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Autore: FairyCleo    19/07/2014    3 recensioni
"Lo aveva visto giocare con suo figlio, lo aveva sentito ridere con i suoi amici di sempre, ma nei suoi occhi aveva letto un dolore profondo e un senso di mancanza che solo lui sembrava in grado di comprendere. Per tutti gli altri non c’era niente di diverso o di strano in quella serata trascorsa alla Capsule Corporation. Gli amici di una vita avevano continuato a fare ciò che avevano sempre fatto senza capire, o peggio ancora fingendo di non capire che Trunks avrebbe voluto trovarsi altrove. E questo, non era un pensiero che stava toccando solo lui".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parte XIV

 
Idiota. Era un perfetto idiota. Sapeva che ciò fosse impossibile, ma continuava a sentire all’unisono la voce di Chichi e quella di Vegeta – il vero Vegeta – che continuavano a ripetergli quanto fosse dannatamente idiota. E anche ottuso, molto ottuso, e incosciente, perché aveva fiutato il pericolo, ma aveva deciso di andargli ugualmente incontro.
Si era fatto fregare come un novellino, scoprendo con suo sommo disappunto di non essere il solo, oltre a quell’imbroglione di Alpha, ad aver preso parte a quella specie di teatrino in cui lui avrebbe dovuto recitare la parte dell’ingenuo saiyan che voleva a tutti i costi mostrarsi duro e forte per incutere timore al nemico affinché potesse dargli indietro il suo amico, il suo principe, il suo unico fratello. E, ad essere precisi, aveva appena fatto un’interpretazione da oscar. Peccato che lo stesso avessero fatto anche i partecipanti a quel film dell’orrore.
Non era riuscito a trattenere la sua aura neppure dopo aver saggiato la ferrea presa di quegli infernali fermi capaci di catturare l’energia. Le parole di Alpha, il corpo di Alpha, il viso di Alpha, gli atteggiamenti di Alpha, tutto di quell’essere gli aveva fatto accapponare la pelle, portandolo così prossimo all’orlo dell’abisso da esserci caduto dentro senza neanche accorgersene. Ma Alpha non si era comportato in quel modo per pura cortesia. Alpha non aveva fatto tutto quello che aveva fatto per niente. Alpha sapeva che lui era sul punto di perdere il controllo, lo aveva sentito e lo aveva voluto con tutte le sue forze. E questo perché Alpha, e a quel punto non solo lui, sapeva cosa sarebbe accaduto in seguito.
Ma quando si era reso conto che la rabbia aveva preso il controllo su di lui e aveva disperatamente cercato di riprendere il controllo era stato ormai troppo tardi: loro che si erano fino a quel momento celati nell’ombra avevano fatto il loro ingresso in scena, impedendogli di poter non solo reagire, ma anche solo pensare razionalmente. Grande, troppo grande era stato lo shock che aveva seguito quell’istante. Forte, troppo forte era stato il dolore che ne era conseguito, trascinandolo prepotentemente verso l’unica cosa che avrebbe dovuto evitare: l’oblio.

