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Autore: Reika_Stephan    14/07/2014    0 recensioni
Dal quarto capitolo:
Lui mi attirò a se con un braccio e mi baciò con passione.
'Ti amo, Anne. Davvero, non riuscirei a immaginare nessun'altro con me in questo momento'
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Primo giorno.

Il cielo era nuvoloso quella mattina di Novembre e mi aspettavo di sentire la prima goccia di pioggia da un momento all’altro. Affrettai il passo perchè non avevo l’ombrello con me e non era il caso di arrivare fradicia il mio primo giorno nella nuova scuola.

Quando alla fine varcai l’entrata dell’istituto, la pioggia non aveva lasciato che qualche goccia sul cappuccio della mia felpa che abbassai guardandomi intorno. Avevo camminato fra quei corridoi il pomeriggio prima, insieme a mia madre, quando avevo incontrato la preside per discutere del mio trasferimento. Quest’ultima non aveva avuto nulla di cui obbiettare dato il mio buon rendimento scolastico, inoltre sosteneva che dato che le lezioni erano cominciate da poco più di due mesi, non avrei trovato nessuna difficoltà a mettermi in pari con il programma. Così ,consegnandomi l’orario delle mie lezioni, mi aveva augurato un buon anno scolastico.
Oggi era mercoledì e dovevo raggiungere l’aula di Chimica, che avevo alla prima ora. Prima che potessi pormi il problema di come orientarmi, una ragazza mi si parò davanti.
Era alta, aveva i capelli ricci lunghi e neri e mi fissava con due occhi di ghiaccio. Era un pò l’opposto di me che non ero tanto alta e avevo i cappelli lunghi, marroni, lisci ma scompigliati e gli occhi scuri.
'Buongiorno. Tu devi essere la nuova arrivata, io sono Christine. La preside mi ha chiesto di aiutarti ad ambientarti.'
'Grazie. Mi chiamo Rose, in realtà Roseanne ma lo odio. Insomma, piacere'.
Mi rivolse un enorme sorriso: 'Piacere mio, Rose. Ora, hai Chimica la prima ora vero?'
'Sì, infatti. Stavo appunto cercando l’aula giusta ma...'
'Ma non avevi idea di dove andare giusto?', mi interruppe lei: 'Beh, non preoccuparti. Sono qui per questo. Dunque da quella parte abbiamo ...'
Mi spiegò come trovare ogni singola aula, mi indicò il mio armadietto, dove depositai i miei libri, e infine mi condusse nell’aula di Chimica appena due secondi prima che la campanella suonasse. Lì molti si voltarono incuriositi ma l’arrivo dell’insegnante li distrasse abbastanza da permettermi di raggiungere un posto libero senza imbarazzo. Il professore in questione, era molto severo, dunque ringraziai il cielo di essere un asso in Chimica o sarebbe stato veramente terribile come primo giorno dato che mi fece una sfilza di domande, una dietro l’altra, per verificare la mia preparazione. Anche Christine seguì la lezione di Chimica e mi informò che seguivamo più di una lezione insieme perchè eravamo allo stesso anno.

