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Autore: Nazori chan    18/07/2014    2 recensioni
Dopo la morte di Ubo e Pakunoda e l'abbandono del ragno da parte di Hisoka, la Phantom Troupe si è ripresa il suo capo e si prepara a tornare allo splendore di prima; Kuroro ha scelto le nuove zampe a sostituire quelle mancanti, cosicché il ragno possa tornare a tessere la sua tela perfetta.
Sayura è il nuovo numero 9, e sta per ritrovarsi con una vita che, per lei, sarà ai limiti del sopportabile.
Il nuovo, pericoloso obbiettivo del ragno, i vecchi rancori che riaffiorano, un amore insensato, la misteriosa e irrompente presenza del numero 4 della brigata.
Tutto ciò che Sayura potrà, sarà restare in balìa di un destino tanto crudele quanto inaspettato.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Feitan, Genei Ryodan, Kuroro Lucifer, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Violenza
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CAPITOLO 4: THE LAST SPIDER
Ormai si era fatta notte però Sayura continuava a restare sveglia, da quando si era svegliata un paio d’ore prima. Causa? Diversamente da tutti quei tipi fighi di cui aveva letto in vari romanzi, che se la notte non dormivano era perché meditavano o avevano le loro tristi scene malinconiche, lei era assillata dal continuo russare. Continuo e dal tono altisonante, per giunta.
‘basta! Ma che sono, dei treni?’
Ed intanto si rigirava nel letto, con il cuscino in testa. Il corridoio era vuoto.
Affianco alla camera di Sayura, neanche si dormiva.
Feitan era seduto sul letto, e continuava a fissare una lettera. Era da quando l’aveva ricevuta che riposava poco, e passava tutto il tempo dedicato al sonno, che fosse di notte o di giorno, a rigirarsela tra le mani.
Le finestre erano aperte, ma faceva piuttosto caldo. Rilesse ancora, anche se ormai l’aveva imparata a memoria:
 
                  
                Ehi Feitan, come va?
                Aspettami, tra un mese preciso sarò da te. Ho tanto da dirvi. Cattive notizie.
 

Non c’era il mittente, ma sapeva chi l’aveva scritta. Erano poche parole, e avrebbe voluto sapere di più. Ma sapeva com’era fatta, e domani si sarebbero rincontrati.
 Erano quelle ultime due parole a mantenerlo sveglio.
Più ci pensava, e più credeva che quel domani non sarebbe mai arrivato. Feitan era un tipo abbastanza paziente, ma quella persona riusciva sempre a snervarlo; aveva inviato la lettera proprio per giocargli un brutto scherzo, ne era più che certo, e lui ci stava cadendo come un cretino. Il maggior motivo per cui voleva vederla però era per riempirla di botte, si disse.
Non aveva parlato a nessuno della lettera. Aveva detto solo che sarebbe arrivata, quando l’aveva ricevuta.
Feitan posò il messaggio sul letto.
“Chissà se dici la verità”
Era una persona di cui riusciva più o meno a fidarsi, peccato che sapesse perfettamente quanto spesso dicesse bugie. Non era come lui, che era capriccioso e bugiardo perché della trasformazione; lei lo faceva per gusto, semplicemente per risultare più fastidiosa. E ci riusciva benissimo.
Feitan ci aveva messo anni a capire come facesse a risultare tanto credibile –dal che derivava poi l’incredibile irritazione che suscitava nelle altre persone-, pur sparandole più grosse di quanto persino uno come Hisoka aveva fatto. E lui ci certo non scherzava.
Una volta le aveva posto quella domanda, quando era particolarmente irritato per l’ennesima presa in giro, e lei si era messa a ridere. Era stata la volta in cui era stato più vicino ad ucciderla sul serio, ma lei non aveva tentato nemmeno di difendersi. Tornò con la mente alle parole che gli aveva detto, quella volta.
“Mi convinco che le mie bugie siano verità. Quindi, in effetti, io non sono una bugiarda, ma storpio semplicemente le cose come più mi aggrada”
Quella volta non le aveva staccato nessun arto, e non le aveva dato fuoco. Se n’era pentito presto, e aveva già deciso che, al momento in cui l’avesse rincontrata, avrebbe recuperato tutte le torture perse.
Andò vicino alla finestra e saltò sul tetto. Il russare degli altri lo disturbava, copriva i suoi pensieri. E gli impediva di dormire, cosa ancora più importante.
E lì rimase, aspettando l’alba.

