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Autore: Minori Kuscieda    15/07/2014    3 recensioni
Il Regno di Sol e il Regno di Fa sono l’uno contro l’altro.
Nel primo, dopo la morte del Re, il Principe è salito al trono ancora molto giovane.
Ma lo zio, invidioso del suo potere, lo accusa ingiustamente, riuscendo a cacciarlo dal Regno.
Prende così il suo posto, iniziando a governare con il pugno di ferro…
Nel secondo la Principessa è stata data in sposa ad un ragazzo di una famiglia nobile, che lei non ama.
Inizia ad odiare il padre e tutto quello che lo riguarda, così decide di scappare…
Un giorno incontra il suo Principe Azzurro, e…
Un amore impossibile, ostacolato dalla lotta tra due Regni.
Uno zio da spodestare e un trono da riconquistare.
Due popoli in subbuglio e la guerra che avanza.
Riusciranno il Principe Leon e la Principessa Violetta a riportare la pace?
[Leonetta, Diemilla, Naxi, Marcesca e accenni DjxCami]
Spero di avervi incuriositi!
DEDICATA A: Julia Duchannes, ali_01 e Camy_Love00 e a tutti quelli che continuano a seguire me e le mie storie!
P.S. Ringrazio Niley Story (MagicGirl96) per il banner della storia! Grazie a te e a tutti, davvero.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Gregorio, Leon, Violetta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La resa. Ma la fine?

<< Oh mio dio. >> Bisbigliò Violetta con la mano a coprire la bocca
Maxi e Dj corsero ad aiutare Beto. << Dobbiamo farlo stendere, forse ci sono delle possibilità che possa salvarsi. >> Disse quest’ultimo
<< Mi alzo io, il letto è più comodo. >>
<< Ma Leon tu… >> Esmeralda cercò di trattenere il figlio ma ormai il ragazzo si era già alzato in piedi, barcollando. Violetta corse a reggerlo appoggiandogli  una mano sul petto mentre lui si appoggiava ad una sedia e alla spalla della ragazza.
<< Dovete uscire, >> Disse l’uomo prendendo il necessario per medicare le ferite << ho molto da fare. Le ferite sono profonde e… >>
<< Io posso darti una mano, se vuoi. >> La voce della principessa Ludmilla fece voltare Beto verso di lei << Ho studiato vari metodi di cura e di operazione in questi ultimi due anni. Non sono il massimo… >>
Beto fece segno alla principessa Ludmilla di avvicinarsi e lei sorrise.
<< Voi fuori. >> Ordinò
 
Un paio di ore dopo erano ancora tutti seduti nel piccolo salotto, in silenzio, mentre aspettavano che Beto uscisse dalla camera. Violetta teneva stretta la mano di Leon mentre lui aveva la testa poggiata sulle sue gambe. Angie ed Esmeralda, quasi inconsciamente, sorrisero a quella scena.
Angie aveva sempre saputo che la figlia era contraria al suo matrimonio, e in fondo la capiva. Ma pur volendo lei non avrebbe potuto fare nulla.
Guardò Esmeralda che era accanto a Leon e, tra se, pensò che non sembrava una cattiva madre.
Aveva impartito ai due figli la giusta educazione e, da quel poco che aveva potuto vedere, Leon era un bravo ragazzo…adatto per sua figlia. Ma comunque il marito non si sarebbe mai convinto, soprattutto adesso che quella relazione aveva scatenato una guerra fuori da quelle quattro mura.
Ma, come Maria aveva detto, solo loro potevano fermare tutto.
Sempre che la bambina si riferisse a loro…
 
Beto si asciugò il sudore sulla fronte con il braccio e si alzò.
