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Autore: Tomorrowlandgirl    17/07/2014    0 recensioni
Un amore celato, delle amicizia già predestinate a nascere, dei poteri fuori dal comune. Questa è la storia di Allison. Del suo segreto, che dovrà tenere ben custodito per non perdere ciò che ha appena riconquistato. Se lo dovesse fare, le conseguenze si potrebbero rivelare inaspettate. Cosa si cela dietro la lotta tra bene e male, tra Sagred e Remote? Ma soprattutto, chi sarà il vero nemico?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devon Jade by *0x4fffwhite | via Facebook  " I'm Henrietta Dolls"













 

Nei giorni successivi al nostro test attitudinale, e alla consegna quindi delle nostre prime armi, gli allenamenti in casa Towls si fecero più duri, ma meno frequenti.

Lelfia era determinata a sviluppare anche le nostre conoscenze, sia per quanto riguarda i poteri, sia riguardo il nostro mondo.

Fu come tornare a scuola: la mattina, in giardino, si tenevano le lezioni sulla politica e sulla società Sagred; il pomeriggio lo trascorrevamo nella Room Handlers per sviluppare le nostre doti magiche sino al tramonto, quando iniziavamo gli allenamenti con le armi.

Era davvero dura; Lelfia si rivelò infatti un insegnante totalmente inflessibile, e durante le sue spiegazioni ed esercitazioni non lasciava spazio a giochi e risate.

Ma nessuna di noi, d'altronde, era tentata dalle distrazioni; il nostro obiettivo era quello di apprendere il più possibile, perchè sapevamo che il tempo stava per scadere e che ben presto sarebbero arrivati guai più seri, in cui ci occorrevano sia i nostri poteri, che la forza fisica e mentale.

Ben presto scoprii che non ero totalmente priva di magia; quel residuo dei miei poteri, che quasi un mese prima mi aveva permesso di mostrare le ali di luce alle ragazze, si rivelarono più efficaci di quanto immaginassi.

Certo, non potevo controllare il fuoco, ne recitare formule, ma all'occorrenza ero ancora in grado di evocare incantesimi di invisibilità, di protezione, ma soprattutto riuscivo ancora ad emettere il fischio, ovvero una richiesta mentale di aiuto in grado di raggiungere grandi distanze. Non potevo attaccare, ma almeno potevo difendermi ed evitare di essere un peso per le altre durante le battaglie future.

Liz, invece, era sorprendente; beccai Lelfia stessa, più volte, mentre la osservava incuriosita durante gli esercizi di magia.

Ed era difficile vedere Lelfia sorpresa; era gioviale e allegra al di fuori degli allenamenti, ma mai particolarmente interessata a qualcosa. Sembrava sapere sempre tutto grazie ai suoi secoli di esperienza.

Eppure, questa volta anche lei era stata colpita da Liz.

Quando in giardino si esercitava nel controllo del suo elemento, non c'era un solo fiore o albero che le resistesse: tutti iniziavano a convergere verso di lei, e ogni animale o insetto si zittiva al suo comando mentale.

Si sollevava da terra, il marchio le si illuminava e una grande sfera di luce bianca la avvolgeva.

Divenne abile a sparire e riapparire alle spalle dell'avversario: una volta, in uno scontro con Sum, scomparve davanti ai nostri occhi per poi comparire su un ramo d'albero alle nostre spalle ed atterrarle addosso, mettendola completamente KO. Iniziò ad usare gli attacchi di confusione mentale, per sorprendere il nemico e abbatterlo.

Nessuna formula nuova sembrava metterla in difficoltà; il suo scudo mentale divenne ben presto un'inespugnabile barriera di acciaio.

Contrariamente a Sum, che invece continuava a lasciare buchi nel suo muro mentale; le riusciva difficile infatti tenere a bada tutte le voci che sentiva nella sua testa, da quando aveva scoperto di essere una leggimente. Lelfia le insegnò a controllare i pensieri estranei, ad ammetterli e non tra i suoi.

Ma non solo; le insegnò come volare, sfruttando le correnti d'aria create da Sum stessa.