Poco dopo, anche Sayura si svegliò per la decima volta in meno di un’ora, in preda ad una convulsa voglia di uccidere qualunque fonte di rumore nel raggio di un centinaio di chilometri. Si impose di star calma, ma quello era troppo da sopportare per lei; infilò le scarpe, prese il cuscino e salì sulla terrazza, sperando che li ci fosse più calma. Sbatté la porta e si stese sul muretto, con il cuscino sotto la testa. Li c’era silenzio. E fortunatamente era ancora buio.
Una voce la prese alle spalle, anche se lei non aveva avvertito alcuna presenza.
“Non dormi?”
Sayura girò la testa. “Ah, Feitan. Non mi ero accorta di te. No, non riesco a dormire; russano troppo. Tu invece?” sbottò, per poi sbadigliare sonoramente.
“Non dormo e basta”
“Nessuno non dorme e basta.”
“Non ti deve interessare.”
“Okay, come vuoi. Non sono fatti miei, e io voglio solo dormire senza sentirmi come se stessi in una stazione.” rispose lei, alzando le mani. “Mi togli solo una curiosità?”
“Dipende da cosa vuoi sapere”
Da quando ne aveva capito, Feitan era l’ultima persona a cui poteva fare domande e aspettarsi una risposta. Eppure in quel momento non aveva altri a cui chiedere, e il peggio che le poteva capitare era che lui la ignorasse e basta.
“Com’è l’ultimo membro del ragno?”
Lui inizialmente non rispose, ma nemmeno se ne andò.
“Irritante”
Non disse altro, e nemmeno sembrava voglioso di aprire di nuovo bocca.
Prima che potessero amabilmente iniziare a conversare –ipotesi probabile quando quella del capo che ballava la conga in corridoio indossando solo un perizoma maschile-, lei si addormentò profondamente.


_____ 
La mattina dopo, venne ridestata dalla sensazione di vuoto. E in effetti, quando si svegliò completamente era ad un passo dal cadere dal terzo piano, abbracciando convulsamente il cuscino.
Si rese conto che dovevano essere più o meno le dieci, ma quando scese a far colazione, dopo essersi velocemente rimessa i vestiti della sera prima ed essersi legata i capelli in una treccia, quasi tutti i membri del ragno erano lì. Persino Kuroro, anche se Sayura dubitava si fosse svegliato da poco, cosa che invece era abbastanza evidente in Nobunaga, che aveva anche un livido violaceo in faccia, segno che qualcosa era andato storto la sera prima.
“Giorno, Sayura. Dormito bene?” la salutò Shalnark, che stava tentando invano di far saltare delle uova in padella –e a giudicare dalle macchie con residui colanti spiaccicate sul soffitto, quello doveva essere più o meno il quinto tentativo.
Lei non rispose, perché le occhiaie rivelavano abbastanza.
“Non hai chiuso occhio per colpa di quei caproni che russano” indovinò lui, sorridendo.
Nobunaga dovette sentirsi piuttosto offeso, perché sputacchiò una bibita energetica, fissandolo torvo. “Quei, eh? Come se tu non ne sapessi niente”
“Non ne so niente, infatti.”
“Tu sei uno dei più rumorosi, Shal.” Intervenne Machi, che sorseggiava tranquilla un tè accanto a Kuroro, che invece continuava a leggere libri, uno diverso da quello della sera prima.
Quando ebbe finito di discutere, Shalnark le portò quella che doveva essere una colazione, molto probabilmente una delle uova cadute dal soffitto visto che c’erano tracce di intonaco.
“Scusa, ma non morirò così. Puoi riprenderti… qualsiasi cosa siano queste” ribatté lei, allontanando il piatto. Notò che anche gli altri non avevano toccato le uova, visto che la metà era stata fatta cadere sul pavimento.
“Che ha di male la mia cucina?” domandò perplesso Shal, al che la metà dei Ragni gli scoccò un’occhiata che, più o meno, stava a dire: ‘tu non cucini mai più’.
Mentre si ingozzavano di tutto quello che c’era di commestibile, in una sorta di colazione alternativa, anche gli altri membri scesero, chi più chi meno scombinato dal sonno (e dalla rissa degenerata che doveva esserci stata la sera prima).

