccio, ma adessi sei un uomo...
Gli afferrò le spalle in maniera quasi paterna.
- Io non voglio sapere cosa ti frulla nel cervello in questo periodo. Non ti chiederò di concedermi confidenze sulla tua vita privata nè tantomeno su quella sentimentale. Ecco, forse ti sembrerà strano questo discorso fatto da me, che ti parlo sempre di lavoro, sempre e solo a titolo di manager. Ma ti conosco da quando eri alto poco più di un metro. Okei, è vero, forse da allora in altezza non sarai cresciuto chissà quanto... - Josh abbozzò un sorriso e gli sfiorò il braccio con un pugno leggero. L'uomo rise abbassando lo sguardo. - Vedi, oggi mi sento in dovere di darti un consiglio da uomo a uomo.
- Sentiamo, Phil.
- Non perdere tutto ciò che hai costruito per una donna. Solo questo. Nessuno meglio di me sa quanto hai faticato per arrivare a questo punto, per cui non voglio che tu distrugga tutto.
- Phil, non ho intenzion...
- No, stammi a sentire Josh, dico sul serio. Fattelo spiegare da un uomo che ha il suo carico di esperienze alle spalle. Non so se tu ne sia innamorato o se si tratta solo di un'infatuazione e scommetto che in entrambi i casi sia terribile vederla sposarsi con un altro, però ecco... - Si grattò la nuca con una mano. - Passerà, ecco tutto. E credo che pentirsi in futuro di qualcosa che si poteva anche evitare sia ancora più terribile. Vuoi davvero questo?
- No, Phil. Hai ragione tu... Com'è la storia dei produttori infuriati?
Phil lo guardò di sbieco. - Lo so che mi stai dando ragione solo per farmi smettere!
- No, no. - Josh rise. - Dico sul serio.
- Bene, parliamo di lavoro finalmente. Queste sono per oggi giusto? - Disse chinandosi sulle scarpe e porgendogliele. Josh le afferrò e si sedette sul letto per infilarle. - Allora vediamo un pò... I fans sono delusi questo lo capirai benissimo anche tu. Non si tratta del matrimonio ma più del fatto che tra voi due si sia creato una sorta di «muro». Sai quanto i fans amino fantasticare sugli attori e su ipotetiche storie d'amore. Ecco, tutto questo potrebbe essere patetico, ma fin quando queste fantasie vengono alimentate, seppur rimangano sempre e solo delle fantasie, ai fans sta bene così! E così si arriva a voi due, Josh, a te e alla Lawrence che a malapena vi parlate. In questa maniera i fans come potrebbero mai sognare che tra voi due ci sia una storia d'amore?
- Mi sembra quasi di risentire Donal Sutherland quando interpretava Snow. - Lo interruppe Josh con aria ironica.
- Lo so, lo so. Ma, mio caro, è proprio così che va lo show busisness! Lo so che detto così fa schifo... Vedi, non vorrei che tu fingessi o recitassi anche fuori dal set, ma almeno cerca di tenere buoni i fans. Dopotutto sono loro ad alimentare il nostro mondo. - Gli diede una pacca sulla spalla. - Adesso vai lì, sorridi, ti fai fare qualche foto e bevi! Bevi molto, vecchio mio!
- Phil? - Lo chiamò mentre si incamminava verso l'uscita.
- Sì?
- Lei... - Gli occhi si fecero lucidi. - lei ha chiesto di me?
- No, Josh. Non l'ha fatto.