All'inizio era terrorizzata; ma, già dopo la prima volta, Sum non smise più di volare. Era, letteralmente, nel suo elemento.

Spesso, al tramonto, alla fine degli allenamenti, veniva da me, sfinita, per chiedermi di renderla invisibile, per volare tranquillamente nel cielo bruno insieme agli altri stormi. Arrivò al punto che non camminava, ma si muoveva quasi in punta di piedi, sospesa a pochi centimetri da terra grazie alle sue correnti.

Era diventata velocissima; non solo infatti era leggerissima, quasi avesse le stesse ossa cave degli uccelli, ma sapeva sfruttare bene i suoi poteri per avere una sorta di spinta ed essere così più veloce.

Imparò il blocco, ovvero a sfruttare le pressione dell'aria per bloccare i suoi avversari; imparò a controllare le nuvole, e decidere quindi del tempo. Si stava trasformando pian piano in una temibile dominatrice dell'aria, soprattutto grazie ai suoi poteri di leggimente, non ancora del tutto completi, che le avrebbero garantito la conoscenza delle mosse avversarie in battaglia.

Tuttavia, se con Liz e Sum, Lelfia non aveva dovuto faticare per cercare di ottenere buoni risultati, con Faw dovette impiegare il doppio del tempo senza ottenere nessun risultato.

Faw era frustrata, i suoi poteri tardavano a mostrarsi. Non riusciva a controllare l'acqua, ne l'energia; non le riuscivano le formule e gli incantesimi, e non sembrava avere nessuna attitudine naturale.

Eravamo tutte preoccupate; persino Lelfia non si spiegava perchè non avesse poteri.

Faw, dal canto suo, si impegnava giorno e notte; la sua tenacia era davvero eccezionale.

Non piangeva mai; si arrabbiava con se stessa, si sfogava con i suoi adorati pugnali, e poi tornava ad esercitarsi con i suoi poteri, senza successo.

Nemmeno io riuscivo a capire; non mi ricordavo di casi simili, quindi speravo che fosse solo un “ritardo” della comparsa. In fondo, una volta Faw aveva usato i suoi poteri per evocare una sfera di luce, nei sotterranei del Grillo Ubriaco durante l'attacco dei Seeker.

Cos'era cambiato, da allora?

  

                                                                                                                         ***

 

 

Una sera, dopo aver fatto una breve doccia post-allenamento, scesi in cucina alla ricerca di un bicchiere d'acqua, e notai che Lelfia era ancora sveglia, con la sua solita tazzina intenta a sorseggiare the sulla veranda.

Aveva uno sguardo pensieroso, quasi serio e incupito.

Mi avvicinai, e ancora prima di aprir bocca, lei mi anticipò dicendomi: -Che ci fai ancora sveglia, piccola Wintson? Sei sicura che sia il momento adatto per pormi le tue domande?- soffiò sulla tazzina bollente.

Mi sedetti affianco a lei. -Lelfia, io credo che tu... conosca i miei genitori. O sbaglio?- chiesi a bruciapelo.

La tazzina si bloccò a metà strada.


-Cosa te lo fa supporre?-


-Beh, credo il fatto che a volte parli delle mie origini proprio come se le conoscessi, come se sapessi come sono fatti i miei genitori... sai che intendo.-


-Interessante...-posò la tazzina, continuando a guardare avanti a se.- Ma io conosco tutto e tutti, cara, quindi questo non significa che io li abbia per forza conosciuti.-


-Secondo me si invece. Non lo so, ho come l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa al riguardo.-


-Ogni cosa a suo tempo, mia cara.-


Non insistetti, sapevo che sarebbe stato inutile.


-Lelfia, perchè ci stai aiutando?-


Lei si girò a guardarmi e sorrise.


-Perchè sono dalla vostra parte.-


-Ma, in che senso? Io sapevo che gli Invisibili preferiscono non immischiarsi in queste faccende di angeli e demoni.-


-Infatti, ma questa volta non riguarda solo i Sagred o i Remote. C'è in gioco una posta più alta.-


-Ma di cosa stai parlando?- non riuscivo proprio a capire.