A metà del pasto però -o a quel punto che si supponeva fosse metà del pasto-, Feitan, che fino a quel momento si era reso quasi invisibile mentre beveva un thè –e vista la sua stazza non gli risultava affatto difficile-, lanciò il coltello che teneva in mano fino a poco prima fuori dall’enorme porta-finestra, facendolo sparire tra le foglie di un albero. Tutti smisero di mangiare.
“Se ridacchi non serve a nulla lo zetsu”
Sayura non sapeva con chi stava parlando, ma tutt’a un tratto riuscì ad avvertire una presenza, sicuramente uno specialista nen, provenire da fuori. E di nuovo qualcuno ridacchiare.
“E io che pensavo di essere brava” sospirò una voce femminile proveniente da… l’albero? Era piuttosto impossibile che fosse stato l’albero a parlare, si rese conto poi Sayura. Il poco sonno la danneggiava in modo profondo, probabilmente.
Poi una ragazza saltò giù dai rami, atterrando in equilibrio sulla punta dell’ombrello da geisha che portava con sé.
“Capo, tu mi avevi notata, no? Mi sentirei distrutta se l’unico fosse stato quello gnomo feticista della tortura” borbottò poi, in modo quasi lamentoso.
Kuroro abbassò il libro, mostrando il lieve sorriso che gli increspava il volto.
“Lo sospettavo. Però tu e Feitan siete più in confidenza, è ovvio che lui se ne sia accorto per prima” commentò il capo, nel silenzio generale.
La sconosciuta rabbrividì, con una smorfia disgustata. “Confidenza? Se n’è accorto solo perché medita di uccidermi, capo! È cattivo, infido, basso e psicopatico. Guarda, sembra incazzato solo a vedermi.”
Sayura non notò i movimenti di Feitan, vide solo che un attimo prima era ancora seduto, e quello dopo teneva una mano stretta al collo della ragazza, schiacciata tra lui e l’albero alle sue spalle.
Machi sbuffò, mentre Nobunaga emise un verso da papera col mal di gola, anche lui evidentemente seccato.
“Abbiamo dei conti in sospeso, noi due. Ti uccido.” sibilò intanto Feitan, non troppo piano perché il fine udito degli assassini non potesse cogliere le sue parole.
La ragazza non ne sembrò per nulla spaventata, anche se il suo viso era contratto in una smorfia per la mancanza d’aria.
“Oh” fece lei, divertita. “Sei diventato più alto di un paio di centimetri dall’ultima volta.”
“Fei” lo richiamò Kuroro, pacato come al solito. “Proprio da te è strano aspettarsi un’infrazione delle nostre regole. Niente liti tra i membri, per quanto uno possa essere irritante.”
L’assassino la lasciò andare bruscamente, e solo quando lei si rimise dritta Sayura riuscì a coglierne meglio i tratti fisici. Era decisamente alta per essere una ragazza, quanto il capo all’incirca.
Ovvero era dieci centimetri in più di lei, e Sayura non poteva dirsi propriamente felice della cosa, soprattutto perché l’altra sembrava essere più giovane.
Sarebbe risultata una bella ragazza, se i capelli castani non fossero stati spettinatissimi. Aveva gli occhi dorati, dalla forma allungata e truccati in modo arronzato. Indossava un corto kimono rosso a fiori, con degli anfibi sporchi di terra e una sciarpa di seta rossa avvolta attorno al collo.
La sconosciuta si avvicinò ai membri del ragno, che non sembravano sorpresi della sua presenza.
“Liti tra membri” ripeté Shalnark, che tentava di cucinare altre frittelle per la nuova arrivata. “Quindi sarà davvero Icchan il prossimo numero 4” costatò, mentre in sottofondo Phinks borbottava a proposito di entrate eccessivamente esibizionistiche. L’ombrello della ragazza si conficcò nel muro dietro Shal, tranciandogli di netto qualche capello. L’esperto di informazioni rimase bloccato, nascondendo qualsiasi paura potesse aver provato dietro il suo solito sorrisetto.
“Shal, ho qualche anno di troppo per essere chiamata Icchan. Smettila o ti strappo tutti i capelli. Per favore”
A proposito dell’aria sciatta e innocua della ragazza, Sayura dovette ripensarci attentamente. Era pazza come tutti gli altri membri del Genei. Ed estremamente pericolosa. E aveva un modo di usare il ‘per favore’ alquanto inquietante.
Come se niente fosse, la ragazza fece un passo all’indietro e alzò una mano verso i membri del ragno, che pur non essendo particolarmente interessati al suo arrivo, avevano almeno alzato gli occhi dalla loro colazione –se così si poteva definire.
“Ciao” disse semplicemente, prima che le arrivasse una lattina di tè in testa che lei non evitò.
“Ciao un corno” sbottò Phinks, stringendo un pugno. “Ti sei dimenticata dei casini che hai combinato prima di… ehi!”
La ragazza non lo stava affatto ascoltando, concentrandosi sui due membri che non conosceva, che sembrava aver notato solo allora. Sayura fu particolarmente stizzita dalla cosa, ma preferì non prendersela troppo.
“Oh, quindi voi due siete gli altri due nuovi membri.” Constatò, mentre li scrutava attentamente.
Sayura ricambiò lo sguardo affilato. “E tu saresti il numero 4”
“Carina” aggiunse Cortez, al che la ragazza rispose con un sorrisetto compiaciuto.
“Beh, andiamo d’accordo, allora, mi raccomando”
Intanto staccò il suo ombrello dalla parete, gettandolo poi da un’altra parte. Doveva essere davvero pesante, perché nonostante lei sembrò averci messo poca forza nel lanciarlo, il muro contro cui sbattè si riempì comunque di crepe.
“Ehi” rimproverò Shalnark. “Non rompere la cucina, Icchan”
“Non sono Icchan” ripeté lei, anche se era difficile dire se fosse o no irritata. “Mi chiamo Ivex.”
 


