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Autore: DreamingAdelaide    15/07/2014    5 recensioni
Delilah, giovane studentessa al primo anno di college, si iscrive per caso ad un nuovo social network dove conosce NJ, un giovane irlandese che vuole tenere nascosta la sua identità. I due si conosceranno, stringeranno amicizia, si scambieranno confidenze. Quello che NJ non sa però è che Delilah ama gli One Direction. Quello che Delilah non sa invece è che NJ è in realtà Niall James Horan.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei
 
-Grazie per avermi fatto scoprire l’app di Starchat. Cosi possiamo parlare anche quando non sono a casa.
-Figurati. Come mai hai cambiato idea su di me?
-Ok, ora riderai ma... ero al concerto degli One Direction e uno di loro ha fatto un discorso che mi ha fatto pensare. La mia amica mi aveva detto di avere uno strano presentimento sul tuo conto e il fatto che non sapevo il tuo vero nome la faceva allarmare ancor di più.
-Non aveva tutti i torti. Mi sono comportato in modo strano l’altra volta.
-Alla fine però ho dato retta a me stessa.
-Ne sono felice. Ti piacciono gli One Direction quindi...
-Li adoro!
-Il tuo preferito?
-Non ho un preferito.
-Tutte hanno un preferito.
-Per me hanno tutti lo stesso valore.
-Cambio domanda. Quello che ti ha colpito per primo?
-Harry Styles. Non so quanto li conosci.
-Abbastanza. Mi piacciono gli One Direction, sono tipi a posto.
-Cambiamo discorso?
-Ok. Com’è andata la giornata?
-Oh non ne parliamo! C’è un tipo che mi fa la corte. Si chiama Gabriel e frequenta anche lui il Robinson.
-Che tipo è?
-Non lo conosco bene. Anzi non lo conosco per niente. Io non sono il tipo che stringe subito amicizia.
-Forse dovresti provarci a conoscerlo. Magari scopri che non è male.
-Non so se ce la posso fare.
-Non dire cosi. Perché non dovresti farcela?
-Io sono un tipo piuttosto strano. Sin da piccola ho sempre avuto problemi con... gli altri. Chrystal è l’unica amica che io abbia mai avuto sino ad ora.
-Come vi siete conosciute?
-All’asilo. Il primo giorno lei venne da me, mi disse il suo nome e concluse dicendo che saremmo state grandi amiche. Diciamo che in questi anni è bastato il suo carisma per tutte e due.
-Non credi che cosi finisce col manipolarti?
-Ti sto parlando, no? Non mi lascio manipolare. Ho pur sempre un cervello.
-Si, hai ragione. Ora devo andare ho... un impegno.
-Che devi fare?
-Devo andare a lavoro. Sai com’è...
-Ah capisco. A dopo allora.
 
