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Autore: Reika_Stephan    17/07/2014    0 recensioni
Dal quarto capitolo:
Lui mi attirò a se con un braccio e mi baciò con passione.
'Ti amo, Anne. Davvero, non riuscirei a immaginare nessun'altro con me in questo momento'
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Determinato, invadente, fastidioso ma ADORABILE rompiscatole!


Ora, lo so che la fortuna non è mai dalla mia parte ma perchè diamine doveva arrivare il diluvio universale proprio quando sono ormai fuori da scuola, a metà strada per arrivare a casa, a piedi e senza ombrello? Presi a correre poi, dopo una quasi mortale scivolata lasciai perdere e decisi che tanto valeva che mi bagnassi fradicia.
‘Anne!’
Cosa, come e perchè?!
Mi voltai.
Era a due centimetri da me, mi copriva col suo ombrello, ghignava come un idiota.
‘Grazie’, dissi sospettosa ‘che ci fai qui?’
‘Torno a casa, mi sembra ovvio’
‘E tua sorella?’
‘E' con Adam, dove abiti?’
‘Proprio lì!’ Dissi indicando casa mia che si intravedeva da lontano.
‘Lì?!’, disse incredulo ‘Oh, non ci credo!’, si fermò di scatto.
‘Che c'è che non va?’
Si passò una mano nei capelli, riprendemmo a camminare e sospirò:
‘Hai presente l'entrata sul retro? Dal giardino?’
Annuii sorpresa: ‘Come..?’
Mi interruppe: ‘Casa mia è un pò distante, ma quando mi va di stare per i fatti miei faccio una corsetta, arrivo davanti alla casa disabitata - che ora non potrò più chiamare così -, entro dal retro, mi arrampico sull'albero del giardino e me ne sto lì, on'oretta o due. Da piccolo cercavo di immaginare com'era la casa all'interno, più di una volta ho tentato di entrare ma era tutto ben chiuso. E' diventata un'abitudine ma ora.. Non posso crederci, abiti lì! Ho sempre pensato che un giorno l'avrei comprata, e ci avrei vissuto io, magari con una compagna o non so..’
 Ero sbalordita: aveva un volto così serio, così.. Tra il sorpreso e il deluso.
‘Immagino che dovrò rivedere le mie abitudini’, disse fingendo indifferenza.
Mi irritai e mi fermai di botto.
‘No. Non devi rivedere niente’.
Mi fissò sopreso : ‘Che vuoi dire?’
Mi fissai i piedi: ‘ Vieni pure. Mi madre non è quasi mai a casa, lavora fino a tardi, a volte torna il giorno dopo. Ha fatto riparare l'ingresso sul retro ma posso darti una copia delle chiavi, non mi darai fastidio seduto sull'albero.. Non mi piace l'idea di averti, quasi rubato un sogno o roba così..’, poi un'idea mi fece alzare la testa di scatto :
‘ Senti vuoi..’, mi bloccai a metà frase guardando la sua espressione: un misto di stupore, incredulità e sollievo - soprattutto sollievo -. Si aprì in un enorme sorriso, - il primo che gli vedevo, di solito ghignava - tanto radioso che mi fece arrossire e mi sorprese quando mi abbracciò di slancio
‘Grazie Anne, grazie!’ , ripeteva tenendomi stretta e dondolando sul posto.
Rossa dalla testa ai piedi- almeno quanto bagnata visto che l'ombrello non ci copriva più - e imbarazzata, gli diedi qualche pacca sulla spalla: 
‘Si, certo, di niente, adesso però staccati e raddrizza quell'ombrello!’
Lui rise: ‘Hai ragione, scusa! Siamo bagnati fradici adesso!’
‘ Ecco stavo dicendo - e ti prego, non abbracciarmi di nuovo, altrimenti cambio idea - ’ e gli lanciai un occhiata di avvertimento del tipo se-ci-riprovi-ti-ammazzo ‘stavo dicendo che adesso puoi vedere com'è..’, lui continuò a fissarmi confuso. ‘ Intendo dall'interno.. Hai sempre voluto vederla no? In effetti è bellissima, qualche ragnatela di qua e di là ed è piena di scatoloni, devo ancora sistemare e mia madre non ha mai tempo ma...’
‘ Davvero? Posso?’
Si stava trattenendo visibilmente dall'abbracciarmi un'altra volta. Era buffissimo con quell'espressione da ti-adoro-ma-meglio-che-sto-fermo.
Scoppiai a  ridere e quando ripresi fiato risposi: ‘Si, puoi. Andiamo sbrigati!’
Lui mi seguì e mi sorrise radioso. Mio malgrado non resistetti dal ricambiare il sorriso.
‘Hai una risata bellissima, Anne’  disse ghignando e quell'improvviso cambio di discorso mi sorprese ‘E il tuo sorriso, è anche meglio’.
Avrei detto lo stesso del suo.
Scacciai quel pensiero.
‘Non dovresti andare in giro sempre seria e imbronciata se hai un sorriso così’
‘Senti chi parla, stai sempre lì a sghignazzare!’
‘ E' solo con te che lo faccio, mi viene naturale.’
‘Il tuo sghignazzare mi irrita, quindi se non lo fai abitualmente dovresti evitarlo anche con me!’
‘Mi diverte troppo, è più forte di me’
Sbuffai : ‘ Avevo quasi dimenticato quanto riuscissi ad essere fastidioso’
‘ E' che la tua espressione irritata è adorabile, anche se il tuo sorriso è imbattibile’
‘ Se sorridessi anche tu più spesso, invece di sghignazzare e prendermi in giro potrei trovarti adorabile anch'io e magari sorriderei di più’ .
Ops.
‘Ooh! Quindi trovi adorabile il mio sorriso?’, disse trionfante.
‘Non ho detto questo’, negai imbarazzata ‘intendevo dire che sei snervante con tutti quei ghigni che ti porti dietro. Siamo arrivati!’
Lui distolse la sua attenzione da me e guardò la ex casa disabitata in cui fin da bambino sognava di entrare e sorrise di nuovo, al settimo cielo.
Adorabile, ammisi a me stessa, dannatamente adorabile.
 
