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Autore: sku    02/09/2008    1 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14. La prima cosa che Leian notò appena entrata a Culhaven fu che c'era una grande eccitazione nell'aria, i bambini correvano nella strada come sempre mentre era strano che le madri li rincorressero preoccupate. Anche gli sguardi puntati su di loro avevano un che di ostile anche se, quando riconoscevano in lei un elfo, la diffidenza scompariva. Niente di male era mai arrivato ai Nani per colpa degli Elfi, il patto di alleanza tra loro era solido ed era stato rinnovato più volte.
- Ha detto che ci aspettava a Culhaven, mi piacerebbe sapere dove per la precisione. - disse Dreiden scuotendo la testa.
- Seguimi. -
La guida la seguì perplesso e la sua incredulità aumento quando vide che la ragazza si stava avvicinando al municipio.
- Dove credi di andare? -
- Dove Allanon ci ha detto di andare. - rispose lei con logica implacabile.
- Allanon ci ha detto che ci avrebbe trovato.. -
- Tu non lo conosci tanto bene, fidati di me, lo troveremo qui. - Lo sguardo sospettoso dell'uomo la fece sorridere. - Dai malfidato! Vieni. -
Entrarono nell'androne buio del palazzo e l'elfa si infilò velocemente in una porta sulla destra.
- Dove stiamo andando? - le chiese sottovoce timoroso di essere scoperto e di subire una qualche temibile punizione per opera dei Nani. Percorsero un corridoio e Leian bussò ad una porta massiccia.
- Avanti. -
Entrarono e la luce accecante del pomeriggio li investì lasciandoli storditi per qualche secondo.
- Ben arrivati. - la voce del druido li fece voltare e Dreiden poté notare un sorriso enorme sul viso della sua compagna di viaggio.
- Ciao. - rispose poi lei.
- Come ti sei ferita il viso? - le chiese. Lei si passò una mano sulla guancia, si era dimenticata che la freccia l'aveva sfiorata.
- Un soldato di Rentro ci ha trovato nell'Anar. - spiegò la guida e abbassò gli occhi sotto l'occhiata indagatrice del druido. Leian non capiva il senso di quello sguardo.
- Avete trovato quello che vi ho mandato a cercare? -
- Sì. - rispose Leian prendendo il sacchetto con le pietre.
- Per ora tienile ancora tu. - la fermò. - Adesso puoi lasciarmi solo con Dreiden? La tua stanza è pronta. -
L'elfa era allibita per quel brusco congedo ma sapeva che con Allanon non c'era nient'altro da fare che obbedire. Socchiuse la porta e la sua immensa curiosità la fece rimanere ferma davanti ad essa, giusto il tempo per sentire Dreiden sospirare: - Il soldato mi ha riconosciuto... -
Leian rimase interdetta, non riusciva a capire, poi andò in camera sua.

Rimase a fissare le tre pietre bianche che le erano quasi costate la vita. Qualcuno bussò alla porta dopo qualche tempo.
- Entra. -
- Posso? - Dreiden mise dentro solo la testa e la scrutò.
- Se ti ho detto entra. - Leian indossava un vestito verde chiaro che sottolineava le sue forme e lasciava scoperte le sue gambe affusolate.
- Sei bellissima. -
L'alfa arrossì. Dreiden si sedette sul suo letto accanto a lei - Peccato che stasera non potrai indossarlo. C'è una riunione e Allanon ti chiede di mantenere il silenzio sulla tua identità. -
- Avrebbe potuto dirmelo di persona. - era risentita per l'atteggiamento del druido. Dreiden le circondò le spalle con un braccio e lei appoggiò la sua testa sulla sua spalla.
- Sai di pulito. -
- Io mi lavo. - lo prese in giro. Poi voltò il viso verso quello di lui. Voleva che le dicesse di cosa avevano parlato lui e il druido ma Dreiden rimase zitto.
- Devo andare a lavarmi anch'io. Ci vediamo a cena. -

La sala era gremita di gente, non solo Nani ma persone provenienti da tutte le Quattro Terre o quasi. Leian stava in un angolo cercando di non attirare l'attenzione, lontana da tutti, anche da Allanon e da Dreiden. Odiava essere tenuta all'oscuro di quello che stava accadendo. Sbuffò e si appoggiò con la schiena alla parete, persa nei suoi pensieri. La sua missione era finita, aveva recuperato le pietre e adesso sarebbe tornata a Valle d'Ombra ad aspettare che Allanon riportasse la pace. La riunione del Consiglio procedeva rumorosamente e Leian non la seguiva, captando solo qualche frase di tanto in tanto. Fu stupita di sentire la voce di Dreiden che fece un resoconto di quello che era accaduto alla fortezza dei Nani vicino a Istrat, omettendo il suo intervento e la loro missione.
- Il comandante della fortezza mi ha incaricato di recarvi un messaggio. - stava concludendo la guida passando a uno degli anziani la pergamena ancora sigillata con la ceralacca rossa. Sembrava sangue su un vestito bianco. Leian pensò di essere impazzita. Voleva solo andare a letto e dimenticare quella frustrazione che la perseguitava quella sera. Le voci erano concitate, lei si sentiva stanca e incapace di seguire le conversazioni che si sovrapponevano, le voci che urlavano e i tentativi vani degli anziani per riportare il silenzio. Sembrava che tutti si fossero accorti all'improvviso che qualcosa di malvagio stava operando nelle Quattro Terre. "Allanon predica questa verità da due anni e solo adesso hanno deciso di credergli. Per lo meno i Nani, probabilmente gli Elfi e sicuramente Balinor e le città di frontiera. Ma gli altri? Gli Uomini del Sud sono così ciechi? E i Troll? Lasciamo perdere gli Gnomi che come ogni volta si sono legati alla parte sbagliata... " Sorrise amaramente per quei tetri pensieri. Alzò lo sguardo e vide l'alta figura del druido sovrastare tutti ma non riusciva più a scorgere Dreiden.