 note:
*Cosa c'entra Icchan con il nome Ivex? in realtà, quasi nulla. volevo darle un soprannome che usasse l'onorifico -chan giapponese, e visto che Iv-chan e Ivecchan suonavano abbastanza male, ho usato solo la prima lettera I. la C in realtà non potrebbe mai essere raddoppiata in giapponese, ma I-chan nemmeno mi convinceva. Quindi ho storpiato un pò la lingua (il bello delle fic ambientate in mondi che non sono il nostro: lingue inventate di sana pianta)


ANGOLINO DI NAZORI___
ciaos :D *balle di fieno*
mi sento contenta. non è passato un anno dal mio ultimo aggiornamento :D
in realtà, avevo il capitolo già pronto da un pò, ma me n'ero completamente dimenticata e l'idea di dover scrivere tutto mi ha... scoraggiato? tolto la poca ispirazione che avevo? là stiamo.
Mi chiedo ancora perchè continuo a scrivere fic, sono evidentemente negata .-. poi però vedo che qualcuno legge, o addirittura recensisce e... mi sento emozionata *-*
davvero, grazie a chi legge, ha questa storia tra le seguite, preferite o ricordate. E soprattutto grazie a yato kamui per avermi minacciato di caricare in fretta questo capitolo. Ti sono riconoscente, e spero ti piaccia (lo ammetto, ho fatto tutto perchè voglio l'Hisoka-premio che mi avevi promesso)
grazie anche alle balle di fieno, che ci sono sempre nei miei angolini di fine pagina.
un bacio a tutti
a presto *ok, adesso sarò segnalata da qualcuno per fiction che ispirano all'omicidio... il mio... quindi forse il presto non ci sarà, e molti ne saranno contenti*

Nazori chan
  
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