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Autore: Ell_Mar    18/07/2014    10 recensioni
[Raura Fanfic.]
dal testo:
[...] Capii che anche io avevo finalmente trovato qualcuno a cui importasse di me. Anche io avevo trovato il mio abbraccio infondo al tunnel.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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"Redial"

Ero immersa nei miei pensieri e paure quando mi arrivò il suo messaggio di risposta "Domani alle 16:00, al parco?" Guardai attentamente le parole che aveva scritto, non sembrava ci fosse nessun trabocchetto o inganno, ma ancora non mi fidavo di lui, ma non so con quale coraggio digitai su quei piccoli tasti quelle due lettere "Ok" e lo inviai. Mi arrivò di conseguenza la sua risposta "Ok allora a domani, baci, Ross."
  Baci? Baci? No davvero? Non ci posso credere! Era insopportabile in ogni caso questo ragazzo! Se sta cercando di farmi cadere ai suoi piedi si sta sbagliando di grosso, io non voglio avere niente a che fare con lui. Scesi in salone, facendo a fatica le scale e cercando di non cadere, poi mi gettai sul divano e accesi la tv, neanche a farlo apposta al telegiornale parlavano di bullismo sugli adolescenti, feci una faccia disgustata e cambiai subito canale, i cartoni animati mi sembravano un'ottima alternativa. Mi alzai saltellando su un piede e andai a prendere il gelato in cucina per poi ripiombare sul divano portando di tanto in tanto il mega cucchiaio colmo di gelato alla bocca come una bambina. Era tardi, ma di mia madre nessun segno, probabilmente era con Martin in discoteca o in qualche bar a ubriacarsi come se fossero due adolescenti. Mi dava così fastidio, lei si godeva la vita come una ragazza e io invece stavo a preoccuparmi per tutti e tutto. Passata la mezzanotte andai a dormire, feci fatica ad addormentarmi a causa del dolore ma finalmente riuscii a chiudere gli occhi.
Mi svegliai di colpo alle prime luci del mattino, a causa di rumori provenienti dalla cucina e le urla di mia madre e di Martin che si insultavano a vicenda come pazzi, uscii da camera mia e camminai appoggiandomi a ogni cosa che potesse aiutarmi a non cadere, arrivai al piano inferiore e vidi Martin che usciva sbattendo la porta di casa. Varcai la porta della cucina, il pavimento era ricoperto da frammenti di piatti e bicchieri rotti e in un'angolo mia madre in lacrime. Mi avvicinai con la paura della sua reazione
-Mamma? Tutto ok?-
dissi appoggiandomi con le mani al tavolo
-NO! MA LASCIA STARE, PIUTTOSTO VAI A VESTIRTI CHE FAI TARDI!-
mi urlò lei in preda a una crisi isterica, tornai in camera e scelsi dall'armadio una felpa con la bandiera inglese, che mi aveva regalato Emma per il mio compleanno un paio di anni fa. Sognavamo di andare a vivere lì, magari quando saremmo guarite, e tutto fosse tornato a essere felice. Tutte illusioni. Lei mi aveva lasciata sola con i miei problemi e io non sapevo più che fare. La suoneria del cellulare mi fece ritornare con i piedi per terra, era Ross.
-Pronto?...-
Risposi un po inquietata
  -Buongiorno, dormito bene?-
Chiese con una voce disgustosamente gentile
  -Ti interessa? Non mi pare.-
risposi io freddamente
-Scusa, comunque, mentre vieni a scuola passa vicino al cespuglio dove ci siamo incontrati e guardavi sotto-
-Dove ci siamo incontrati?! Vorrai dire dove ci siamo scontrati! Dove mi hai picchiata e distrutto i quaderni, comunque se ho voglia passo, ciao Ross!-
attaccai la chiamata, era così insopportabile, dopo tutto quello che mi aveva fatto pensava che io lo avrei anche solo perdonato? Illuso. Bene, con quell'inutile telefonata avevo perso pure tempo. Mi infilai la felpa, un paio di jeans e le converse, afferrai al volo lo zaino e uscii di casa. L'aria di primo mattino mi passava in mezzo ai capelli rendendomeli ancora più scompigliati e orribili di quanto non lo fossero già, ero arrivata vicino al "famoso" cespuglio, spostai qualche ramo e ci trovai due quaderni nuovi con un bigliettino, lo aprii e lessi le poche righe che c'erano scritte "Spero ti piacciano, era un modo per farmi perdonare dopo averti rovinato gli altri.
  -Ross."
Dopodiché strappai il bigliettino e lo gettai a terra come tanti coriandoli, presi i quaderni e li infilai distrattamente nello zaino. Ero intenzionata a restituirglieli, non volevo niente che mi collegasse in qualsiasi modo a quel ragazzo, ma durante la mia giornata scolastica non lo vidi nemmeno di sfuggita. Finite le sei ore mi toccava una tortura ben peggiore..la psicologa.

--------------------------------SPAZIO AUTRICI -------------------------
Hey bella gente, si lo sappiamo cosa pensate "tutto qui? perche è così piccolo?" alle vostre belle domanda rispondo io, Mar.
Allora, il capitolo è così piccolo perchè io ho voluto unire quello della psicologa, con quello "dell'appuntamento" con Ross, quindi il prossimo capitolo sarà chilometrico.
spero vivamente che non vi annoierete a leggere la divina commedia che scriveremo, o se cambiamo ancora idea un altro capitolo piccolino. E si, siamo imprevedibili e alcone volte anche crudeli...A presto.
BACINI DA ELL E MAR.
   
 
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