Entrò nella hall e chiuse l'ombrello, porgendolo all'uomo al suo fianco. Si avvicinò così alla reception sollevando gli occhiali scuri e lasciando ad ogni passo una pozza d'acqua sul pavimento di lusso.
- Suite 14. - Disse in un sussurro.
- Immediatamente, signora Hoult.
- Lawrence. - Disse con aria truce. - Io sono solo Lawrence.
L'uomo alla reception iniziò a balbettare nervosamente. - M-mi scusi signora Houl... Signora Lawrence. Vuole che cambi la dicitura sulla prenotazione?
Jennifer afferrò le chiavi dalle mani dell'uomo e si rimise gli occhiali sul naso. - No, lasci stare. - Disse dirigendosi verso l'ascensore.
Spinse il bottone per l'attico e attese di essere portata su. E mentre le porte si richiudevano davanti ai suoi occhi, la sua mente cominciò a vagare nel tempo. L'ascensore passava in fretta i piani e i suoi ricordi tornavano indietro con la stessa velocità. Primo, secondo, terzo, decimo, ventesimo piano e quando finalmente le porte si riaprirono, ormai il suo pensiero vagabondava tra immagini e voci udite otto mesi prima, durante il giorno del suo matrimonio...


- E tu Jennifer Shrader Lawrence, vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Nicholas Caradoc Hoult, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?
La ragazza abbassò lo sguardo. In quel silenzio sentì lo sventolio dei ventagli farsi ancora più forte. Attendevano tutti la sua risposta e lei non tardò ad accontentarli.
- Lo voglio. - Disse con voce tremante e un leggero sorriso.
- Per il potere conferitomi dalla Chiesa. - Disse il sacerdote in tono solenne, - vi dichiaro marito e moglie! Adesso puoi baciare la sposa...
Tra i flash dei fotografi e le esultazioni della folla, Nicholas prese il viso di Jennifer tra le mani e le sfiorò le labbra in un tenero bacio.
- Ti amo, piccola. - Sussurrò.
- Anch'io Nick. Anch'io...
Il suo cuore era combattuto. Da un lato desiderava con tutta se stessa vedere il volto di Josh, dall'altro invece aveva una paura terribile di sollevare lo sguardo e ritrovarselo davanti. Tra i centinaia di invitati, lo vide per la prima volta solo in tarda serata, quando ormai il ricevimento stava quasi per terminare. Avrebbe voluto avvicinarsi a lui, ma la bloccò un pugno allo stomaco. Quando finalmente si decise a raggiungerlo, un braccio le cinse la vita.
- Amore, la nostra canzone! - Disse radioso Nicholas tirandola verso la pista da ballo.
«Mio marito», pensò all'improvviso mentre ballava il lento tra le braccia dell'uomo. «Allora è vero, è tutto vero. Ho sposato Nicholas.»

Calata ormai la sera, gli sposi invitarono tutti a trascorrere la notte nella tenuta di proprietà Hoult. Era così grande da poter accogliere e provvedere alle necessità di centinaia di persone e il giorno dopo avrebbero potuto continuare i festeggiamenti con una pomposa colazione in stile anglo-americano.
Mentre gli organizzatori prendevano nota di chi sarebbe rimasto, Jennifer lasciò Nicholas con il gruppo dei colleghi e si avvicinò a Stephie.
- Ti stai divertendo, cara? - Chiese la donna.
- Sì e no. Sono molto stanca.
- Avrai tempo per riposare dopodomani.
- Cooosa? - Jennifer fece una smorfia. - No, no, no, io domani ho intenzione di svegliarmi giusto in tempo per la cena!
Stephie le rivolse un finto sguardo truce. - La sposa non mancherà alla colazione di domani, provvederò io stessa perchè ciò non accada.
Jennifer incrociò le braccia con uno sbuffo.
- A proposito, Steph. - Disse sbirciando il taccuino sul quale la donna stava scrivendo.
- Sì? - Chiese senza alzare lo sguardo.
- Ecco... Avete già tutti i nomi di chi soggiornerà qui, stanotte?
Stephie la guardò di sottecchi per poi tornare a scrivere.
- No, cara.
- Intendi dire che non li avete?
- Intendo dire che il signor Hutcherson non ha confermato la sua permanenza qui.
Jennifer sentì il viso arrossarsi in una vampata incontrollabile.
- N-n-no! Non ti volevo chieder...
- Quando gli è stato chiesto il motivo... - Continuò la donna senza battere ciglio, - Ha spiegato che sarebbe ritornato in America con il primo volo disponibile.
- Ah. - Fu l'unico suono che riuscì ad emettere.


