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Autore: Lena Mason    16/07/2014    2 recensioni
“Era una fredda giornata di fine Ottobre, all’incirca verso mezzogiorno, quando una ragazza varcò le soglie dell’aeroporto di Narita, Tokyo, Giappone.”
L’arrivo di questa nuova ragazza all’accademia Ouran porterà parecchio scompiglio. Nuove amicizie, nuovi interessi e nuovi problemi colpiranno l’amato Host Club.
Riusciranno a salvarsi anche questa volta?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruhi Fujioka, Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio, Tamaki Suoh, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo XV

 

Le scuole in Giappone terminavano il mese di Aprile e, come sempre, il tempo volò: durante i due mesi scarsi rimasti da passare con l’Host Club, Rossana si divertì molto e, grazie al suo nuovo tutor, era anche riuscita a passare l’esame di giapponese.

I ragazzi ed Haruhi le fecero capire quanto sarebbe mancata loro: si sentì per la prima volta parte di un vero gruppo, dove nessuno aveva secondi fini, a parte Kaoru che durante uno dei loro appuntamenti le aveva confessato i suoi sentimenti.

La ragazza aveva rifiutato, doveva farlo, perché non sentiva altro che amicizia per lui e gli altri: Kaoru aveva ammesso di saperlo fin dall’inizio, ma voleva comunque tentare.

La loro amicizia era continuata, ma vi era una nota stonata che prima era assente.

Il tasto dolente di Rossana era Kyoya: lo vedeva solo in classe, poiché era presa dai preparativi per il trasferimento, mentre lui era impegnato con Kimie.

Rossana, suo malgrado, doveva ammettere che Kyoya sembrava serio nei confronti della ragazza e lei non era male: non era perfida come Camille, ma gentile e affabile con tutti.

Mancava una settimana alla sua partenza per l’Inghilterra quando, una sera, suonò il campanello di casa: era da sola con la servitù, poiché suo padre era partito per un viaggio in America, e quando si trovò davanti Kyoya rimase bloccata all’ingresso.

«Hai intenzione di farmi stare qui davanti alla porta ancora un po’? E poi perché apri tu quando hai un maggiordomo?».

«Perché il maggiordomo sta cenando e non ho intenzione di rompergli le scatole mentre si prende un po’ di meritato riposo. Entra» gli disse, facendolo accomodare in salotto.

Una delle cameriere si avvicinò loro chiedendo cosa volessero da bere e, una volta scoperto, si allontanò.

«Posso sapere a cosa devo la tua visita?».

«Devo consegnare delle carte a tuo padre da parte del mio».

«Mi dispiace informarti che non è in casa. Non è in Giappone a dir la verità e tornerà settimana prossima, ma sono sicura che tu lo sapevi. Sai sempre tutto»

Kyoya si limitò a ghignare: «Sei più sveglia di quanto dimostri, Rossana».

«Sei più stronzo di quanto sembri, Kyoya».

«Sempre la risposta pronta, vedo»..

«Sempre a comportarti in modo strano, vedo. Perché sei qui?».

«Perché te ne vai?» le chiese lui ad un tratto, facendola tacere.

«Mi pare di essere stata chiara: mi hanno accettata in una scuola dove potrò coltivare il mio talento e la mia passione. Non potevo rifiutare».

«È solo quello il motivo? Non stai scappando?» le chiese, vedendo che la ragazza impallidiva.

«Non credo siano affari tuoi, Kyoya».

«Tu stai scappando… Da me…» le disse convinto, facendola bloccare.

«Anche se fosse? Sei venuto per capire se hai vinto la scommessa? Ormai è tardi. Non rimarrò altri due mesi per farti da schiava, Kyoya».

«Quindi stai ammettendo che sei innamorata di me?».

«No, ho solo un certo interesse nei tuoi confronti, contento? Me ne vado per non vederti più, soddisfatto?» gli gridò contro Rossana, vedendo che Kyoya non sorrideva tronfio come si era aspettata, ma aveva lo sguardo fisso su di lei.

«Non volevo che questo succedesse, ma mi pare che scappare sia eccessivo».