-Ogni cosa a suo tempo- disse di nuovo, per poi darmi un buffetto sulla guancia. La odiavo quando faceva così la difficile.


-Ora vai a dormire, che è tardi. Marsh!- mi ordinò ridendo. Così mi alzai e tornai in camera, ancora più confusa di prima.

Cercai di dormire, ma le sue parole continuavano a scuotere i miei pensieri, tenendomi sveglia. Ad un tratto riuscii però ad addormentarmi, sprofondando nelle mie visioni.

La solita voce profonda, accompagnata dall'oscurità più totale, mi mise in guardia: presto, i Seeker ci avrebbero raggiunto a casa della stessa Lelfia. Se fossimo rimaste lì, ci avrebbero catturate, e tutto sarebbe finito ancora prima di iniziare.

Mi svegliai di soprassalto; ormai era l'alba, e tra le fessure delle serrande penetrava una calda luce arancione e dorata. Buttai per aria le lenzuola, e corsi in camera di Lelfia; ma lei non c'era. Preoccupata, feci le scale due a due, la cercai in cucina, nel salotto, nel suo studio; poi, finalmente la trovai.

Era in giardino, intenta ad estirpare alcune erbacce dalle aiuole.


-Ehi, fiorellino, che succede?- si rizzò in piedi, posò le tenaglie e inclinò leggermente la testa di lato, come un gatto.


- Ho avuto una visione!- risposi, mentre cercavo di riprendere fiato.


-Bene, siediti e raccontami tutto.-

 

                                                                                                                            ***

 

Una grande teiera azzurra occupava il centro del tavolino da the nel salotto di Lelfia. Tutte e cinque eravamo rinchiuse nella nostra preoccupazione, e nessuna osava fiatare, in attesa del responso dell'Invisibile.


Lelfia, seduta con la testa fra le mani, aveva le sopracciglia aggrottate, ed il broncio di un bambino.

Ad un tratto mi guardò con i suoi occhi profondi e violetti. - Non potete più restare qui, mi pare ovvio. E' tempo che andiate.-


Sum alzò lo sguardo da terra, terrorizzata.


-I Seekers verranno. E' solo questione di tempo.- si alzò, e andò a spegnere le luci. Abbassò tutte le serrande e chiuse le tende.

Poi si posizionò al centro della stanza, e dalle sue mani si sprigionò un globo di luce di un rosso intenso.


-Guardate- ci ordinò, anche se quella luce faceva malissimo agli occhi.


Ci avvicinammo. Ci mostrò un quartiere di periferia, con bambini scalzi che giocavano a palla per strada, donne dai lunghi capelli scuri con in braccio buste della spesa, uomini dalla pelle scura con enormi sigari in bocca che disputavano partite a carte sui tavolini di bar sgangherati. Case in rovina, strade semi- asfaltate, scalinate infinite che si intrecciavano con edifici. Ed un sole accecante.

Poi ecco una piccola casa in mattoni rossi, forse un po' fuori luogo. Ne uscì fuori una ragazza.

Aveva capelli biondissimi, lunghi fino alla vita, e una frangetta che le cadeva sugli occhi verdi. Lentiggini chiare le ricoprivano il naso minuscolo. Guardò verso il cielo; anzi, sembrò proprio guardare verso di noi, sorrise, ed il globo rosso esplose.

Eravamo tutte senza fiato.


-Si chiama Henrietta Dolls. E' un invisibile, lei vi nasconderà e vi aiuterà così come ho fatto io in quest'ultimo mese...-


-Aspetta, ci stai lasciando?- Faw fece cadere la sua maschera di impassibilità per lasciar trapelare un gelido sorriso.


-Non vi sto lasciando, vi sto salvando la vita. A voi, così come a molti altri.. la sua voce si ridusse ad un sussurro.- Ora andate a preparare i bagagli, il vostro volo partirà tra due ore.-

Ci alzammo riluttanti, ognuna diretta verso la propria camera.


-Lelfia?- la chiamai.


-Si?- si voltò.


-Non ci hai detto dove siamo dirette.-


Lelfia sorrise amaramente. - Brasile, mia cara... il caldo Brasil. -


 
  
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