<< Adesso è fuori pericolo. Abbiamo fatto proprio un bel lavoro, vero principessa? >>
<< Oh ma è tutto suo il merito, ser Beto. >>
<< Sei brava, sai? Anche da nobile principessa potresti diventare un bravo medico. >>
<< Grazie, ma non so se questo è quello che mia madre vorrebbe per me. >>
<< La vita è la tua, cara. Le decisione importanti spettano a te. >> Ludmilla non rispose, si limitò a sorridere << Finisci tu di mettergli le bende? Io vado di la a lavarmi le mani. >>
<< Certo, vada pure. >>
Quando Beto uscì Ludmilla prese le bende e, piano, iniziò a fare più giri intorno alle parti del corpo dove c’erano i punti di sutura. La principessa guardò il ragazzo: aveva un viso così rilassato.
Finito di mettere le bende Ludmilla si avvicinò al vecchio armadio dove, come le aveva detto Beto, avrebbe trovato una coperta. Afferrò i manici e le vecchie ante si aprirono con un cigolio, diede un veloce sguardo e afferrò una coperta abbastanza pensante, di cotone.
<< Questa può andare. >> Mormorò tra se.
Quando, chiudendo le ante, si voltò, Diego aveva aperto gli occhi. << Vedo che ti sei svegliato. >> Disse dolcemente. Il ragazzo la guardò ma non rispose. Si limitò a domandare << Perché? >>
<< Cosa? >> Domandò a sua volta la ragazza avvicinandosi al letto per stendere la coperta sulle gambe del ragazzo.
<< Perché tutto questo… >> Disse lui, guardando in basso, verso le bende.
Ludmilla afferrò con due mano un lato della coperta << Perché stavi morendo. >> Disse, arrivando a coprire Diego fino al petto, sotto le braccia, per poi aggiustargli il cuscino sotto la testa.
<< Potevate lasciarmi morire. >> La lasciò fare visto che era a corto di forze per respingerla
<< Non si lascia nessuno in difficoltà. >>
Diego sorrise << Anche se questo qualcuno ha tentato di fare fuori tuo fratello? >>
La ragazza trasalì ma sorrise. << Beto me lo ha detto. Ma mentre ti medicava le ferite mi ha anche detto che in fondo non sei davvero cattivo. >> Lo guardò aspettando una sua reazione.
<< Parla troppo quell’uomo. >> Un lato della bocca si curvò in una specie di sorriso.
<< Io non credo che quello che dice sia completamente falso. >>
<< Si vede che non mi conosci. >>
Ludmilla tacque, non sapendo cosa dire: era vero, non lo conosceva, ma qualcosa le diceva che Beto non aveva torto.
<< Se ti dico una cosa mi prometti di non dirla a nessuno? >> Si voltò verso la bionda
<< Certo. >> Ludmilla si voltò, ricambiando il suo sguardo. Aveva gli occhi grigi, bellissimi.
<< Mio padre, Rafael Dominguez, non è a davvero mio padre. >>
<< I-in che senso? >> Ludmilla non se l’aspettava una cosa del genere
<< Nel senso che…io non so chi siano i miei veri genitori. >> La ragazza rimase in silenzio << Avevo tre anni, la mia famiglia non era molto ricca, e i miei genitori non sapevano come mantenermi. Così, un giorno, mi hanno abbandonato. >>
Negli occhi del ragazzo, come nella sua voce, Ludmilla notò una punta di tristezza.
<< Prima di andarsene, mi hanno detto che lo facevano per me, perché io meritavo una vita migliore. Quel giorno piansi tanto, tantissimo, finché un uomo non mi si avvicinò. Da quel giorno non li ho più visti. Non so che fine abbiano fatto, ma sono contento di non averli più tra i piedi. Adesso Rafael e sua moglie Jenny sono la mia vera famiglia. Mi sono promesso di diventare forte, di riuscire a farmi rispettare, senza se e senza ma tutti dovevano stare ai miei ordini. >>
<< Anche Violetta? >>
<< Lei più che altro deve rispettare le decisione di suo padre e di mio padre che hanno firmato quel contratto. >>
<< Ma tu…tu davvero la ami? >>
<< Uno come me non si innamora. Anche io lo faccio solo per rispetto dei patti. >>
<< Sicuro del fatto che non ti innamori? Tutti lo fanno prima o poi. >>
<< E tu sei mai stata innamorata? >> Le chiese alla sprovvista, guardandola
La ragazza non rispose, abbassò lo sguardo e notò la sua mano che teneva stretta quella di Diego.
