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Autore: spiritodellaspada    18/07/2014    1 recensioni
Era furibonda. [...] Ma cos’era che la faceva sentire così? Che cosa la faceva andare a fuoco? Era forse per quello scherzo? In fondo non le ne era importato nulla. Era uno scherzo così stupido…eppure la rendeva furiosa. Rivide mentalmente i fatti accaduti e realizzò.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Marina stai bene?»
«Chi è?» rispose Marina cercando di mascherare il pianto.
«Sono Lucia, la prof mi ha chiesto di chiamarti, visto che stai qui da più di mezz’ora»
«Non mi sento molto bene, dille che rimango qui un altro po’»
«Va bene…senti c’è un tizio che sta qui fuori che mi ha chiesto di dirti che gli dispiace.»
«Gli dispiace per cosa?»
«E che ne so…»
«Va bene…torna in classe, io fra un po’ vengo…»
«Ok…»
Marina sentì uscire Lucia e si rimise a piangere, cercando di non farsi sentire. Mirko era lì, fuori dalla porta del bagno delle femmine. Stava aspettando che Marina uscisse? Per scusarsi? Marina non sapeva cosa pensare. Non sapeva neanche se era arrabbiata con lui. Ma per cosa poi? Che aveva fatto per meritarsi quello schiaffo? Era evidente che lui piacesse a Sara, ma non credeva che la cosa fosse reciproca…ma perché? Lui amava Marina, aveva detto così. Lei era così contenta di averci fatto pace, era contenta che l’aiutasse nel vendicarsi, pensava che la stesse aiutando perché voleva vendicarsi di Caio anche lui, visto che l’aveva baciata. Ma evidentemente aveva sbagliato qualcosa. Qualcosa aveva sbagliato per forza, dato che si era ritrovata a schiaffeggiarlo davanti a tutta la scuola. In fondo che importava a lei se lui voleva mettersi con Sara? Alla fine si era vendicata no? Caio aveva il cuore a pezzi no? E allora perché quando li aveva visti baciarsi non ci ha visto più dalla rabbia? Sentiva ancora il sangue ribollire e non faceva altro che insultare mentalmente Sara, nonostante le fosse stata simpatica fin da primo momento. Avrebbe voluto scusarsi per lo schiaffo, ma appena pensava alla faccia di Mirko le veniva voglia di dargliene un altro ancora. Non era giusto…lei non aveva il diritto di trattarlo così, prima lo usa per i suoi comodi e  poi si lamenta se non la ama? Quest’ultimo pensiero le costò un singhiozzo più forte del normale e Mirko lo sentì.
«Marina…»
«Vattene via!» disse lei piangendo.
«Senti, io proprio non ti capisco!»
«Bene, siamo in due.»
«…»
«Ora te ne puoi anche andare.»
«Volevo scusarmi con te…»
«Per aver baciato una ragazza? Non devi certo scusarti con me per questo…»
«Lo pensavo anch’io prima che mi picchiassi…»
«Scusa…sicuramente Sara non si sognerebbe mai di schiaffeggiare un ragazzo, né di chiedergli di mettersi con un’altra per far ingelosire quello che le piace, né di…»
«Basta! Finiscila con i piagnistei e dimmi che cosa ho sbagliato! Che c’è ho mandato in fumo il tuo piano? Pensavo che un bacio fosse perfetto per il piano di vendetta no?»
«…» Marina aprì la porta con il cuore che le batteva a mille. «Era finto? Lo hai fatto solo per il piano?» disse quasi sorridendo.
«Certo che no!»
Il sorriso di Marina si spense miseramente.
Mirko continuò: «Non prenderei mai in giro una ragazza così. Dicevo solo che se lui ha visto che io la baciavo, ben venga per il tuo piano no?»
«Non prederesti mai in giro una ragazza tranne me!» urlò rinchiudendosi dentro e sbattendo la porta.

Fuori incominciò a piovere. Pioveva fitto e leggero. Entrambi ricordarono la dichiarazione di Mirko sotto la pioggia.

«Marina…io… a me piace Sara, se ti va bene, bene, se no, meglio.»
«Come puoi dirmi una cosa del genere!» disse Marina riaprendo la porta. «Mi sembrava che mi avessi fatto una dichiarazione!»
«E a me sembrava che tu mi avessi detto che ero un essere orribile e che mi odiavi!»
«Ma poi ti ho perdonato!»
«Sì! Perché ti serviva uno scemo che facesse i tuoi comodi!»
«Fammi capire…tu simuli un’operazione, torturandomi psicologicamente per giorni e adesso io che ti chiedo di farmi un favore sono cattiva?»
«Ma alla faccia del favore! Usi i miei sentimenti per far ingelosire quello che ti piace!»
«Volevo vendicarmi! Che ingelosire!»
«Bè qualsiasi cosa volessi fare, non la venire a chiedere a me, visto quello che è successo!»
« “Quello che è successo”, come lo chiami tu, è che ti sei comportato al limite della pazzia! Tu non immagini neanche quello che mi ha fatto quel maledetto e tu eri l’unica persona di cui mi fidavo! Dovevo rimanere a macerarmi nel dolore?»
«Sisi, immagino, che ti ha fatto? Ti ha baciato in un momento poco opportuno? Non eri preparata psicologicamente?»
«Ma come ti permetti di farmi la predica, quando tu un giorno ci provi con una, un giorno con un’altra!»
«Non è vero, tu mi hai rifiutato e sei stata tutto il tempo ad usarmi per far ingelosire quello, permetti che se trovo una ragazza che non picchia al primo problema almeno me la tengo!»
«Ancora? Io con quello ho chiuso! Lui mi ha fatto credere che gli piacessi per una scommessa di venti euro, volevo solo ripagarlo con la stessa moneta!»
«Mettendo in mezzo Sara che non c’entrava niente!»
«Ma io infatti ti avevo detto che non dovevi conquistarla, ma dovevi far finta e spiegarle la situazione, ma tu no! Vuoi fare il don Giovanni!»
«Ripeto che tu mi hai rifiutato! Sarò pure libero di mettermi con chi voglio!»
«MA CHI TI HA RIFIUTATO!» urlò con quanto fiato aveva in gola.
Per un momento a Mirko sembrò di star per svenire, poi riuscì a reggersi in piedi. Marina era piantata a terra ed era rimasta quasi stordita dal suo stesso urlo. Entrambi non riuscirono a formulare una frase per continuare la discussione.  Si sentiva solo la pioggia battere forte sul tetto della scuola. Ancora una volta gli attimi sembrarono eterni, ancora una volta una voce ruppe il silenzio.







TADADADDATA TA! Ecco un capitolo che mi piace molto! Buona lettura!

  
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