Riposi il cellulare in tasca giusto in tempo per l’inizio della lezione di Letteratura. Il professore raccolse le nostre relazioni su “Il buio oltre la siepe” e iniziò la spiegazione del giorno.
Chrystal mi guardava di sottecchi di tanto in tanto, credendo che io non me ne accorgessi.
Dopo un quarto d’ora la situazione non sembrava voler cambiare. «Che c’è?» sussurrai.
«Di un po’, ma quei cioccolatini con cui sei tornata ieri?»
«Te l'ho detto: sono di un tipo della scuola che ci prova con me»
«Lo conosco?»
«Sei peggio di mia madre. Smettila».
Chrystal mi fissò a bocca aperta, poi si ricompose e tornò a seguire la lezione.
Al suono della campanella, uscimmo dalla classe. «Non ti riconosco più Delilah»
«É il momento di cambiare, non trovi? Ho 17 anni e si può dire che io non abbia vissuto affatto»
«Hey Delilah» c’interruppe Gabriel.
«Oh, ehm... ciao».
Mi sentivo sempre a disagio quando lo vedevo. Lui era bello, ma non di quelle bellezze viste e riviste. Lui era oggettivamente bello.
Capelli biondi, occhi azzurri, alto, spalle larghe che solo a vederlo dava sicurezza, labbra carnose, sorriso mozzafiato incorniciato da due adorabili fossette.
Se non riuscivo a parlare con persone normali, immaginatevi nel trovarmi il David di Donatello davanti. «Come... come va?» chiese in evidente imbarazzo.
«A me bene, a te?»
«Ora che sono riuscito a capire qual è la tua classe di letteratura, bene. Ieri mi aspettavo di sentirti. Non mi hai risposto più su Starchat»
«Si, lo so. è che... ho avuto un po’ da fare»
«Ciao, piacere io sono Chrystal, la migliore amica di Delilah».
La guardai e sapevo benissimo cosa voleva fare. Lo capivo dal modo in cui sorrideva, dai suoi occhi, da come tirava su il petto o in fuori il sedere.
Lo faceva più spesso di quanto avreste potuto immaginare e avevo imparato a riconoscere quei gesti fin troppo bene. «Chrystal?»
«Si, che c’è?» mi guardò con sguardo innocente.
«Stavolta no»
«Cosa?»
«Stavolta non te lo permetto».
Lei continuava a guardarmi come se non sapesse di cosa parlassi e la cosa mi dava sui nervi.
«Io....credo che non riesco a seguire i vostri discorsi» attirò la nostra attenzione Gabriel.
«Oh, scusami»
«Figurati. Senti, stasera i miei amici hanno intenzione di andare al cinema. Ti va di venire?»
«Si, volentieri».
Lui sorrise e mostrò quelle strabilianti fossette. «Bene. Dove posso venirti a prendere?».
Tirai fuori dalla tasca una penna e gli scrissi l’indirizzo sul braccio.
Subito dopo ci salutò allontanandosi. Non me ne ero resa conto neanche il giorno prima che, quando camminava, sembrava saltellare come un bambino. Trattenni una risata.
«Delilah Sarah Grey»
«Chrystal Jane Connor».
Restò in silenzio a fissarmi, poi scoppiò in gridolini di eccitazione. «Hai un appuntamento con un ragazzo! E che ragazzo!» disse saltellando e battendo le mani.
«Ma che cosa...?» non riuscivo a capire.
«Oh non mi ringraziare tesoro, l’ho fatto con piacere. Anzi, se non ci avessi provato te lo saresti fatta scappare»
«Vuoi dire che l’hai fatto a posta?» la fissai incredula.
«Ma certo. Stavi per farti scappare un bocconcino del genere per un irlandese di cui sai solo il nome»
«Fa cosi tanto razzista chiamarlo irlandese» cercai di concludere alzando gli occhi al cielo, un po’ stizzita dal suo tono saccente, prima di iniziare a camminare.
«Si, forse hai ragione. A me comunque continua a non piacere quel tipo»
«James» la rimbeccai.
«James» mi fece il verso.
Ridemmo e ci avviammo a casa.
Appena arrivata, mandai un messaggio a James.
 
-Credo di aver combinato un guaio. Ho un appuntamento con Gabriel.
 
Lui rispose dopo un po’.
 
-Wow! Non pensavo che seguissi alla lettera il mio consiglio.
-Sono stata tratta in inganno. Chrystal ha finto di provarci con lui, io mi sono arrabbiata perché lei me lo voleva soffiare e... non ricordo neanche dove dobbiamo andare ma gli ho scritto il mio indirizzo sul braccio.
-La tua amica Chrystal è forte!
-Hey, sono un tipo piuttosto possessivo.
 
Nel momento in cui lo scrissi, avrei voluto scomparire. “Questo irlandese mi spinge a dire cose che sarebbe meglio rimanessero pensieri” pensai.
 
-Ok, ok, allora non nominerò mai più la tua amica. Non sia mai mi mandi qualcuno a pestarmi.
-Vengo io stessa!
-Divertiti stasera e fammi sapere com'è andata.
-Mi dai qualche consiglio? Non so cosa fare?
-Sii te stessa.
-Non credo andrebbe bene. Ricordi? Sono il tipo introverso che nessuno nota mai in un gruppo.
-Allora comportati come fai con me. Stai tranquilla. Se la vera Delilah è quella che ho conosciuto io, gli piacerai sicuro.
-Grazie. A dopo.
 