«Ultima chiamata.»
«Volo 283 American Airlines.»
«Ultima chiamata.»

- Joooosh!
Josh si voltò prima di cominciare l'imbarco. Si voltò giusto in tempo per vedere Jennifer corrergli incontro con l'abito a formare lunghe scie bianche, giusto in tempo per lasciare cadere i bagagli e per accoglierla tra le braccia, in tempo per stringerla e sprofondare il viso tra i suoi morbidi capelli.

- Jen, ehi Jen. - La scostò e vide che stava piangendo. - Che succede?
La ragazza spinse nuovamente la testa contro il suo petto.
- Non voglio Josh, non voglio.
- Cosa? Cosa non vuoi?
Sollevò lo sguardo. - Non voglio perderti.
Cominciò a sollevarsi un brusio. Josh si guardò intorno e notò la calca di curiosi che si stava formando intorno a loro. Qualcuno iniziò a portare avanti l'ipotesi che fossero Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson, finchè una ragazzina strillò: - Sì è vero! Sono proprio loro! - E scoppiò il caos. Josh si coprì il viso con un braccio, prese per i fianchi Jennifer e la spinse verso la zona d'imbarco. Vennero in loro soccorso i bodyguard dell'attore e alcuni agenti della sicurezza. Quando finalmente raggiunsero una sala isolata, Josh chiese di poter rimanere da solo con la ragazza.
- Allora... - Le rivolgeva le spalle, incapace di sostenere il suo sguardo. - Come mai sei qui?
- Mi manchi, Josh. Tu... - Jennifer si sedette su una panca e si asciugò un'altra lacrima. - Non ti sei neanche avvicinato per farmi gli auguri...
Josh strinse i pugni. - Jen... - Tirò un sospiro.
- Non mi sono avvicinato perchè la sposa non aveva molto tempo da dedicarmi.
- O forse aveva solo paura.
- Paura? - Si voltò di scatto facendo sobbalzare la ragazza. - Paura di cosa?
- Aveva paura che se si fosse avvicinata a te, lei, ecco lei... Lei avrebbe dimenticato adirittura lo sposo...
Disse tutto d'un fiato, poi abbassò il capo, sentendosi colpevole. Il vestito le contornava dolcemente i lineamenti fino ai fianchi per poi allargarsi ampiamente con numerosi strati di veli e tulle. Josh provò per lei una tenerezza infinita. L'amava, non sarebbe mai riuscito a negarlo a sè stesso. L'amava anche se era smisuratamente testarda e cocciuta. L'amava anche quando risultava odiosa, superba e inappropriata. L'amava perfino adesso che indossava un abito da sposa e lo sposo non era lui. Le si avvicinò e si inginocchiò, prendendole le mani.
- È... - Disse Jennifer quasi in un sussurro, trattenendo le lacrime che ormai le avevano rovinato il trucco. - È troppo tardi se ti dico che ti amo?
- No, non lo è Jen. Ma... - Josh le accarezzò le dita e sfiorò la fede. - Ma se me lo avessi detto prima...
- Prima. - Lo interruppe. - Un anno, una settimana oppure... Oppure ieri?
- Se me lo avessi detto anche solo questa mattina, Jen. Se me lo avessi detto questa mattina io sarei corso da te e ti avrei portata via...
- Allora è troppo tardi. Che stupida sono stata. Ho fatto del male a entrambi...
Josh la strinse con tutto l'amore che poteva, mentre tra le sue braccia il corpo della ragazza sussultava tra i singhiozzi...