«Ho solo colto l’occasione. Se non fossi stata ammessa a quella scuola, sarei rimasta. Non avrei mai detto a mio padre che volevo andarmene perché il più piccolo degli Ootori non mi voleva. Sai che tuo padre gli aveva proposto di combinare un matrimonio tra di noi?».

«Cosa?» .

«Sì. Dato che tu sei il terzogenito tra i maschi, andava bene anche una futura erede in un campo che non fosse medico. Comunque ho rifiutato. Non volevo costringerti ad avermi vicina. Ora se vuoi lasciare le carte, le consegnerò a mio padre quando rientra, oppure puoi portargliele tu una volta che sarò partita. Ti prego di andartene. Non ho nient’altro da dirti e non voglio più vederti» gli disse, vedendo che Kyoya lasciava le carte sul tavolino e se ne andava, accennando ad un inchino.

Rossana guardò fuori dalla finestra e, anche se era buio riuscì a vedere che in macchina con Kyoya vi era anche Kimie e sorrise: era solo venuto a vedere se aveva vinto la scommessa, dopo tutto.

 

La partenza di Rossana arrivò presto: tutto l’Host Club, Kyoya escluso per ovvi motivi, l’accompagnò all’aeroporto di Narita, lo stesso nel quale era arrivata poco tempo prima.

«Ci mancherai Sana-chan! Era bello sentirti canticchiare quando il club era chiuso. Mi conciliava il sonno» le disse Honey con gli occhi pieni di lacrime.

Tamaki era scoppiato a piangere sulla spalla di Haruhi, la quale gli dava dei leggeri colpi sulla testa per consolarlo: del famoso sabato sera in cui Tamaki aveva finto la sbronza nessuno dei due ne aveva più parlato. Ovviamente Haruhi non sapeva che il senpai aveva finto di essere ubriaco ed era convinta che il ragazzo non ricordasse nulla, quindi quando Rossana abbracciò forte il biondo gli sussurrò:

«Sistema le cose con Haruhi, Baka-tono. Tra di voi andrà bene» gli disse, ricevendo un sorriso incerto e tanto imbarazzo dal biondo.

Dopo aver salutato tutti, Rossana si guardò intorno e, nonostante sapesse che era sicuramente frutto della sua fantasia, era convinta di aver visto Kyoya che li osservava da lontano.

 

Quando la rossa ebbe attraversato il check-in e l’imbarco i ragazzi si voltarono per andarsene: rimase indietro solo Tamaki.

«Kyoya, puoi uscire ora» disse apparentemente al vuoto il ragazzo.

«Come sapevi che ero qui?».

«Perché ti conosco e so che ti pentirai per la scelta che hai fatto» gli disse Tamaki, dandogli una pacca sulla spalla e andandosene, lasciando l’amico a guardare gli aerei partire, uno dei quali trasportava Rossana.

 

*

Il tempo passò ed erano ormai sei mesi che Rossana era partita, quando l’Host Club scoprì che Mori, diplomatosi l’aprile in cui la ragazza se n’era andata, si era fidanzato niente di meno che con la cugina della loro amica: nessuno sapeva che i due si vedevano da un po’ di tempo, a parte Honey che aveva mantenuto il riserbo su richiesta di Mori.

Entrambi si facevano vedere spesso all’Host Club, nonostante fossero degli studenti universitari e chiedevano ad Haruhi notizie su Rossana.

La rossa era molto impegnata tra scuola, dove le avevano esplicitamente detto che poco importava chi fosse poiché lì era una come le altre, e concerti vari. Il poco tempo libero che aveva le permetteva di rimanere in contatto solo con Haruhi e con Kaito, ovviamente.

Il ragazzo nel frattempo aveva iniziato a frequentare un’università di Tokyo ed usciva con una ragazza in modo frequente: aveva lasciato alla spalle il suo amore per Rossana, alla fine.

La rossa nel frattempo studiava canto, ballo, recitazione e nel frattempo, oltre a mantenere i contatti con i suoi amici in Giappone, scriveva anche canzoni.

Ne aveva ormai sei all’attivo, ma per far uscire un album ne servivano almeno dodici e quindi la strada era ancora lunga. In segreto aveva chiesto a Tamaki di aiutarla per le parti di musica e il biondo si era rivelato un ottimo collaboratore, tanto che Rossana aveva pensato di metterlo tra gli autori delle canzoni che aveva scritto.

