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Autore: vieniesalvami    15/07/2014    1 recensioni
“Non credere che non mi manchi” disse Bill, guardando lontano, fissando un punto senza distogliere il suo sguardo.
“Mi manca quando mi alzo, guardo fuori dalla finestra e vedo il cielo azzurro a novembre. Mi manca quando chiudo gli occhi, la notte, prima di addormentarmi e penso alla mia infanzia e a Magdeburgo. Chi l’avrebbe mai detto? Odiavo quel posto, odiavo la Germania, la mia casa, la mia patria. E ora..” sospirò, voltandosi verso Frances. “Ora farei di tutto pur di tornarci” concluse, aspettando l’ennesima domanda della ragazza che sedeva vicino a lui.
“E allora perché non torni ad Amburgo?” gli chiese curiosa, “Che cosa stai aspettando?”
“Qualcosa per cui valga la pena tornare” sussurrò, prendendo tra le braccia la sua cagnolina, Luna.
“E tu Fran? Cosa stai aspettando?” continuò dopo pochi secondi, alludendo al fatto che anche a Frances non piacesse vivere in quell’enorme città dai grattaceli immensi.
Frances esitò qualche secondo, poi lo guardò intensamente e sussurrò quelle parole, senza nemmeno rendersene conto: “Qualcuno per cui valga la pena vivere”.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Come prendersi cura di un'anima rotta.



