Stavo aspettando Violet nel seminterrato. Le avevo appena buttato dei
sassolini alla finestra quindi sarebbe scesa a momenti.
<< Tate
>> la sentii chiamarmi.
Mi avvicinai subito a
lei << Ciao >> appena la vidi non riuscii a non sorridere.
Lei mi abbracciò,
aveva un profumo così buono.
<< Oggi è
successo di tutto. Prima i poliziotti, poi lo schizzato che batte alla porta
dicendo che vuole dei soldi >> disse Violet.
Era spaventata, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Mi staccai
dall’abbraccio per guardarla negli occhi << Ehi, ehi, ehi succedono
sempre cose strane ad Halloween
>> le dissi cercando di tranquillizzarla << Sarà stato uno scherzo,
non preoccuparti, ci sono io. >>
Lei mi sorrise, quando sorrideva era
ancora più bella.
A quel punto mi ricordai della rosa e
gliela porsi facendo un passo indietro << L’ho dipinta di nero, so che
non ti piacciono le cose normali. >>
Lei rimase sorpresa << Sei il
primo ragazzo che mi regala un fiore >> mi disse.
Beh spero anche l’ultimo, pensai
sorridendo.
<< Grazie è bellissima >>
mi disse Violet.
<< Sei pronta per uscire con me?
>> ero stato fortunato, mi aveva detto di voler uscire con me proprio il
giorno di Halloween, l’unico giorno in cui potevo lasciare quella casa.
<< Si >> mi disse
sorridendo.
La portai nel mio posto preferito, la
spiaggia. Quando arrivammo mi disse che doveva fare una telefonata. Mi
allontanai un po’ lasciandole un po’ di spazio per parlare.
Andai sulla casetta del bagnino e
iniziai a fare un po’ l’idiota, sperando di farla sorridere.
<< In giro con degli amici
>> la sentii dire, feci finta di non sentire nulla, sapevo che suo padre
non voleva che uscisse con me.
<< Mi dispiace avrei dovuto
avvisarvi >> disse lei, magari non aveva detto nulla per stare con me,
aveva disobbedito per me.
Salii sulla ringhiera per sentire la
brezza accarezzarmi il viso, era tanto tempo che non uscivo da quella casa, mi
era mancato questo posto.
<< Non dirmi di tornare a casa..
>> disse Violet implorando.
No non volevo che andasse già via.
Scesi dalla ringhiera e andai verso di lei.
<< Erano dei ragazzini che mi
avevano fatto uno scherzo, sono scappati >> disse lei mentre le correvo
contro, mi sedetti vicino a lei e iniziai a baciarle il collo, magari così
avrebbe attaccato e sarebbe rimasta con me << Va bene d’accordo, ciao
>> disse lei attaccando il telefono e contemporaneamente smisi di
baciarle il collo.
<< Chi era? >> le chiesi.
<< Mia madre >> mi disse
lei, come se si vergognasse un po’.
<< Oooh
>> le dissi per prenderla in giro e subito dopo la baciai.
Era la serata più bella della mia vita
o non-vita, ero nel mio posto preferito con la ragazza che amavo, cioè credo di
amarla, non ho mai provato niente di simile per qualcuno. Iniziò a far freddo e allora le proposi di
accendere un fuoco. Non volevo andare via, volevo restare più tempo possibile
li con lei. Lei accettò e pensai che forse anche lei voleva stare ancora li con
me. Dopo acceso il fuoco non riuscii a resistere e la baciai ancora, mi stesi
su di lei e continuai a baciarla mentre lei mi accarezzava il viso, lei era la
cosa più bella che esistesse nel mondo e in quel momento era solo mia.
<< Lo voglio fare >> disse
lei staccandosi per un secondo per poi tornare a baciarmi e lentamente fece
scendere la sua mano.
<< No >> le dissi
sussurrando. Non potevo, non dopo quello che avevo fatto.
Le presi la mano e la guardai negli
occhi.
<< Scusa.. Credevo che..>>
mi disse lei.
Era rimasta male, non si aspettava un
rifiuto lo so, ma come potevo fare l’amore con lei se qualche giorno fa avevo
stuprato sua madre. Mi sentivo così terribilmente in colpa.
<< Te lo giuro >> le dissi
interrompendola << Violet, farlo con te è la
cosa che voglio di più al mondo, è la prima volta che mi succede con una ragazza
>> le dissi per consolarla.
<< Perché sei gay? >> mi
chiese lei.
Ok forse avevo usato le parole
sbagliate, ma lei non poteva sapere cosa avevo fatto.
<< NO! E’ che.. >> non
potevo dirglielo.
Mi alzai e mi sedetti accanto a lei.
<< Forse è colpa dei farmaci che
mi ha dato tuo padre >> le dissi. Era la prima scusa che avevo pensato
<< Hanno degli effetti collaterali. >>
Lei si alzò lentamente << Io me
ne vado. >>
No! No, no, no non voglio.
<< No, no! No Violet! >> le dissi prendendole una mano << Non
voglio andare via >> non voglio che tu vada via << Non ancora!
>>
Lei si sedette di nuovo accanto a me,
non sembrava molto convita ma ci stava provando. Io l’abbracciai forte e lei appoggiò la sua
testa sulla mia spalla. Restammo in silenzio per pochi secondi a fissare il
mare.
<< Venivo
sempre qui. Quando il mondo mi stava stretto, così stretto da togliermi il
fiato. Me ne stavo a guardare l'oceano, e pensavo "Andate tutti a fanculo". >> accennai una risata ripensando a
quando ero ancora vivo e venivo qui per sfogarmi << La scuola non conta
proprio un cazzo. Kurt Cobain, Quentin Tarantino, Marlon Brando,De Niro, Al Pacino, tutti hanno smesso
di andare a scuola. >> spostammo lo sguardo contemporaneamente. Lei
guardava me, io guardavo lei. Restammo guardarci per pochi secondi poi lei
appoggiò di nuovo la testa sulla mia spalla ed io la strinsi a me << Io..
odiavo.. quella scuola. Così venivo qui e guardavo questa infinita distesa di
acqua e mi dicevo "È questa la tua vita, tu puoi fare qualsiasi cosa, puoi
essere chi vuoi, chi se ne frega della scuola. È solo un puntino insignificante
della tua vita. Non farci caso.” >>
Sentivo il suo
sguardo su di me. Mi girai, mi stava fissando. Ma non come facevano tutti,
tutti quelli che pensavano che ero un tipo strano. Nel suo sguardo leggevo
comprensione, lei mi capiva, perché lei provava lo stesso. Non c’era bisogno
che dicesse nulla, quello sguardo aveva già detto tutto.
Salve!! Eccone
un’altra!! Io amo troppo Tate e Violet, e secondo me
Tate pensava queste cose durante questa scena. Spero che vi piaccia, perché
scrivere secondo il punto di vista di Tate per me è difficilissimo perché ha un
carattere complesso e credo che ognuno lo interpreti in modo diverso, ma
comunque spero che vi piaccia! Scusate se ci sono errori! E grazie a quelli che
leggono, commentano ecc ;) Un bacio :*