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Autore: the princess    02/09/2008    2 recensioni
-In ogni modo, hai trenta giorni a partire da oggi per conquistare la donna delle nevi…-. George alzò le sopracciglia, sicuro di sé. Forse troppo. [George Pansy]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo

Mancava poco più di mezz’ora all’inizio della lezione di Vitous con gli alunni del quinto anno di Serpeverde e Grifondoro, ma la giovane Parkinson occupava già il suo posto in prima fila.

Sfogliava meccanicamente le pagine del grande volume che ormai conosceva a memoria, ma le avevano sempre insegnato che neanche la perfezione è abbastanza per i Parkinson.

Mentre recitava una formula, alcuni rumori le fecero rivolgere lo sguardo verso la porta.

-Si può?-.

George era appoggiato allo stipite della porta, e sorrideva guardando la brunetta. Lei alla sua vista storse le labbra.

-Che ci fai qui Weasley?-.

-Credo di aver lasciato il mio libro di pozioni qui, l’ora prima…-.

-E cosa te ne fai tu di un libro? Da quando ai corsi per stupidi insegnano a leggere?- domandò acida, tornando alle sue pagine.

-Ma cosa abbiamo mangiato a pranzo? Pane e veleno?- chiese quello.

La sfida si stava rivelando più ardua del previsto.

-In ogni modo sono qui da un pochetto e sono sicura di non aver visto libri sparsi per i banchi…-.

-Che donna sicura di sé…-.

Nel dire ciò, fece scivolare dalla borsa un libro, senza farsi notare, per poi riprenderlo e sventolarlo.

-Ho distrutto le tue certezze Parkinson?- domandò sorridendo, accostandosi a lei per buttare uno sguardo al libro che quella leggeva con tanta apprensione.

Pansy per tutta risposta lo chiuse con forza.

-Non do molto peso a ciò che accade alle persone come te, Weasley…-.

-Piccola, piccola Pansy… quante cose hai ancora da imparare…- il Grifondoro le baciò la fronte e le scompigliò i capelli.

Senza rendersene conto la ragazza arrossì, e spalancò gli occhi imbarazzata.

-Cosa stai facendo pe.. pezzente?- domandò con la voce che tremava.

-Non mi dire che ti sconvolgi per così poco! E il tuo Dracuccio come fa… immagino quanti solitari si fa al solo tuo pensiero…-.

Lo sguardo imbarazzato di Pansy si tramutò in ira allo stato puro, prese il libro e lo scaraventò sul volto del rosso, che riuscì a schivarlo.

-Adoro le ragazze aggressive… ci rivedremo Parkinson!-.

Dicendo ciò uscì dalla classe.

La Serpeverde si ritrovò sola nella stanza, con un incantesimo fece avvicinare il libro alla banco, e aprendolo con vigore tornò a leggere quelle pagine logorate.

Lesse per qualche secondo prima di rendersi conto di non aver effettivamente letto nulla. Non riusciva a smettere di pensare a quell’idiota con i capelli rossi, ma la cosa più preoccupante era che nel pensarlo lo stomaco le si contorceva.

Era perché non sopportava il suo comportamento.

O almeno così si illuse che fosse.

Una piccola crepa si era appena formata su quell’aura di perfezione che circondava Pansy Parkinson.

 

-Uno a zero per George…- esclamò il rosso, entrando in camera da letto, prima di  buttarsi sul letto.

-È andata bene suppongo…- disse Fred, mentre dava un’ultima occhiata al più recente scherzo da loro inventato.

-Benissimo… è cotta, te lo dico io… devo solo mostrarle il mio charme e… Bang! Sarà mia…-.

-Ti prego non farlo più…-.

-Cosa?-.

-Bang!- lo imitò Fred con uno sguardo spaventato.

-In ogni modo… secondo me non è così male quella povera ragazza…-.

-Vedi quello che devi fare fratellino…- l’altro tornando serio, scosse la testa.

-Cioè?-.

-Hai capito…vedi di non prenderti una cotta per lei…-.

-Ma va! Tu mi conosci, sai che non sono il tipo da cotta..!-

-Giusto, giusto…-.

-Quindi ora fammi gongolare un altro po’…-

I due risero.

 

-Ma signorina Parkinson non riesco a capire…-.

-Cosa non capisci Elizabeth?-.

Bionda, occhi verdi, intelligente… se non fosse per la tendenza al gallinaceo Elizabeth avrebbe potuto essere una degna sostituta della cara Pansy.

-Non abbiamo sempre detto che una vera Serpeverde ottiene sempre quello che vuole? Se sì perché lei ora ci dice che dobbiamo rispettare una “scala sociale”…-.

Questa domanda provocò dei sussurri che si zittirono immediatamente appena Parkinson iniziò a rispondere.

-Semplice… anche noi infondo abbiamo delle nostre regole… tu permetteresti mai che una ragazzina inesperta si appropriasse del tuo posto non so… al ballo annuale… che fosse presentata prima di te durante una delle sere più importanti della tua vita?-.

-Certo che no-.

-Esattamente… e questa cosiddetta scala, deve essere rispettata anche in altri ambienti-.

Tutte annuirono.

Ovviamente non era completamente vero.

Lei per arrivare dov’era arrivata dovette calpestare numerosi piedi, anche di persone più alte di lei in questa scala.