 
*
 
Si sentiva strano, Goku. Talmente strano da non essere convinto di sentire realmente qualcosa. Era un torpore quello che avvertiva, un senso di stanchezza e di pesantezza delle membra che paradossalmente lo stavano portando a credere che il suo corpo non esistesse più.
Aveva come l’impressione di fluttuare e allo stesso tempo di essere incatenato prepotentemente al suolo, un suolo che non era realmente in grado di vedere, di percepire, di toccare. Aveva gli occhi chiusi, Goku, e per quanto si sforzasse, proprio non riusciva a riottenere il controllo di sé. Aveva avuto bisogno di un attimo di tempo prima di rendersene conto, e forse non avrebbe mai voluto che il momento della verità arrivasse.
In un primo istante, tutto era stato evanescente, impossibile da definire e da mettere a fuoco. Aveva aperto gli occhi o non li aveva aperti? Non era riuscito a capirlo, in quel frangente. Sapeva solo che, anche se a fatica, stava cominciando a vedere quello che gli stava succedendo attorno. A vedere, sì, ma non di certo a capire.
Aveva avuto ragione nel dire di sentirsi allo stesso tempo fluttuante ma incatenato, perché quanto aveva visto era stato spaventoso: il suo corpo, o almeno la parte posteriore di esso, era immerso in qualcosa di simile ad una sorta di gelatina densa e trasparente, una gelatina da cui era impossibile sfuggire. Muovere braccia e gambe era impossibile, lo stesso valeva per il tronco. Qualsiasi movimento cercasse di eseguire era come attutito da quell’orrore in cui era stato immerso, imprigionato, incatenato, un orrore che sembrava quasi sfidarlo e prenderlo in giro con quella sua consistenza apparentemente così morbida e invitante, ma in verità dura e inesorabile.
Non aveva neanche provato a ribellarsi veramente. Non aveva le forze per farlo, e non sapeva se fosse stato in grado di recuperarle. Quello che i suoi occhi gli avevano mostrato non era stato altro che buio, in un primo momento. Adesso, gli stavano mostrando quello che non era certo di star vedendo con i suoi occhi, e per la prima volta in vita sua, avrebbe preferito non vedere.
Era impazzito. Non poteva essere altrimenti, non potevano esserci altre spiegazioni. Non era mai stato geniale, lo sapevano tutti e tutti gliel’avevano ripetuto fino all’infinito, e doveva di certo essere colpa della sua scarsa intelligenza mista alla pazzia di cui si era scoperto affetto che gli stavano facendo vedere tutto quello. Perché, improvvisamente, si era ritrovato a condividere ricordi che non gli appartenevano. Perché, improvvisamente, si era ritrovato a fare movimenti che non voleva fare, scoprendosi alle stregue di un burattino guidato da trasparenti fili vischiosi.
Era stato allora che aveva ricordato quanto fosse accaduto. Era stato allora che il panico lo aveva assalito per la prima volta da quando ne aveva memoria.
Vedeva Alpha davanti a sé, in quella che era la realtà plausibile, quella non fatta di catene improbabili, ma di terra solida e aria pulita, di luci zenitali e di odori acri e dolci allo stesso tempo, e Alpha stava sorridendo. Ma non erano i suoi occhi a vedere Alpha…Erano gli occhi di qualcun altro, di qualcuno che aveva la pelle più scura, i muscoli più snelli e quella miriade di ricordi che lo stavano soffocando e confondendo fino a portarlo sulla soglia della pazzia.
“E’ bello vederti… Sono fiero di te”.
Era stato Alpha a parlare. Il sorriso non riusciva proprio a lasciare la sua bocca e la luce della vittoria non aveva alcuna intenzione di abbandonare quei suoi occhi rossi come il fuoco. Ma c’era anche dell’altro, in quegli occhi, qualcosa che Goku non era stato in grado di vedere all’inizio e che ora non riusciva del tutto a decifrare. C’era emozione. Una profonda, vibrante emozione che li aveva fatti tremare, un’emozione che sembrava averlo compiaciuto in un modo che non gli era familiare. Ma era stato lui ad essere compiaciuto? Perché lui aveva sentito quel brivido, eppure era certo di non essere stato lui a provarlo.
Avrebbe voluto rispondere. Avrebbe tanto voluto dirgli che il piacere non era reciproco, ma non era stato in grado di farlo. Non erano state quelle le parole che erano uscite da quella che era certo fosse ancora la sua bocca.
“Lo stesso vale per me… Ma devo ancora fartela pagare… “ – aveva detto, avvicinandosi furtivamente a lui e sussurrandogli all’orecchio – “Non avresti dovuto chiamarlo fratello”.
Non riusciva a crederci. Aveva parlato, ma non aveva parlato. Si era mosso fino ad avvicinarsi a lui, ma lui non si era mosso per davvero. Quella sostanza in cui era incatenato si era mossa al suo posto, portandolo a muovere le membra in maniera involontaria. La sua bocca si era mossa, sia la sua che quella di quell’altro, di quello che doveva essere lui, ma lui non aveva parlato. E, anche se nel mondo reale era la sua voce ad essere venuta fuori, nella sua mente aveva sentito una voce diversa, una voce che solo in quel momento aveva ricordato di sentire, la voce di chi aveva sfruttato la sua rabbia per fare qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile: rubare il suo corpo per farne la sua nuova casa.
