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Autore: DanilaCobain    16/07/2014    6 recensioni
Dafne è una ragazza di ventuno anni con tanti sogni nel cassetto e una vita tranquilla, almeno fino a quando Jader non entra a farne parte. Bello e misterioso, il ragazzo ruba il cuore di Dafne fin da subito. Ma Jader ha dei pericolosissimi segreti e cercherà in tutti i modi di tenere lontana la ragazza dalla sua vita pericolosa, anche se questo dovesse significare lasciarla andare per sempre...
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2. Attività fisica
 

Rimasi a sorseggiare il mio drink fino a quando Vicky e Francesco non mi raggiunsero.
‹‹Dov'è Jader?›› mi chiese Francesco.
‹‹È andato via.››
Mi beccai un'occhiataccia dal parte di Vicky. Probabilmente pensava che lo avessi fatto scappare come facevo con tutti gli altri ragazzi. Francesco, invece, non sembrò stupito. 
‹‹Allora››, disse, ‹‹Ho detto a Vicky che dovete assolutamente venire nella mia palestra qualche volta. Ne sarei veramente felice.››
‹‹Grazie. Ma non sono una sportiva...››
Vicky scoppiò a ridere. ‹‹No, decisamente non è una tipa sportiva. Però verremo di sicuro.››
‹‹Ci conto! Ora devo scappare anche io. A presto.››
Diede un bacio sulla guancia sia a me che a Vicky e se ne andò. 
‹‹Noi non andremo in quella palestra››, dissi subito.
‹‹Perché no?››
‹‹Perché non ne ho nessuna voglia.››
‹‹Te la farai venire, perché io voglio andarci.››
‹‹E non puoi farlo da sola?››
‹‹No! Comunque ne riparliamo domani, adesso andiamo a divertirci.››
Trascorremmo il resto della nottata a ballare. Tornai a casa con i piedi distrutti e la domenica rimasi a letto quasi tutta la giornata.