 
Nell’altra stanza erano tutti in silenzio, ad ascoltare i rumori di spade e scudi che riecheggiavano in lontananza.
<< Dobbiamo fare qualcosa: dopo quello che ha detto Maria non possiamo stare con le mani in mano. >> Disse Camilla
<< Si, ma non sappiamo cosa volesse dire… >> Cercò di ribattere Esmeralda
<< Si che lo sappiamo! Non è difficile interpretare le parole di una bambina! E… >> Esclamò Violetta, adirata, ma tacque non appena si accorse di aver interrotto la madre di Leon << Mi scusi. >> Biascicò
<< Non importa, continua. >> Rispose la donna, sorridendo
<< Ecco io volevo dire che…la bambina potrebbe riferirsi a me e a…Leon. >>
<< Questo è vero, anche io l’avevo pensato, ma non possiamo mettervi in pericolo. >> Affermò Angie, trovando l’assenso dell’altra regina e degli altri presenti.
<< Ma ci basterebbe arrivare a mio padre e a suo zio per… >>
<< Violetta, tua madre ha ragione…hai visto li fuori quanta gente c’è, piena di spade e armi? >>
<< Beto…andiamo Leon, di qualcosa! >> La ragazza guardò il principe che abbassò lo sguardo, facendo capire di essere d’accordo con gli altri.
<< Oh ma andiamo! >> Violetta sia alzò dalla sedia, visibilmente arrabbiata. << Questo vuol dire che non vi interessa affatto di tutta quella gente che fuori sta per morire! >>
<< Non è vero tesoro, non è… >>
<< Madre per favore, non mi dica che non è così perché se fosse il contrario avreste trovato un modo per fermare tutto! >>
Leon si alzò e si avvicinò alla ragazza, le poggiò le mani sulle spalle. << Violetta, amore mio, so meglio di te cosa si prova in queste situazione, ma noi non possiamo fare nulla. >>
<< No, non è vero! >> Dagli occhi della ragazza scese una lacrima << E io ve lo dimostrerò! >>
Prese la spada che era vicino alla porta, afferrò la maniglia e uscì fuori, iniziando a correre per cercare il padre. Si fermò tutto ad un tratto cercando German con lo sguardo, ma lo spettacolo che le si presentava davanti la portò a chiudere gli occhi: corpi senza vita giacevano a terra, chi con gli occhi aperti, chi distesi con la schiena rivolta verso l’altro e un coltello all’altezza delle scapole. Lasciò cadere la spada a terra e scoppiò a piangere silenziosamente. Ma cosa voleva fare? Lei, fuori da quella casa, era come un pesce fuor d’acqua: persa e indifesa. Sentì la sabbia muoversi alla sua destra e qualcuno che le si avvicinava. Leon, poteva essere lui? Aprì gli occhi e provò a indietreggiare: Gregorio era davanti a lei, pronto a colpirla. Cadde a terra, spaventata, e chiuse gli occhi pronta per il colpo ma qualcuno si posizionò davanti a lei, riuscendo a fermare la spada dell’uomo. Violetta aprì gli occhi: Leon, con la spada in mano, era riuscito a far indietreggiare lo zio.
<< Maxi, allontanatevi! >>
Violetta si sentì alzare dal ragazzo che era apparso alle due spalle. << Leon io… >>
Il ragazzo dagli occhi verdi le lanciò un’occhiataccia. << Vai via, io e te parleremo dopo. >> E, dicendo quelle parole, si lanciò in uno scontro faccia a faccia con Gregorio, facendo allontanare e fermare tutti i guerrieri intorno a loro.