“Buonissimo!” disse Frances, mentre mangiava il suo McChicken.
Quel giorno aveva scoperto una nuova cosa sul conto di Bill: era vegetariano. E non se lo spiegava proprio, perché nonostante fosse magro – quasi quanto uno stecchino -, era muscoloso e “spallato”, come diceva sempre lei ad Evelin.
“Sono contento che ti piaccia” disse Bill, mangiando il suo panino veggie. “Anche il mio è qualcosa di..” non terminò la frase, le parole gli morirono in bocca mentre assaporava il gusto di quel suo amato panino.
“Di?” gli chiese Frances, guardandolo curiosa.
“Di incredibilmente, colossalmente, squisitamente delizioso” concluse seriamente il biondo.
Frances scoppiò a ridere e disse: “Okay”, non sapendo che altro aggiungere.
Era così dolce con lei. Aveva deciso di prendersi cura di un’anima rotta come la sua, senza ricevere nulla in cambio – o così credeva Frances.
“Quindi..” sussurrò Bill, pulendosi le labbra con un tovagliolo di carta. “Cosa è successo ad Ashley di preciso?” gli chiese, sperando di non peggiorare la situazione. E grazie a Dio non successe.
“Ashley era un caso perso” sorrise malinconica, “Sapevamo tutti che non ce l’avrebbe mai fatta. Lei combatteva con tutte le sue forze contro l’anoressia, senza riuscire a cavare un ragno dal buco. Le avevo anche proposto di venire a stare da me, magari parlare e confrontarsi con una che aveva il suo stesso problema la faceva ragionare in modo più chiaro, ma non ha voluto. Sosteneva di essere forte abbastanza per uscirne da sola” fece una pausa, prendendo a bere un sorso di acqua naturale e fissando l’oceano. Sulla spiaggia il sole batteva come mai e le onde, poco lontano da Bill e Frances, s’infrangevano sulla sabbia.
“E sai come ne è uscita da sola?” chiese la ragazza a Bill. Lui non rispose, perché sapeva dentro di sé cosa stava per dire Frances.
“Arresto cardiaco. In meno di 30 secondi se ne è andata” rispose fissando un punto indefinito in mezzo al mare. “E potrà sembrare egoista da parte mia, dato che ho la grazie di essere ancora fra voi umani, ma ho una paura assurda che possa succedere anche a me..” sussurrò, cominciando a torturarsi le dita delle mani.
“Frances..” disse Bill, pregandola di non continuare. Ma lei non lo ascoltò.
“Immagino di addormentarmi una sera e di non svegliarmi più la mattina. Di andare a letto tranquilla e di cessare di esistere. Il momento prima ci sei, quello dopo non più” fece una breve pausa e continuò: “Arresto cardiaco, crisi respiratoria.. può succedermi di tutto, per quello che ne so, sono più vulnerabile di una ragazzina di sei anni al momento”, concluse, facendo un respiro profondo. “Io non voglio morire, non voglio fare come Ashley, andarmene senza salutarvi” riprese dopo pochi secondi.
“E non voglio farvi stare male, ma sono ad un punto di non ritorno. La mia è una strada solo in salita” concluse definitivamente.
Bill rimase spiazzato da quelle parole. Tutto d’un tratto non aveva più fame e si sentiva un nodo alla gola, la bocca asciutta e lo stomaco sotto sopra. Cercò di tranquillizzarsi, cercando di auto convincersi che stare male non avrebbe aiutato Frances per nessun motivo. Avrebbe dovuto rimboccarsi le maniche con Fran e superarla.
“Ma tu non sei sola” disse lentamente, “Ci sono io al tuo fianco e, puoi giurarci, ti aiuterò in tutti i modi possibili ed inimmaginabili. Starei bene e tutti questi stupidi pensieri ti lasceranno definitivamente in pace. Credimi, Frances. Il prima passo lo farai con me” sussurrò prendendole la mano tra le sue.
“Perché lo stai facendo?” chiese Frances, con il punto interrogativo in volto. Su 3.857.799 abitanti lei era riuscita a trovare l’unico ragazzo a cui fregasse qualcosa della sua salute fisica e mentale.
Non riusciva a capacitarsi dell’incredibile fortuna che aveva avuto.
"Perché voglio che mi regali più sorrisi” rispose Bill, fissandola negli occhi. Quanto potevano essere belli? Non erano gli occhi blu che cercava da anni; erano due pozzi caramellati, chiarissimi alla luce del sole e tendenti al verde quando erano umidi.
“Oh, eccolo il secondo fine, doveva esserci per forza!” disse Frances, scoppiando a ridere, “Vuoi solo portarmi a letto”, continuò scherzando. Rideva di gusto, come solo con Evelin riusciva a fare.
“Mi hai scoperto! Vado in giro per Los Angeles ad adescare giovani ragazze problematiche dagli occhi da cerbiatto con un losco secondo fine!” disse Bill, scherzado.
“Sei proprio un ragazzaccio, Bill” disse, alzandosi in piedi ed avvicinandosi alla riva.
L’acqua dell’Oceano Pacifico era freddissima, tant’è che Frances rabbrividì e si spostò immediatamente da lì. Ci manca solo che mi prendo un malanno, poi sono apposto..
“Vuoi che ti accompagno a casa?” le chiese Bill, alzandosi nel frattempo. Si avvicinò a lei a la guardò: aveva lo sguardo perso nel vuoto. Se qualcuno, in quel momento, gli avesse chiesto di descriverla, lui avrebbe detto che la vedeva fragile e vuota, ma allo stesso tempo bellissima.
Le prese la mano sinistra per attirare la sua attenzione e ci riuscì: lei si girò e il suo sguardo, questa volta, si perse negli occhi di Bill. E in quel caso, se qualcuno gli avesse chiesto di descriverla, lui avrebbe detto che la vedeva sì fragile e bellissima, ma non più vuota. Lui era convinto di riempirla e anche Frances lo era - anche se non voleva ammetterlo a se stessa.
"O vuoi stare ancora un po' qui?", Bill le chiedeva in continuazione cosa volesse. Era apprensivo nei suoi confronti e questo lusingava Frances.
Ma a lei premeva sapere cosa voleva Bill.
"Tu cosa vuoi fare? Vuoi restare qui o hai degli impegni?" gli chiese.
Lui scosse la testa: "Nessun impegno, per te sono sempre libero", tirò fuori dalla tasca dei jeans il suo iPhone 5 senza cover e lo spense. "Così non ci disturba nessuno", concluse, tornando a sedersi sulla sabbia calda della loro spiaggia.
"Mi manca la mia casa" sussurrò Frances appena. Soffiò quelle parole, prendendo un pugno di sabbia con la mano destra, per poi buttarlo nell'acqua.
"Mi manca da star male, non ti capita mai?" gli chiese, sempre in un sussurro.
Bill esitò a rispondere. Non ne aveva mai parlato con nessuno prima d'ora, nemmeno con Tom, dato che lui amava Los Angeles e il posto in cui vivevano. Eppure spesso, lui si sentiva mancare in mezzo a tutti quei grattacieli. Si sentiva in prigione, senza alcuna via d'uscita. Ed infatti, lui era lì più per volere del fratello che per volere suo.
Gli piaceva Los Angeles, gli piaceva un sacco l'America, gli piaceva New York: ma niente reggeva il confronto con casa sua. Niente reggeva il confronto con il profumo di spezie e crauti per le vie di Amburgo e il freddo sulle guance o la neve ad aprile. Niente, perfino la bella e calda Los Angeles.
“Non credere che non mi manchi” disse Bill, guardando lontano, fissando un punto senza distogliere il suo sguardo.
“Mi manca quando mi alzo, guardo fuori dalla finestra e vedo il cielo azzurro a novembre. Mi manca quando chiudo gli occhi, la notte, prima di addormentarmi e penso alla mia infanzia e a Magdeburgo. Chi l’avrebbe mai detto? Odiavo quel posto, odiavo la Germania, la mia casa, la mia patria. E ora..” sospirò, voltandosi verso Frances. “Ora farei di tutto pur di tornarci” concluse, aspettando l’ennesima domanda della ragazza che sedeva vicino a lui.
“E allora perché non torni ad Amburgo?” gli chiese curiosa, “Che cosa stai aspettando?”
Qualcosa per cui valga la pena tornare” sussurrò, prendendo tra le braccia la sua cagnolina, Luna, che molto probabilmente si era stancata di giocare con le onde del mare.
“E tu Fran? Cosa stai aspettando?” continuò dopo pochi secondi, alludendo al fatto che anche a Frances non piacesse vivere in quell’enorme città dai grattaceli immensi.
Frances esitò qualche secondo, poi lo guardò intensamente e sussurrò quelle parole, senza nemmeno rendersene conto: “Qualcuno per cui valga la pena vivere”.
 