Iniziai a prepararmi per la serata e senza che nemmeno me ne accorgessi, lui era già in salotto ad aspettarmi.
Più guardavo il mio guardaroba e più mi pentivo di non aver rubato nulla nel guardaroba di Chrystal. Alla fine, notai un vestito nascosto dietro ad una miriade di vestiti che non avevo mai messo. Era a spalline larghe, azzurro pastello e con un motivo floreale di varie tonalità  di blu. Probabilmente sarei sembrata un pasticcino gigante ma non sapevo che altro mettermi. Dopo averlo indossato, trovai il secondo ostacolo: le scarpe.
«Chrystal!» gridai disperata e lei mi raggiunse subito.
«Cosa succede? Oh quanto sei bella! Dovresti mettere vestiti del genere più spesso e non sempre quel nero. Sei adorabile»
«Che scarpe mi metto?» piagnucolai.
Lei mi guardò per un po’, poi sembrò avere un’illuminazione.
Corse in camera sua e tornò poco dopo con un paio di zeppe che sembravano fatte per quel vestito. Erano lo stesso identico colore.
«Che diamine te ne fai di zeppe color azzurro pastello?» chiesi incuriosita.
«Niente, non le ho mai messe, ma sapevo che mi sarebbero servite un giorno».
Le indossai e lei mi porse una borsa anch’essa azzurra. La guardai accigliata. «Stesso motivo delle scarpe»
«Tu spendi troppo inutilmente»
«Non credo che ora si sia rivelato inutile»
«Touchè».
Andai in salotto dove mi stava aspettando Gabriel. Quando mi vide, gli si aprì un grosso sorriso sulle labbra. «Sei stupenda»
«Grazie. Anche tu stai molto bene»
«Ma sfigurerò di fianco a te»
«Esagerato! Su andiamo».
Appena usciti di casa, con mia grande sorpresa, scoprii che Gabriel aveva la patente.
Raggiungemmo i suoi amici chiacchierando del più e del meno, poi entrammo in sala.
Fu una serata davvero incredibile e non vedevo l’ora di raccontarla a James e Chrystal. Era piuttosto tardi cosi decisi che avrei raccontato tutto il giorno dopo.
Mi preparai e andai a letto con un sorriso a trentadue denti per una serata indimenticabile.
 
Lui
 
«Che hai, biondo? Ti vedo pensieroso»
«Niente Louis. Delilah doveva uscire con un tipo del suo college e non ho avuto ancora sue notizie»
«Ma come? Dopo tutto quello che hai fatto per risentirla, te la fai portare via cosi?»
«Hey, sono felice che esca con qualcuno. È un tipo cosi chiuso che è già un miracolo che mi abbia parlato la prima volta»
«Ma...?»
«Non c’è un ma»
«C’è sempre un ma»
«Louis!».
Si allontanò ridendo. Ritornai a pensare a lei. Per tutta la serata ero stato in pensiero perché ero stato io a consigliarle di uscirci.
Il mattino seguente, ricevetti un messaggio.
 
-Hey! Sono ancora viva eh. Scusami se non mi sono fatta sentire ieri sera ma sono tornata piuttosto tardi e stanca.
-Tranquilla. Come è andata?
-É stato grandioso! Gli amici avevano scelto un film horror e io ne ho il terrore, così quando Gabriel l’ha saputo mi ha portato a scegliere un altro film perché si sentiva in colpa. Era adorabile. Cosi l’ho convinto a rientrare e lui mi ha baciata.
-E com’è stato?
-Mi son sentita davvero strana. Mi fischiavano le orecchie e per un po’ non sono riuscita a formulare pensieri di senso compiuto, per non parlare dello stomaco sottosopra.
-Ti piace, eh?
-Credo proprio di si!
 
Ero felice per lei ma allo stesso tempo sentivo un nodo di invidia allo stomaco.
Se avessi portato io una ragazza al cinema, sarebbero nati milioni di rumors. Molto probabilmente anche se ci fossi andato da solo al cinema, ma dettagli.
Era la vita che mi ero scelto, però certe volte pesava davvero non avere privacy.
 
-Che stai facendo ora?
-Sono sul bus.
 