<< Da quanto non ci si vede eh, nipote mio? >>
<< Non posso dire di essere contento, ma adesso è arrivato il momento di mettere fine a tutto questo. E di smascherare le tue bugie… >>
<< Quali bugie? Sono sempre stato così… >>
<< Falso, zio, è il termine giusto. Non sono stato io a uccidere mio padre, quella boccetta di veleno era in mano tua… >>
<< Come fai a dirlo? >> Il tono di Gregorio era volutamente ingenuo
<< Andiamo, chi oltre a te voleva a tutti i costi il trono? Nessuno. >> Leon schivò un colpo di spada << Ma c’ero io ad ostacolare i tuoi piani, vero? E quale migliore occasione quella di riuscire a farmi esiliare? >>
<< Oh Leon ma io non lo avrei mai fatto. >>
<< Raccontalo a qualcun altro: quando Pablo ha trovato la boccetta nella mia camera era scontato che fossi stato io, ma a nessuno è venuto in mente che qualcuno avrebbe potuto mettercela, visto che nell’ala reale quasi nessuno ci sta, di pomeriggio. L’hai messa in camera mia poco prima che Pablo iniziasse a perquisire le camere. >>
<< Perspicace, ragazzo mio. >> Un sorriso beffardo apparve sul volto dell’uomo, mentre respingeva i colpi del nipote << Hai risolto l’enigma, bravo. Ma questo non vuol dire che riuscirai a battermi. >>
Così dicendo Gregorio iniziò a colpire ripetutamente la spada di Leon per fargliela cadere, costringendo il ragazzo ad indietreggiare.
Intanto intorno a loro nessuno più si muoveva, mentre Maxi, Violetta e gli altri, si erano avvicinati al luogo tenuti al sicuro da alcune guardie armate.
<< Cosa c’è? Ti vedo in difficoltà. >>
Leon non rispose e si voltò a guardare Violetta che, con aria preoccupata, indicava la bambina accanto a lei. Il ragazzo capì: Maria.
<< Sai zio, stare nel deserto non mi ha fatto poi così tanto male. Ho conosciuto persone meravigliose, e parlando con una ragazza sono venuto a conoscenza di un fatto successo molti anni fa. Una notte tragica, un incidente in carrozza, una ragazza morta e un ragazzo sopravvissuto per miracolo, che da quel giorno in poi ha deciso di cambiare il suo carattere. >> Leon vide lo zio trasalire << E quel ragazzo eri tu, Gregorio, e la ragazza si chiamava Maria. Ti ricordi, no? >>
<< Non nominare più quel nome! >> Urlò, colpendo con forza la spada del ragazzo che comunque non la lasciò cadere.
<< Non capisco perché, è il passato. Quel che è successo è successo, oramai non si può fare nulla, no? E anche tu lo sapevi, ecco perché hai iniziato a cambiare dando la colpa a quella notte, a quell’incidente che ti aveva portato via la donna che amavi più di ogni altra cosa. Ecco perché hai pensato bene di smettere di amare e di pensare solo al potere. >>
<< Stupido ragazzino, stai zitto! Tu non sai niente! >>
<< So molto di più di quello che pensi! Hai visto la ragazza che prima hai tentato di colpire? >> Non aspettò risposta << Bene, quella è la nipote di Maria, cioè figlia di Angie Saramego, la regina di Fa. Quegli stessi Saramego che ti hanno incolpato della morte della figlia; ed ecco perché vuoi a tutti i costi conquistare Fa: non solo per il potere, ma anche per sottomettere la famiglia di nobili più vicina al re. >>
Gregorio non rispose subito, abbassò la testa ma Leon notò il suo sorriso.
