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Autore: Xandalphon    15/07/2014    3 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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18)The goddess' coming

 

“Ina-chan, non penserai che siano stati loro, vero?”

 

“Tranquilla Yuki... Ti sono mai sembrata il tipo che si fa influenzare dalle voci di paese?”

 

“No, in effetti, no. Però quanto mi gira vedere la gente che mormora alle nostre spalle...

Anche se devo ammettere di averne sentite di divertenti...”

 

“Tipo?”

 

“Eh eh... Ieri, la vecchina del mercato del pesce, hai presente? Ecco, era li che mi compativa perché eravamo costrette a stare a guardia di una banda di assassini. Per poco non scoppiavo a riderle in faccia quando ho visto la sua faccia tutta sospirosa...”

 

“Poverina... Mi fa quasi pena, piuttosto. Non ho mai amato chi non ragiona con la propria testa...” Si inserì nel discorso Nadeshiko.

 

“Ricordati, faccia d'angelo, che un paio di settimane fa saremmo state le prime a credere a questo genere di stronzate...”

 

“Tu, forse, io no di certo.”

 

“Cheppalle, Nacchan, sempre a fare la prima della classe... Comunque che si fa per risolvere la situazione, geni?”, fece di nuovo Yuki, sbuffando.

 

“Sinceramente? Non ne ho la più pallida idea. Non si tratta di un normale pettegolezzo, dopo tutto... E il peggio è che così non possiamo portare avanti le indagini come vorremmo... Intanto, forse è il caso di fare un giro da loro per sapere come se la passano, che dite?” Replicò Inazuma.

 

“Dico che mister grissino mi deve una rivincita a carte.”

 

“ANCORA!? Ma a furia di giocare non ti stufi? E poi, scusa, adesso come adesso a quanto state?”

 

“12 a 10 per lui, dannazione... La prossima partita che perdo e le mutande è anche capace di portarmele via per davvero, quell'infame...”

 

All'esternazione dell'amica con le trecce, Nadeshiko sfoggiò un'espressione di soddisfazione quasi sadica, poi le disse, con tono mellifluo: “Yukiii?”

 

“Eh? Che c'è? Nacchan, non mi piace quando fai quel sorrisetto, mi fai paura...”

 

“Hai da dire niente alle tue amiche?”

 

“E' inutile che sbatti gli occhioni così, 'faccia d'angelo', non ho niente da dire...” le fece Yuki, sbuffando leggermente.

 

“Sicura? Perché a me pare che con quel tizio là ti ci trovi piuttosto bene...”

 

“Eddài, ancora con questa storia, Nacchan! Quante volte te lo devo dire che questi sono tutti viaggi mentali tuoi? Poi, come si fa a farsi piacere uno come Genma, arrogante, strafottente e volgare?”

 

“Ahem...Yuki... Guarda che anche tu sei così, lo sai, vero?” Disse Inazuma lievemente divertita.

 

“Quanto siete noiose!”

 

“Certo, certo, come vuoi Yuki...” concluse ammiccante Nadeshiko, ora che erano a due passi dalla casetta .

 

Non fecero in tempo ad entrare che Kakashi chiese ad Inazuma il punto della situazione.

 

“Allora?”

 

“Allora cosa, Kakashi? Che ti aspettavi, che le voci sul vostro conto sparissero dal giorno alla notte? Solo per darvi un'idea del problema, le pareti della casa sono da ritinteggiare.”

 

“Scritte?”

 

“Già. Mettiamola così. Le guardie qua fuori non tengono voi dentro, tengono la gente del villaggio fuori, ormai...”

 

“Ouch... Suggerimenti?”

 

“Io ne ho uno.” fece una voce dietro di loro. Tutta la comitiva si voltò. Uno degli uomini all'ingresso era entrato. Aveva una maschera da ANBU calata sul volto. Tutti si alzarono di scatto in posizione di guardia. Evidentemente non sembrava un soggetto molto raccomandabile. Che fosse animato dall'odio nei confronti dei Konohani e volesse compiere una pazzia? Era sempre possibile.

 

Ma prima che potessero appurare le intenzioni dello sconosciuto, questi si rivelò nelle sue vere sembianze. Con un puff! Seguito da una nuvoletta di polvere si mostrò dinnanzi a loro una ragazza, molto bella. Aveva una tunica sul blu, che lasciava intravedere le sue più che generose forme. I lunghi capelli castani erano raccolti sulla nuca a formare un codino. Gli occhi, di un penetrante verde-azzurro, mal celavano un certo qual divertimento per le espressioni di stupore che stava rimirando, come confermava anche il ghigno più che divertito stampato sul suo volto.