Era tardi quando il consiglio propose di aggiornarsi l'indomani. La stanza si svuotò lentamente, le persone discutevano ancora, soffocando qualche sbadiglio di tanto in tanto. Qualche nano rimase indietro a parlare con i membri del consiglio e Leian si accodò con gli altri per uscire nell'aria fresca della notte quando la mano del druido la fermò prendendola per la spalla. - Dobbiamo parlare. Seguimi. - Leian fece come le era stato detto, più per abitudine che per altro. Allanon la portò in una stanza vuota con un tavolo e alcune sedie, rischiarata da alcune lampade ad olio, mentre pesanti tendaggi impedivano la vista del giardino.
- Tra poco saremo raggiunti da altri, stiamo organizzando una spedizione. Tu assisterai a questa riunione ma ti prego di stare zitta e di non rivelare a nessuno la tua identità di discendente di Shannara, né di detentrice della magia innata e delle pietre magiche. Se riesci cerca anche di non far capire che sei una donna. - lo sguardo penetrante di Allanon le fece capire l'importanza della situazione.
- Per me va bene, ma se per caso dovessi parlare? -
- Ce ne occuperemo al momento, per stasera stai zitta e lascia fare a me. - La guardò in modo che Leian non riuscì a decifrare come se... "Come se cercasse in un modo contorto la mia approvazione. E' impossibile!" - D'accordo. -
Si sedette su una sedia addossata ad una parete, decisa a rimanere il più possibile invisibile per il resto della serata con le orecchie ben tese.
Il primo ad entrare fu Dreiden che portò una sedia vicino alla sua. - E adesso vediamo cosa ci riserverà il druido... - le disse sottovoce.
Dopo qualche minuto la porta si aprì nuovamente ed entrarono altri, la più strana accozzaglia di persone provenienti da nazioni diverse. Leian rimase a bocca aperta.
- Benvenuti amici miei. - li salutò Allanon mentre prendevano posto. Leian li osservò stupita. C'era un nano, lo aveva già incontrato in passato con Allanon, si chiamava Brennar. Era un  nano coriaceo, sempre serio e implacabile, temprato da anni di battaglia contro gli Gnomi. Indossa la divisa dei soldati dei Nani, verde come i boschi in cui abitavano. Accanto a lui si era seduto un uomo alto, i capelli castani un po' lunghi gli ricadevano davanti agli occhi socchiusi che gli davano un'aria da gatto sornione. Non era un brutto uomo, anzi era decisamente affascinante, concesse alla fine Leian. L'uomo la sfiorò con lo sguardo per un attimo poi passò oltre come se lei avesse fatto parte della tappezzeria. "Bello e arrogante, c'è di peggio?" Dall'altra parte del tavolo si era seduto un elfo biondo e dagli occhi azzurri, la pelle bruciata dal sole e dal vento. Leian lo conosceva perfettamente, era Adael Eneire, il comandante dei Cacciatori Elfi, gruppo scelto dell'esercito delle Terre dell'ovest. Indossava la loro divisa grigia, quando la vide le sorrise, riconoscendola e lei restituì il sorriso, grata che ci fosse qualcuno con cui non dovesse fingere. Ma i più strani convenuti a quella riunione erano rimasti in piedi, a capotavola, di fronte ad Allanon. Uno era uno gnomo dall'aria torva, la faccia gialla grinzosa che con occhi socchiusi osservava il druido, sembrava con sospetto. Una cicatrice irregolare solcava il suo viso, partendo dalla tempia destra finiva all'angolo della bocca. Leian non avrebbe saputo dargli un età, avrebbe detto che quello gnomo esisteva dall'alba dei tempi. L'altro era un enorme troll delle montagne, con la sua armatura di  cuoio e ferro, erano l'unico a portare un arma, assicurata sulla schiena aveva un'ascia bipenne. Era appena giunto a giudicare dalla polvere che lo ricopriva. La fissò insistentemente con la sua espressione impenetrabile ma Leian non si sentì a disagio sotto quello sguardo indagatore. Il troll la stava valutando.
Allanon prese la parola. - Direi di rimandare a più tardi i convenevoli. Adesso è importante capire perché siamo tutti qui. Come ben sapete una nuova minaccia è calata sulle Quattro Terre. Nel Sud un uomo di nome Rentro sta radunando un esercito, convincendo la più grandi città che una guerra contro le altre razze è necessaria perché gli Uomini possano vivere in pace. - Accanto a lei Dreiden si muoveva irrequieto sulla sedia, a disagio.