Il biondo le aveva anche chiesto se alcune di quelle canzoni non parlassero un pochino anche di Kyoya, ma lei aveva sempre negato: ovviamente mentiva, e lo sapevano entrambi, ma era meglio continuare a fingere che andasse tutto bene.

Prima o poi il tempo avrebbe fatto il suo corso, facendo dimenticare a Rossana i suoi sentimenti per Kyoya.

 

E il tempo passò. Rossana si diplomò nel suo diciottesimo anno di età con tanto di lode da parte di alcuni docenti e poi si mise d’impegno per scrivere altre canzoni.

I contatti con l’Host Club, due anni dopo la sua partenza, si erano mantenuti anche se un po’meno frequenti: Tamaki era stato accettato da sua nonna come il futuro erede dell’impero Suou e il biondo si era finalmente confessato, con tutti i crismi, ad Haruhi, la quale era stata contenta di accettare e ricambiare.

Hikaru e Kaoru erano tornati in patria dopo un viaggio studio di un anno a Parigi e Milano, le capitali della moda, ed erano entrati a far parte del business della madre.

Takashi era l’unico che si era già sposato. Rossana non era potuta presenziare al matrimonio perché cadeva durante gli esami di fine anno, ma aveva mandato loro i suoi auguri e un regalo.

Aveva anche ammesso a se stessa che probabilmente non sarebbe andata nemmeno se fosse stata libera: non ce la faceva a rivedere tutti i suoi amici, soprattutto Kyoya, ovviamente.

Sapeva, da alcuni giornali, che il ragazzo non solo era diventato il capo assoluto dell’Ootori Group, ma lo aveva salvato dalla banca rotta, acquistandolo e facendo diventare suo padre un suo sottoposto, tutto questo a soli diciannove anni.

Era a conoscenza del fatto che si vociferasse di un prossimo matrimonio di Kyoya con Kimie, me evitava accuratamente di leggere gli articoli che parlavano di quella storia.

Aveva mentito a tutti dicendo che ormai Kyoya era parte del passato, perché ci pensava  ancora quando aveva del tempo libero. Per questo si teneva costantemente impegnata.

 

L’album che aveva iniziato a comporre ormai due anni prima, vide la luce poco dopo il suo ventunesimo compleanno.

Il primo singolo fu un successo mondiale che catapultò Rossana ai vertici delle classifiche di tutto il mondo, compresa quella giapponese: il primo a vedere il nuovo video di Rossana fu Hikaru che con una raffica di messaggi, obbligò il resto dei suoi amici a vedere il video, Kyoya compreso, nonostante la considerasse una perdita di tempo. Non vedeva né sentiva Rossana da quasi quattro anni e si guardava bene dal chiedere qualsiasi informazione ai suoi amici con i quali si incontrava molto poco: Tamaki ogni tanto sparava qualche notizia a caso, perché sapeva che in fin dei conti al suo amico interessava sapere come stava la ragazza.

Quando accese la televisione sul canale indicato da Hikaru, vide che la ragazza era in splendida forma: i capelli erano cresciuti, il viso era maturato perdendo i tratti da bambina che aveva quando si erano conosciuti, così come il corpo.

Ora sembrava una donna a tutti gli effetti. Una bella donna, come aveva predetto suo fratello Akito a quella festa di tanto tempo prima.

Mentre ascoltava Rossana parlare con un giornalista, suo fratello entrò nello studio con l’intento di avvisarlo proprio dell’apparizione della ragazza.

«Vedo che sei già stato avvisato. Come ti avevo detto è diventata una donna magnifica, vero?».

«È ancora presto per definirla donna. È una ragazza matura».

«Ha la tua età, Kyoya. Ha fatto un cd con dodici successi ed è una delle ventenni più ricche del globo».

«Anche io».

«Ma lei sembra contenta, mentre tu mi pare sia tormentato dai rimorsi ora che hai visto cosa ti sei lasciato scappare» gli disse Akito, ricevendo uno sguardo raggelante.

Suo fratello minore era diventato ancora più freddo e scostante dopo aver preso le redini dell’azienda: aveva anche fatto crescere i capelli ed ora li portava legati in una coda bassa con dei ciuffi che gli coprivano il viso.