 

In meno di mezzo secondo, Yuki, che era la più vicina, gli piantò la lama del proprio kunai ad un millimetro dalla gola, chiedendole: “Non pensavo avessimo altri invitati alla nostra piccola riunione...”

 

Senza scomporsi più di tanto, la ragazza le rispose: “E' da maleducati trattare così gli ospiti... Soprattutto se hanno fatto tanta strada per venirvi a trovare... Potrei persino avervi portato dei regalini, non sei contenta signorina con le trecce? Comunque, se mi lasci parlare potresti persino scoprire che son una brava bambina anche io, e che non ho cattive intenzioni nei vostri confronti. Per ora.”

 

“Allora non ci dispiacerebbe se ti identificassi e ci spiegassi il motivo della tua visita.” Fece Kakashi. Il suo tono era basso. E freddo come il ghiaccio.

 

Inazuma fece un cenno a Yuki che, di malavoglia, allontanò il kunai dalla sua giugulare.

 

Quella, a quel punto, prese a parlare: “Ahem... Scusate l'ingresso teatrale, ma che ci volete fare, mi piace entrare nella vita degli altri con un certo stile... Il mio nome è Mei Terumi, ninja di Kiri, come potete notare dal coprifronte che tengo legato in vita. E diciamo che potrei esservi utile nelle vostre indagini... Per esempio dicendovi chi ha organizzato tutto questo a vostro danno.”

 

“E perché dovresti dircelo?” Chiese acida Inazuma. Quella donna istintivamente non le andava a genio, per quanto non capisse bene perché.

 

“Simpatia?”

 

“Figuriamoci. Prova ad essere più convincente.” Questa volta a rispondere fu Kakashi. Il tono di voce e lo sguardo guardingo da lupo intento a studiare la preda non erano cambiati.

 

“Me l'avevano detto che Kakashi dello Sharingan fosse un tipo affascinante, ma non credevo così tanto...”

 

“Certo che, chissà come mai, i complimenti vanno sempre tutti a te, Kakashi, in queste circostante. Cosa gli farai alle donne...”, non poté esimersi dal commentare Genma, con il suo solito ghigno.

 

Evidentemente, la sua battuta valse a stemperare leggermente la tensione, tanto che Mei si arrischiò a stare al gioco, dicendo: “Oh, ma anche tu non sei affatto male, ninja di Konoha. Penso che dovrò fare una visitina al vostro villaggio prima o poi...”

 

“Andiamo al dunque, miss Nebbia...O preferisci che vada prenderti la coroncina, la fascia e lo scettro, mentre ti sgranchisci la lingua?” Sbottò, ironicamente acida, Yuki. No, nemmeno a lei si poteva dire che la nuova arrivata avesse fatto un'ottima impressione...

 

“Calma, trecciolina, calma... Mettiamola così: i problemi vostri sono anche problemi miei, per certi aspetti. Ho buone ragioni per credere che la felice soluzione di questo caso possa fare molto felice anche me. E, nel caso, se io vi aiutassi, magari potrei chiedervi di ricambiare il favore...”

 

“Dipende da cosa ci domanderai e come valuteremo il tuo contributo alle nostre indagini. Anche perché, alla fin fine, hai parlato molto ma non ci hai detto praticamente nulla.” Le fece notare pacatamente Inazuma.

 

“Allora, se mi concedete il permesso di accomodarmi, potrei cominciare col raccontarvi chi ha piantato quel casino al ponte.”

 

“Siediti pure, e comincia. Stai pur certa che non perderemo una sola sillaba.” Gli disse Kakashi. Era palese che ancora non si fidasse di lei, a dispetto del fatto che Aoba, Raido e Genma, di fronte alla sua... eloquenza, cominciassero ad essere ben disposti. Al contrario delle kunoichi di Uzushi, in particolare, chissà per quale strano sesto senso femminile, Yuki.

 

Al che, Genma le offrì cortesemente una sedia, sulla quale Mei si accomodò, accavallando eloquentemente le gambe.

 

“Beh, tanto per iniziare, a compiere quell'attentato sono stata io.”

 

Detto, fatto. Yuki estrasse nuovamente la sua arma e si scagliò dall'altra parte del tavolo, mentre Inazuma e Nadeshiko cercavano faticosamente di trattenerla.