Pensai a Jader. Lo avrei rivisto. Quella cocciuta di Vicky aveva deciso che saremmo andate in palestra e non ero riuscita a trovare nessuna argomentazione in grado di dissuaderla. Io odiavo la palestra. Avrei preferito di gran lunga fare nuoto, o qualunque altra cosa. Ma la palestra? Era noiosa! Ad ogni modo decisi di accompagnarla. 
Il giorno dopo mi recai a casa di Vicky. Ero sul suo lettone in attesa che finisse di vestirsi.
‹‹Sei contenta di rivedere Francesco?››, mi chiese all'improvviso.
Francesco. Sì, sì. Proprio lui. ‹‹Sai, forse non dovremmo andarci. Penserà che siamo andate perché ci interessa.››
‹‹Ma se è stato lui ad invitarci! E poi è vero che andiamo perché ci interessa. Ci interessa mantenerci in forma con quei due maschioni. No, dico, hai visto che fisici che hanno?››
Si fece aria con la mano, come se sentisse improvvisamente molto caldo.
‹‹Ho notato.››
Vicky si soffermò a guardare la mia faccia poco convinta. ‹‹Però?››
‹‹Però...››
‹‹Oh Dafne, fai un po' come ti pare. Io intanto vedo di combinare un'uscita con Jader. Anche se ho il sospetto che sia gay.››
Io risi. Sì, Jader era l'unico ragazzo a non aver mostrato nessun tipo di interesse per Victoria. 
Una volta fuori mi aggiustai la sciarpa di lana intorno al collo. Faceva molto freddo, riuscivo a percepire il sapore della neve sulla lingua ed ebbi l'impressione che presto avrei visto dei candidi fiocchetti posarsi dolcemente sui tetti, sugli alberi, sulle auto, e spolverare l'intera città. Un'immagine suggestiva si affacciò nella mia mente, facendomi pensare a cose molto romantiche. 
La palestra era enorme e anche parecchio affollata. Francesco ci vide entrare e ci raggiuse.
‹‹Ragazze! Che bello rivedervi. Forza, posate la vostra roba nello spogliatoio e raggiungetemi. Vi aspetto qui.››
Nello spogliatoio alcune ragazze si stavano rivestendo dopo la doccia, altre chiacchieravano del più e del meno. Qualcuna ci salutò. Trovai un posto libero e vi poggiai le mie cose. Mi sistemai i capelli e tolsi la felpa, aspettai che anche Vicky fosse pronta e insieme uscimmo.
Non avevo ancora visto Jader e non lo vidi per gran parte del nostro allenamento. Quando avevo ormai perso ogni speranza, arrivò. Era di una bellezza illegale. Tutte le donne presenti lo guardarono. E anche io, anche se quando me ne resi conto cercai di concentrare la mia attenzione su qualcos'altro, finendo per fissare lo sguardo sulle mie mani come se fossero la cosa più interessante del mondo. Vicky gli sorrise e lo salutò. Lui alzò una mano per ricambiare e accennò un sorriso nella nostra direzione, fermandosi a chiacchierare con dei ragazzi. 
Feci i miei esercizi, cecando di tenere la mente impegnata su quelli il più possibile. Vicky continuava a guardarlo e a cercare di attirare la sua attenzione. Ci eravamo spostate vicino ad un attrezzo per le spalle che si era appena liberato, quando lo chiamò.
‹‹Jader, potresti venire un attimo?››
Lui ci raggiunse subito. Odiai il modo in cui il mio cuore cominciò a battere quando fu vicino a noi.
‹‹Che c'è, ragazze?››
Vicky si sedette sulla panca. ‹‹Mi spiegheresti come funziona questo attrezzo?››
Jader tirò giù la sbarra di acciaio e gliela posizionò davanti. Le spiegò i movimenti da fare e la postura da mantenere poi si voltò verso di me.
‹‹Tu, Dafne, hai capito?›› 
‹‹Sì, sì›› dissi io, enfatizzando la risposta con il movimento della testa.
‹‹Perfetto. Se avete ancora bisogno di me, chiamatemi.››
Infilò le mani nelle tasche e tornò dai suoi amici. Poco dopo arrivò una biondina mozzafiato, con un top corto rosa e un pantaloncino viola scuro. Salutò i ragazzi e si mise su un tapis roulant. Jader la raggiunse e si appoggiò al bracciolo. Chiacchierò con lei per tutta la durata della corsa e di tanto in tanto li sentivo ridere. Nel frattempo il nostro allenamento si era concluso. Non ero molto stanca, ma sentivo la necessità di una lunga doccia calda. Vicky si era avviata prima di me, era corsa a prendere una bottiglietta d'acqua. Io raccolsi le mie cose con calma e mi incamminai. 
Lanciai un'occhiata nella direzione in cui c'erano Jader e la ragazza bionda ma non lo vidi più. 
‹‹Stai andando via?››
Trasalii per lo spavento. Jader era proprio dietro di me! Risi, imbarazzata per la reazione.
‹‹Sì.››
‹‹Com'è andato l'allenamento?››
‹‹Bene.››
Ero in imbarazzo? Sì, tantissimo. Lui mi guardò, sembrava volesse chiedermi qualcosa ma non parlava. Avrei voluto che il mio cervello si attivasse per trovare qualcosa da dire, ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era che aveva degli occhi meravigliosi. Alla luce del giorno potevo vederli chiaramente e il verde era così intenso da sembrare irreale. 
‹‹Ci vediamo domani.›› disse infine, sorridendo un po'. 
Non riuscii nemmeno a dirgli che il giorno dopo non sarei andata in palestra. Era già andato via.
Durante il tragitto verso casa, Vicky fu silenziosa. Comportamento insolito per lei, che mi riempiva sempre la testa di chiacchiere.
‹‹Sei stanca?››, le chiesi.
Lei non mi rispose. ‹‹Credo di non avere nessuna possibilità con Jader››, disse invece.
Era per questo che non aveva aperto bocca? Non era nemmeno il tipo che si abbatteva per una stupidaggine del genere.
‹‹Come mai dici così?››
‹‹Che peccato, è proprio bello.››
‹‹È bellissimo.››
Victoria si girò di scatto verso di me. ‹‹Quindi ti piace?›› Sembrava molto eccitata.
‹‹Pensi che sia cieca?››
Fece una smorfia. ‹‹Ti ho vista mandare a quel paese così tanti ragazzi...non si può mai sapere con te.››
Le diedi un colpetto sulla spalla. ‹‹Dai, non esagerare.››
‹‹Quindi ti piace! Perché allora mi hai incoraggiata a provarci con lui?››
‹‹Io non ti ho incoraggiata a fare un bel niente! Fai sempre tutto da sola in questi casi.››
Vicky rise. ‹‹Hai ragione, hai ragione. Però potevi almeno dirmi che ti piaceva e avrei evitato...›› il suo cellulare prese a squillare. Lo tirò fuori dalla tasca e guardò per qualche secondo il display. Rifiutò la chiamata e infilò nuovamente il cellulare il tasca.
‹‹Chi è?›› 
‹‹Nessuno. Dormi da me stasera? Mangiamo una pizza e guardiamo un film.››
La vidi agitata. Ma se non voleva dirmi cosa le stava succedendo non sapevo come aiutarla. 
‹‹Va bene.››
Mi sorrise. Ci fermammo a prendere le pizze e trascorremmo il resto della serata sul divano avvolte nel tepore della coperta a guardare Pretty woman.

 
   
 
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