Bussò alla porta. Sul legno la targhetta dorata con il numero della suite. L'aprì un Josh radioso che la trascinò dentro e la sollevò per volteggiarla in tutta la camera. Caddero sul letto, tra risa soffocate e carezze.
- Mi sei mancata. - Sussurrò scostandole una ciocca di capelli dalla fronte.
Jennifer scrutò a fondo i lineamenti del ragazzo. Gli sembrava impossibile che dopo tutto il tempo che si conoscevano, lui riusciva ancora a guardarla come se fosse la prima volta. Gli dette un bacio rapido sulle labbra.
- Ehi, cos'era quello? - Si lamentò Josh con un sorriso.
Lei allora gli prese il viso fra le mani e lo baciò con più passione. Dio, se le era mancato anche lui. Erano costretti a non vedersi per giorni, settimane e a volte mesi interi. Ogni tanto riuscivano a scambiarsi qualche messaggio ma non era lo stesso. Lei voleva averlo accanto, voleva amarlo, viverlo ogni singolo istante. Toccarlo, baciarlo, sfiorarlo senza paura. Svegliarsi la mattina e sentirlo pronunciare «buongiorno» con quella voce dolce che riservava solo a lei. Dire il suo nome senza temere che qualcuno la fraintenda. Camminare per strada mano nella mano, baciarlo seduti ad una panchina come due scolaretti alle prese con la loro prima cotta. Voleva vivere l'amore tenero che Josh le aveva promesso ma che lei aveva voluto evitare per tanto, troppo tempo.
Suonò un campanello.
- Chi è? - Chiese allarmata Jennifer, scostandosi.
- Sarà il servizio in camera... - Si dirise verso la porta. - Sta tranquilla, amore mio.
Al termine della cena che Josh aveva fatto preparare, Jennifer non si sentiva ancora sazia.
- La solita! - Borbottò il ragazzo divertito.
- Che dici, chiamiamo qualcuno per fare sparecchiare la tavola?
- Io avrei in mente qualcos altro... - Bisbigliò in risposta, alzandosi e facendo il giro del tavolo. La trascinò per un braccio verso la Jacuzzi e iniziarono a spogliarsi. Fecero l'amore tra le bollicine e il profumo di lavanda.
- Sai cosa vorrei adesso, amore mio? - Si accucciò con la testa sul braccio di Josh.
- No, amore. Cosa vorresti?
- Una sigaretta...
- Non dovresti fumare... - Abbozzò un sorriso ironico. - Fa male al bambino.
Jennifer gli dette un colpetto sui pettorali.
- Smettila Josh! Non farmi venire dei dubbi.
Josh rise di gusto ma poi tornò improvvisamente serio.
- No, davvero Jen. Metti il caso che accada...
- Non voglio pensarci, Josh. - Sollevò il capo e lo baciò, per poi tornare ad appoggiare il viso sul suo petto. - Finchè posso rimanere così, tra le tue braccia, non voglio pensarci.
Josh poggiò un bacio tra i suoi capelli umidi. Finchè fossero rimasti così, non voleva pensarci neanche lui. Era consapevole che una storia come la loro, iniziata tra le camere di un albergo e l'altro, non poteva che continuare o finire così, e pensare al futuro, alle conseguenze delle loro azioni, a ciò che di loro e del loro amore sarebbe stato, faceva troppo male.

Erano stati prima estranei, poi semplici conoscenti, dopo colleghi e dopo ancora amici. E in fondo al cuore, anche se avrebbe voluto ignorarlo, Josh sapeva benissimo che dopo la parola amanti, non ci sarebbe stato nient'altro.

 

 

 

 

Ringrazio

 

 

Alex995, amolefossette, aqa, DeHoran98, dubhe93, Elisss394, Haruma, Ile1992, Marymansi, mesrandjlaw, needarosshug, piccolafrancy89, Reby_125H e Valehutch96

 

per aver inserito la storia tra le seguite,

 

Catnip30, cinzia98, jhoanna_94 e siralle97

 

per averla inserita tra le preferite,

 

ma soprattutto

 

Elisss394, needarosshug, mesrandjlaw, Alex995, e thisisme

 

che con le loro recensioni mi hanno trasmesso i loro pensieri e le loro emozioni.

 

In generale ringrazio tutti coloro che sono stati ababstanza «coraggiosi» da leggere ciò che scrivo... La sola presenza di tutti voi tra le righe di questa storia, ha certamente contribuito a renderla più gradevole!

 

 

Emmemme

 
   
 
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