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Autore: gabryweasley    19/07/2014    4 recensioni
''Quel cartoccio era fin troppo spiegazzato, quando arrivava a casa Everdeen. Avrebbe potuto essere il suo cuore. Un involucro di carta stretto nella morsa delle sue stesse mani, raggrinzito, sgualcito, provato dalla partenza di un figlio diretto a combattere fino a morire.''
[Mr. Mellark - Primrose Everdeen]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mr. Mellark, Mrs. Everdeen, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Essere un principe
 

Camminava svelto verso il giacimento, le ultime luci del giorno ormai quasi sparite, fra le mani un sacchetto piano di focaccine e panetti avanzati dalla vendita.
Quel cartoccio era fin troppo spiegazzato, quando arrivava a casa Everdeen. Avrebbe potuto essere il suo cuore. Un involucro di carta stretto nella morsa delle sue stesse mani, raggrinzito, sgualcito, provato dalla partenza di un figlio diretto a combattere fino a morire.
E’ risoluto, è coraggioso… potrebbe farcela.
Ma Peeta non voleva. Avrebbe fatto di tutto per far tornare salva Katniss senza nemmeno avere la certezza di riuscirci. Probabilmente lo avrebbero ammazzato prima.
Ogni volta che ci pensava, sentiva il cuore pesante. Pulsava troppo forte, gli opprimeva il petto.
Perché ciò che Daniel stava facendo, era soltanto esaudire l’ultimo desiderio di suo figlio.
Si era chiesto, in quei giorni, se raccontare la verità a sua moglie non sarebbe stato più utile. Vado a cercare di evitare che Primrose Everdeen muoia di fame, me l’ha chiesto Peeta. Potremmo non rivederlo più… Le sue occhiatacce dopo la chiusura avrebbero avuto più senso, almeno.
Il giacimento era quanto di più diverso ci potesse essere dal villaggio. Erano anni che Daniel non ci metteva piede. Ricordava pomeriggi ormai troppo lontani, passati in posti appartati al seguito di lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri.
Un'altra vita, ormai. Altri sorrisi, altri gesti, altri desideri.
Ma quegli stessi avevano aperto la posta di quella casa fatiscente al suo arrivo. Un po’ più piccoli forse, un po’ più dolci, più infossati.

- Signor Mellark!
- Non ho nemmeno bussato oggi, Primrose…
- L’ho vista della finestra! Dovrebbe chiamarmi Prim.
- Tu dovresti chiamarmi Daniel.
Il primo giorno in cui aveva portato il pane a Primrose, Daniel si era aspettato di trovarsi davanti una ragazzina dal carattere simile a quello di sua sorella. Invece lei aveva un altro modo di guardare il mondo.
Katniss avrebbe di certo rifiutato quel suo aiuto quotidiano, troppo testarda e cocciuta per ammettere di averne la necessità. Prim, al contrario, non aveva problemi ad ammettere di aver bisogno degli altri.

- Non vuole entrare nemmeno oggi, signor Mellark?
Non posso, Primrose. Sono in equilibrio, su questa porta. Sospeso fra passato e presente.
Daniel le aveva teso, nelle mani esili di Prim, il cartoccio che aveva preparato e aveva scosso la testa. Quello era tutto ciò che doveva fare, non doveva farsi tentare dalla voglia di entrare e assicurarsi che anche sua madre stesse mangiando. Non doveva stringere nessuno, non doveva carezze, non doveva conforto.
- Signor Mellark...
Si era voltato di nuovo, mentre andava via, richiamato dalla voce soave della bambina. Lei aveva già dato un morso a uno dei suoi panini e lo guardava come se non avesse mai mangiato nulla di così buono. Poi aveva di nuovo alzato gli occhi su di lui.
- Credo che i principi facciano il pane. – Gli aveva detto sorridendo.
 

Il vento le aveva scompigliato i capelli e ora lottava per toglierseli dal volto.
Erano seduti per terra, dietro un capanno, fra terra battuta e piccoli ciuffi d’erba che diventavano bracciali fra le abili dita di Daniel. Era il posto migliore per guardare il tramonto. E Helen era bellissima illuminata dal sole.
Qualcuno cantava poco distante da loro. Lei aveva smesso di parlare e si era messa all’ascolto di quella voce straordinaria. In molti l’avevano fatto, a giudicare dall’improvviso silenzio per le strade.
- Daniel... – Helen si era voltata di nuovo verso di lui. L’aveva scoperto a osservare la zona del collo che il vento gli permetteva di vedere? In ogni caso Daniel aveva fatto molta attenzione ad ascoltare le sue parole, piuttosto che fissarle le labbra.
- Credo che i principi sappiano cantare...- Aveva una lacrima incastrata fra le ciglia chiare. Non se ne era accorto, prima.
 

Aveva sorriso anche lui di rimando alla ragazzina, salutandola con la mano a mezz’aria.
A volte cantano, Prim.
 

 
**************
 
 
Ma ciao forestieri!
No, come al solito la forestiera sono io. :D Più che farvi le mie scuse, non posso niente!
Piccola fic senza pretese... Prendetela come un seguito di ‘’Nessuno ti insegna a dire addio’’. Daniel tiene fede alle sue promesse e quindi decide di portare ogni giorno qualcosa a Prim; non entra in casa per non compromettere la già difficile situazione con sua moglie prendendosi cura anche di Helen, che spero si sia capito è mrs Everdeen.
Per i nomi di Daniel e Helen sia lodata sempre la testolina della mia duci _eco, tutta farina del suo sacco! <3
Spero che la ff vi piaccia almeno un po’... bando alle ciance ragazzi! Un saluto grande!
Gabry
   
 
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