Spalancai gli occhi e iniziai a sudare freddo. «Porca miseria» sussurrai.
Zayn, che mi stava di fianco, mi aveva sentito e diede un’occhiata al display. «Fratello ma sei matto?»
«Mi è uscito spontaneo»
«I bugiardi devono avere una buona memoria»
«Non sono un bugiardo»
«No, hai ragione James»
«Ok, ho omesso delle verità ma non ho mentito»
«Lo sai, Niall, io non ho mai parlato fino ad ora ma... non credo sia giusto quello che stai facendo. Un giorno non molto lontano, lei scoprirà tutto e non credo che si farà quattro risate. Rimarrà delusa dal suo idolo, non credi?»
«Io... non lo so. Se scoprissi di parlare col mio cantante preferito, sarei felice»
«Lei potrebbe prenderla diversamente»
«Non sono neanche il suo preferito. Se fossi stato Harry, allora ti avrei dato ragione»
«Cosa Harry?» s’intromise il diretto interessato voltandosi a guardarci.
«Sei il cosiddetto “preferito” di Delilah» gli spiegò Zayn.
«Non ha proprio detto cosi. Ha detto che» cercai di spiegargli.
«Wow! Ha gusto la ragazza» esclamò Harry interrompendomi.
«Ha detto che sei stato il primo a colpirla della band, non mi ha mai detto se sei ancora il suo preferito!»
«Geloso?» intervenne Louis voltandosi anche lui.
«No! Voi non dovreste neanche saperle queste cose!»
«Posso iniziare a sentirla anche io?» mi chiese il riccio.
«No!»
«Si è geloso» concluse Louis.
«Non sono geloso!» gridai e tutti si zittirono.
Il nostro manager si girò a guardarci sospetto. Difatti, loro non sapevano che io avevo un account segreto. Probabilmente non ci era neanche permesso. «Tornando a noi» Zayn fu il primo a dire qualcosa. «Non è giusto nei suoi confronti. Mi sembra anche piuttosto sincera con te, e tu invece...»
«E come faccio ora? Il gioco è fatto, non posso più fare nulla»
«Potresti iniziare con somministrare delle pillole di verità ogni tanto, cosi il colpo sarà meno duro».
Il suo discorso mi sembrò strano. Insomma, cosa c’entravano le pillole? Però avevo capito cosa voleva dirmi e aveva ragione.
«Buona idea, Zayn. Grazie».
Ritornai alla mia conversazione con Delilah.
 
-Vai a lavoro in autobus?
-Non proprio. Sono un musicista e sono sul bus della mia band.
-Fantastico! Un momento. Non è che suoni con gli One Direction, vero?
-No, ma mi piacerebbe.
-Stavo per morire. Mi piacerebbe conoscere qualcuno che li conosce.
-Non sarebbe più bello conoscere uno di loro?
-Dio, sarebbe un sogno! Ma non succederà mai.
-Mai dire mai. Se credi fermamente in un sogno, e lotti per farlo avverare, prima o poi si avvera.
-Grazie. Sono davvero delle belle parole. Ora devo andare che sono quasi arrivata al campus. Ci sentiamo dopo.
-A dopo.
Il tempo di riporre il telefono nella tasca e arrivammo al teatro dove dovevamo fare il soundcheck.
Gli altri continuarono a prendermi in giro, più di tutti Louis, mentre Zayn non faceva altro che scuotere la testa con disappunto.
Erano quasi le tredici del pomeriggio quando il cellulare mi squillò.
 
-Sono distrutta James. Dimmi che ci sei.
-Sono qui piccola, dimmi tutto.
-Gabriel è uno stronzo. Oggi l’ho visto mentre faceva il cretino con la sua amica Charlotte.
-Sicura di non aver solo frainteso?
-Lui le ha dato una manata sul culo e lei si è girata e gli ha ficcato la lingua in gola. Si può fraintendere?
-No, non si può fraintendere. Delilah mi dispiace tanto.
-Sono stata una stupida a credergli. Scusami ci sentiamo dopo.
-A dopo.
 
«Che figlio di puttana!» esclamai alzandomi di scatto dal palco.
Lanciai il cellulare a Louis che mi stava affianco ed iniziai a camminare avanti e indietro.
Non avevo mai sopportato i ragazzi che si comportavano in quel modo. Avevo sempre pensato che le donne dovessero essere trattate sempre bene, come tu vorresti che trattassero una tua figlia.
«Che coglione» sentii dire a un tratto alle mie spalle.
«Cosa?» chiesi di ripetere.
«Questo ragazzo è un coglione. L’ho capito persino io che Delilah è una ragazza fragile. Insomma, una ragazza che ha avuto per tutta la vita una sola amica è facilmente influenzabile. Non ha vissuto le cattiverie della gente. Immagino come ci stia male ora» spiegò Louis.
Guardai a lungo il mio amico ripensando alle sue parole. “È facilmente influenzabile” mi ronzava in testa e non potevo fare a meno di pensare che fosse colpa mia.
L’avevo convinta io ad uscire con lui per vedere che tipo era ed ora stava male perché era un cretino.
Guardai Louis ed ebbi un’improvvisa illuminazione. «Paul» chiamai senza distogliere lo sguardo da lui. «Paul» gridai stavolta, sorridendo e scompigliando i capelli di Louis che mi maledì.
«Che c’è Niall?»
«Uno degli steward del concerto di due giorni fa ha fatto molti video. Scopri chi è e chiedigli quei video. Mi serve Look After You».
Paul annuì e si mise subito al telefono per cercare di rintracciare lo steward.
«Che devi farci con la mia cover?» chiese accigliato Louis.
Gli sorrisi. «Prova a immaginare» .
Avevamo finito da poco il soundcheck, quando Paul mi fece chiamare. «Abbiamo trovato l’uomo che cercavi. Faceva video per la figlia che era troppo dietro per avere la sua stessa visuale e abbiamo avuto una copia di ognuno» disse porgendomi una pendrive.
«Dio, Paul! Sei grande!» lo ringraziai abbracciandolo forte.
Corsi nei camerini alla ricerca di Liam e il suo pc. Fu un po’ restio ma poi me lo prestò ed io riuscii a vedere i video.
Aprii Starchat e cercai Delilah. Sperai che questo riuscisse a tirarle su il morale.
 