<< Quella notte fu terribile. Per me. Vidi Maria, la mia Maria, perdere sangue e morire tra le mie braccia. Poi scappai. Ero presente al suo funerale, ma ben nascosto agli occhi dei presenti. Piansi per giorni quella scomparsa: avrei potuto sposarmi con lei, visto che i matrimoni tra appartenenti a regni diversi erano ancora validi. Ma è tutto andato storto, in una fottutissima sola notte. Mi sono detto che l’amore faceva solo soffrire, e ho promesso a me stesso che non avrei più lasciato spazio ai sentimenti. Solo odio per tutti quelli che mi ostacolavano e amore per il potere. Non misi più piede a Fa, anche perché voci di popolo dicevano che l’intento della famiglia di Maria era quello di uccidermi. Poi, quando mio fratello salì al trono, i matrimoni vennero aboliti. E non ebbi più notizie dei Saramego. Ma nulla mi importava dopo la morte di Maria. >>
Dopo aver detto questo Gregorio si lasciò andare e cadde a terra in ginocchio, allentando la presa sulla spada.
<< Il segreto per riprendere in mano la mia vita era il trono di Sol, ecco perché ho fatto quello che ho fatto. Ma adesso che tutti sapete la verità mi sento uno stupido. Ma la vita sembrava avercela con me, per qualche strano motivo. E per me il modo per contrastarla era avere il potere. >>
Leon si sporse per prendere la spada e la lanciò lontano. Poi notò Angie vicino a lei.
<< Gregorio. >> A sentirsi chiamare l’uomo alzò la testa << Non so se ti ricordi di me, sono la sorella di Maria. >>
<< Angie, giusto? >>
La donna annuì. << Ero piccola quando mia sorella morì, avevo solo otto anni. È vero, i miei genitori all’inizio era convinti fossi tu il colpevole, ma poi si era detto che era impossibile. Comunque posso dirti con sicurezza che i miei genitori non volevano ucciderti, anzi, poi si preoccuparono perché non ti eri presentato nemmeno al funerale; hanno lasciato stare, pensando che il dolore ti avesse spinto a non mostrarti più un giro. Ma davvero, loro non ti odiavano. Quelle che ti erano giunte erano solo voci false. >>
L’uomo guardava il vuoto. << Ho sbagliato tutto. >> Si alzò e si diresse verso Esmeralda, prendendole la mano.
<< Mi dispiace per aver ucciso Juan. >> Disse inchinandosi.
<< Credo che adesso sia tutti perdonato. Ma tu devi fare un’altra cosa. >>
L’uomo guardò Leon e gli fece segno di avvicinarsi. << Il trono spetta a te, è tuo. Sei tu il vero Re. Adesso hai il potere di fermare la guerra: fallo e metti fine all’orrore che ho creato. >>
Leon rifoderò la spada e guardò Violetta.
<< Incosciente. >> Disse, abbracciandola forte
<< Scusa, non volevo. >> Disse lei, perdendosi tra le braccia del ragazzo
Il ragazzo si staccò da lei e le sorrise. << Andiamo, devi presentarmi a tuo padre. Gli devo parlare. >>
<< Da re a re? >>
<< Non sono ancora… >> Gli occhi di Violetta si puntarono in quelli del ragazzo << Va bene, da re a re. >> La prese per mano e le diede un bacio sulla fronte.
 
*Angolo Autrice*
Ecco a voi il capitolo 15! Un capitolo di svolta, eh?
Gregorio si è arreso, finalmente, dopo che Leon è riuscito a parlargli di Maria.
Lui è veramente dispiaciuto, e dice al ragazzo che lui è il vero re e che deve far finire tutto.
Ma adesso che Leon vuole parlare con German, quest’ultimo vorrà ascoltarlo? E come finirà con Violetta? E il contratto di matrimonio? Vedrete u.u
Bene, grazie mille a tutti perché è merito vostro se sono riuscita ad arrivare fin qui :’) 
Gracias, besos a todos!
Prima di andarmene voglio dirvi che ho in mente un’altra long, Jortini stavolta, e la pubblicherò...penso verso la fine di questa settimana perché oggi e domani non posso dedicarmi alla stesura del primo capitolo anche se ho già in mente cosa farci accadere.
Bene, detto questo mi dileguo, alla prossima! :3

 
  
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