Il resto delle lezioni passò tranquillamente anche se, quando Christine - dopo tre lezioni che avevamo seguito insieme - mi aveva salutato dicendo che doveva andare dalla parte opposta, mi ero fatta prendere un pò dal panico.
Tutta quella preoccupazione fu del tutto inutile visto che ricordavo perfettamente dov’erano le classi che mi aveva indicato prima delle lezioni e non feci alcuno sforzo a ritrovarle da sola.
Durante una delle lezioni che non condividevo con lei avevo perfino fatto amicizia con altre persone: Logan e Emily, il primo con i capelli ricci, scuri e con gli occhi verdi, fisico da atleta, la seconda con lineamenti delicati, capelli lisci corti e castani e con gli occhi scuri – due tizi pazzeschi che mi si pararono davanti, stringendomi la mano a turno e presentandosi : 'Piacere, Rose, piacere! Sai quando c’è un nuovo arrivato siamo sempre curiosi di scoprire chi è, e dopo averlo osservato decidiamo se farcelo amico oppure no!' disse Logan, che ricevette una bella gomitata da parte dell’altra, Emily : 'Così ci fai quasi sembrare due opportunisti! In realtà, questo idiota, voleva dire che osserviamo i nuovi arrivati per capire se possono esserci simpatici o no. Ti abbiamo osservato Rose, e siamo arrivati alla conclusione che diventeremo ottimi amici!'.
'Oh ', avevo detto , ancora un pò confusa, dato il loro eccessivo entusiasmo, 'capisco. Ma, ehm, permettete una domanda?'.
'Certo!', risposero in coro. 'Siete fatello e sorella o solo amici? O forse state insieme?' , loro scoppiarono a ridere:
'Chissà perchè ce lo chiedono tutti! Beh in effetti siamo un pò tutte le cose che hai detto! Siamo amici di infanzia, siamo cresciuti insieme come fratello e sorella e stiamo anche insieme!' -.
Poi Victoria, o Vick, come la chiamavo Emily e Logan, capelli neri, lunghi, occhi castani - una tipa un pò lugubre, che diceva sempre cose strane sul senso della vita e che quando gli parlavi sembrava riconettersi al mondo sopresa che qualcuno le rivolgesse la parola. Me la presentarono loro due, dicendo che era davvero un persona divertente e interessante e anche se la maggior parte degli studenti la pensava, evidentemente, in modo diverso, dato la sua indole solitaria, io ero daccordo con loro: parlare con lei era davvero divertente - e infine, Adam, Oliver e Christopher.
Erano tutti e tre compagni di squadra di football di Logan - che quando li vide mi trascinò praticamente da loro per presentarmi -, tutti con un fisico invidiabile. Adam avevi i capelli corti scuri e ricci, gli occhi ugualmente scuri, Oliver era biondo, occhi celesti, Christopher aveva i capelli neri disordinati, ma affascinati, gli occhi di ghiaccio, una tonalità che avevo già visto in Christine, che era sua sorella e che di fatto era insieme a loro.
Tornando alla presentazione, Logan mi trascinò da loro e – dopo avermi indicato il nome di ognuno - mi presentò dicendo: 'Ragazzi, lei è la nuova arrivata, Rose. In realtà si chiama Roseanne, ma preferisce così.'
Gli altri all’espressione "nuova arrivata", smisero di parlare e mi osservarono. Il primo a replicare fu Adam:
'Allora ha passato il test?', disse alludendo al fatto che quei due avevano l’abitudine di analizzare i nuovi arrivati e in caso positivo, farseli amici.
'Non è un test, Adam,' disse Emily, avvicinandosi con Vick, 'ma ci è simpatica! Anche Vick è daccordo, vero Vick?'
Quest’ultima si riscosse : ' Roseanne, ' disse lei, pronunciando per bene il mio nome completo, ' mi sembra una persona molto intelligente. Oh, ha smesso di piovere. Non trovate che la vita sembri molto più piacevole quando c’è il sole?'.
Emily sorrise: ' Visto? '
' Sono un pò invidioso, ehm, Rose, giusto? Se chiedo a Vick cosa pensa di me, mi risponde che sono un bravo ragazzo, ma davvero tonto e imbranato', disse Oliver guardandomi curioso. Adam intanto si era avvicinato a Christine che gli aveva preso la mano – per cui dedussi che tra lei e Adam c’era una relazione – e cominciarono a ridere dicendo : ' Lo sei! '.
Christopher - o Chris, come si faceva chiamare – mi studiava ancora, poi disse ilare:
' Allora Anne, come mai ti sei trasferita qui?'
Perplessa, elencai mentalmente i nomi di tutti i presenti, ma proprio nessuno si chiamava Anne. In più stava chiaramente guardando verso di me. Rose-anne.
Mai nessuno mi aveva chiamata così. A volte la mamma mi chiamava Rosy ma Anne mai.
' Ecco ... per ... per mia madre ... per il suo lavoro ... ci .... spostiamo spesso .. perchè mi chiami Anne? ', chiesi aggrottando le sopracciglia.
Lui scrollò le spalle : ' Mi piace così. Quindi cambi scuola di continuo? '
Ancora accigliata risposi : ' Sì. Ma questa volta mia madre conta di poter rimanere qui almeno fino a quando mi diplomerò. Odio trasferirmi. '
' E perchè questa volta dovrebbe essere diverso dalle altre? ', disse ghignando e rivolgendomi uno sguardo ch stava tanto per “Oh povera ingenua!”
Non capivo dove voleva arrivare, era comunque un problema mio, no?
' Gli hanno assicurato che questa volta non sarà così. Non l’avevano mai fatto, ergo: rimarrò qui per parecchio tempo ', risposi un pò indispettita: che ne voleva sapere lui?
Annuì poco convito, continuando a ghignare, mentre la campanella suonava: solo un’ora e sarei potuta tornare a casa.
Consultai il mio orario: Matematica. Ci separammo, ognuno diretto verso la propria aula. Io fui l’ultima, visto che dovetti consultare l’orario e con mio disappunto ricordai che l’aula in questione era anche abbastanza distante. Mi affrettai verso l’aula e quando arrivai, il professore mi sorrise ed esclamò: ' Oh, tu sei la nuova arrivata! Benvenuta! Non preoccuparti so che i primi tempi può essere complicato ricordarsi le aule, va pure a sederti!'

Ecco, sapevo di non essere una persona fortunata anzi, avevo ormai da anni accettato il fatto di essere perseguitata dalla sfiga, ma non era possibile che in tutta l’aula, l’unico posto libero doveva essere proprio vicino a lui. Notai anche Adam e Christine, seduti vicini, agli ultimi banchi.
'Oh, Anne sei gentile a sederti qui accanto a me!',disse ghignando in quel suo modo odioso.
Alzai gli occhi al cielo: ' Se avessi avuto scelta, di certo non l'avrei fatto'.
' Andiamo Anne, mi conosci da meno di un’ora e già mi giudichi?'
' Non giudico nessuno, ma di certo la prima impressione che mi hai dato è quella di un’invadente rompiscatole'.
Represse una risata e commentò : 'Farò del mio meglio per farti cambiare idea '
'Sarei sorpresa se ci riuscissi, sono piuttosto convinta di quello che penso'
'Oh può anche darsi che tu abbia ragione, ma ci sono molti aspetti di me che non conosci, potrei riverlarmi molto più sopportabile di quanto sostieni, non credi?'
' Tutto può essere, ma neanche tu conosci me, cosa ti fa pensare che ti darò la possibilità di farti conoscere meglio?'
' Vick dice che sei intelligente e lei non sbaglia mai, dunque una persona intelligente non dovrebbe giudicare una persona prima di conoscerla davvero, no?'
Sorrisi, mio malgrado: 'Vedremo'.
Restava un invadente rompiscatole. Un determinato, invadente rompiscatole. Anche molto carino e affascinante con quei capelli più disordinati dei miei, e ... ma questo non centrava niente.

   
 
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