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Autore: tini fray    18/07/2014    7 recensioni
TRATTO DAL 18esimo CAPITOLO
"Alec sorrise in modo beffardo e lo stregone non riuscì a ribattere quando si avvicinò lentamente fronteggiandolo.
Il cervello di Magnus aveva staccato la spina ed era andato alle Hawaii con un volo diretto da Idris.
Alec non sembrava... Alec."
Ambientato alla fine di COLS.
E se nuove persone entrassero a fare parte della vita del cacciatore moro e Magnus, geloso più che mai, non fosse più così sicuro della sua decisione?
Malec/Clace/Sizzy
SPOILER DI TMI E DI TID
*FANFICTION IN REVISIONE DAL PRIMO CAPITOLO*
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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"Jordan..." sospirò stupita Isabelle guardando il ragazzo di fronte a lei, abbastanza mal messo.
Pensò che avrebbe dovuto dirgli almeno un semplice 'grazie' per averle appena salvato la vita ma Isabelle rimase silente mentre il ragazzo la guardava negli occhi. 
Jordan la fissò, sospirò e sorrise leggermente sussurrando un 'Prego Isabelle' abbastanza tirato.
"S-sei venuto da solo?" Gli chiese la ragazza ma poi ragionò, i Nascosti non potevano entrare ad Idris senza che il Conclave non dia loro il consenso.
Jordan le fece segno di guardarsi alle spalle, evidentemente troppo stanco per parlare.
Isabelle si girò e vide dopo tanto tempo la pianura: gli Ottenebrati singolarmente riuscivano a respingere 10 Nephilim alla volta come se fossero mosche e li uccidevano con la stessa facilità.
Ma una cosa che prima non aveva notato le andò all'occhio.
Dalla porta Ovest di Alicante (fate finta che esiste, e se esiste meglio così :'D) erano entrati e ancora stavano arrivando quelli che sembravano mille Shadowhunters e Nascosti: Lupi mannari, alcuni stregoni e persino dei vampiri.
'Gli Accordi evidentemente hanno dato i loro frutti' pensò mentre vedeva i Nascosti combattere al fianco della sua gente.
Una sagoma altissima e scheletrica molto grande si faceva spazio fra la folla scomparendo e ricomparendo a suo piacimento, Isabelle pensò che fosse un demone, magari un demone superiore.
Senti un ringhio basso e si rigirò.
Harry si era rialzato, i capelli illuminati dalle fiamme davanti agli occhi, un rivolo di sangue nero scendeva dalla tempia sinistra e un sanguinante graffio profondo solcava il braccio destro.
Guardava Jordan con occhi da predatore, come se fosse sicuro che da un momento all'altro l'avrebbe visto spegnersi come un fiammifero bagnato dall'acqua, anzi, un vampiro bagnato dall'acqua santa.
"Hai affrontato la persona sbagliata lupacchiotto" disse con un ghigno malefico e la spada sguainata in mano.
Si sentì un lieve mormorio allorché Harry si girò verso Isabelle guardandola con circospezione, seguito da Jordan che aveva gli occhi così socchiusi da sembrare bloccati.
"Cos'hai detto, ragazzina?" Esclamò Harry.
Isabelle alzò lo sguardo su di lui e sorrise, Jordan non riusciva a capire cosa ci trovasse di tanto divertente.
"Beh, è un Clichè, la solita frase che dice il cattivo prima di uccidere il buono. È molto simile alla frase 'un'ultimo desiderio?'. Troppo sentita, troppo ascoltata, poco minacciosa" disse con fare annoiato la ragazza sistemandosi meglio i capelli in uno chignon alto mentre Jordan la guardava come se fosse pazza.
Harry rise, una risata maligna che faceva percepire tutto tranne che divertimento.
"Bene, allora non dirò niente- guardò Jordan -non che ce ne sia bisogno" concluse scagliandosi contro il ragazzo, ma prima che lo potesse sfiorare la frusta di Isabelle si attorcigliò attorno al suo collo facendogli portare automaticamente le mani alla gola, incapace di respirare.
Isabelle lo strattonò facendogli perdere l'equilibrio ma Harry tirò con forza la frusta facendola scappare di mano alla cacciatrice che si sentì persa.
Quando, all'improvviso, Jordan sotto forma di lupo gli saltò al collo mordendolo e strattonandolo, Harry urlò dalla sorpresa e indietreggiò verso le torri e al limite col fuoco riuscì a fermarsi assestando un pugno potente a Jordan che volò lontano andando a sbattere contro un albero e cadendo a terra con un guaito.
Isabelle strinse i denti e correndo verso Harry gli tirò un calcio, subito dopo aver ripreso la sua frusta, buttandolo così nel fuoco.
 