-Delilah, ci sei? Come ti senti?
-Sempre uguale. Sono sul mio letto ora. Ho chiesto a Chrystal di lasciarmi da sola. Per favore, mi faccio viva io.
-Lo so che forse non servirà a molto ma voglio farti un regalo. Un mio amico ha dovuto cercare a lungo prima di trovarlo e spero ti sollevi il morale.
 
Le inviai il video di Louis e mi sentii soddisfatto. “O la va, o la spacca!” pensai.
Dopo un paio di minuti, lei mi rispose.
 
-Oddio! Dove l’hai trovato? Era vicinissimo e si sente da Dio!
-Ho un amico in gamba.
-Grazie mille James, sul serio. Questo video è perfetto! Louis è perfetto.
-Quindi è Louis il tuo preferito.
-No. Te l’ho detto: non ho un preferito.
-Dai, ci deve essere uno dei cinque che ti da più emozioni, di cui riconosci subito la voce nelle canzoni. Cose cosi.
-Perché sei convinto che ci sia?
-Perché tutte ne hanno uno!
-Ok. Diciamo che ho un preferito. Come ti ho già detto, all’inizio mi colpì Harry, poi mi iscrissi a twitter e iniziai a leggere cattiverie su cattiverie su Niall. Cosi da un anno a questa parte ho sempre difeso Niall da tutte le stupide che lo ritenevano senza talento, fino a scoprire che lui per me era speciale. Ecco, adesso lo sai.
-Niall? Sul serio?
-Certo, hai qualche problema con lui?
-No, te l’ho già detto che per me sono tipi a posto.
 
«Niall fra poco iniziamo» mi informò Harry.
«Hey, riccio dei miei stivali, vieni qui»
«Che ti prende?» chiese accigliato.
Gli lasciai leggere le parole di Delilah e sembrò piuttosto sorpreso. «Preferisce te a me?»
«Come ci si sente a perdere contro Niall James Horan?»
«Incredibile! Dimmi la verità, te la sei andata a cercare o è capitata? È impossibile essere cosi fortunato».
Feci spallucce. «Sono irlandese».
Spensi il computer e salii sul palco con una marcia in più.
Nonostante sapessi che gli altri sarebbero sempre stati dalla mia parte, avevo sempre dovuto combattere contro il resto del mondo che mi giudicava senza conoscermi ma, soprattutto, avevo dovuto combattere contro me stesso. In quel momento invece, avevo la consapevolezza che non ero più solo. Che c’era qualcuno disposto a combattere al mio fianco.
 
Writer's corner
Salve, volevo iniziare questo messaggio col dire che non volevo pubblicare più questa fanfiction. Ho ricevuto parecchi messaggi privati in cui mi è stato detto le peggio cose, tipo che ho copiato la storia da un'altra ragazza, che non so scrivere, che è noiosa, che è stupida.
Non volevo più pubblicare nulla, poi mi son detta che loro non la possono avere vinta.
HO 19 ANNI, ME LA CAVO BENE CON LA GRAMMATICA ED É UNA STORIA COMPLETAMENTE INVENTATA DA ME! E se fosse noiosa, credo che me l'avrebbero già detto, come mi è stato detto che non sono brava coi finali o che Delilah sembrava troppo morbosa.
Quindi prego queste persone di dimostrarmi che la storia non è mia, e di essere un po' più cordiali nell'esprimere le loro impressioni negative perché la prossima volta non sarò cosi clemente da starmene zitta e ferma e le faccio bannare.

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ci ho messo un po' per scriverla perché non mi piaceva mai come veniva.
Ringrazio una grande amica che mi ha consigliato e spronato per scrivere questo capitolo.
A presto!!! xx.


 
  
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