Il suo look un po’ alternativo e il suo innegabile fascino aveva fatto colpo nel mondo della finanza ed ora era ritenuto uno degli uomini d’affari più sexy.

Se i giornali avessero saputo che da poco era anche tornato single, sarebbe diventato lo scapolo d’oro.

Perché Kyoya Ootori non era più fidanzato con Kimie: la ragazza stufa dei suoi comportamenti freddi e scostanti, associati alle sue innumerevoli scappatelle con segretarie, modelle e altre donne, lo aveva piantato, annullando il contratto matrimoniale stipulato tre anni prima.

Ora che era il vero capo del’Ootori Medical Company, Kyoya era il solo padrone della sua vita e aveva deciso di restarsene da solo.

«Sai penso che quella canzone sia un po’ ispirata da te, Kyoya» gli disse Akito, mentre la voce di Rossana echeggiava nell’ufficio:

Making my way downtown 
Walking fast 
Faces passed 
And I'm home bound 

Staring blankly ahead 
Just making my way 
Making my way 
Through the crowd 

And I need you 
And I miss you 
And now I wonder.... 

If I could fall 
Into the sky 
Do you think time 
Would pass me by 
'Cause you know I'd walk 
A thousand miles 
If I could 
Just see you 
Tonight 

It's always times like these 
When I think of you 
And I wonder 
If you ever 
Think of me 



«Non dire assurdità, Akito» rispose Kyoya continuando a guardare il video.

«Non smetterò mai di dire che se non fosse stata per la differenza di età ora sarei sposato con lei, ma non dirlo a mia moglie o mi ucciderà» confessò Akito, guardando il video con il fratello che, dal canto suo, stava zitto.

Una volta finito il video tornarono a parlare con Rossana, la quale annunciò il suo nuovo tour mondiale che avrebbe toccato anche il Giappone.

Appena spense la televisione, ad intervista finita, il suo cellulare squillò: Tamaki doveva avere qualcosa di importante da dire se lo disturbava in ufficio.

«Mon ami! Grandi notizie! La nostra Rossana-hime tornerà in Giappone! Ci ha spedito i biglietti del concerto di Tokyo in anteprima assoluta e ce ne sono due in più. Uno per te e uno per Kimie, dato che lei non sa che vi siete lasciati».

«Non credo avrò il tempo di venire ad un concerto» disse Kyoya, sentendo il telefono venirgli tolto dalle mani.

«Verrà, Tamaki. Ce lo porterò io se necessario. Ha bisogno di distrarsi e poi è tra due mesi» dopo averlo salutato Akito riappese e si ritrovò a fissare il volto furibondo del fratello.

«Non guardarmi così. Sono tuo fratello maggiore e anche un medico, quindi so che hai bisogno di distrarti un po’. Andrai a quel concerto. Qui ci penseremo io, Yuuchi e Otōsan».

«Non vedo perché, per distrarmi, dovrei andare ad un concerto».

«Forse perché, dalla tua cronologia di Internet so che hai seguito gli spostamenti di Rossana e che hai scaricato ogni singola canzone da ITunes?».

«Piantala di frugare nel mio pc!».

«Oh, avanti Kyoya! Hai anche una sua foto di quando era qui sul cellulare! E so che guardi il video che avete fatto insieme almeno una volta al giorno! Sei fissato con quella ragazza! Lo sei sempre stato ed è per quello che tratti tutti con freddezza!».

«Tenevo solo d’occhio i suoi spostamenti per sapere quando sarebbe tornata in Giappone e non farmi vedere. È stata lei a chiedermi di non farmi sentire ne vedere mai più, ricordi?».

«Forse ha deciso di lasciarsi quelle parole alle spalle se ti ha invitato al concerto, non credi?».

«Va fuori, Akito» ordinò al fratello, il quale sospirò ed ubbidì.

Kyoya rimasto solo si mise a guardare la skyline di Tokyo, si perse nei suoi pensieri.

«Cosa succederà quando ci rincontreremo Rossana Crowe?» disse all’ufficio vuoto.

 

 

 

Il testo della canzone è di "A thousand Miles" di Vanessa Carlton

 

   
 
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