 
*
 
 
 
"Allora.." disse Frances, seduta al posto del passeggero. "Grazie per la splendida giornata", arrossì.
Erano le sette passate e, ad essere sincera, non aveva proprio voglia di tornare a casa. Evelin non c'era e stare da sola non l'aiutava affatto.
"Grazie a te, Fran" rispose lui, sicuro di sé.
E adesso..?, pensò Frances. Odio questi silenzi imbarazzanti.
"Buona serata e grazie ancora" disse poco dopo, cercando di smorzare quel dannato silenzio. Si girò verso la portiera per aprila, ma Bill la prese per il braccio.
"Frances?" la chiamò e il cuore della ragazza perse un colpo. Poi due, poi tre. Le mani le tremavano al solo pensiero di girarsi e trovarlo a pochi centimetri dal suo viso.
Non si ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva baciato un ragazzo. Anzi sì, si ricordava, ma preferiva dimenticare. Dimenticarlo come era riuscita a fare con il cibo.
Si girò appena, sorpresa e risultando del tutto normale, e si sentì mancare quando notò il sorriso che Bill le stava rivolgendo.
Non aveva mai visto niente di simile: le sembrava un angelo, caduto dal paradiso, che si divertiva a torturarla.
Bill notò l'imbarazzo negli occhi di Frances, la quale abbassò lo sguardo arrossendo, e la guardò sempre più sicuro di sé e dell'effetto che le faceva.
Con lei non riusciva ad essere debole.
"Ti chiamo stasera" disse, lasciandole il braccio.
"Non ci si chiama mai dopo il primo appuntamento, Bill" lo rimproverò lei, ridacchiando.
"Quindi, era un appuntamento?" chiese lui speranzoso. "Lo posso definire tale?" continuò.
Frances sorrise dolcemente, guardandolo. E' troppo dolce, pensò.
"Forse" disse, alzando le spalle. "Scrivimi" concluse, appoggiando la sua mano sinistra sulla destra di Bill.
Il suo cuore cominciò a correre incredibilmente e Bill fu tentato di accorciare quella breve distanza che c'era tra di loro, ma pensò che non era il caso. Non dopo il primo appuntamento.
Non voleva rovinare tutto proprio ora che le cose sembravano andare per il verso giusto.
"Lo farò" rispose lui, in un soffio.
 Frances si girò di nuovo verso la portiera e questa volta uscì spensierata, per la prima volta dopo anni.
 
 
*
 
 
 
Sto guardando un programma idiota in Tv ma ti penso.
 
 
Mi pensi?
 
 
Sì, ti penso.
 