Eravamo entrati, gli avevo mostrato l'entrata, il salotto, la cucina, lo studio con una mini biblioteca, il bagno, il piano di sopra, la stanza degli ospiti, quella che era diventata di mia madre e la mia.
Lì, si era affrettato verso la finestra e l'aveva spalancata. Di fronte c'era il suo albero.
‘ Non sai quante volte ho provato ad aprirla da fuori. C'è uno spiraglio, lì all'angolo, ci spiavo dentro, e ogni volta immaginavo di vedere la stanza. In realtà non si vedeva niente. Questa sarebbe stata la mia stanza preferita’
Lo fissavo rapita: ‘Non sono mai stata in posto tanto a lungo da potermi fare dei veri ricordi, da potermi creare un posto.. insomma un sogno tutto mio’
Si voltò a guardarmi: ‘ Ora puoi. Ci sei dentro, alla casa dei sogni - almeno dei miei -. Falla diventare tua.’
‘ Questa stanza è, almeno un pò, degna della tua immaginazione?’
‘ E' bellissima, resto convinto che sarebbe stata la mia stanza preferita’
‘ Appena l'ho vista ho detto a mia madre che sarebbe stata la mia camera, mi ha catturata, e' così luminosa.. Odio l'idea di averti rubato un sogno’.
‘Magari invece di rubarlo puoi renderlo migliore, chissà! In fondo mi hai fatto entrare, se non fossi arrivata non avrei potuto, diciamo che sto condividendo il mio sogno con te e per ora non mi dispiace’
Gli sorrisi, ‘Un'altra stanza che mi affascina molto è lo studio’
‘ Sì, piace anche a me, chissà da quanto tempo quei libri sono lì! Questa casa era già disabitata quando sono nato e i miei si sono trasferiti in questo quartiere poco tempo prima e non ci abitava nessuno. So solo che chi ci abitava l'ha venduta ad un uomo che non e' mai venuto ad abitarci, anche se di tanto in tanto veniva a dare una ripulita e a controllare che fosse tutto a posto e poi.. L'hai comprata tu! E finalmente la vedo!’
‘Ti va di esplorare la libreria? Magari troviamo qualcosa di interessante..’
‘ Mi piacerebbe molto!’
 
La libreria era stracolma di favole e fiabe - doveva averci abitato un bambino -, di romanzi, enciclopedie.
A un certo punto ci accorgemmo anche che la libreria si apriva e ci ritrovammo in un salottino, con la finestra sbarrata, pieno di ragnatele.
Decidemmo di tenerlo per noi, era forte avere un ”posto segreto“. Non che fosse difficile nasconderlo a mia madre, che passava più tempo a lavoro che a casa.
Ripulimmo per bene il salottino e si fece tardi.
‘Mi sa che mi tocca andare, Anne!’
‘Certo, vai pure! A domani!’
‘Magari ti faccio una visitina più tardi, tieniti a portata d’orecchio, busserò alla tua finestra!’
Mi fece l’occhiolino e si avviò, io alzai gli occhi al cielo. Sogno o non sogno, avrei dovuto sopportarlo per parecchio tempo.
‘Anne!’, era all’altro lato della strada e svetolava le chiavi del piccolo cancello sul retro: ‘Grazie!’
Risi divertita e lo salutai con la mano. Già, dannatamente adorabile.
   
 
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