- Il peggio è che i governanti gli hanno creduto e in pratica gli hanno affidato il potere, nominando protettore delle Terre del Sud. Così Rentro adesso ha a disposizione armi, uomini e soldi per finanziare le sue imprese. E' questione di tempo prima che si decida a marciare verso nord, annettendo tutti i villaggi, i regni che incontrerà sulla sua strada. Poi attaccherà quelli che ritiene essere i suoi nemici, le altre razze. Senza risparmiare le città di frontiera che secondo lui sono troppo poco fedeli alla razza degli Uomini, per il modo in cui familiarizzano con gli altri popoli. -
Ci fu un attimo di silenzio, poi l'uomo si scostò i capelli dagli occhi e disse: - Dove sarebbe il problema? La legione di Frontiera può benissimo cavarsela contro di loro e così gli altri popoli. Perché è necessaria questa spedizione? - il suo tono era di sufficienza. Leian vide Brennar al suo fianco fissarlo e scuotere la testa.
- La legione e tutti gli altri potrebbero benissimo resistere ad un attacco di un esercito di Uomini. - concesse Allanon. - Il vero problema è che non sono gli Uomini di cui dobbiamo preoccuparci. - Fece un cenno e Dreiden si alzò e gli si mise al fianco. - Questo è Dreiden Frohs. E' una guida e recentemente è stato a Istrat per mio conto, dove ha fatto un incontro poco piacevole. -
- Rentro ha a disposizione delle creature maligne. Vengono chiamate bestie, hanno forma vagamente umana ma quando attaccano sembrano animali. Sono creature della magia nera e questo.. - disse tirandosi su la manica e sfasciandosi la medicazione che Leian aveva fatto - ...è quello che possono fare. - Mostrò le ferite che gli artigli della bestia aveva fatto, irregolari e profondi tagli. - Non sono da sottovalutare, hanno una forza incredibile, sono nere come l'oscurità e solo per un caso sono sfuggito alla morte. - si risedette e Leian lo aiutò a fasciarsi nuovamente.
- Rentro ha a disposizione molto di più dell'esercito. Ha a disposizione la magia nera. E nessun popolo può nulla contro di lei... - li informò Allanon fissandoli negli occhi uno per uno. - Sono stato nel sud settimana scorsa, cercando la fonte del potere di Rentro e l'ho trovata ma non ho potuto avvicinarmici. E' nel profondo sud, oltre le grandi città, nel deserto dell'Angluk. - Nonostante la lontananza persino il troll aveva sentito parlare del rovente deserto e della morte certa che aspettava chi lo attraversava. Si diceva che nessuno sapesse cosa ci fosse al di là di esso.
- E' la nostra destinazione se accettiamo di venire con te? - chiese con tranquillità Adael. Il druido annuì. - Io sarò con te. - rispose il comandante.
- Io anche. - dissero l'uomo e il nano contemporaneamente. Il grande troll annuì solamente e tutti gli occhi si fissarono sullo gnomo.
- Il druido conosce già la mia risposta. - replicò lui.
- Bene. Loro due verranno con noi. - disse quindi Allanon riferendosi a Dreiden e Leian.
- Non sono d'accordo. Se una guida può esserci utile, non è però saggio portarci dietro un ragazzino. - disse l'uomo indicando Leian con un cenno della testa. - Sarebbe più pericoloso per tutti. - Lo gnomo la guardò e sembrò condividere l'opinione dell'uomo. Brennar mantenne la sua espressione impenetrabile. L'elfa sapeva che Allanon stava rischiando molto per averla con sé. Poi, per la prima volta in quella sera, il massiccio troll parlò. - Se il druido dice che il ragazzino deve venire, il ragazzino verrà. -
- Non sono disposto a fargli da balia. - esclamò l'uomo contrariato per essere stato contraddetto e non essere riuscito ad imporre la sua decisione.
- Nessuno ti chiede di farlo. - gli fece presente Allanon sull'orlo dell'impazienza.
- Dovresti fargli la riga nei capelli con uno dei tuoi coltelli. - le mormorò in un orecchio Dreiden rimediando un pugno su una coscia.
- La pensavi così anche tu all'inizio. - gli ricordò sorridendo.
- Partiremo dopo domani e domani definiremo i dettagli. - Allanon li congedò e ognuno andò nella propria stanza.

Leian guardò il soffitto cercando di riordinare i suoi pensieri. "Allanon ci ha nascosto qualcosa, anche di molto grosso... ma naturalmente lo sapremo al momento giusto. E' c'è qualcosa che mi sfugge, che non riesco a collegare pur avendo quasi tutti gli elementi... - si girò su un fianco rimpiangendo la mancanza di Dreiden accanto a lei, non era più abituata a dormire senza lui nelle vicinanze.

- I traditori sono condannati a morte, lo sai? -


  
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