Solo a quel punto era stato in grado di vedere la sua immagine riflessa nella lucida superficie del macchinario che aveva di fronte, e solo allora era stato in grado di vedere il colore di quelli che erano stati i suoi occhi, lo stesso colore che avevano assunto gli occhi del suo amico Vegeta.
“Non prendertela”.
“Già… Lo trovo sconveniente. Il tuo arrivo era prossimo… Dovevamo solo permettere che avvenisse in maniera più rapida”.
Non era stato in grado di capire immediatamente a chi appartenessero quelle due voci, ma, purtroppo per lui, era bastato dare uno sguardo per capirlo. Anzi, era bastato che lui  guardasse per poi permettergli di capire.
“Non è possibile” – aveva esclamato, lui, non quell’altro che aveva preso il suo posto – “Non possono essere loro”.
Lo shock di essersi scoperto prigioniero del suo stesso corpo non era stato abbastanza, a quanto sembrava. No. Aveva dovuto persino subire quello di trovarsi davanti le copie dotate di occhi rossi di chi aveva visto morire tanto tempo addietro. Goku aveva appena visto Nappa e suo fratello  Radish. Erano loro. Eppure non lo erano. Perché proprio come era lui e Vegeta, i loro corpi erano più snelli e i loro occhi rossi come il fuoco, proprio come le sfumature che avevano i capelli, nel caso di Radish, e dei baffi nel caso di Nappa.
Ma come poteva essere? Loro erano morti… Come potevano dei parassiti aver preso possesso dei loro corpi se erano passati all’altro mondo ormai quasi dieci anni addietro?
Era confuso… Ogni istante che passava, diventava sempre più confuso. Non era fatto per i misteri, non aveva l’indole da investigatore. Lui amava le cose chiare, semplici, le cose che poteva comprendere senza fare molti sforzi. Perché, allora, si era ritrovato in quell’assurda situazione? E perché, se c’era qualcuno nel suo corpo, qualcuno che lo aveva portato a subire tali cambiamenti, non riusciva a percepirlo? Perché non riusciva a sentirne l’aura né a scrutarne anche solo in parte i pensieri? In un primo istante si era ritrovato sommerso da una miriade di ricordi confusi, di sensazioni che non gli appartenevano. Perché ora, improvvisamente, sembravano svanite nel nulla? Poteva lui essersi accorto che aveva cercato di entrare in simbiosi con il suo cervello e aver deciso di innalzare una fortezza impenetrabile? Ma poteva realmente essersene accorto in un tempo così breve?
Troppe erano le domande che aveva da porre e sapeva che nessuna avrebbe avuto risposta. E si sentiva sempre più stanco… Goku era sempre più stanco e più amareggiato che mai… Aveva sonno… Tanto, troppo sonno… Ma non doveva addormentarsi… Non poteva. Se si fosse addormentato, cosa ne sarebbe stato di lui? Cosa ne sarebbe stato di loro? Eppure, le sue palpebre erano diventate così pesanti, le sue membra erano così stanche… Che lo stesso fosse accaduto anche a Vegeta? Che i suoi occhi si fossero chiusi per sempre lasciando che Alpha lo sopraffacesse completamente? Lui non aveva più avvertito la sua aura da quando era stato posseduto… Non c’era più stata traccia del suo amico. Che Vegeta fosse… Fosse…
Era stato quello l’ultimo pensiero che aveva avuto prima che quell’improvvisa stanchezza avesse la meglio su di lui. Era stata la sua l’ultima voce che aveva udito prima che calasse il più totale e assordante dei silenzi… E lui aveva riso mentre chiamava Alpha, Radish e Nappa fratelli, aveva gioito.
Ma loro non erano i suoi fratelli, Goku, questo, non lo avrebbe mai dimenticato. Vegeta, solo Vegeta era suo fratello. Ma perché, allora, lui non era stato in grado di aiutarlo? Perché aveva lasciato che Alpha lo prendesse? Perché aveva smesso di lottare?
Cominciava a credere che non lo avrebbe mai saputo, e che il desiderio espresso da Vegeta con tanta fatica fosse diventato ormai vano. Goku sapeva come ci si sentiva quando si moriva, lo sapeva bene e lo aveva sempre accettato, suo malgrado. Sempre, ma non ora. Non ora che non era stato in grado di salvare chi era riuscito, anche se per poco, a salvare lui.

 
Fine parte XIV
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Saaaalve!!!
Ragazzi, scusate per il capitolo corto corto, ma l’ho scritto in quattro e quattro otto! XD Infatti fa orrore, ma non vi volevo di nuovo lasciare a bocca asciutta! U.U
Orbene, Goku ha assistito dall’interno del suo stesso corpo leggermente modificato ad una strana riunione di famiglia, rimanendo abbastanza basito per via delle sue tremila domande che non hanno avuto risposta. Ma, a questo punto, mi chiedo, l’avranno? Non so se l’ultima battuta del capitolo sia stata chiara o meno (spero di sì) ma ecco… Goku sta morendo… Il che vuol dire che… Non lo voglio dire… =’(
Ragazzi, è impossibile che la prossima settimana potrò aggiornare… Domani parto per Roma! Giovedì c’è il concerto del mio gruppo preferito, i Placebo, e finalmente dopo 15 anni che li seguo andrò a vederli dal vivo! *.* Per questo ora scappo…Devo svegliarmi alle cinque, sono già le 00:20 e sono ancora davanti al pc. =P
Vi adoro!
Grazie di tutto!
Cleo
   
 
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