 
 
 
 
 
 
Il cuore batteva così forte nel petto che Alec pensava sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Stava correndo da un lasso di tempo di cui non aveva neanche tenuto conto, saranno stati 10 minuti o giù di lui.
Correva in mezzo al campo di battaglia abbattendo più Ottenebrati possibile ma senza un esercito era impossibile vincere. 
Gli Ottenebrati erano più forti, più resistenti, più combattivi, in confronto a loro gli Shadowhunters più coraggiosi sembravano dei dispersi, non sapevano cosa fare, combattevano con gli occhi chiusi per la paura.
Mentre correva fra la mischia di demoni Alec pensava alla sua famiglia, ai suoi amici, sì, persino a Simon.
Ma l'unico pensiero che aleggiava nella sua mente e tormentava il suo cuore e lo faceva correre più veloce era Magnus.
Non poteva immaginare cosa avrebbe fatto se Magnus fosse ... No. Non riusciva neanche a pensare ad una cosa del genere.
Magnus era potente, era forte, non sarebbe mai potuto ...
Mentre pensava instancabilmente a quello che era il suo chiodo fisso da più di 3 settimane Alec vide in lontananza una persona abbastanza conosciuta, ma non ne ricordava il nome.
Un lupo mannaro, una ragazza, sotto forma umana stava combattendo ferocemente contro un Ottenebrato utilizzando un lungo tubo di metallo, probabilmente staccato da qualche grondaia, ma non riusciva ad avere la meglio.
Solo in quel momento Alec si ricordò chi era quella ragazza, la ex di Simon, cosa abbastanza strana, Alec aveva sempre pensato che quella ragazza avesse strani problemi mentali e lo stava pensando anche della sorella in quel periodo.
Maia Roberts.
Proprio quando l'Ottenebrato stava per infliggerle il colpo finale una freccia colpì la schiena dello shadowhunters oscuro trapassandola da parte a parte, così forte da riuscire a farlo girare su sè stesso e farlo cadere di schiena con la freccia che sbucava dal petto, morto.
Maia alzò lo sguardo verso Alec che stava incoccando agilmente un'altra freccia e gli diede uno sguardo riconoscente, poi riprese a combattere sotto forma di lupo.
Alec ricominciò a correre quando fra la folla scorse una chiazza color rosso acceso: Clarissa.
Alec sapeva di avere il dovere, come membro del Consiglio, di catturarla ma quando vide una chiazza bionda e sotto di essa degli occhi d'oro capì di non doversi preoccupare. 
Corse in un angolo vuoto fra le case e si sedette, prese una spada angelica ed estrasse dalla tasca destra dei pantaloni lo stilo che alla luce della luna appariva nero come l'icore demoniaco, Alec sussultò.
Quello non era il suo stilo, era quello che aveva trovato nella cantina di Ragnor!
Frugò nelle tasche ma non trovò nient'altro, doveva essergli caduto a casa dei Pennhalow. 
Chiuse forte gli occhi massaggiandosi le tempie: quell'emicrania lancinante che da settimane lo distruggeva sia fisicamente che metalmente era tornata.
Una runa concentrica e ricca di curve e sfumature gli apparse nella mente al tocco dello stilo.
Titubante disegnò sulla lama dei serafini la runa incerta apparsa nella mente e appena finita sembrò prendere fuoco.
La parte della lama adiacente alla runa si illuminò con così tanta forza che 10 stregaluci non sarebbero riuscite a fare e lui fu costretto a chiudere gli occhi. 
Quando il bagliore finì osservò la runa e vide che era rossa, rossa come il fuoco.
Si alzò deciso di tornare a combattere e l'adrenalina iniziò a propagarsi nelle vene.
Posò lo stilo in tasca e ricominciò a correre.
Stava seguendo i movimenti dei demoni e degli shadowhunters quando dei guizzi celesti lo distolsero dalla scena.
Fiammelle celesti divampavano da dietro una collina.
Alec capì perfettamente di chi si trattava.
Magnus.
Iniziò a correre col cuore in gola passando sopra i numerosi cadaveri e inciampando parecchie volte ma senza fermarsi mai.
Appena arrivò alla cima della collina lo vide.
Una sagoma sottile sul prato che lanciava, con la poca forza che gli rimaneva, gli ultimi incantesimi.
I capelli neri gli ricadevano flosci sugli occhi da gatto che per la prima volta avevano in sè una traccia di paura che Alec non aveva mai visto.
E con le labbra tese in un'espressione che fece accapponare la pelle ad Alec cercava di difendersi da un enorme scheletro putrefatto che gli stava di fronte e quando Alec capì chi fosse si sentì morire.
Adesso il suo cuore era esploso.
Abbadon.
 
 
 
 
 
Angolo delle crazy:
Eccocii :D
Abbiamo deciso di aggiornare venerdì questa volta perché domani abbiamo un impegno e non potevamo.
Scusate se sabato scorso non abbiamo pubblicato ma si da il caso che in quella settimana Tini abbia festeggiato il suo compleanno ♡_♡ .
E in questo capitolo vediamo il ritorno di due personaggi: Maia (che a Tini sta un poco antipatica) e Abbadon (che forse a Tini sta più simpatico di Maia... no okay scherzo, quel demone ha quasi ucciso Aleccuccio in città di ossa -.- se non ci fosse stato Mag *-*).
Ringraziamo tutti quelli che recensiscono e in particolare: 
Dolcemary, SilviaDG, Alexel_Sid, mrslightwood_ , Beaucoupfolie- e 0luna0 , _black_rose_ , Valeria95 e GretaCrazyWriter che con le loro recensioni ci fanno ridere, piangere (dalla gioia) e ci rendono più orgogliose del lavoro che svolgiamo
Nel prossimo capitolo... emmm... beh... sarà piuttosto "movimentato".
Alla prossima:)
~Tini e kiakkiera
  
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