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Autore: ___Page    18/07/2014    4 recensioni
Al numero 21 di piazza Gyoncorde, nel quartiere di Foosha, a Raftel, c'è un piccolo chiosco di fiori, la cui proprietaria sa sempre scegliere il fiore giusto per ogni occasione.
La storia di varie coppie seguirà in parallelo quella della bella Margaret, alle prese con un chirurgo che, forse, le cambierà la vita... o viceversa...
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Amo Foosha.
È da sempre, da quando ero bambina, il mio quartiere preferito di Raftel.
Lo amo in tutte le stagioni, con il vento, con la pioggia, con il freddo, l’umido e il caldo, con la neve e con la nebbia.
Ma sopra ogni cosa lo amo con il sole.
Mia sorella Lindow spesso mi chiede se non mi pesa alzarmi sempre tanto presto, per aprire il negozio e aspettare i fornitori di fiori e bulbi. Più volte mi ha suggerito di prendere qualcuno che mi aiuti con cui alternarmi per l’apertura, visto che gli affari vanno a gonfie vele.
Quel che non capisce, nonostante io non gliene faccia una colpa, è che per me è un piacere. Arrivare così presto mi permette di godermi il quartiere in uno dei suoi momenti di maggiore tranquillità, assorbendo l’atmosfera che sempre si respira in questa zona. Senza contare che c’è un rito sacro a cui non posso mancare.
Raftel ha un clima tutto suo, tendenzialmente caldo e primaverile per la maggior parte dell’anno. Maggio è spesso instabile ma secondo il Vecchio Haredas per quest’anno le piogge dovrebbe essere finite.
Così stamattina ho indossato il mio top preferito insieme a dei pantaloni lunghi ma leggeri e sandali e mi sono portata un thermos di the freddo anziché di caffè caldo.  
Esco dalla metropolitana, inspirando a pieni polmoni il profumo d’estate che comincia a diffondersi nell’aria e faccio vagare lo sguardo su Foosha. È una zona pedonale, a traffico limitato, molto vivace e con tutti i negozi concentrati ai margini di piazza Gyoncorde. Mi dirigo verso il mio chiosco di fiori, una piccola struttura verde e marrone, che sembra uscita da un’altra epoca, su cui campeggia in bianco il nome del negozio, “Amazon Lily Flower’s Shop”.
Sono le sette e mezzo ma il sole è già alto e tiepido.
Sollevo la saracinesca quel tanto che basta per tirare fuori i vasi di fiori che hanno bisogno di stare all’aperto e mi siedo sulla panchina fuori, al riparo della tettoia e dell’albero di glicine che decora l’esterno della mia attività.
Estraggo dalla borsa il thermos e un pacchetto di biscotti ai cereali e mi metto comoda per godermi la mia strana, o almeno presunta tale, colazione. Ancora qualche minuto e il rituale sacro avrà inizio.
Assorbo l’atmosfera estiva che cresce intorno a me, insieme al caldo per niente afoso e alla luce solare che rischiara ogni angolo del quartiere. Oggi finalmente potrò accogliere i clienti sulla porta e utilizzare il bancone esterno, camuffato da davanzale.
Una giovane coppia mi passa davanti, ridendo felice ed euforica per il bel tempo e, mio malgrado, mi trovo a sospirare.
Non sono la tipica ragazza in cerca dell’amore romantico da commedia rosa o del principe azzurro. A queste cose nemmeno ci credo. Basto a me stessa da sempre e da sempre mi sta bene così, mi piace l’indipendenza.
Ma raggiunti i 24 anni ancora non mi sono mai innamorata una sola volta, nemmeno durante l’adolescenza, nemmeno una cottarella alle medie. Niente di niente. Non che non abbia avuto delle storie. Ma l’amore, quello non l’ho mai trovato. E, francamente, mi piacerebbe sapere cosa si prova, per pura curiosità.
Non so nemmeno cosa sia esattamente, questo sentimento, come funzioni, quali siano i suoi principi.
Suppongo sia importante avere delle cose in comune, che ci sia intesa intellettuale e fisica, che ci sia la fiducia. Lo suppongo e basta perché, nonostante mi sia stato spiegato più volte, cos’è l’amore, dubito che un sentimento del genere possa essere espresso a parole.
Sorseggio il mio the prima di dare un morso al biscotto e controllare l’orologio mentre mastico piano. Le otto meno un quarto. Sollevo lo sguardo verso i tavoli esterni del bar di Makino, che in questo momento è sulla porta e mi saluta sorridente e solare quando mi vede guardare nella sua direzione.