 
Frances si sentì avvampare.
Era sdraiata sul suo letto, in pigiama, coperta da un leggero lenzuolo, con il telefono tra le mani.
Mi sta pensando.. Mi manca l'aria, pensò, coprendosi il viso prima con entrambe le mani, poi con il cuscino che poco prima aveva sotto la testa.
 
 
 E a cosa pensi di me?
 
 
"Porca puttana, Tom! Abbassa quel diavolo di volume o mi farai diventare sordo prima del tempo!" sbottò Bill.
Il fratello, infatti, stava suonando la sua nuova chitarra - l'ennesima Gibson - con il suo Marshall, a tutto volume.
"O METTI LE CUFFIE CRISTO SANTO!" urlò sempre più infuriato. "Come se ci vivessi da solo in questa casa!" concluse adirato.
"Madonna, stai calmo Bill!" rispose il fratello, facendo capolino dalla porta.
"Non sto calmo! Con quel baccano non riesco a pensare!" disse alzando la voce. "Ed è un momento un po' delicato" affondò il viso nel cuscino.
"E fattela una scopata ogni tanto.." disse Tom, richidendosi il camera sua.
"CHE HAI DETTO?!" urlò Bill, ma non ci fu alcuna risposta da parte di Tom.
E adesso che le dico? Calmo Bill, calmo, respira.
 
 
Penso che dovremmo ripetere la giornata di oggi.
Sono stato proprio bene con te.
 
 
Eheh, eccolo qui il secondo fine!
Vuoi solo portarmi a letto! Ahah!
 
E anche se fosse? ;)
 
...
 
Sto scherzando Frances! Per chi mi hai preso?
 
A dire il vero non sto scherzando, ma per ogni cosa c'è il suo tempo..
 
 
Per te. Quindi so che non mi vuoi portare a letto.
Stavo solo scherzando.
 
 
Anche se la cosa non mi dispiacerebbe.. pensò Frances avvampando.
Ma che diavolo sto dicendo?
E si sotterrò sotto il suo cuscino.

 
Comunque, penso che tu sia bellissima.
 
 
Invio o non invio?
"TOM! Invio o non invio???" urlò per farsi sentire dal fratello.
Tom fece di nuovo capolino dalla porta e disse: "Che cosa devi inviare?"
"Un messaggio. A Frances. Lo invio o meno?"
"Invia"
Invio.
 
Lo pensi veramente? O lo dici solamente perché
ti faccio pena?
 
 
Come potrei?
 
 
Non saresti il primo.
 
 
Vuoi dirmi che te lo dicono in molti? (;
 
 
Voglio dirti che non saresti il primo a dirmelo perché sono anoressica e ti faccio pena.
 
 
No, io lo dico perché lo penso. Te lo posso giurare.
 
 
Ti credo, Bill. Che fai?
Oltre a pensarmi, ovviamente, ahah!
 
 
Che faccia tosta, quella ragazza è un mistero, pensò squotendo la testa e sorridendo.
 

Guardo sempre quel programma idiota.
Dopo le 23 mettono sempre in TV grandissime stronzate.
Capisco perché la gente preferisce fare altro.
Tu?
 
 
Sono a letto. Sto aspettando Evelin. Tornerà da un momento all'altro.

 
Poi Frances non rispose a Bill per dieci minuti.
Raccontò ad Evelin la sua giornata, che aveva apostrofato così: "Stupendamente meravigliosa, perfetta!".
E poi le disse quello che aveva fatto e aveva intenzione di fare Bill per lei.
"E' un ragazzo d'oro", disse Evelin, andando a cambiarsi velocemente.
 

Eccomi, scusa. Ho chiacchierato un po' con Evelin.
 
 
Tranquilla, io mi stavo addormentando come un idiota! Ahah!
 
 
Dormiglione.
 
 
Hai ragione, ahah!
 
 
Pigro, lazzarone!
 
 
Hai ragione anche su questo, Fran. Ahah!
A proposito, mi dici qual è il secondo desiderio? Così comincio a pensarci.
 
 
No, domani, Kaulitz.
 
 
Domani? Ma oggi è domani. Cioè..
E' mezzanotte passata quindi è oggi. Ti prego, dimmelo.
 
 
Frances arrossì. Era decisamente troppo dolce per essere vero.
 
Va bene.
Voglio sentirti cantare.
 
  
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