Ma mai dare delle idee così rivoluzionarie a delle menti così giovani…

-Credo che per oggi abbiamo finito… domani vi spiegherò come comportarsi durante un party…-.

La ciurma di Serpi si alzò e trepidanti si diressero verso l’uscita della sala grande.

Pansy allora decise di dedicare un po’ di tempo a non far nulla… tra la scuola, Draco, e queste ragazze non riusciva neanche più a fare la cosa che le piaceva di più: leggere.

La lettura era sempre stata importante nella sua famiglia.

La biblioteca era la stanza più ampia della casa, e conteneva migliaia di volumi che comprendevano i più svariati generi.

Già da piccola aveva provato una grande passione verso la filosofia… quella strana “materia” babbana che però l’affascinava moltissimo.

Già a tredici anni leggeva Platone con disinvoltura, e si accingeva allo studio di Aristotele.

Avrebbe tanto voluto conoscere quei babbani tanto geniali… quanto fantasiosi certe volte.

Ma era una cosa di cui non aveva mai parlato con nessuno.

Serpeverde e Babbani… non era concepibile come associazione.

Prese dalla borsa un volume di un famoso filosofo del 900… un certo Nietzsche.

Aprì la prima pagina e iniziò a leggere.

-Parkinson sta sera organizziamo una festa nella stanza delle necessità… andiamo insieme, no?-.

Draco le si era accomodato accanto , e le aveva baciato la guancia destra, mentre la poneva davanti a fatti compiuti.

-Beh hai fatto tutto tu.. quindi credo di non avere scelta…-.

-No, Pansy ti prego non riattaccare con la solita tiritera… vuoi venire si o no? Sai quanto ci metto a trovare un’altra da portare?-.

-Non fare lo sbruffone, sappiamo entrambi che nessuno sarebbe al mio livello… o al tuo…-.

Quello alzò le sopracciglia.

-Alle otto al dormitorio… e non fare tardi…-.

La baciò e si volatilizzò velocemente.

Quella sbuffò, roteando gli occhi all’idea della serata che le si prospettava davanti.

Oche che flirtavano con Draco, lei che lo riprendevano, loro che litigavano, sesso rappacificatore e sveglia alle otto per prepararsi alle lezioni.

Routine.

-Parkinson il tuo lancio mi è rimasto impresso… ti ha mai detto nessuno che potresti avere un futuro nel Quidditch?-.

George saltando si era accomodato sul tavolo, accanto al libro di quello strano filosofo mai sentito prima.

-Weasley la tua vista mi illumina d’immenso…- commentò sarcasticamente.

-Troppo gentile, mi farai arrossire…-.

-No, altro rosso su di te? Assomiglieresti più ad un pomodoro che ad un essere umano, lo sai vero?-.

Con un balzo il Grifondoro le si sedette accanto, e avvicinò pericolosamente il viso al suo.

-Porti gli occhiali Parkinson?- le domandò tutto ad un tratto.

Quella scosse iniziò a negare, forse con troppo entusiasmo.

-Perché me lo chiedi?-.

-Hai una fossetta sul naso… è minuscola… ma c’è… e di solito quelli che portano gli occhiali ne hanno una identica…-.

-Ti sbagli, non insistere, non tocchiamo più questo argomento… anzi non tocchiamo più nessun argomento... che ci fai ancora qui?-.

La velocità con la quale aveva pronunciato quelle parole aveva fatto corrugare il viso di George che pensò bene di cambiare discorso.

-Aaallora… cosa stiamo leggendo?- domandò curioso, appoggiando una mano sulle pagine, evitando che quella, come l’ultima volta, le chiudesse di scatto.

-Niente che il tuo stupidi neuroni possano capire…-.

-Mettili alla prova Parkinson!- finse di concentrarsi, costringendo la ragazza a trattenersi dal ridere.

-Nietzsche… hai minimamente idea di chi sia? Non concentrarti troppo… che il cervello potrebbe…-.

-Un filosofo… no?- la interruppe lui, scrollando le spalle.

Un espressione sorpresa apparve sul volto della Serpeverde.

-E come fai a saperlo?-.

-Mio padre ha portato qualche libro di filosofia anni fa… e quando si rimane per settimane chiusi in punizione… leggere di quegli uomini strani è un ottimo passatempo…-.

-Weasley… questo non me l’aspettavo da te…- si fece sfuggire la ragazza, scrollando la testa.

-Mi conosci troppo poco Parkinson per pensare di aspettarti o no qualcosa…-.

-È proprio vero sai…- non riuscì a trattenersi la giovane Serpi, e fece seguire uno sguardo languido alle parole.

-Beh in ogni modo, ora ti lascio alla tua lettura… niente bacio questa volta… la mia coordinazione oggi è scarsa non vorrei finire in infermeria…-.

-Scelta  saggia Weasley… ci vediamo…-.

-Lo prendo come una promessa!-.

E sorridendo, come al solito, si allontanò, voltandosi un paio di volte a guardarla.

Pansy si chiese varie volte se a quel nuovo bacio avrebbe reagito in diverso modo…

Salve a tutti!

Grazie per aver concluso anche questo capito... spero vi sia piaciuto!

Aspetto i vostri commenti!

The Princess vi saluta.

  
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