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Autore: Axelle_    18/07/2014    4 recensioni
Eleonora si convinse che non avrebbe sorriso mai più.
E smise di parlare, perchè le uniche parole che aveva erano per lui.
E smise di dormire, perchè sognava solo le sue mani che la accarezzavano come una volta.
E smise di rispondere alla sua migliore amica, invidiosa del fatto che lei lo vedesse tutti i giorni.
Poi arrivò George.
~
“Eleonora! Vieni sotto, ti ammalerai!” la richiamò leggermente preoccupato.
Eleonora, soddisfatta, lo raggiunse.
“Maledizione Eleonora” imprecò George vedendola fradicia.
Senza pensarci due volte si sfilò la felpa e la aiutò a infilarla.
“Ti piace proprio la pioggia, eh?” chiese mentre le sfregava le braccia per trasmetterle calore.
Eleonora annuì con un sorriso sbarazzino.
“Rain” sospirò poi George, guadagnandosi un’occhiata confusa dalla giovane.
“Credo proprio che ti chiamerò Rain, d’ora in poi” spiegò, osservando che la pioggia andava via via fermandosi.
Eleonora sorrise, pensando al magnifico pomeriggio che aveva passato e che si era concluso in bellezza.
“Rain again” pregò silenziosamente il cielo, mentre il profumo di George le avvolgeva il corpo.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5.

 
 
“Stammi lontano” farfugliò per l’ennesima volta Eleonora quando George le se avvicinò.
“Ti ho già detto che non mi interessa di ammalarmi” confessò George, imbronciandosi.
Con un gesto veloce tirò i lembi della coperta nei quali la ragazza era avvolta, la avvicinò a sé e la abbracciò.
Eleonora sentì il sangue fluirle alle guance, ma quel rossore si confondeva benissimo con la febbre.
Ma George, che da pallido com’era il rosso non gli donava, nascose il viso nel collo di Eleonora, facendola inevitabilmente ridere.
“Che c’è?” le chiese allora George.
“Mi fai il solletico” rispose Eleonora sperando che si allontanasse.
Al contrario, George iniziò a strofinare delicatamente il naso sul collo di Eleonora.
La ragazza iniziò a dimenarsi, ma George era senza dubbio più forte.
“Dai smettila” gli intimò, spronandolo maggiormente a farle il solletico.
“No” dichiarò il ragazzo. Mentre Eleonora annaspava cercando di riprendere fiato dalle risate, George si incantò nuovamente a guardarla.
Erano così vicini, i loro volti, le loro labbra, se solo si fosse sporto leggermente in avanti…
“Perché mi fissi così?”
“Perché sei bellissima.” George colse l’occasione, ricevendo un’occhiataccia da parte di Eleonora.
“Non citare Colpa delle Stelle, grazie, o potrei mettermi a piangere all’istante” lo rimproverò, riuscendo ad allontanarlo leggermente ora che aveva mollato la presa. George abbassò il capo e sorrise colpito dalla sua schiettezza.
“Beh, allora io rimarrò ad asciugarti le lacrime” sussurrò.
“Che hai detto?” chiese Eleonora distrattamente.
“N-niente.”
 
***

 
Alla fine, i due avevano deciso di guardarsi un film scaricato sul computer. Non senza prima avere litigato, ovviamente: Eleonora voleva assolutamente guardare “Kick Ass” e dato che la malata era lei era sicura che George la avrebbe accontentata. Invece questo preferiva nettamente “I passi dell’amore”.
Alla fine, per scendere a patti, erano arrivati a guardare un film che non interessava a nessuno dei due. Tanto che George, che doveva essere di compagnia, si era addormentato sulla spalla della ragazza.
“Maledizione.” Sbuffò Eleonora, dato che era scomoda.
Però aveva paura di muoversi e quindi per non svegliare George, si rassegnò a rimanere incastrata tra lui, il bracciolo del divano, la coperta e il computer che teneva sulle ginocchia.
Il campanello di casa suonò all’improvviso, facendo sobbalzare entrambi.
All’inizio Eleonora si agitò, pensando subito che fosse la madre. Poi realizzò che era sera tardi, lei sarebbe tornata la mattina, e soprattutto non avrebbe suonato al campanello dato che aveva le chiavi.
“Vai tu” borbottò George appena sveglio.
“No, vai tu. E’ così che iniziano i peggiori film horror.”
“Forse ‘vai tu’ diventerà il nostro ‘sempre’ .” Eleonora schiaffeggiò George sul braccio, facendogli perdere quell’espressione divertita che si era stampato in viso.
“Okay, andiamo insieme” decise la ragazza.
Si alzò poggiando il computer a terra e afferrò una rivista per poi arrotolarla.
“Cosa vuoi fare con quella?” chiese George divertito.
“E’ un arma” borbottò Eleonora.
“Guarda che i ladri non suonano al campanello.”
“Zitto” borbottò Eleonora stizzita.
Il campanello trillò di nuovo.
“Se moriamo, io ti uccido” continuò poi la ragazza, facendo ridere George che non era affatto preoccupato. In realtà era convinto che fosse solo uno scherzo e che Eleonora era eccessivamente paranoica.
Dopo un profondo sospiro, Eleonora strinse la rivista nella sua mano e con l’altra girò lentamente il pomello della porta.
All’inizio rimase di stucco. Davanti a lei, nei suoi jeans stretti e con uno zaino in spalla, la fissava JJ, il suo ex-ragazzo.
Quando lui aprì bocca per parlare, Eleonora gli lanciò il faccia la rivista e richiuse la porta. A chiave.
“Chi era quello?” chiese corrucciato George dopo aver notato l’espressione della ragazza.
“Forse sarebbe stato meglio un ladro” borbottò invece lei tra se e se.
 

 
  
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