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Autore: MinexLaggante    15/07/2014    3 recensioni
I viaggiatori di universi sono una specie rara al giorno d'oggi. Seguiremo le avventure di uno di questi, Zenith, nelle sue peregrinazioni tra mondi al di là dell'immaginazione. In questo viaggio, Zenith si ritrova in un mondo popolato da persone di eccezionale valore e strane creature: Valoran, la League of Legends!
Genere: Avventura, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scambiai due chiacchiere con Jarvan, Garen e Galio, poi mi diressi verso la mensa; era quasi ora di pranzo. Mentre mi aggiravo per i numerosi corridoi (il refettorio era praticamente dalla parte opposta dell’edificio rispetto ai dormitori), sentii un rumore dietro di me; mi girai di scatto, ma non vidi nessuno. Pochi minuti dopo, un altro rumore. I corridoi erano deserti e dominava un silenzio assoluto, perciò pensai che qualcuno mi stesse seguendo; afferrai nervosamente il manico della spada e continuai per la mia strada.  Quando lo stesso suono si ripeté per la terza volta, pensai che i miei sospetti erano confermati: mi stavano pedinando.

Decisi di giocare d’astuzia; mi nascosi dietro a una statua di pietra e aspettai che il mio inseguitore si palesasse, cosa che avvenne pochi secondi dopo: una figura slanciata passò proprio davanti al mio nascondiglio e iniziò a guardarsi intorno.

Era il momento. Saltai fuori da dietro la statua sfoderando la spada e puntai la lama accanto al collo dell’individuo, quasi toccandolo.

-Chi sei?

La figura si girò lentamente ed ebbi modo di riconoscerla. Era una donna dal fisico atletico e dai lunghi capelli rosso sangue; indossava un corpetto e dei pantaloni di pelle estremamente attillati, da cui pendevano una miriade di coltelli di varie misure, tra cui risaltavano due pugnali lunghi una cinquantina di centimetri. Sul suo occhio sinistro, di color verde smeraldo, vi era una vistosa cicatrice.

-Dunque sei tu…

-Rispondi alla mia domanda.

-Non posso dirtelo… e comunque non ti importerebbe.

-Che vuoi da me? Perché mi stavi seguendo?

-Non sono affari che ti riguardano.

-Invece mi sembra proprio di sì, visto che sono io il tuo bersaglio.

-Credi davvero che te lo dirò?

-Ovviamente… sono io ad avere il vantaggio qui.

La donna rise. –Ne sei sicuro?

-Cosa…

Non riuscii a finire la frase, poiché la donna scomparve improvvisamente in una piccola nube viola; subito dopo, qualcosa mi colpì fortissimo alla nuca e per poco non persi i sensi.

Sentii il freddo acciaio di un pugnale sulla gola. –Chi è ad avere il vantaggio ora, eh?

Improvvisamente, una voce autoritaria echeggiò nel corridoio vuoto.

–Katarina, basta così.

Nonostante avessi la vista offuscata, riuscii a vedere un uomo che si avvicinava; era calvo, zoppo e camminava quasi goffamente con l’ausilio di un bastone, eppure emanava un’aura di autorità al pari di quella di Jarvan. Un corvo era appollaiato placidamente sulla sua spalla.

-Ah… Tu sei il nuovo campione, dico bene? Ho sentito molto parlare di te… per esempio il fatto che sei una spia di Demacia.

-Eh..? Di… di che stai parlando..?

-Credo che dovrò farti un paio di domande, Zenith il Pellegrino dei Mondi…

Sentii dei passi avvicinarsi a gran velocità, e anche loro se ne accorsero.

-Mmh. Temo proprio che un intruso stia per rovinare il nostro colloquio… sarà per un’altra volta.

-Non vuole che lo uccida, signor Swain?

-Non sarà necessario. Non possiamo rischiare di macchiare ulteriormente l’immagine di Noxus.

Detto questo, i due scomparvero di nuovo, seguiti dalla comparsa di un familiare evocatore.

-To…Torimur…

-Ehi! Tutto a posto?!

-Ugh… Credo di sì…

Mi rialzai con un dolore allucinante alla testa.

-Chi… erano quei due?

-Mh… Swain e Katarina, due campioni della città-stato di Noxus; uno è un formidabile stratega, l’altra un’assassina professionista. Sei stato fortunato ad uscirne vivo.

-Che volevano da me..? Hanno detto che sono una spia.

-Una spia, eh..? Non ne ho idea. Ma dovresti tenere gli occhi aperti.

 

Mi buttai sulla sedia, stravolto dall’accaduto, e aspettai di poter mangiare. Ripensai a quanto era accaduto; come mai i due loschi figuri mi avevano scambiato per una spia di un’altra nazione? Forse, la realtà politica dietro alla League of Legends era più sporca e intricata di quanto pensassi? Ma aveva ben poco senso farsi queste domande ora, non ne avrei certo trovato la risposta da solo.

Una voce acuta mi riscosse dai miei pensieri.

-Ehm… scusa? Posso sedermi qui?

Era Lux.

-Ah… sì, fai pure.

-Non sembri stare molto bene. Ti è successo qualcosa?

-No, niente, sono… caduto dalle scale.

-Ah… A proposito, com’è andato il tuo primo scontro nelle Arene?

-Non male, direi. Il mio evocatore è stato molto bravo, ma anche io ho fatto la mia parte.

-Eri in squadra con mio fratello, giusto? Spero che non sia stato cattivo con te.

-Ahah! In realtà, dopo che mi ha aiutato, è diventato un po’ meno severo.

-Eheheh! Sì, Garen è fatto così. A proposito, sai quella cosa che si dice su di lui…

-Mh? Che cosa?

-È qualcosa che lui cerca di tenere nascosto, ma in realtà lo sanno tutti.

-Cioè? Dai, non tenermi sulle spine.

-Pare… che abbia una cotta pazzesca per Katarina.

Trasalii.

In quel momento la mia espressione doveva assomigliare a quella di un pesce palla, ma Lux mi ignorò.

-E-ehm… bene… cioè, volevo dire… non ho idea di chi sia…

-Francamente, ti auguro di non incontrarla. È una smorfiosa, sempre a mettere in mostra quelle sue grandi…- qui Lux si interruppe un attimo –doti di assassina.

   
 
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