Rispondo entusiasta al saluto e proprio mentre abbasso il braccio ecco che arrivano.
Sono senza età, è davvero impossibile indovinare quanti anni abbiano.
Non sono più dei giovincelli, certo, anche se entrambi conservano un fascino magnetico.
Lei è una bellissima donna, capelli a caschetto neri e, nonostante la sigaretta spesso tra le labbra, non è per niente volgare, anzi, ha gran classe. Lui trasuda fascino da ogni poro, con la sua chioma bianca che quasi stona con il fisico ancora chiaramente asciutto che si intravede da sotto la camicia a maniche corte.
Shakky e Rayleigh. Il mio rituale quotidiano.
Avevo 21 anni quando ho acquistato questo piccolo chiosco e da allora non gli ho mai visti mancare una sola volta. Ogni mattina, puntuali al millesimo di secondo, arrivano qui con tranquillità e vanno da Makino a fare colazione.
Quando c’è bel tempo, cioè la maggior parte dell’anno, si siedono all’aperto, Rayleigh apre il giornale e Shakky sorseggia il suo caffè, aspettando che il suo uomo le comunichi le notizie più interessanti. Commentano insieme le news del giorno, ridono e scherzano con una naturalezza che li fa sembrare due adolescenti. Ogni tanto Shakky si sporge per regalargli un bacio sulla fronte, come premio a qualche battuta o affermazione che l’ha fatta divertire particolarmente. Spesso, nonostante sia assorto nella lettura, lo vedo allungare una mano sul tavolo, alla ricerca di un contatto con la sua donna, che la afferra prontamente intrecciando le loro dita.
Non so dire da quanto stiano insieme. Non so se siano sposati, conviventi, semplicemente amanti.
So solo che in ogni loro gesto, in ogni loro sguardo colgo un semplice sentimento reciproco.
Rispetto.
Grande rispetto l’uno per l’altra. Un rispetto che, secondo me, può essere maturato solo da un grande amore, nonostante io non sia un’esperta in materia.
Quando finiscono la colazione certi giorni si intrattengono a fare due chiacchiere con Makino ma, il più delle volte, si avviano verso la tavola calda di Shakky, anche questa qui a piazza Gyoncorde, passando davanti al mio chiosco. Alle volte, Ray mi chiede un fiore da regalarle, altre sono io che gli allungo un garofano o una giunchiglia, a mo’ di buongiorno.  Più spesso però, si limitano a passarmi davanti salutandomi immancabilmente, sempre ghignanti e sorridenti, prima di tornare a immergersi l’uno nell’altra riuscendo a isolarsi dal tran-tran quotidiano.
Sarebbe impossibile non invidiarli ma, al tempo stesso, mi trasmettono una gran serenità.
Anche stamattina non mancano di passare davanti al mio negozio e quando li vedo avvicinarsi metto via thermos e biscotti, sapendo, senza bisogno di guardare l’orologio, che anche per me è ora di alzare la saracinesca e cominciare a organizzarmi per la giornata di lavoro, mentre aspetto i fornitori e mi prendo cura dei fiori che coltivo direttamente nel luminoso retro del locale.
-Buongiorno Margaret!- mi saluta Shakky, mentre Ray si limita a un cenno della testa accompagnato però da un caloroso sorriso.
-Buongiorno!- li saluto, ancora comodamente seduta.
Dopo che mi hanno superata, butto la testa all’indietro, alzando gli occhi verso i piccoli grappoli lilla del glicine che mi sovrasta con un suo ramo più lungo degli altri. Sorrido, ripensando alla mia riflessione di poco fa, mentre un nuovo pensiero matura nella mia mente.
Rispetto.
L’amore è, senza dubbio, rispetto.

 

 

 

 

 

 

 

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Glicine

Fioritura: Primavera.

Significato: Amicizia disinteressata, rispetto.

Storia e curiosità: Originario della Cina e del Giappone è stato introdotto in Europa grazie a Marco Polo. È una pianta importante nella tradizione giapponese: gli imperatori, quando viaggiavano, usavano far giungere nel luogo in cui erano diretti alberelli di glicine, prima del loro arrivo, come messaggio di amicizia e rispetto.

 


 
  
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