 

La Jounin di Kiri non si scompose nemmeno di fronte a quell'impero di rabbia. Commentò solo, dicendo, ironica: “Quanto ardore, nella gioventù del vortice...”

 

Appena riuscì a calmare la sua compagna, però, Inazuma intervenne, con una voce altrettanto fredda e crudele quanto quella di Kakashi. I suoi occhi neri sembrava brillassero particolarmente, in quella circostanza.

 

“Sono curiosa di sentire il resto. Ma sappi che la tua ammissione di colpevolezza non ha fatto gran ché piacere nemmeno a me. E' veramente spregevole attentare così alla vita di poveri ragazzini. Ah, ma forse sto parlando con il ninja sbagliato, visto che a voi, i bambini dell'accademia piace farli uccidere a vicenda senza alcuna pietà...”

 

Il volto di Mei si impietrì di colpo. Il suo volto era livido, come se stesse per perdere ad un tratto tutta la sicurezza spavalda che l'aveva contraddistinta fin dal suo ingresso. Quell'espressione rimase impressa sul suo viso meno di un secondo, ma non sfuggì all'occhio attento di Inazuma.

 

La ninja di Kiri, come se il commento non l'avesse colpita più di tanto replicò, con fare indifferente: “Ops...Touché. Ad ogni modo, forse, è il caso che mi spieghi meglio. Chi ha progettato il colpo aveva in mente una strage. Io ho solo “collaborato al colpo” e piazzato le carte bomba in modo da minimizzare i danni. Ah, e le ignifughe, le ho piazzate io. Lo so che vi sembrerà un ragionamento contorto, ma sono una garanzia della vostra innocenza, non della vostra colpevolezza. Diciamo che ho fatto in modo che l'attentato gridasse: “Non è stato Kakashi dello Sharingan a farlo. E se siete ancora qui invece che appesi ad un albero per ordine della Tsunamikage, mi dovreste un minimo di gratitudine.”

 

“Avresti anche potuto sventare del tutto il colpo.” Osservò a quel punto Nadeshiko, che fino a quel momento era stata in silenzio. Sia Inazuma che Kakashi, però, scossero impercettibilmente la testa. Lasciarono tuttavia che fosse la diretta interessata a spiegare.

 

“Ehi, bambina mia, non è mica così semplice. Sai, se non avessero avuto il loro giochino pirotecnico, i vostri cattivi si sarebbero insospettiti un po' troppo, credi? Vediamo di chiarirvi meglio il concetto: una frangia scontenta del vortice vorrebbe un...cambio di politica, diciamo così. Nebbia vuole sfruttare la cosa, a suo vantaggio naturalmente. Ho seguito le tracce lasciate dagli shinobi del mio paese, sono inconfondibili... E sono arrivata sino al ponte. E comunque, carina, non l'ho fatto per carità nei confronti dei vostri pargoli... L'ho fatto per non far uccidere i vostri simpatici amici di Konoha, perché, come vi ho detto, mi potreste essere utili. Dopo questa simpatica spiegazione un minimo tentativo di collaborare con me potreste anche farlo, che ne dite?”

 

Yuki in cuor suo sperava che Inazuma e l'albino l'appendessero per i piedi e la spedissero con un calcio da dove era venuta. Al contrario, Genma e Aoba sembravano fin troppo soddisfatti all'idea di portarsi in giro quella bella signorina.

 

I due “capi squadra” parlottarono un po' tra loro, mentre Mei si guardava le unghie con fare fintamente distratto.

 

Alla fine Kakashi le disse: “Sono convinto che la tua sia una trappola. E non ho la minima fiducia nei tuoi confronti. D'altro canto, sai troppe cose per essertele inventate di sana pianta. Ora come ora siamo impantanati e bloccati, per cui, anche se dovessi gettarci in pasto ai nostri nemici, almeno vorrà dire che ci saremo tolti la soddisfazione di averli visti in faccia. Ad ogni modo, in quel caso, faremo di tutto per portarti nella tomba con noi. Ti piace come accordo?” Calmo, pacato e sorridente. Quando una persona parlava di uccidere senza pietà come se stesse parlando di una gita in barca era ancora più inquietante. Questo era Kakashi dello Sharingan.

 

Mei sorrise. Quel tipo le piaceva proprio! E anche i lampi d'odio che dardeggiavano dalle ragazze del vortice le davano un brivido quasi di piacere. Sì, sarebbe stato senza dubbio divertente collaborare con quella gente.

 

“Non poteva andare meglio.” rispose soddisfatta.

  
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